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Autore: ryuzaki eru    01/06/2013    9 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 

 39. Sul filo del rasoio

In uno degli ultimi piani di un grande e nuovissimo grattacielo di Tokyo, spuntato come un fungo nel giro di pochi mesi in mezzo al folto abitato della metropoli del paese del Sol Levante, si svolgeva una rappresentazione particolare, una sorta di teatrino strutturato così bene da sembrare a tutti gli effetti la realtà.
Era l’8 di ottobre e colui che tirava i fili di quelle marionette era molto attento e capace. Riusciva a muovere i suoi pupi senza che loro si accorgessero di essere tali.
Costui era un abilissimo dissimulatore…
«Ryuzaki, è arrivato un messaggio per Eraldo Coil: gli è stato richiesto di scoprire l’identità di Elle. È la Yotsuba che lo ha ingaggiato…» la voce di Watari uscì dagli altoparlanti, in presenza della squadra anti-Kira, disposta come sempre in piedi, alle spalle di Elle, che invece se ne stava comodamente rannicchiato sulla sua poltrona girevole, di fronte ad uno dei tanti monitor giganteschi di quella stanza.
Soichiro Yagami si incupì in volto… «Eraldo Coil è il famoso detective secondo solo ad Elle, ed è abilissimo nel trovare le persone… Ci mancava solo questa…»
Light si intromise, lievemente preoccupato «La Yotsuba vuole scoprire l’identità di Elle per ucciderlo…»
Ryuzaki spostò appena lo sguardo di lato, ma non si voltò «Non è un problema. Il detective noto come Eraldo Coil sono io.»
Elle non si girò per vedere le facce sorprese dei suoi collaboratori, dai quali fioccarono domande ed esclamazioni di stupore inevitabili, ma più contenute del consueto, dal momento che Matsuda non era lì presente, ma si trovava alle calcagna della “star” Misa Misa, in giro per set pubblicitari e cinematografici, e interpretava un ruolo che gli si addiceva forse più di quello di poliziotto…
Ryuzaki comunque, senza mai voltarsi, si limitò semplicemente a quietare i collaboratori presenti, spiegando con calma come stessero le cose e poi riprese tranquillamente il discorso che era stato interrotto dalla faccenda “Coil”.
Sì, rimase di spalle tutto il tempo. Ma del resto, dall’alto della sua posizione, nessun “puparo” vedeva mai i volti dei propri burattini mentre erano in azione, sul palcoscenico.
L’autostima di Matsuda dovrebbe essere al limite. Se non mi sbaglio potremmo quasi esserci…, pensava il grande detective, mentre alle sue “pedine” parlava di tutt’altro «…Dunque, per sfuggire al sistema di sicurezza, prima Aiber e poi Wedy dovrebbero…»
La sceneggiata ben ordita e magistralmente rappresentata da Elle era giunta al secondo atto, intitolato “Indagini congiunte della squadra anti-Kira sulla Yotsuba”. Nuove marionette erano state aggiunte e i fili sospesi tra le dita del detective aumentavano, mentre lui si districava perfettamente nella loro fitta trama, riuscendo a manovrarli tutti fluidamente senza che si ingarbugliassero, annodandosi irrimediabilmente tra di loro.
La voce di Watari interruppe di nuovo la riunione «Ryuzaki… Matsuda ha mandato un messaggio con la sua cintura… Il localizzatore dice che si trova all’interno dell’edificio della Yotsuba…»
Per l’appunto! È talmente banale che, se non lo avessi saputo, dubito che avrei mai potuto prevedere o intuire che Matsuda si sarebbe intrufolato lì dentro, da solo e per giunta con l’obiettivo di risultare perfino utile… Ma in fondo è comprensibile: le mosse dettate da un’istintiva ottusità possono risultare a volte completamente inaspettate e molto meno prevedibili di quelle guidate dalla logica e dall’intelligenza. Nella “Stupidità” c’è in effetti un “potere irrazionale” non indifferente…
Nel panico generale scatenato dalla “notizia Matsuda”, Ryuzaki iniziò ad agire come ci si sarebbe aspettati che avrebbe fatto, o comunque senza innescare alcun dubbio. Si adoperò quindi per organizzare il “piano di evacuazione” di quell’ingenuo del suo collaboratore.  Ma contemporaneamente rimuginava d’altro, solo con se stesso e la sua testa.
La data è perfetta, direi. Oggi è l’ 8 di ottobre. L’ultimo omicidio che abbiamo individuato come commesso dal terzo Kira a favore della Yotsuba è avvenuto il primo di ottobre. E infatti nella settimana passata non ho mai visto Higuchi scrivere sul quaderno i nomi dei “nemici” per la sua compagnia, ma solo quelli dei criminali divulgati dai notiziari. Considerata la confusione che si è scatenata adesso e la messinscena della morte di Matsuda, la “riunione ordinaria della morte” in corso adesso alla Yotsuba salterà, quindi non potrà essere stabilito alcun omicidio. E non ce ne sarà nessuno almeno fino al prossimo meeting segreto tra i dirigenti dell’azienda, che avverrà come di consueto fra una settimana, il 15 ottobre. In conclusione, a partire dal primo di Ottobre e per un minimo di 14 giorni, non si verificheranno omicidi di soggetti scomodi per la Yotsuba. Cioè Higuchi non scriverà sul suo death note nessun nome per favorire la sua compagnia.
Perfetto.
E questi giorni aumenteranno di molto, se si considera che a un certo punto i benpensanti Yagami, padre e figlio dall’alto della loro nobile morale, mi convinceranno a chiedere a Namikawa di sospendere le esecuzioni ordinarie della Yotsuba per un mese… Quando però precisamente questo avverrà non lo posso sapere con certezza. E pare sia stato anche uno dei problemi di Emma. Suppongo però succederà il 15 ottobre, visto che contatteremo Namikawa nel corso di una di queste loro assurde riunioni.
Ma per me 14 giorni sono più che sufficienti e non mi serve altro.
Devo solo risolvere la questione delle morti dei criminali che Higuchi continuerà a giustiziare. E questo è il momento che stavo aspettando per poter accendere la miccia… Perfetto.

