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Autore: Donut    01/06/2013    4 recensioni
Un ragazzo, che non sapeva veramente come amare.
Una ragazza, che è diversa dalle altre.
Un amore, contro ogni aspettativa.
***
Mi sono ispirata al romanzo "Il giardino segreto" per alcuni eventi.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre leggete questo capitolo potete ascoltare "It's a beautiful day" di Michael Bublè http://www.youtube.com/watch?v=5QYxuGQMCuU

1- It's a beautiful day


LIAM'S POV

Giocherellai con le chiavi di casa, calciando un sassolino con il piede. Continuai a spingerlo piano, alzando a volte lo sguardo per essere sicuro di non sbagliare strada, anche se ormai conoscevo Londra come le mie tasche. Guardai il sassolino e sorrisi, ringraziandolo mentalmente per la sua compagnia. Deprimente. Mi sentivo proprio deprimente. Tirai verso il basso la zip della mia felpa, lasciando che l'aria fresca mi invadesse il petto, coperto dalla leggera t-shirt grigia che indossavo. Tirai un altro debole calcio al sassolino, cercando di non spingerlo troppo lontano, pronto a rifarlo, ma interruppi la mia azione. Mi sentii strattonare per la felpa, la zip si era impigliata in qualcosa. 

Mi girai e la prima cosa che notai fu un enorme donnone paffuto e biondo, probabilmente di un qualche paese del nord, che mi imprecava contro nella sua lingua. 

La seconda cosa che notai fu una ragazza dai capelli ricci di un colore indefinibile, forse del pane appena cotto, che cercava di staccare la mia zip dalla sua camicia. 

La terza cosa che notai fu la sedia a rotelle sulla quale la ragazza era seduta.

Il donnone stringeva in una mano grossa come una pala il manico per spingere la sedia a rotelle, mentre con l'altra mi faceva dei gesti non proprio educati. Ignorando le sua urla mi avvicinai alla ragazza e mi inginocchiai accanto a lei. Scansai gentilmente le sue mani dalla mia zip e la tolsi dalla sua camicia bianca, notando che era strappata nel punto in cui si era impigliata con la mia cerniera. 

Alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, la cosa più bella che avessi mai visto: due macchie color cioccolato, profondi, scuri e interminabili come pozzi. Mi persi un momento nella dolcezza delle sue iridi, prima di riscuotermi e scusarmi.

-Io... mi dispiace tantissimo. Non volevo, veramente. Ti ho anche strappato la camicia... scusami. Vorrei poter fare qualcosa...- balbettai.

Non riuscivo a parlare, per la prima volta nella mia vita le parole non mi uscivano di bocca.

La ragazza sorrise rassicurante. -Non ti preoccupare, non fa niente.- La sua voce non era nè troppo acuta nè troppo bassa, era calda e dolce.

Mi alzai in piedi, lei mi seguì con lo sguardo. -Almeno fatti offrire un frullato, per scusarmi.- le dissi sentendomi comunque in colpa, nonostante lei mi avesse rassicurato.

-Non c'è bisogno, davvero.- mi rispose leggermente imbarazzata.

Sorrisi: -Insisto.-

Lei aprì la bocca per ribattere, ma non disse niente. Annuì soltanto.

La donna enorme mi guardò male e tirò leggermente verso di sè la sedia a rotelle. -No.- impose alla ragazza. 

Lei sbuffò e girò il busto verso la signora, lamentandosi: -Dai, Karol! È solo un frullato!-

Il donnone scosse energicamente la sua testa bionda e disse: -Non conosci lui. Può ezzere perzona cattifa!-

Cercai di trattenere le risate sentendo il suo accento e la rassicurai: -Non si preoccupi signora. Il bar è lì, proprio davanti a noi. Può tenerci d'occhio comodamente.-

Karol guardò attentamente il bar, poi acconsentì: -E fa bene. Ma tu ragazzo attento, io ti guarda. E comunque io zono zignorina, non zignora.-

La ragazza sorrise e fece pressione sulle ruote della sedia a rotelle per andare al bar. Appoggiai una mano sulla sua e la bloccai. 

-Faccio io.- le dissi.

Lei mi sorrise e scansò la mia mano, dirigendosi verso il bar. Sistemò la sedia a rotelle vicino ad un tavolino, io la raggiunsi e mi sedetti. 

Dopo poco una cameriera si accostò e disse: -Buongiorno ragazzi! Allora, cosa vi porto?-

Guardai rapidamente il menù e dissi: -Io un frullato... al cioccolato.-

La ragazza di fronte a me mi guardò per un attimo, poi ordinò anche lei: -Per me uno al frutto della passione, grazie.-

La cameriera sorrise e chiese: -Nient'altro?-

-No, grazie.- mi affrettai a rispondere.

