Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Arya Destiny98    01/06/2013    1 recensioni
Un ragazzo popolare ma solo nell'anima;una ragazza introversa,con un passato pieno di demoni:il liceo li costringerà ad incontrarsi e li catapulterà in un mondo del tutto nuovo per loro. Scopriranno l'importanza di avere qualcuno a cui dire 'A domani' prima di addormentarsi,qualcuno che li rende felici anche quando tutto sta andando a farsi fottere...
Dalla storia:
"Ti terrò stretta,tranquilla"
“Anche quando vorrò morire?”
“Ti darò una ragione per vivere o morirò con te.”
“E quando griderò per il dolore fino a non avere più voce?”
“Griderò con te e poi staremo in silenzio. Ad aspettare che le voci ritornino.”
“E se non succede?”
“Ci ameremo in silenzio.”
“Allora mi ami.”
“Sì,ti amo.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                           CAPITOLO SEDICI

                                           The smell of the rain

Abi’s POV
Mi sentivo … non lo so. Fluttuavo in una specie di nube che profumava di Gabriel. Con un sorriso da ebete entrai  nella casa silenziosa. Mamma dormiva come sempre sul divano. Le tolsi di mano la solita bottiglia di vino e le stesi addosso una coperta. Salii di sopra e trovai un bigliettino di Zoey sul mio letto. ‘Sono andata da Selena a Broken Arrow. Torno tra un paio di giorni. Ti ho lasciato un po’ di soldi per la spesa. Ti voglio bene. Zoey.’ Ah,maledizione. Proprio quando avevo bisogno di qualcuno che mi desse consigli. Mi sdraiai,stanca morta per le emozioni appena vissute, e caddi in un sonno profondo. Il sogno iniziò prima che me ne rendessi conto:ero in un posto familiare;la mia vecchia casa di Phoenix. Un uomo alto con una valigia mi scrutava. Chissà come mai ero così in basso. L’uomo si inginocchiò e mi posò una mano sulla spalla. “Abigail,io devo andare. Comportati bene,sii forte e bada a Zoey e alla mamma. Non farti frenare dal fatto che sei la più piccola. Io so che sei la più grande,qui.”mi indicò il cuore con l’indice. Mi diede un bacio sulla fronte e si alzò. Udii una voce che sembrava la mia ma che non lo era del tutto. “Papà!” Lui si voltò e mi fece un sorriso triste. Una lacrima gli rotolò sulla guancia prima che sparisse nella notte. Mi svegliai madida di sudore,ansante. Mi abbracciai al cuscino e piansi forte. Quando ripresi il controllo scesi di sotto a versarmi un bicchiere d’acqua. Avevo un male assurdo al petto. Quella era stata l’ultima volta che avevo visto mio padre:avevo sei anni. Era un sacco di tempo che non pensavo a lui. Il sogno mi aveva messo addosso un’angoscia insostenibile. James Wesley,mio padre,ci aveva abbandonati al nostro destino di punto in bianco nove anni prima. Mamma non aveva mai voluto spiegare a me e a Zoey il motivo della sua improvvisa partenza e io mi ero completamente dimenticata di averlo visto andarsene. Controllai l’orologio:le sei e mezza. Avevo ancora un’ora circa prima di dovermi preparare per andare a scuola. Il solo pensiero che di lì a poco avrei rivisto Gabe mi fece accelerare il battito cardiaco. Porca … Com’è che adesso mi scoppia la testa dalla voglia di rivedere quell’energumeno?! Speravo di non essere innamorata di lui. Rievocai le sensazioni che mi aveva fatto provare quando mi aveva baciata e stretta a sé. Rabbrividii anche se non avevo freddo. Oh,merda,sì che ero innamorata di lui. Mi stavo cacciando in un bel guaio. Salii di sopra a razzo per osservare con occhio critico la mia immagine riflessa nello specchio:i capelli castani erano tutti scompigliati dal sonno,quasi una balla di fieno. Avevo profonde occhiaie e,come se non bastasse,un paio di brufoli cagosi e gialli sul mento. Puah. Detesto i foruncoli. La mia pelle non era mai stata particolarmente grassa (come quella della maggior parte degli adolescenti),perciò