«Watari,» nel trambusto dell’organizzazione per salvare la pelle a Matsuda, Elle interpellò il suo fedele braccio destro, come nulla fosse «dovresti iniziare ad occuparti della realizzazione di quello che abbiamo stabilito finora.» le sue parole non stonarono assolutamente con quanto stava avvenendo e si stava organizzando in quella stanza, né sembrarono riferirsi a qualcosa di diverso.
E naturalmente nemmeno la risposta di Watari sembrò fuori luogo «Ho già provveduto, Ryuzaki, mi sono occupato personalmente di far partire il tutto.»
Peccato che nessuno dei due intendesse veramente riferirsi all’organizzazione del piano per salvare Matsuda, ma a tutt’altro.
Meraviglie del teatro, del regista e naturalmente delle parole.
Ottimo. La mail ad Higuchi è stata appena inviata…
Ora inizia la vera partita.

 
Che c’è?
Non vi sta bene che vi abbia fatto fare un salto di quasi tre mesi?
Da luglio a ottobre…
Ma sì che vi va bene, nel manga non avete battuto ciglio quando vi hanno fatto scorrere sotto il naso mesi e mesi di “buco” semplicemente voltando una pagina. Sarà che forse allora non ve ne siete nemmeno accorti perché nessuno si è mai preoccupato di ricordarvi le date? Be’, se è così, errore mio che ve le rammento sempre, queste date… E io che invece lo faccio tanto per essere gentile e farvi un favore…
Che ingrati…
Su su, che tanto non è successo niente di interessante e, le eventuali cose che vi stuzzicavano nella trama che conoscete bene, potete benissimo andarvele a rileggere o rivedere altrove.
Credo che l’unica differenza evidente che vi posso suggerire è che al momento Aiber e Wedy sono molto più presenti al quartier generale di quanto non lo siano stati nella storia che conoscete. Ma si tratta di dettagli…
Comunque, dove ero rimasto?
Ah, sì, il volo di Matsuda dal balcone.
Be’, ha “svolazzato” come un ferro da stiro, si è “schiantato”. E si è salvato. Punto.
Quindi ritorniamo al quartier generale, a distanza di poche ore dal suddetto “volo”.