Lei fece per andare via, ma si fermò e aggiunse: -Siete davvero carini insieme, lo sapete?-

-Beh, veramente non stiamo insieme.- dissi io.

-Oh, scusate.- La cameriera sorrise imbarazzata e si allontanò velocemente.

Mi girai verso la ragazza e le dissi: -Noi non ci siamo ancora presentati, giusto?-

-No, infatti. Io sono Sophie. Sophie Smith.- sorrise felice.

SOPHIE'S POV

Il ragazzo sorrise, facendomi sciogliere.

-Io sono Liam Payne.- mi disse.

Assaporai le sue parole e la sua voce, così avvolgente e rassicurante. "Liam". Ripetei nella mia mente il suo nome più volte, per imprimerlo nella memoria. Era un bel nome. Un bellissimo nome.

La voce di Liam interruppe i miei pensieri: -Senti, sei proprio sicura che non debba ricomprarti la camicia?-

Lo guardai negli occhi e sospirai: -Non mi serve la tua pietà.-

Lui mi guardò stupito e disse: -C..cosa? La mia pietà?-

Sorrisi tristemente e risposi: -Dai Liam, non fare il finto tonto. Faccio pena a tutti. La gente pensa che solo perchè sono seduta su questa fottuta sedia a rotelle mi serva aiuto. Ma io non ne ho bisogno. Sto benissimo. Sono normalissima.-

Lui abbassò lo sguardo e sussurrò: -Non è per pietà.-

Mi sporsi leggermente verso di lui. -E allora cos'è?-

Liam aprì la bocca per rispondere, ma venne anticipato da una cameriera che portò al tavolo le nostre ordinazioni. Non era quella di prima, era un'altra. Magra, alta, bionda, occhi azzurri, quarta di seno. E si stava mangiando con gli occhi Liam.

-Ecco le vostre ordinazioni!- disse con voce squillante.

Liam le sorrise e la ringraziò.

Lei non era di sicuro intenzionata a mollarlo, perchè chiese: -Vi serve altro?-

Il ragazzo fece per rispondere, ma io lo anticipai. -No, grazie tante.- la congedai con tono freddo.

La ragazza se ne andò delusa, stando bene attenta a far muovere i suoi fianchi in modo sensuale.

Iniziai a bere il mio frullato, guardando Liam che avvicinava le labbra alla cannuccia, con calma, sfiorandola appena con la lingua. Mi persi nella contemplazione del ragazzo che avevo di fronte, qualcosa in lui mi attraeva. Alzò lo sguardo, e io mi affrettai a ingoiare un abbondante sorso del mio frullato. 

Liam appoggiò il suo bicchiere sul tavolo e, esitando un po', mi chiese:-Ehi, che ne dici di mollare la nordica?-

Aggrottai le sopracciglia. -Chi?!- gli domandai.

Lui rise. -Sì, dai. Miss Hitler. La badante tedesca. Ti porto a fare un giro, con lei di sicuro ti annoi!-

Arrossii, non capendo come mai volesse fare un giro con me. Fare un giro con una storpia come me. -Io... non so- scandii esitante -Non so se posso. Lei... beh, ecco, non si fida di te. In fondo ti ho conosciuto neanche un quarto d'ora fa, è comprensibile.-

Liam sporse il labbro in fuori e spalancò gli occhi. -Dai, perfavore- mi implorò sbattendo velocemente le palpebre. Risi, intenerita, e acconsentii.

Mentre Liam pagava, io mi avvicinai a Karol, che subito esclamò: -Hai finito? Ora a caza, zubito!-

-Karol, veramente volevo chiederti se potevamo fare un giro.-

Lei sorrise incredula: -Io e te? Non defi chiedere!-

-No, con Liam. Io e lui. Mi ha invitata a fare un giro. Tu puoi anche tornare a casa, mi riaccompagnerà lui.-

Karol si oppose subito, come avevo immaginato. Liam, vedendoci discutere, si avvicinò.

-Mi scusi, signorina, se la interrompo, ma mi farebbe tanto piacere fare un giro con Sophie. Prometto di portarla a casa tutta intera, la prego. Una donna così gentile come lei non può dire di no...-

Mi coprii la bocca per non ridere, mentre Liam lusingava Karol. Che, alla fine cedette.

Lui le fece il baciamano e la ringraziò: -Grazie, sapevo che non avrebbe rifiutato. È una donna meravigliosa.-

Karol arrossì e disse, sbrigativa: -Crazie, ma ora andate. Tornate per le otto, c'è la cena!-

Sorrisi e iniziai a fare pressione sulle ruote, ma Liam mi bloccò ancora.

