Salve
gente, un piccolo pensierino per Natale.
One shot AU
dolce e natalizia, Naru/Hina.
Buona Lettura!
I wish you a loving Christmas
[Naru/Hina]
“Quattro
giorni a Natale”
“Già…”
“Preso
tutti i regali?”
“Sì, tu…”
“Devo
andare a ritirare quello per la mia ragazza”
“Ah,
capisco…le devi aver regalato qualcosa di speciale, vero, Kiba?”
“Un mega
pensiero, voglio sia felice”
“Sei
proprio carino”
“Voglio
che anche tu sia felice, Hinata”
“Lo
sarò.”
“Preso quel regalo?”
Diede una rapida occhiata al locale in cui si trovava. Era
assai accogliente come posto, deliziosamente addobbato in stile natalizio, con
tavolini dalle tovaglie d’oro e due o più angioletti posati al centro di esso; un grande finito pino pieno di fiocchi e lucette bianche
padroneggiava quasi al centro.
Musica dolce e sussurrata accompagnava la gente nelle
discussioni e contribuiva a rendere ancora più dolce e zuccherosa l’atmosfera.
Un piacere strasene lì dentro.
Poi posò lo sguardo sul ragazzo di fronte a lei: occhi nocciola,
una costante espressione apprensiva e vivace allo stesso tempo dipinta sul
volto, pareva sempre un po’ un cucciolo di cane….portava corti capelli. Era il
suo migliore amico, lo conosceva da una vita, la capiva alla
grande, e proprio per questo, non gli sfuggiva nulla.
“Sì”
Finì di bere la sua cioccolata calda, e, dopo essersi
pulita la bocca con il rosso tovagliolo, tirò fuori il portamonete dalla borsa
posata sulle sue ginocchia.
“Quando glielo darai?”
“…non so…”
Tolse una banconota e la posò affianco al foglietto del
conto: cinque euro giusti.
“Non indugiare”
Sentiva che preso sarebbe scoppiata dall’ansia, fissò
ostinatamente la sporta bianca sulla sedia lì vicino,
sporta contenente quel regalo. Si
chiese il perchè se la fosse portata dietro: mica
aveva intenzione di…
“Ho paura”
Le parole le uscirono di bocca senza che quasi se ne
accorgesse, venivano da dentro, dal suo timoroso inconscio. Mosse i piedi
nervosamente, sotto al tavolo, mentre la mano calda di lui le prendeva la sua e
la stringeva scaldandola.
“Andrà tutto bene, lo conosco, non ti sarà difficile”
Si ricordò di come era stata soddisfatta e felice, soltanto due giorni prima, una volta uscita dal
negozio d’oreficeria, con quel piccolo pacchetto in carta dorata tra le mani
tremanti…
“E se non gli interesserà?”
La stretta divenne più forte, e lei gli diede anche
l’altra mano perché tenesse pure quella nella sua, rincuorandola ancora e
ancora così.
“Ne sarà felice”
“E se non ce la facessi?”
“Te lo dico io che ce la farai, eccome, credimi”
Il cellulare del suo amico squillò più volte, questi
indugiò e lei gli fece un segno col capo e lo convinse. La stretta si eliminò e
le mani persero un po’ di affettuoso calore.
“Naruto?!”
All’udire quel nome
sobbalzò, e, istintivamente, si portò le mani al viso, come era solita fare
provando emozioni forti.
Vide che Kiba annuiva e le stava strizzando l’occhio in
modo complice.
“Senti…qua c’è Hinata, con me”
Arrossì subito lanciandogli un’occhiata allarmata. Non
riusciva ad afferrare cosa quell’altro stesse
rispondendo…come a farlo apposta il suo migliore amico era grande amico del
ragazzo che la faceva sospirare da mesi e mesi, proprio di colui per il quale,
in un attimo di coraggio, aveva preso un pensierino per Natale…
“Te la passo, ti va?”
Scosse freneticamente il capo implorandolo con gli occhi
affinché si smentisse all’istante, però nulla da fare: le stava già tendendo il
nero telefonino.
Con fare agitato avvicinò l’avanzato apparecchio
all’orecchio, venendo subito accolta da una voce
limpida e allegra, quella che tanto
adorava…
“Ciao!”
“Ciao…”
Si morse il labbro chiedendo a gesti aiuto a Kiba che
pareva assolutamente non intenzionato a risponderle in alcun modo.