 
I grossi monitor illuminavano la sala delle indagini, che però era nella penombra.
Era notte inoltrata. Misa, Aiber e Wedy erano tornati da poco nei loro alloggi. Mogi se n’era andato a casa per qualche ora, con l’ok di Elle, mentre il signor Yagami e Matsuda, seduti sui divani intorno al tavolino, non mollavano e arrancavano stanchi e sottovoce su una serie di scartoffie, senza ottenere grossi risultati.
Era tardi ed erano tutti affaticati. L’orario e soprattutto lo stress accumulato durante l’intensa operazione di soccorso del povero Matsuda pesavano gravemente su tutti. Sia sul piano psicologico che su quello fisico.
Su tutti tranne uno, ovviamente.
Light si era steso su un divano e la sua mente brillante aveva ceduto senza volerlo alla spossatezza ed era piombata nel sonno profondo dei “Giusti”. Un braccio si abbandonava penzoloni da un lato, tanto che il polso ammanettato gli si poggiava scompostamente sul pavimento. Da lì, la catena si svolgeva morbida e proseguiva adagiata al suolo per un po’, fino a che, all’altezza della sedia girevole, non si sollevava da terra, per raggiungere il sottile polso di Elle.
Elle, che come sempre se ne stava raggomitolato davanti alla scrivania dei monitor, con le spalle alla sala e ai suoi occupanti, e che a differenza di loro non era minimamente scosso per l’accaduto né tanto meno affaticato, cercava con attenzione di costruire la sua piramide di zollette di zucchero, succhiandone rumorosamente una. E per posizionare i cubetti candidi uno sopra l’altro, sollevava in modo goffo e teatrale le braccia, facendo tintinnare di continuo gli anelli della catena che lo legava indissolubilmente al suo più temibile nemico.
Finita la sua piramide, il grande detective diede un colpetto con l’indice alla zolletta che era in cima e rimase fisso a guardarla mentre se ne cadeva a terra, con lo sguardo spento ed annoiato.
«Watari,» se ne uscì poi con una voce flemme e bassa «i miei videogames…»
Matsuda e Soichiro Yagami si guardarono, ma l’ex sovrintendente fece cenno di non commentare per non innescare qualche frivola discussione del suo sottoposto.
Il Signor Wammy assentì dall’altro capo del microfono e dopo qualche minuto arrivò nella stanza, coperto in volto, per precauzione, come era avvenuto ogni volta che c’era stato anche Light e come quindi adesso avveniva sempre. Adesso che Light stava appiccicato a Ryuzaki ventiquattro ore su ventiquattro.
Elle ruotò la sedia girevole, agguantò il portatile che Watari gli porse e se lo poggiò sulle ginocchia raggomitolate. E rimase così, rivolto adesso alla stanza e ai suoi occupanti.
Senza dire una parola iniziò a smanettare sul suo I bite.
Matsuda, osservando il logo della meletta mordicchiata del retro del monitor di Ryuzaki, a quel punto sussurrò «Videogames?! Elle? Non lo capirò mai…»
Yagami senior, poco stupito, non raccolse e fece cadere il discorso, anche se probabilmente pensò che Matsuda, con tutti quei “Misa Misa!” e quelle uscite da gossip di secondo ordine, fosse la persona meno indicata per commentare l’occasionale e manifesto comportamento poco serio di Elle…
Tuttavia, sebbene giocare con i videogames sarebbe stato del tutto in linea con l’indole bizzarra del detective del secolo, Elle stava spulciando tutt’altro su quello schermo, che infatti era rivolto volontariamente solo verso i suoi occhi, occultato alle telecamere e a tutti gli altri in un modo e con un’angolazione che però all’apparenza sembravano del tutto casuali e disinteressati.
Su quello schermo infatti c’era un videogame, ma c’era anche il video in tempo reale di ciò che accadeva nello studio della casa di Higuchi, che naturalmente per il momento non era ancora stata presa di mira dalle indagini della squadra anti-Kira al completo e quindi “ufficialmente” non era in nessun modo sotto controllo. Ergo, nessuno doveva accorgersi di quello che Ryuzaki stava facendo.
E così Elle passava il tempo, in attesa che il dirigente senza scrupoli della Yotsuba rientrasse nella sua villa e sperando che decidesse di controllare la sua posta elettronica quella sera stessa. Lo sperava anche perché il bluff del videogioco non avrebbe potuto ripeterlo in pieno giorno, con tutta la squadra sveglia e in attività e con Light al fianco… Certo, sapeva benissimo che per tutto il resto del tempo ci sarebbe stato Watari a controllare e che comunque le telecamere posizionate in casa di Higuchi avrebbero registrato ogni cosa. Ma il suo ego e il suo divertimento gli facevano desiderare di poter vedere in diretta e in prima persona ciò che accadeva.
Quindi aspettava.
E la sorte volle che la sua sete e la sua attesa fossero soddisfatte: il dirigente senza scrupoli della Yotsuba entrò finalmente nello studio con lo Shinigami al seguito e controllò la sua casella e-mail personale…
Elle aguzzò lo sguardo, sgranando gli occhi curiosi e protendendo il collo.
Higuchi lesse attentamente il messaggio che gli era arrivato e, mano a mano che andava avanti, il suo sguardo si faceva sempre più teso e preoccupato. Quando ebbe concluso, tornò all’iniziò e rilesse integralmente la e-mail. Lo fece più di una volta, con una evidente agitazione nei movimenti e nelle espressioni del volto.
Imprecò.
Poi però tentò di ragionare un po’ e infine sussurrò «…È tutto ancora sottocontrollo. Devo solo blindare questa casa al più presto, per precauzione e come avevo già pensato di fare, e studiare bene la situazione. Anzi, dovrei ringraziare di aver ricevuto questo messaggio…» e sghignazzò malignamente.
E così iniziò a cercare sul web, tra le notizie di cronaca, vecchie e nuove, tra le più sperdute e nascoste che riuscisse a scovare, tra quelle riportate in tutte le lingue che riuscisse vagamente ad intuire, da tutto mondo. Lo fece a lungo.
Poi chiese «Rem, se staccherò le pagine del quaderno utilizzate finora e le incendierò, mi succederà comunque qualcosa? Gli omicidi delle persone i cui nomi ho intenzione di scriverci sopra adesso avverranno anche se eliminerò i fogli su cui li ho scritti e avverranno nei tempi che io ho riportato?»
Lo Shinigami rimase un po’ in silenzio, perché doveva rispondere in base ad una delle due false regole del death note inserite da Light e dovette rimuginare su quali risposte gli convenisse dare. Si chiese se quell’avvenimento potesse essere nocivo per la salvezza di Misa e soprattutto se le cose stessero andando secondo il disegno di Light. Ma in fondo Higuchi non avrebbe mai lasciato il quaderno completamente inutilizzato per più di 13 giorni, perché per lui anche quella falsa regola era vera, e questo era l’importante. Era tutto apposto.
E così lo Shinigami scelse la sua risposta «La regola prevede che chi ha toccato il quaderno morirà se il quaderno sarà reso “inutilizzabile”, bruciandolo o disintegrandolo in qualche modo. Quindi distruggendone soltanto alcune pagine ma mantenendolo perfettamente servibile nella sua interezza, non ti accadrà nulla. E ciò che vi è stato scritto avrà il suo effetto in ogni caso. Dal momento in cui un nome compare lì sopra, non c’è modo di sfuggire alla morte.»
Ma brava Rem… Ti fidi del piano di Light, copri le sue false regole e gli reggi il gioco… pensò Elle dietro al suo monitor.
Quindi Higuchi prese il quaderno, lo aprì e iniziò a scrivere, fittamente e con attenzione… E quando ebbe finito, ne staccò tutte le pagine utilizzate e le arse con la fiamma di un accendino. Ne staccò poi un foglio, richiuse il quaderno e disse soddisfatto «Così, anche se lo dovessero trovare, questo per tutti sarà un semplice quaderno… E fra un massimo di 12 giorni, non mi resterà che scrivere, al sicuro e in un qualche luogo isolato, il nome di un altro criminale sperduto del mondo sul foglio che ho staccato e che brucerò un attimo dopo…»
Elle sorrise appena, Perfetto, ha sufficiente cervello per intuire e mettere in pratica la sottospecie di scappatoia accettabile ventilata nella mail. Ha mangiato la foglia, con tutto il ramo direi. È più stupido di quanto avessi sperato… La mail che ha ricevuto faceva acqua da tutte le parti… Del resto non sono tutti come Light Yagami.
Elle chiuse la diretta e tornò al suo videogame. Aveva visto ciò che doveva vedere e non aveva bisogno di altro Domani Watari toglierà le telecamere da quella villa, così, quando Higuchi vi installerà un sistema di sorveglianza superiore, la troverà pulita e il bluff sarà perfetto: secondo “copione”, a un certo punto Wedy proverà a mettere sotto osservazione la casa, non ci riuscirà proprio per via di quei sistemi di sicurezza articolati e la squadra anti-Kira non potrà mai intrufolarsi nella villa del nostro terzo Kira. Esattamente come recita il racconto di Emma. Esattamente come recita la sceneggiatura di Death Note.
E sorrise di nuovo, in quel modo sfuggente ed ambiguo, Sì, credo proprio che mi sarebbe piaciuto come manga…
 