-Adesso lascia che faccia io- mi disse -dobbiamo andare lontano. Non puoi fartela tutta a braccia.-

Sospirai e lasciai che lui iniziasse a spingere la mia sedia a rotelle. Non riuscivo a capire perchè volesse passare il tempo con me, con un'impedita. Non trovavo altri motivi che la pietà, quella fottutissima pietà che mi seguiva da quasi cinque anni, ormai.La voce di Liam mi distolse dai miei pensieri. 

-Quanti anni hai?-

-Quasi 19. Tu?-

-Ne faccio 20 ad Agosto. Posso farti una domanda?-

-Certo, dimmi tutto.-

-Ehm, ecco, forse sono un po' scortese a chiedertelo ma...-

Sembrava che si vergognasse. Lo incoraggiai: -Ma...?-

-Da quanto tempo usi la sedia a rotelle? Cioè, non sei nata così, giusto?-

-No, non sono nata così. Sono costretta a usarla da... da quasi cinque anni.-

Lo sentii trattenere il respiro. -Come è successo?- chiese.

Mi rabbuiai. -Non mi va di parlarne.-

-Scusami. Io... non volevo. Mi dispiace.- Era molto dispiaciuto, lo sentivo dal tono della sua voce.

Mi girai un poco verso di lui e gli sorrisi. -Non importa, non preoccuparti- lo rassicurai.

LIAM'S POV

Rimanemmo in silenzio per il resto del tragitto. Ero sconvolto. Non avrei mai pensato che una ragazza potesse passare ben cinque anni della sua vita senza usare le gambe. Non poter correre, non poter saltare, non poter semplicemente muovere un poco i piedi. Io correvo, come sport. Resistenza, dai 1000 metri in su. Per me correre era tutto, mi sfogavo, mi divertivo, realizzavo i miei sogni. E vedere lei, così, immobilizzata, mi faceva star male.

Mi fermai in uno dei tanti parchi di Londra, dove l'erba era soffice e calda, grazie al sole che batteva in quel punto da qualche ora ormai. Sophie si stava guardando intorno, sollevando leggermente la testa per avere una visuale migliore.

-Posso fare una cosa?- le chiesi titubante.

Lei fissò i suoi occhi nei miei e replicò: -Cosa?-

-Fidati di me. Chiudi gli occhi e fidati.-

Lei sospirò e annuì, chiudendo gli occhi.

Misi le mie braccia sotto le sue gambe ed attorno alla sua schiena e la sollevai, lei sussultò appena. L'adagiai sul prato e mi stesi accanto a lei.

-Ora puoi aprire gli occhi- le sussurrai.

Obbedì e vidi i suoi occhi colmarsi del cielo limpido e azzurro, con qualche nuvola sparsa. Li spalancò, sorpresa.

-Lo so che può sembrare banale ma...-

Lei mi interruppe: -Nessuno mi ha mai fatto vedere il cielo da quando sono seduta su quell'attrezzo, è bellissimo. Grazie Liam.-

Girò la testa verso di me e sorrise. Quando sorrideva era bellissima, le brillavano gli occhi.

-Sei bel... hai degli occhi stupendi- balbettai.

Lei arrossì e mormorò qualche ringraziamento, confusa e riconoscente. La continuai ad osservare, cercando di cogliere ogni piccolo dettaglio. Guardai le sue lentiggini, che percorrevano il suo viso sulle guance e sul naso, piccole e discrete. Le sue labbra erano carnose, il suo naso leggermente all'insù. Passai gli occhi sui suoi riccioli e sorrisi, immaginando la loro morbidezza. Non riuscivo a trovare una singola imperfezione in lei, nemmeno nelle sue gambe. Erano gracili e senza vita, ma non mi importava. Non credevo nell'amore a prima vista, finchè lei non aveva alzato il suo sguardo verso di me.

La sua voce mi riscosse: -Liam, si è fatto tardi, devo tornare a casa.-

Mi tirai su di scatto e annuii, sollevandola tra le mie braccia. Lei allacciò le braccia intorno al mio collo per reggersi meglio, e io mi sentii il ragazzo più felice del mondo.

Spinsi la sua sedia a rotelle fino alla mia auto e la feci sedere sul sedile in pelle a sinistra, nel posto del passeggero. Misi la sua sedia nel portabagagli e entrai in macchina. Mi feci guidare dalle sue parole fino ad arrivare davanti a casa sua. Sophie suonò il campanello e mi guardò di sfuggita.

Venne ad aprire un ragazzo biondo, dagli occhi azzurri, che appena la vide la abbracciò, le diede un bacio sulla guancia ed esclamò: -Sophie! Finalmente, la ceba è quasi pronta!-

Lo ammetto, ero geloso.
 

SPAZIO AUTRICE
Questa è la mia prima FF, spero vi piaccia. Come avrete capito non parla di una ragazza normale, ma non vi anticipo niente. Spero vi sia piaciuto questo capitolo, se vi va lasciate una recensione, positiva o negativa che sia. A presto!

  
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