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Autore: iwannabeyourharry    01/06/2013    0 recensioni
Osservò a lungo la busta ingiallita dal tempo, vecchia di tre anni e indirizzata a lui.
La aprì con mani tremanti e perse un battito quando riconobbe la scrittura disordinata di Louis Tomlinson.
''E’ questo.
Tu sei tutto questo.
Basta ogni piccolezza con te, Harry.
Sai che le parole non sono il mio punto di forza, sai che preferisco baciarti.
Mi manca da morire baciarti, Harry.
Come mi manca ogni cosa di te.
Ogni sera mi devasto, ma il tuo vuoto è incolmabile.
Non mi lasci mai.
E mi uccide.
Mi stai uccidendo Harry.''
[...] Harry aveva gli occhi lucidi alla fine della lettura,ma baciò suo marito in preda ad un attacco di bramosia, bisognoso di trasmettergli il suo amore.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una fresca mattina di primavera ad Holmes Chapel ed Harry Styles era seduto nella veranda della sua bella casa osservando pigramente due uccellini che zampettavano sull’ordinato prato all’inglese.
La sua vita sembrava trascorrere come di consueto: il tè del riccio era sempre un po’ troppo caldo rispetto a quanto lo volesse, il libro che stava leggendo ormai da un mese era sempre un po’ troppo noioso perché se ne interessasse veramente e la sua vita era sempre un po’ troppo monotona quando suo marito tornava dopo cena da lavoro e di conseguenza dormiva fino a tardi, lasciando il suo consorte solo e annoiato, ricoperto da una mole ingente di libri da studiare per l’ammissione all’università che gli sembravano solo inutili pezzi di carta.
Harry era alto e magro, dal corpo tonico e slanciato.
La sua altezza si notava anche guardandolo seduto mentre sorseggiava velocemente la sua bevanda per poi passarsi la lingua sulle rosse labbra carnose, ornamento completivo di un quadro perfetto nel quale campeggiava il verde smeraldo delle gemme che aveva al posto degli occhi;
quando sorrideva due allegre fossette si aprivano sulle sue guance, illuminando la pelle candida.
Era un dio greco sicuro di sè e dal sorriso strafottente.
Al contrario di quello che il suo aspetto suggeriva, il riccio non era mai stato una persona menefreghista: non aveva mai creduto che la scuola fosse futile o lo studio una punizione, ma da quando era arrivato luinella sua vita, le cose erano radicalmente cambiate e tutto quello che un tempo aveva ritenuto necessario per il suo futuro adesso sembrava completamente irrilevante.
Tutti i suoi bisogni erano riassunti in due iridi cristalline.
‘’Le cellule creano delle strutture prima ancora che il corpo riceva lo stimolo che gli indica di averne bisogno, a causa di questo studio gran parte della biologia accetta l’intelligent design come scienza e non come movimento filosofico’’ disse, laconico, tentando di imprimersi nella mente il concetto di accettazione delle correnti filosofiche da parte delle scienze, mentre decifrava pigramente gli appunti presi febbrilmente qualche mese prima.
‘’Questa roba è una merda!’’ disse ancora, sbuffando. ‘’Possibile che a qualcuno importi se la filosofia è scienza e la scienza filosofia?’’
Sorrise mestamente pensando che fino a qualche tempo prima avrebbe certamente approfondito l’argomento più per interesse che per aggiungere un altro dei soliti dieci alla sua collezione di voti.
Prima gli importava della scuola.
Prima gli importava degli amici.
Prima gli importava della sua famiglia.
Poi lo aveva incontrato, poi aveva visto i suoi occhi, e tutta la sua vita si era concentrata in quello specchio di cielo e in quel sorriso sghembo.
Niente aveva più avuto importanza se non la sua presenza.
Il ragazzo si ritrovò a sorridere pensando a quanto amore ci fosse nei suoi occhi mentre parlava dell’unico amore della sua vita, a quanta felicità gli avesse provocato incontrarlo.
Per Harry era stato sconvolgente rendersi conto di quanto fosse già schiavo di ogni suo sorriso dopo il loro primo incontro, era stato sconvolgente rendersi conto di quanto fosse schiavo di ogni loro minimo sfioramento, di quanto avesse bisogno di quegli occhi e di quelle mani addosso,
soprattutto perché quello era un ragazzo.
Tuttavia era perfettamente comprensibile; 
Harry non era omosessuale: Harry non amava gli uomini, amava lui.
Il corso dei suoi pensieri fu interrotto dal postino che si avvicinava a casa del suo vicino, fischiettando un motivetto allegro.
Il ragazzo lo seguì un po’ con lo sguardo, poi tentò di tornare ai suoi appunti, sicuro che anche quel giorno non ci sarebbe stato niente per lui.
Il fischiettio indistinto si stava lentamente avvicinando alla sua porta, falciando il giardino in piccoli passi, per poi trovarsi davanti all’alta figura incappucciata.
‘’Mr.Styles?’’ chiese allora l’artefice del suono.
‘’Mh?’’ Harry non distolse lo sguardo dai suoi quaderni, sicuro che cercasse delle indicazioni.
Ma ‘’Questa è per lei’’ recitò il postino lasciandogli in grembo una busta.
Il ragazzo quasi si strozzò con la sua saliva.
Chi mai avrebbe potuto scrivergli?
Aveva deluso la sua famiglia estremamente cattolica diventando ‘’un rifiuto di dio’’ come lo aveva apostrofato sua madre dopo la notizia del suo fidanzamento e si era allontanato da tutti gli amici a causa dello studio.
Osservò a lungo la busta ingiallita dal tempo, vecchia di tre anni e indirizzata a lui.
Un rumore all’interno della casa gli fece capire che suo marito si era svegliato, ma con gli occhi ancora incollati alla busta, non vi diede peso.
La aprì con mani tremanti e perse un battito quando riconobbe la scrittura disordinata di Louis Tomlinson.
La lettera recitava questo:
 