Nel tardo pomeriggio del 4 di novembre…
 
Sì sì, un altro piccolo salto in avanti.
Devo ammettere che in questa occasione ho un po’ barato e ho tradito l’assunto dal quale ero partito quando ho iniziato a raccontarvi tutto e cioè il fatto che vi avrei riportato i fatti che avevo visto senza sapere io stesso gli avvenimenti che sarebbero seguiti. Insomma, mi mettevo lì a guardare cosa succedeva, poi a un certo punto mi fermavo e vi narravo il passato, ignaro del futuro…
Ma questa volta so perfettamente cosa accadrà domani.
Eh eh eh… Questa volta lo so semplicemente perché ho già dato una sbirciatina a quel fantomatico 5 novembre, avvantaggiandomi coi tempi rispetto a voi. E naturalmente ripromettendomi di raccontarvi tutto dopo, come farebbe un canonico e rispettabile Narratore che conosca quindi la conclusione della vicenda che sta narrando fin dal momento in cui ha iniziato a raccontarla.
Non ci state capendo nulla? Ma pensateci bene: in fondo cosa fa un Narratore se non osservare con attenzione una vicenda che si sta svolgendo in un’altra dimensione per poterla poi raccontare ad un avido uditorio nel momento in cui quella vicenda è ormai conclusa? Gli ascoltatori e i lettori sono sempre un passo indietro per il fatto stesso di essere tali e non possono farci proprio nulla, devono rimanersene nella loro ignoranza, sorbendosi la malignità e i tranelli del narratore con cui si trovano ad avere a che fare, che cercherà in tutti i modi di deviarli o comunque di affabularli con la sua abilità e dall’alto della sua onniscienza.
Trovate che il mio operato sia così diverso da quello che vi ho appena descritto e che è la normalità?
L’unica differenza in questo senso è consistita nei tempi: io semplicemente non ho atteso che la vicenda si concludesse prima di raccontarvela, a parte questa sbirciatina fuori programma. Be’, poi c’è la questione “Emma”, che ha aggiunto la suspance che cercavo a ciò che stavo osservando… Ma non vi tedierò oltre per il momento.
E dovreste ringraziarmi per la sbirciatina. Vi ho risparmiato così un sacco di eventi inutili.
Quindi…