i brufoli per me erano cosa rara e odiata a morte. Li schiacciai con il solo risultato di ritrovarmi un pomodoro al posto del mento. Ma dico io!Come diavolaccio avrei fatto a baciare Gabe con quella cosa sotto la bocca?!Maledissi il pus e l’adolescenza per circa cinque minuti,poi mi resi conto che era la prima volta che scleravo tanto per il mio aspetto. Quel ragazzo era un’autentica malattia per me!Fuori c’era aria di tempesta,cosa piuttosto naturale in quella piccola città sempre sommersa dalle nubi. Preparai la cartella e inciampai giù dalle scale. Immaginatevi la mia immensa sorpresa quando,cadendo di nuovo,mi ritrovai fra le braccia di un radioso Gabriel. “Ehi stellina. Buon giorno eh.”mi salutò con un sorrisetto sghembo . “Che .. che ci fai qui?!” Ero ancora disorientata.  “Che domande,sono venuto per andare a scuola con sua maestà.” Dio,il mio cuore non aveva mai battuto così. Proprio in quell’istante si scatenò il diluvio universale. “E se non ci andassimo a scuola?”proposi,strizzandogli l’occhio. Quel gesto lo fece impazzire. “Per me è perfetto.”Lo trascinai sotto l’acquazzone in sella alla moto,sgommando per tutta Tulsa,fino al posto che mi piaceva chiamare  “Ghetto”. Era un vecchio casermone in cima ad una collina verdeggiante, che in passato doveva essere una scuola o giù di lì. “Che posto è?”Gabe sembrava stupito che lo avessi portato lì. “ Il Ghetto. Io e mia sorella Zoey venivamo spesso qui quando diluviava. Per sentire l’odore della pioggia.” Gli spiegai,sedendomi sul patio. Gabriel prese posto accanto a me con aria interrogativa. “L’odore della pioggia?”chiese,quasi divertito. Mi misi di fronte a lui:si fece di colpo serissimo,facendomi perdere per un attimo la concentrazione. Gli misi le mani sugli occhi . “Adesso,inspira.”gli ordinai,in un sibilo. Non mi diede subito retta;prima cercò di spostare le mie dita sul suo naso,ma io lo bloccai. “No,Gabe,senti l’aria.”Trasse un profondo respiro. “Lo senti?Umido,aghi di pino,fango … e poi c’è quello che non riesci bene a definire. Quello che ti trasporta direttamente sulle nuvole da cui proviene. Pioggia.” “Lo sento.”sussurrò. Aprì gli occhi inondandomi  di quell’azzurro glaciale che tanto amavo. “È fantastico. Tu sei fantastica.” Mi strinse in un abbraccio dolcissimo,cullandomi piano. Con il capo sul suo grembo gli lisciai i capelli per delle ore. “Abi.”mormorò rompendo il silenzio. “Sì?” “Vorrei che sorridessi solo a me:non è il caso che qualcun altro si innamori del tuo sorriso.”Io sghignazzai. Che scemo. Ora che lo guardavo da vicino mi accorsi che due sottili cicatrici bianche gli solcavano la guancia sinistra. Gliele sfiorai con le punte dei polpastrelli. “Cosa ti è successo qui?” Il suo sguardo divenne d’improvviso freddo,assente e temetti di aver detto qualcosa di sbagliato. Fortunatamente si riscosse presto. “Niente. Sono caduto quand’ero piccolo.”rispose evasivo. Non me la raccontava giusta ma decisi di lasciar correre. “Abi.”mi chiamò di nuovo. “Mmm?” “Se ti chiedessi di diventare la mia ragazza tu che cosa diresti?” Oh mamma. Mamma . Sapevo cosa volevo rispondere. Però avevo paura. Una paura fottuta. “Se  me lo chiedessi … ritengo che direi di sì. Ma non me lo hai chiesto,quindi …” Non mi fece concludere la frase che già mi stava sollevando da terra. “Eddai,Gabe!Mettimi giù!”risi mentre mi stringeva,a mezzo metro da terra,nell’aria satura di umidità. Mi mise sul pavimento con estrema delicatezza e prese a baciarmi. Il suo sapore mi riempì la bocca in un istante. Quando lo riportai a casa era quasi ora di cena. Stavolta s’era ricordato di chiamare la madre,grazie a Dio. “Allora ciao,fidanzatino.”lo canzonai prima di lasciarlo. Mi baciò fino a non avere più fiato.“A domani … amore” 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Arya Destiny98