The city
is like you
Odio
questa città.
Odio la
gente che ci vive dentro, piccoli omuncoli il cui unico scopo nella vita è
correre avanti e indietro su un enorme tapis roulant chiamato “denaro”.
Odio
questa città.
Odio i
palazzi grigi che si stagliano all’orizzonte come enormi sbarre attanagliano e
sopprimono ogni mio sogno o speranza.
Odio
questa città.
L’odore di
fogna e putrido mi sale fin dentro al cervello, mi
confonde e mi disorienta più di quello che già non sia.
Odio
questa città, tema banale già visto e rivisto un sacco di volte quasi inutile
pensarlo o addirittura urlarlo.
Odiavo la
città, già perché ora quella città non c’è più.
Le bombe
hanno fatto esplodere il tapis roulant del denaro e con esso
tutti gli omuncoli che vi erano sopra.
Morti.
Il
terremoto ha fatto sprofondare nelle sue viscere le sbarre della mia prigionia.
Distrutti.
L’uragano
ha spazzato via l’odore di fogna portando solo silenzio e il profumo acre e
metallico del sangue.
Scomparso.
Continuo a
odiare questa città sebbene essa non esista più, non è come nelle favole che
una volta persa una cosa ti accorgi solo in quel
momento che essa era veramente importante per te.
No.
Io non amavo quella città, la odiavo.
Odiavo te
perché mi ricordavi quella città.
Ti odio
perché, come essa, sei scomparso.