 
Nel tardo pomeriggio del 4 di novembre, Elle era raggomitolato come suo solito su uno dei divani della sala operativa del quartier generale, davanti ad una coppa piena di macedonia sommersa di zucchero in attesa di essere gustata, e leccava con scrupolosità la vaniglia del cono gelato che teneva miracolosamente in bilico dal basso, solo col pollice e l’indice, fissando con lo sguardo annoiato lo Shinigami che aveva di fronte.
Light, o meglio, il “risorto” Dio del futuro Nuovo Mondo, si dava da fare con tutto se stesso per la prosecuzione delle indagini della squadra e per la realizzazione dei suoi fini di “Giusto Rinnovamento” e parlava, parlava, parlava… «…indagheremo su tutti i decessi avvenuti fino alla morte Higuchi, quindi… »
Già.
Elle aveva permesso che Light uccidesse il Kira della Yotsuba. E l’aveva permesso senza battere ciglio.
Aveva lasciato agire il suo rivale nell’elicottero, in modo indisturbato. E naturalmente il giovane Yagami aveva scritto “di nascosto” il nome di Kyosuke Higuchi su quel frammento di quaderno contenuto nell’orologio. Già, “di nascosto”…
Ma questo non scuoteva minimamente Elle, che proseguiva a passare la lingua sul suo gelato e sembrava percepire appena in sottofondo la voce di Light, che seguitava con i suoi propositi di indagine «… quindi indagheremo su tutte le morti avvenute nel Kanto dalla comparsa di Kira…»
Ryuzaki ingoiò placidamente la vaniglia cremosa «Mhm…» si leccò avido le labbra «…“su tutte le morti avvenute nel Kanto dalla comparsa di Kira”…» ripetè l’ultima affermazione di Light, mostrando così per l’ennesima volta di non essere affatto “assente” come voleva sembrare «…Light, ho liberato Misa Amane qualche giorno fa, scusandomi per tutto quello che entrambi avevate passato finora…» recuperò golosamente con la lingua un altro ricciolo di gelato «Ma sappi che se gli omicidi riprenderanno riterrò te direttamente responsabile.» concluse senza smettere di fissare Rem.
Il silenzio piombò nella stanza e tutti si voltarono verso il detective, che solo allora spostò lo sguardo sul suo cono e proseguì le operazioni intorno ad esso.
Matsuda fu il primo ad esplodere «Ma cosa stai dicendo, Ryuzaki??!! Cosa avrebbe a che fare Light con gli eventuali omicidi che riprenderanno? Sul quaderno c’è la regola dei tredici giorni che lo scagiona e anche tu eri d’accordo nel discolparlo completamente! E comunque, semmai, dovremmo dubitare di Misa Misa, è lei che è ritornata in piena libertà, mentre Light è sempre qui con noi!!»
Elle rispose «Matsuda, lei quindi ritiene che nel caso della Amane la regola dei 13 giorni possa essere in qualche modo aggirata solo perché la ragazza adesso è più libera di agire rispetto al nostro giovane Yagami e quindi in grado di commettere gli omicidi come Kira, mentre  pensa che nel caso di Light la stessa regola lo scagioni ancora del tutto…» si grattò la nuca come spaesato «Mi sta forse dicendo che quindi sospetta della Amane?» e ritornò con lo sguardo sornione e fermo su Rem.
Lo Shinigami fissò il detective del secolo con un’espressione indecifrabile sul volto tetro.
Mentre Matsuda tirò fuori una faccia presa alla sprovvista e imbarazzata «Ma no… Io non…»
E Ryuzaki proseguì «Misa Amane è una promettente attrice e modella, o quello che è, e col suo bel corpicino non posso negare che per qualunque uomo in possesso di una sana quantità di testosterone in corpo sia difficile accusarla. Ma indipendentemente da questo, la nostra idol di punta non ha comunque le capacità per essere Kira. Mi spiegherò meglio. È chiaro a tutti che ci sono due quaderni. Tuttavia, su quello ora in nostro possesso e utilizzato da Higuchi, sono state staccate delle pagine, evidentemente per precauzione del dirigente della Yotsuba. Non potendo controllare e confrontare la sfilza di nomi che in esso dovrebbero invece comparire, non possiamo stabilire a quale dei due Kira appartenesse questo death note.» Elle continuava a fare ragionamenti alternativi, inutili per le indagini “collettive”, ma fruttuosi soltanto per la sua realistica sceneggiata «Gli unici nomi che vi compaiono sono quello di Taro Matsui, lo pseudonimo di sicurezza di Matsuda, e quello dell’agente della polizia che aveva fermato Higuchi per eccesso di velocità durante la sua folle corsa in macchina per raggiungere la Sakura tv. Higuchi però in quel momento non poteva conoscere in nessun modo il nome del suddetto poliziotto che lo stava trattenendo, quindi immagino che fosse in possesso del potere di uccidere solo conoscendo il volto. Inoltre, il dirigente della Yotsuba non mi sembrava spiccare per l’eccelso acume della sua mente. Quindi, sempre che egli non fosse un terzo Kira, sono propenso a ritenere che potesse essere il secondo Kira, cioè quello meno sveglio e col potere di uccidere solo attraverso la conoscenza del volto. Perciò, per esclusione e secondo questa ipotesi… dovrei pensare che Misa Amane sia Kira? Intendo il “primo” Kira? No, lei al massimo è una succube pedina e non è Kira. O perlomeno…»
Light si infilò con pacatezza nella discussione, continuando la frase di Elle «… O perlomeno non è il Kira che conta, quello che tutti abbiamo voluto catturare fin dall’inizio, quello che regge i fili. Io credo che Ryuzaki volesse intendere questo, Matsuda. E penso che se io fossi al suo posto penserei la stessa cosa… Per questo ha detto che eventualmente non riterrà Misa come principale responsabile e che il suo obiettivo più importante sarà qualcun altro…»
I due rivali riuscivano incredibilmente a parlare la stessa lingua.
E infatti fu Elle a riprendere di nuovo il discorso e a completarlo «Sì, qualcun altro. E cioè tu, Light.»
Era un gioco sottile il loro, fatto di bugie, provocazioni, ambigue intese e competizione. Era una partita che nessuno, tranne loro due, poteva seguire, tanto meno l’irreprensibile ex-sovrintendente  Yagami, che, dall’alto della sua bontà e del suo puro senso della giustizia e dei sentimenti, non avrebbe mai potuto comprendere i fini ingannevoli di due carogne come Elle e Light.
E infatti fu proprio Soichiro a parlare «Light, non pensarle neppure cose del genere! E tu, Ryuzaki… tu… tu sospetti ancora di mio figlio, nonostante tutto e nonostante tu l’abbia liberato...»
Elle guardò allora il padre di Kira, con ingenuità «Non mettetemi in bocca cose che non ho detto.» disse come in imbarazzo «Io mi sono solo limitato a comunicare che i miei sospetti ricadranno su Light in un eventuale futuro e comunque solo “se” gli omicidi riprenderanno. Quindi non capisco tutta questa tragedia… La mia era solo una lontana ipotesi.» e riprese a leccare il suo gelato golosamente.
Ma Light continuò, rivolgendosi al padre «Papà, non temere… Io voglio andare fino in fondo…»  e intanto pensava… Avevo considerato che Ryuzaki avrebbe potuto insinuare questo tipo di discorso… Il piano A non è attuabile. Mi dedicherò al B... di sottecchi gli angoli delle sue labbra si sollevarono e gli occhi si affilarono in un lieve sorriso inquietante… mi basterà dire a Misa di non utilizzare per il momento i fogli del death note che ha dissotterrato nel bosco e di non uccidere assolutamente nessuno. Ci vorrà solo un altro po’ di pazienza. Ma il Nuovo Mondo è vicino… «… e non bisogna tralasciare nessun dubbio o stranezza. E in proposito stavo per dirvi qualcosa: nelle morti dei criminali giustiziati da Higuchi durante le sue ultime settimane di vita, c’è qualcosa di strano… Avevo iniziato a notarlo dall’inizio, ma con scarsa convinzione. Comunque, i decessi si sono in effetti spalmati nel tempo in modo equilibrato, a distanza di un massimo di sei giorni l’uno dall’altro, ma i soggetti sono sospetti… Devo ancora finire di studiarli caso per caso, ma per il momento sembra che il Kira della Yotsuba avesse deciso di cambiare il raggio d’azione, andando a colpire esclusivamente i malviventi estranei al Giappone. Da un certo momento in poi infatti, ha giustiziato solo i delinquenti del resto del mondo, andando a colpire in alcuni casi anche parti sperdute e sconosciute di esso. Fin qui non ci sarebbe nulla di sospetto, essendo Kira capace di uccidere chiunque. Però, non trattandosi di eventi vicini, quindi facilmente noti e rintracciabili, è più complicato per noi stabilire il momento in cui i nomi e i volti di questi criminali esteri siano stati resi pubblici per la prima volta sul web o sui notiziari del paese in cui il malvivente agiva… Insomma, non è chiaro perché Higuchi abbia agito così e soprattutto non so ancora dire se c’è la possibilità che questi omicidi siano stati premeditati tutti insieme e quindi magari scritti sul quaderno nello stesso momento. E naturalmente non sono in grado di stabilire questo ipotetico momento. Almeno per ora… Se quelle pagine non fossero state strappate, adesso lo sapremmo e non ci sarebbe alcun dubbio…» quel genio di Higuchi avrà avuto paura e si sarà voluto coprire le spalle e quell’idiota di Rem non avrà saputo tamponare la situazione perché non ne avrà compreso le implicazioni, ma fortunatamente questo non è un problema, anzi «…Ma credo che…»
Anche Light, naturalmente, si adeguava alla situazione e improvvisava idee brillanti e atteggiamenti veritieri di fronte agli avvenimenti che si stavano svolgendo in modo leggermente diverso da come aveva pianificato. Gestire egregiamente le variabili faceva parte delle sue superiori capacità.
Fu interrotto dal suono del citofono e dalle esclamazioni di tutti. La figurina di Misa era ora sullo schermo, ripresa dalle telecamere dell’atrio del grande grattacielo. Era venuta a trovare Light.
E ad Elle non poteva che andare bene. Perfetto. Proprio al momento giusto…
E mentre tutti incitavano il giovane Yagami a non far attendere le “signore”, Elle iniziò a rivolgersi con noncuranza a Rem «…Shinigami, mi dice perché ha dato il quaderno a Higuchi?»
Il Dio della morte fissava il monitor gigantesco con Misa che aspettava. E la sua bocca mostruosa si socchiuse appena, mostrando i denti appuntiti, mentre la sua mente sovrumana si turbava… Ryuk… Perché è insieme a Misa? Light Yagami… Lo scambio del quaderno tra Ryuk e me… Non può essere! Mi ha fregato! Bastardo… Misa ha di nuovo dimezzato la sua vita… facendo lo scambio degli occhi con Ryuk!
Light uscì dalla stanza per andare incontro alla sua biondina…
