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Autore: drewsliveliness    01/06/2013    2 recensioni
Secondo uno scrittore la vita può essere considerata vera, solo quando durante quest’ultima hai vissuto un sogno. Il mio l’ho vissuto ed è finito quando lui se ne è andato. Il mio sogno è finito quando Justin, il mio migliore amico, mi aveva lasciata sola.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dream

Un po’ di luce entra dalla mia vecchia finestra coronata da quello schifo di tende rosa, rosa forse perchè mia mamma voleva autoconvincersi di avere una figlia femminile e solare, bah. Emetto un sospiro che dà più l’idea che io stia sbuffando, esatto. Mi alzo dal mio comodo letto anche se senza voglia. Rimango perplessa quando mi accorgo che mia madre non stia gridando che devo fare presto, ah, forse ha fatto il turno all’ospedale stanotte. Mia madre è infermiera da sette anni, più o meno da quando ci siamo trasferiti qui, a New Orleans. Raggiungo il mio armadio, con tutto il mio entusiasmo , indosso una semplice cannottiera bianca, un paio di jeans, una felpa blu e le vans. Arrivo in cucina con lo zaino in spalla e, come mi aspettavo, mia madre era addormentata sul divano, ancora con la divisa da lavoro. Le do un bacio sulla guancia e esco, oramai lei è l’unica persona che conta davvero tanto per me, dopo tutto. Prendo le cuffie dallo zaino e,come se fossero unico motivo di vita, le indosso velocemente. Premo il tasto casuale e mi lascio travolgere da “Ho Hey”. Il testo di questa canzone mi riporta in mente mille ricordi..


-Tu appartieni solo a me- mi sorride il mio migliore amico. -E tu appartieni solo a me- mi stringe forte e io appoggio la testa sulla sua spalla. Mi sento protetta tra le sue braccia, è l’unica persona che riesce a farmi sentire in paradiso. Scioglie l’abbraccio e insieme ci avviamo verso scuola. Mi racconta cosa ha fatto durante il weekend e, con tutta la dolcezza, mi guarda –Ci saresti dovuta essere anche tu per renderlo davvero un finesettimana perfetto- sorrisi, uno di quei sorrisi che solo lui riusciva a strapparmi e lo riabbraccio -Grazie per essere qui con me, ti voglio tanto bene- gli sussurro. -Anche io ti voglio tanto bene Grace- mi sorride. Questa volta sono io a sciogliere l'abbraccio, anche se avrei preferito non lasciarlo mai, e continuiamo ad avviarci verso scuola, io e il mio migliore amico


...ricordi che vorrei solo dimenticare. Arrivata a scuola mi dirigo verso il mio armadietto, prendo i libri che mi serviranno per le prima due ore,i libri di chimica. Mi rendo neanche conto che è tardi e inizio a correre verso l’aula di chimica. Busso e il professore mi permette di entrare e, sotto lo sguardo accusatore del professor Fitz, raggiungo il mio banco in fondo all’aula; il prof inizia a spiegare, ma da grande strafottente, appoggio la testa sul banco senza ascoltare neanche una parola della spiegazione di Mr Fitz. Dopo due ore di chimica, al suono della campanella, mi alzo e mi dirigo verso la porta, però vengo fermata dall’anziano professor Fitz. –Grace, dovresti provare a recuperare, ma non solo nella mia materia, anche nelle altre. Fino all’anno scorso eri una studentessa modello, cosa è successo alla studiosa e solare Grace?- lo guardo divertita, mi vedeva davvero ancora come “la studiosa e solare Grace”? –Mi dispiace prof.Fitz, c’è stato un cambiamento di programma- e con questo lascio l’aula con il professore che mi urla dietro –Signorina Harris, stavo parlando ancora con lei! Torni subito qui!- credo stia ancora pensando che gli darò retta, continuo a camminare e raggiungo di nuovo il mio armadietto, dovrei andare in mensa, ma il mio appetito in questo momento è pari alla media dei miei voti scolastici, zero spaccato. Mi siedo a terra con la schiena appoggiata al mio armadietto e con il cappuccio della felpa alzato, rimetto le cuffie e premendo play lascio la realtà e me ne vado in un mondo tutto mio. Mi sento rilassata, mi sento in paradiso, mi sento come mi sentivo quando ero con lui. Ma lui mi ha abbandonata, non merita neanche che io soffra per lui ora, no, proprio non lo merita. Lui mi rendeva felice, lo sapeva benissimo, ma come se non contassi nulla, mi ha abbandonata, lasciata da sola. Un vero e proprio bastardo.


