Prologo.
Mani strette nelle tasche dl giaccone nero, il vento gelido mi scompigliava i
capelli corvini facendo oltretutto arrossare le mie guance poco coperte dalla
sciarpa. Il mio respiro era affannato a causa di quel freddo pungente. -10
gradi. La temperatura segnata dal termometro della farmacia di fronte la
biblioteca Lorè. Ma non m’importava. Perché il freddo che avevo dentro era
molto più pungente di quella stupida brezza natalizia. Il gelo che avevo
dentro mi annullava. Io non ero presente in quel corpo, me ne sono andata quando lui
se ne è andato. Ed oggi 24 dicembre 2013 il giorno del nostro compleanno mi
sto recando da lui come faccio ogni giorno da un anno a questa parte. Credo
almeno che sia un anno da quel fatidico giorno perché io non sto vivendo sto
sopravvivendo, morire sarebbe troppo semplice. Morendo potrei non soffrire
più e ricongiungermi a lui. Ma io non devo essere felice. Io devo sopravvivere
per soffrire fino a quando Dio non mi toglierà il peso di essere un umano. Fino a
quell’ ora il mio scopo è autodistruggermi. Perché senza di lui non voglio
vivere. Perché vivere implicherebbe il fatto di provare per minima parte ad
essere felice. Ed io non voglio esserlo. Perché sforzarmi per trovare
qualcosa che non voglio che non merito. il cancello del cimitero. Posto tetro per la
maggior parte degli esseri umani, ma non per me. Il cimitero era il mio posto
preferito in assoluto: perché poteva stare con la persona più importante
della mia vita. Eccola la lastra di pietra e il suo sorriso che splende in tutto
questo candore. Ci sono solo poche parole incise sulle pietra grigiolina.
Caratteri semplici che risaltano sulla tristezza di quel posto “Vorrei tanto
raggiungerti ma non lo merito”. Ricordo ancora il giorno in cui le feci
incidere. Il fabbro mi guardò con uno sguardo pieno di compassione, quegli
sguardi che dovrebbero essere una forma di aiuto. Ma la gente non capisce che
io del loro aiuto non so che farmene;non sono loro ad aver perso l’unica cosa
per cui valeva vivere, sorridere. Per cui valeva ancora lottare. Non sono
loro
ad essere soli al mondo senza nessuno a cui importi davvero tu. Perché qualcuno
ti è stato portato via. Perché quel qualcuno ora non c’è più e non tornerà mai
più.-Hei Lou..- posai i girasoli che avevo in mano sulla lastra ghiacciata di
marmo.. I girasoli erano sempre stati i suoi fiori preferiti, dicevano che
erano gli unici fiori che potessero esistere perché erano solari. E quando lo
diceva scoppiava a ridere per la sua battuta squallida. Quella risatina
cristallina che risuonava per la casa. Louis aveva una di quelle risate cosí
contagiose da farti ridere anche nel momento piú triste della tua vita. Era
cosí bella che se avessi potuto ne avrei fatto un cd per riascoltarla. Ma ora è
troppo tardi, mi rimane solo il ricordo acustico di quella meravigliosa
melodia.
- Oggi é il nostro compleanno. Avremmo fatto venti anni Lou. Non ti sembra
pazzesco?
Mi ricordo ancora di quella volta che dipingesti tutta la faccia di rosso,
perché secondo te era piú natalizio. Avevi solo tre anni ed eri insopportabile
anche allora.- una lacrima scese lungo la mia guancia. Quanto vorrei che fosse
ancora qui per rompermi con i suoi stupidi scherzi. Vorrei ancora arrabbiarmi
con lui per tutte le volte che mi ha nascoste le scarpe. Vorrei, vorrei,
vorrei. Odio il condizionale. Questo fottuto tempo che esprime cose che
potrebbero accadere ma che hanno una bassa percentuale di fattibilità.
- Ti ho fatto un regalo. Indovinato ti ho comprato il nuovo album dei the
fray. Sai è uscito proprio ieri. Mi dispiace che non potrai sentirlo. Ma forse
se metto il volume abbastanza alto in camera tua potresti sentirlo anche lassú.
Oh forse in paradiso hanno l'anteprima degli album dei cantanti. Allora il mi
regalo è abbastanza inutile.-
Sorrisi amara. Come vorrei che mi rispondesse. Come vorrei che mi abbracciasse
e mi dicesse " Hei i tuoi regali non sono mai inutili". Mi rigirai al polso il
bracciale che mi aveva regalato l'anno prima. Era d'argento semplice con su
scritto" I'll be always with you". Il suo pensiero era sincero ma ha rotto la
promessa. Lui non è piú con me. Non sarà mai piú con me.
- Sai Lou anche io avrei scelto lui al mio posto. Anche io non mi sarei
scelta- le lacrime cominciarono ad inondarmi il viso. Non riuscivo ad essere
forte. Non ci sono mai riuscita. Era lui ad essere forte anche per me.
-Anche io avrei scelto il cancro al posto di una sorella inutile. Anche io
avrei scelto la pace eterna invece che una palla al piede come me. Louis non ti
sto dando la colpa. Anzi ti invidio perché se potessi neanche io avrei scelto
di essere me. Ma io non posso scegliere mentre tu lou l'hai fatto. Ed hai fatto
bene ad andartene via da tutto questo schifo, hai fatto bene scegliere di
combattere ed essere libero. Ora tu sei libero Lou, mentre io sono ancora
intrappolata qui a far finta di combattere. Ma io non voglio farlo. Io vorrei
soltanto smettere di respirare e di raggiungerti perché mi manchi Louis. Mi
manchi da morire. E non ce la faccio piú qui senza di te. -
Mi accasciai sulla lastra fredda e cominciai a singhiozzare come non avevo mai
fatto prima. Cominciai ad imprecare contro Dio per non aver portato anche me
con lui. Cominciai a gridare,avrei voluto gridare cosí forte da spaccarmi i
timpani e non sentire piú la pietà della gente. Non volevo piú sentire niente
cosí come non poteva sentire niente lui. Non volevo morire volevo soffrire così
tanto da impietosire chi di dovere lassù a farmi lasciare questo inferno.
Volevo soltanto Louis qui ancora una volta. Volevo soltanto vivere un altro
giorno di un anno fa. Io e Louis solamente noi due contro il mondo.
Volevo soltanto tornare indietro nel tempo ma non mi era concesso. Mi
accasciai completamente sulla tomba sperando che il freddo l'alleviasse dal
peso di essere un umano.