E mentre gli altri erano distanti e presi dalle chiacchiere e dai commenti per la visita della Amane, Elle si guardò bene la reazione di Rem e poi indisturbato continuò in libertà il suo discorso con lo Shinigami «…Dal suo silenzio immagino non possa rispondermi a questa domanda… Comunque…» sgranocchiò la cialda del cono «Questa storia del quaderno mi incuriosisce… Mi chiedo se possa dare la felicità… O perlomeno una felicità fittizia… Che senso avrebbe possederne uno se così non fosse…?»
Il Dio della morte si voltò verso il detective non appena sentì nominare la parola “felicità” connessa al quaderno…
Ryuzaki, masticando rumorosamente il cono, continuò imperterrito ad esporre a Rem le sue domande, che però sembravano più che altro ragionamenti a voce alta «…e poi c’è la questione della “possessione”… Chi tocca un quaderno ne è in qualche modo posseduto? Io l’ho toccato in effetti, però non mi sento affatto diverso da prima… Mhm… Light Yagami invece ha degli atteggiamenti appena diversi… A giudicare da come si comportava sinceramente e premurosamente con Misa prima e da come invece si comporta ora che l’ha toccato… Be’, io non sono la persona più adatta a giudicare certe cose, né posso dire che Light ora sia scontroso con lei, anzi… ma adesso c’è qualcosa di finto e freddo in lui…»
Lo Shinigami taceva e continuava a pensare Ma dove vuole arrivare? Sembra che non ne capisca nulla e stia facendo domande a casaccio, eppure pare insinuare qualcosa… Dovrei credere che, se non esistesse nessun quaderno, Light sarebbe più legato e attento a Misa, che la proteggerebbe con convinzione e sincerità, mentre ora che ha ricordato tutto la difende solo perché io l’ho minacciato di morte? A causa sua, lei si è dimezzata la vita di nuovo…
Ma Elle stava semplicemente lanciando in modo vago e completamente inoffensivo gli input che voleva far giungere al Dio della morte, cercando di fare perno contemporaneamente sulla sua intelligenza, la sua sensibilità e naturalmente anche sulla sua stupidità.
E facendo questo, rischiava…rischiava grosso…
Elle si stava muovendo su una lama sottile e affilatissima «…Su Misa Amane invece non posso fare grandi considerazioni: è follemente innamorata di Light, punto, e la sua felicità è stare con lui, immagino. E poi in verità lei non ha toccato il quaderno…Perlomeno non ha toccato questo quaderno qui, adesso. E quindi…Be’, è assodato ormai che il potere di un death note possa passare da una persona all’altra, perciò se ci fosse una sorta di “possessione” e se i ricordi svanissero una volta perduta la proprietà del quaderno… sarebbe veramente molto difficile ottenere una giustizia severa… Quando entra in gioco la perdita della memoria, legalmente ci si appella a una forma di incapacità di intendere e volere. Sarebbe difficile un qualunque processo contro un imputato del genere…»
Parla come se sapesse qualcosa e insinua cose strane… Cosa sta dicendo? Mi sta suggerendo che Misa se la caverebbe, che non morirebbe, che non sarebbe condannata a morte… Questo Elle non mi piace, è infido… Perché mi sta dicendo queste cose, a quale bieco scopo…?
Ma Ryuzaki proseguiva con i suoi collegamenti mentali a voce alta, o perlomeno a voce sufficientemente alta da essere sentita dal Dio della morte, ma non tanto alta da arrivare alle cimici della stanza e ai componenti della squadra anti-Kira, che lontani da quel divano continuavano a parlare tra loro, guardandosi la scenetta di Light e Misa di nuovo insieme nell’atrio del quartier generale.
Ed Elle continuava «…Suppongo che voi Shinigami non possiate aiutare l’essere umano cui siete collegati, insomma, che non possiate uccidere per lui, perché in tal caso non avrebbe senso che l’essere umano in questione abbia un quaderno tutto suo, perchè gli basterebbe avere voi ai suoi ordini… E dubito che un Dio possa essere agli ordini di un umano. Senza contare che a un Dio della “morte” non dovrebbe interessare assolutamente nulla della “vita” di un umano, quindi di aiutarlo a “vivere”, diciamo così. Giusto?» si chiese alla fine candidamente.
No, Elle, uno Shinigami non può uccidere una persona la cui morte allunghi la vita di un essere umano cui lui si è affezionato. Se lo farà morirà, come è accaduto a Jealous… e allora Rem parlò «Tu, umano, stai facendo domande e stai ragionando su cose che non potresti mai comprendere.»
Elle si grattò la nuca «Sì, temo di sì… Sono inguaribilmente curioso e interessato ai rebus difficili e senza dubbio la vostra forma di vita, se di vita si tratta, mi stuzzica parecchio. Tuttavia non sto “chiedendo”, sto solo pensando a voce alta… Però mi piacerebbe mostrarle qualcosa…» e si protese vistosamente in avanti, verso l’angolo del basso tavolino di fronte a lui, e arraffò un foglio che sembrava “casualmente” seppellito sotto una catasta di faldoni e di altri fogli simili «…e mi piacerebbe anche sapere una cosa: i colori contano qualcosa, voglio dire, il bianco e il nero sono collegati a qualcosa, per esempio al sesso? Insomma, ad esempio, lei, Rem, è uno Shinigami femmina, mentre lui è maschio o viceversa?» e spostò le pupille nere verso il monitor, su cui imperava l’imponente figura di Ryuk alle spalle di Misa abbracciata a Light.
Elle poteva vedere anche Ryuk…
Com’è possibile?
Elle non lasciò a Rem il tempo di pensare nulla e si affrettò a buttargli addosso il seguito del discorso «Questo che ho in mano è solo uno dei fogli che Misa ha portato via con sé e che appartengono al death note che lei ha disseppellito nel bosco questa mattina. Il death note è ancora lì, sepolto. A me è bastato accedere solo un’ora fa nel suo appartamento, scovarli e prenderne uno. Questo è uno dei fogli che lei ha staccato per volere di Light e che lui vuole che lei usi, da oggi in poi. Misa riprenderà ad uccidere i criminali. Farà le veci di Kira, attirerà su di sé tutti i sospetti, divenendo l’indagato numero uno, mentre lui se ne starà sempre qui, immune da ogni accusa o ombra. Questo è il disegno di Light, sempre che le mie parole di poco fa non gli abbiano fatto cambiare idea.»
Elle aveva posizionato dei localizzatori e dei microfoni all’interno dei cellulari di Misa ed aveva individuato il punto preciso del bosco in cui era stato seppellito il quaderno. Ma il detective aveva cautamente evitato di avvicinarsi a quella radura sotto il grande albero ed il quaderno era ancora lì, intatto e sepolto, almeno per il momento. L’importante era sapere dove fosse e che ci fosse…
È vero? È così? Sì… Elle può vedere Ryuk e quello è veramente un foglio del quaderno sepolto nel bosco! Maledetto Light Yagami! Cosa volevi fare? Forse che… forse che volevi che io uccidessi Elle per te, solo per salvare la vita di Misa che a causa tua sarebbe diventata la sospettata numero uno? Misa, che ha ancora pochi anni di vita davanti a sé solo per tua responsabilità! Però Elle prima ha detto che, in ogni caso, se gli omicidi sarebbero ripresi, lui avrebbe ritenuto responsabile Light… Ha anche detto che in ogni caso Misa non sarebbe stata condannata, che non avrebbe avuto un processo severo… Elle, piccolo umano calcolatore, cosa vuoi da me? Come fai a sapere queste cose? Qual è il tuo infimo obiettivo? Sembra che tu stia dalla parte di Misa, ma finora hai in mano delle prove che potrebbero far condannare soltanto lei e non Light! Quando hai intenzione di usarle? Adesso? Bastardo!
Sì. Elle stava rischiando grosso. Stava rischiando veramente troppo…
Ryuzaki bloccò l’inarrestabile e controverso flusso di pensieri di Rem, rivolgendolesi in modo molto diretto, abbandonando le formalità del “lei” e le parole accurate «Uccidermi non ti servirà a nulla. È tutto documentato, ci sono diverse copie delle prove che ho raccolto. Se non sarò io a incastrarla, sarà qualcun altro. Qualcun altro che tu non conosci. E questo qualcun altro la incastrerà qui, in Giappone, dove la pena capitale è perfettamente legale.» si infilò con cura nella tasca il foglio di quaderno che ancora teneva in mano «Ho posizionato le telecamere in modo che non abbiano ripreso questo punto della stanza. Nessuno potrà ricostruire questa nostra conversazione, Rem. E tra poco Light risalirà. Ragiona su questo: se io morirò, finirà male. Credi che la polizia giapponese o chi mi succederà penserà di tutelare la vita dei due Kira quando li prenderà? Pensi che qualcun altro, oltre me, penserebbe di giudicarli in modo poco severo? Potresti anche uccidermi in questo istante, ma la mia morte non allungherebbe la vita di Misa, perché non sono io che voglio condannarla alla forca. Anzi, si potrebbe anche dire che ammazzarmi accorcerebbe indirettamente la vita di Misa. Perché se non sarò io a prenderla, lei morirà. Potrai quindi scrivere il mio nome sul tuo quaderno liberamente, senza morire tu stessa. Ma facendo così, ti ritroverai a combattere con “nemici” diversi da me, che non penseranno proprio a tutelare la vita di imputati colpevoli, e così, se vorrai uccidere anche loro, a quel punto moriresti anche tu, condannando anche la tua piccola biondina innamorata. Sei libera di scegliere, Rem. Puoi fidarti di me o di Light Yagami. Uccidimi pure a cuor leggero, perché tu non morirai per questo e potrai restare al fianco della tua Misa fino a che non le metteranno il cappio intorno al collo.»
Come fa a sapere come uno Shinigami può morire? Se lo uccidessi non morirei, perché non allungherei la durata vitale di Misa Amane, anzi, la accorcerei perchè lui non ha intenzione di farla ammazzare, ma chi lo succederà sì… E dovrei fidarmi di uno come lui, di uno che ragiona allo steso identico modo di quel bastardo di Light Yagami? Questi due sono sulla stessa lunghezza d’onda! Mi sta mentendo… E poi perché mi sta dicendo queste cose? Sembra che sappia tutto, ma non può conoscere queste cose… Eppure… Se le cose andassero storte, se Misa venisse catturata e incolpata, sembra che Elle sia la mia unica garanzia per non farla condannare a morte, per non farla morire… Ma lui potrebbe incolparla già adesso!
Light Yagami e Elle, io non mi fido di nessuno dei due! Siete entrambi degli ignobili calcolatori capaci di qualunque cosa pur di raggiungere i vostri fini reconditi! Il disegno di quale dei due salverà veramente Misa dalla morte? Maledetti…