17 Luglio 2010.
 
Caro Harry,
ho fatto un bel casino, vero?
Mi rendo conto che ora non serve a niente mettere in fila due parole e pretendere che tu possa perdonarmi ma sai quanto cazzo sono orgoglioso.
Il punto è che è difficile.
E’ difficile fare finta che alla fine non conti.
E’ difficile fare finta che non mi dispiaccia.
E’ difficile non sentire la tua mancanza o quella dei tuoi occhi.
E’ difficile chiederti scusa.
Ma ti amo Harry.
Sei l’unica cosa che abbia potuto migliorare la mia vita.
Hai presente quando mi hai detto che amavi i tramonti ed io ti ho portato al mare?
O quella volta in cui ho ucciso il ragno sopra il letto?
Quella volta in cui abbiamo cucinato la pizza e poi ci siamo sporcati con la farina?
La mia non era affatto buona, me lo ricordo.
Ma a te non importava, l’hai mangiata comunque.
E’ questo.
Tu sei tutto questo.
Basta ogni piccolezza con te, Harry.
Odiavo il mio corpo. Lo odio ancora. Tranne quando ci poggiavi le mani sopra, allora lo ringraziavo.
Hai sempre avuto la capacità di rendere ogni cosa migliore, di rendere me, migliore.
E io non l’ho mai veramente capito, non ho mai capito quanto fossi speciale.
Sono stato un vero stronzo, ma ti giuro che non riesco a stare senza di te.
I suoi occhi non saranno mai come i tuoi, Harry.
Perché tu negli occhi hai l’infinito.
Un angolo di paradiso.
Guardando i tuoi occhi mi rendo conto che esiste la speranza, guardando i suoi mi accorgo solo che sono troppo chiari per appartenerti.
Ho ricominciato a tagliarmi, ho ricominciato a bere fino alla confusione totale.
Ogni sera mi devasto, ma il tuo vuoto è incolmabile.
Non mi lasci mai.
E mi uccide.
Mi stai uccidendo Harry, forse come vedere le mie labbra sulle sue ha ucciso te.
Ma ora ti prego, perdonami.
Questo dolore è lacerante, la tua assenza è troppo dolorosa per una vita terrena.
Torna da me, amore mio.
Torna da me se puoi.
Io ti aspetto.
Io ti aspetterò fin quando il mio cuore riuscirà a battere.
Il pensiero del tuo ritorno è l’unica cosa che impedisce ai miei tagli di approfondirsi, al mio corpo di cedere, al mio cuore di fermarsi.
Sai che le parole non sono il mio punto di forza, sai che preferisco baciarti.
Mi manca da morire baciarti, Harry.
Come mi manca ogni cosa di te, ma penso che mi mancherà guardare le tue labbra sorridere più di quanto mi mancherà  baciarle.
Non smettere mai di sorridere, con me o senza, ti prego.
Sei la mia ragione di vita.
Per sempre tuo,
Lou.
 
 
Harry aveva gli occhi lucidi alla fine della lettura, le gambe molli e il corpo tremante.
Piegò la lettera e tenendola ancora in mano corse in casa.
Gettò le braccia al collo del marito.
Lo baciò sulle labbra.
Sul mento.
Sul collo.
Con foga si fiondò ancora sulle sue labbra, cibandosene con bramosia, in un bisogno disperato di trasmettergli il suo amore.
Senza slacciare le braccia dal suo collo si staccò dalla sua bocca, con gli occhi lucidi e il respiro irregolare.
‘’Il nostro amore è più forte delle poste.’’ Disse.
Louis non capì.
  
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