Il brusco suono della campanella interrompe i miei pensieri, così, sono costretta ad alzarmi e ad andare nell’aula dove avrei passato le prossime due ora, le ultime due ore, finalmente. Entro nell’aula di storia poco prima della professoressa Morgan che, come se fosse la cosa più normale al mondo, sbatte la porta con rabbia. Ha lasciato da poco suo marito, dicono che l’abbia sorpreso a letto con una prostituta. Talmente idiota quell’uomo, a casa tua tradisci tua moglie? Smettendo di pensare alla grande sfortuna che avuto la professoressa nel trovare un marito idiota e coglione, sento vibrare il mio cellulare. Pensavo di averlo spento, beh, fa niente, la professoressa con le corna non se ne è neanche accorta. Metto lo zaino sulle ginocchia come per cercare qualcosa, ma invece, prendo il cellulare e apro il messaggio.

Da: mamma
“Grace, ho dimenticato di dirti che la settimana prossima viene Claire, tua cugina dal Canada,ti prego, prova a fare delle prove per sembrare gentile, ahahaha baci”


Sorrido a leggere quel messaggio, viene la mia cugina preferita, Claire e mia mamma pensa che io sia un po’ stronza, forse ha ragione.La professoressa Morgan continua a interrogare ma quando Davis, mio compagno di classe, nomina Enrico VIII che uccide Anna Bolena fingendo che lei lo avesse tradito, la professoressa scoppia in lacrime. Fa quasi tenerezza, quasi la capisco. Lui mi abbandonò,io lo considero peggio di un tradimento, avrei preferito vederlo odiarmi piuttosto che non vederlo più. Dopo quasi due ore ad ascoltare la professoressa Morgan sfogarsi, suona la campanella e mi dirigo verso casa. Continuo a camminare, disinvolta, il mio sguardo non lascia passare nessuna emozione, che sarebbe comunque nascosta dai miei RayBan. Arrivata a casa, corro in camera mia, buttandomi a peso morto sul letto. Sul mio comodino ho ancora una nostra foto, io sorrido mentre lo abbraccio. Ho sempre voluto buttarla, ma non ci riesco. Non ho il coraggio di buttare quella foto, non so per quale motivo, sono legata a quella foto, forse perchè è l'unica cosa che mi collega a lui. Oppure, perchè anche con tutta la buona volontà, non riuscirei ugualmente a dimenticare. Oltre mia mamma, da quando lui se ne è andato, non ho nessuno. Nessuno tiene a me come ci tiene mia mamma o come quanto, io pensavo, ci tenesse lui. Me ne andrei da questo paese, viaggerei per dimenticare, girerei il mondo, invece sono qui, solo per mia madre, che senza di me rimarrebbe sola, lei merita di essere felice. Io ero felice con lui, ma a quest'ultimo non importava niente di me, se gli fosse importato di me, ora non sarei un disastro in tutto, lui mi spronava in tutto quello che facevo, ora ogni cosa non ha più senso. Mi pizzicano gli occhi. Lui sapeva di essere l’unica persona per la quale avrei donato la mia vita. Lui sapeva di essere tutto per me. Lui senza neache una spiegazione,se ne è andato. Lui mi fa sentire sbagliata, mi fa sentire in colpa, come se lui se ne fosse andato per colpa mia. Secondo uno scrittore, di cui ora non ricordo il nome, la vita può essere considerata vera, solo quando durante quest’ultima hai vissuto un sogno. Il mio l’ho vissuto ed è finito quando lui se ne è andato. Il mio sogno è finito quando Justin, il mio migliore amico, mi aveva lasciata sola.


OCCHI A ME


spero che vi piaccia questo capitolo, è la mia prima fanfiction, non sono molto esperta, non vi obbligo a recensire, vorrei solo sapere cosa ne pensate, perchè se non piace dovrò riflettere sul continuarla o no c: 

p.s. voglio solo ricordarvi che quando vedrete che il discorso è scritto in corsivo e inizia con ", significa che è un flashback. c:

ciao babbane. lol

-eli
  
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