Rem si avvicinò all’improvviso al viso di Ryuzaki, che sollevò il capo per guardare in faccia l’enorme Dio che ora lo sovrastava.
Il movimento fece voltare i componenti della squadra che si allarmarono «…Ehi…Ma che…?» esclamò qualcuno, facendo qualche passo avanti.
E allora Rem, fissando negli occhi Elle, gli sussurrò brevemente in modo solenne «L Lawliet…» fece una pausa, fissando il nero profondo degli occhi di Elle, che non batté ciglio e rimase immobile, con quello sguardo glaciale e ardente al contempo, incatenato allo sguardo dello Shinigami.
Si fissarono intensamente.
Nessuno lo aveva più chiamato in quel modo, da ormai più di vent’anni.
E poi lo Shinigami continuò «Ricorda bene: i miei comportamenti non rispondono a niente e a nessuno, possono essere privi della logica o del buonsenso noti a voi umani, possono essere completamente irrazionali e folli. Perché io sono un Dio. E la follia di un Dio non è comprensibile. Mentre tu, Elle, sei soltanto un miserabile e abietto essere umano e non hai la più pallida idea di ciò con cui stai giocando. Fai molta attenzione.»
Il volto di Ryuzaki era di pietra e i suoi occhi scuri brillavano ed esprimevano in silenzio la rabbia e la lotta interna che lo smuovevano in quel momento. Quegli occhi sfidavano e nello stesso tempo rispettavano lo Shinigami.
Elle sapeva benissimo che si stava giocando tutto.
E lo sapeva proprio perché aveva a che fare con un Dio.
Lì, su quel campo, la sua logica non poteva vincere. E per questo era arrabbiato, perché la sua sfida era stata impari fin dal primo momento.
Lì, bastava una virgola o un alito di vento di troppo e l’irrazionalità ultraterrena avrebbe colpito e fatto inevitabilmente centro. E per questo aveva rispetto.
«Va tutto bene. Stiamo solo parlando. Vero, Shinigami?» disse infine Ryuzaki per calmare gli agenti.
Gli scorrevoli dell’ascensore si aprirono e Light avanzò nella stanza, con la sua andatura diritta e sicura.
E percepì per un istante la tensione che aleggiava, la tensione fra il detective e il Dio della morte…
Elle allora posò lo sguardo sulla coppa di macedonia che era poggiata sul tavolino davanti a lui e che non aveva ancora toccato.
Prese il lungo cucchiaino, sollevò uno spicchio di mela e lo ingoiò.
 
 
 
Noticina: i “pupi” sono le marionette siciliane ed il “puparo” è colui che ne tiene i fili. L’opera dei Pupi fa parte della tradizione siciliana e racconta le gesta di Carlo Magno e dei suoi paladini.
 
Eccomi qui, solo stamattina sono riuscita a rileggere e correggere il capitolo nuovo, perché la settimana passata sono sempre tornata la sera molto tardi, sfinita… E adesso mi ritrovo a pubblicare senza nemmeno aver finito di rispondere alle recensioni del vecchio capitolo… :( Era una cosa che non avevo considerato e me ne dispiace tantissimo!! Accorciando i tempi di pubblicazione non avevo proprio pensato alle recensioni, che contro ogni mia aspettativa sono invece giunte bellissime e abbondanti (almeno per me), rendendomi felicissima e sgomenta!!! Grazieeeeeeee!!! *__*
Ho voluto comunque pubblicare, confidando nella vostra pazienza: sapete che vi risponderò!! Lo faccio SEMPRE! Adesso devo scappare, ma stasera cercherò di continuare a replicare ai bellissimi commenti rimasti in sospeso!
Per fortuna per voi non ho nemmeno modo di dilungarmi troppo con le mie paure ;D
Quindi, accantonando la rischiosa newentry dei pensieri di Rem (aaaargh °__°), so che questo è un capitolo senza Emma, come ce ne sono stati altri. So che ad alcuni sarà importato poco di questa assenza, mentre per altri essa sarà stata strana o deludente… Spero che abbiate comunque apprezzato questo capitolo “investigativo” e il suo modesto intreccio, spero che teniate a mente che la mancanza di Emma era inevitabile, anche perché la protagonista di questa storia non è soltanto lei. Nel mio continuo desiderio di voler omaggiare L, non avrei mai potuto relegarlo a mera “spalla” di un’unica nuova protagonista. L non è la spalla di nessuno, almeno secondo me, ed agisce da solo, da vero protagonista.
Spero che anche non essendo d’accordo possiate comprendere il mio punto di vista e spero soprattutto di non avervi deluso con una inevitabile pallida rivisitazione di un personaggio e di manga/anime che in sé sono perfetti e meravigliosi. Spero che almeno il tutto risulti dignitoso. Ho rischiato anche io, costruendo la vicenda così parallela all’originale, cosciente che in questo modo la mia modesta rivisitazione sarebbe stonata molto di più. Ma pazienza, corro il rischio e nel frattempo mi sono divertita, voglio vederela così ^_^
Adesso devo fuggire!!
Il prossimo capitolo potrà arrivare tra l’11 e il 13 di giugno, solo perché dalla metà della prossima settimana non sarò in Italia per qualche giorno. Non mancano esattamente 10 gg, ma ci siamo vicini ^^
Vista l’assenza di Emma, lascio qui un disegno che la ritrae. È stato fatto da Hanny parecchio tempo fa. Io lo trovo molto bello!!! *__*
Grazie Hanny!!!
E grazie a tutti coloro che mi leggono, mi continuano ad aggiungere nelle storie preferite, mi recensiscono!! Saprò rispondervi e ricambiare, non disperateeeeeeeeeeee!!!
Volo via adesso!
 
Per chi ci sarà, ci vediamo fra 10 giorni o giù di lì ^_^
 

Eru


  

   
 
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