“Tutto bene?”
“Sì…e tu?”
“Benone! Sai, oggi c’era gara: vinto!”
Si ritrovò a sorridere, sapeva bene che Naruto era molto
appassionato al suo sport, il nuoto, tanto che gareggiava spessissimo, a
livello altamente agonistico. Una volta era andata a
vedere una sua gara, rimanendo meravigliosamente compiaciuta. Divino osservarlo
nuotare, lui era così bello…quel
corpo allenato…spalle ben in vista…quegli occhi che, alla fine della gara,
erano stati puntati su di lei, facendola arrossire e abbassare in fretta lo
sguardo.
“Bravo…”
“Senti…”
“S -sì?”
Le sembrò che il tono del suo ammirato si fosse affievolito fattosi più smorzato.
Cosa stava succedendo?
“Sei libera, adesso?”
Il cuore saltò un battito mentre
il suo corpo pareva diventare sempre più caldo…quasi in fiamme. Non indugiò e, vedendo
il sorrisone del suo amico, rispose all’istante.
“Certo”
“Fantastico! Passi di qua?”
Notò e sentì Kiba dire scuotendo il capo – “Non ci sa fare
moltissimo con le ragazze…non poteva fare il gentiluomo quel baka senza farti spostare?!”
Si sentì, forse, ancora meglio nell’udire ciò. Allora
erano in due…d’altronde lei non aveva mai avuto un ragazzo, se pur fosse tanto che era innamorata.
Afferrò il suo cappotto e si alzò.
“Va bene…”
“Mitico! Fra una mezz’oretta da me, ok?”
“A fra poco, Naruto…”
Ridiede il cellulare al legittimo proprietario e sospirò
profondamente, vestendosi del suo Mountgomery. Si
sistemò i capelli e indossò il suo cappello preferito: un basco nero che le
valorizzava in maniera particolarissima il volto, specialmente i chiari occhi
grandi.
“Ti sei deciso, uhm?”
A quanto pare la chiamata stava
per chiudersi.
“Buon affettuoso Natale, amico”
A differenza di quand’era entrata nel
locale, piena d’ansia e cupidigia, si sentiva molto meglio, riusciva
finalmente a vedere appropriati e deliziosi tutti quegli addobbi natalizi; la
musica soave le piacque e la gente pacificamente felice la fece rasserenare
ancor più. Tutti grazie ad una chiamata...
Prese su la sporta e la strinse a se, mentre nella testa,
andava formandosi l’immagine di lui, biondo, occhi azzurri, tanto puro d’animo…
“Buon affettuoso Natale anche a te, Hinata”
“Ricambio. Lo trascorrerai con la tua lei?”
“Forse sì”
“Non vieni via?”
“Aspetto qualcuno qua”
“Proprio Yashiro?”
“Esatto. Perciò ritira quei soldi”
“Ma”
Fu costretta a riprendersi la banconota da cinque ma, non
volendo riaprire la borsa, se la infilò in tasca dei jeans, mentre quell’altro
l’osservava con fare quasi paterno.
“Mi farai sapere, vero?”
Lo vide fare un gesto con la mano come a voler dire riguardo a…e annuì, sorprendendosi a
fantasticare su cosa sarebbe successo di lì a poco.
“Sicuro, Kiba, grazie di tutto”
“A cosa servono un amico, se no?”
“Ciao”
***
Le strade erano graziosamente illuminate da luci che
adornavano le vetrine dei negozi, o semplicemente, le finestre di alcune case.
Nell’aria vi era un buon odore di dolci e profumi e la calma che regnava sotto
ad un cielo scuro, preannunciava la venuta di una bella nevicata.
Camminava spedita, lei, con il cuore colmo di curiosità
sull’avvenire, fra un sospiro e l’altro. Voleva allo stesso tempo vederlo il prima possibile e non vederlo intimorita di non sapere
cosa dirgli…come fare.
Il freddo pungente di fine Dicembre le faceva bruciare gli
occhi annebbiandole un poco la visuale, ma sapeva benissimo dove andare, poteva
raggiungere l’abitazione di lui anche
ad occhi chiusi: quante volte si era ritrovata fuori di quell’ edifico, un braccio alzato
verso i molteplici citofoni e il dito indice pronto a premere nel riquadro con
su scritto Uzumaki? Tante, forse troppe, e tutte andate tutt’altro che a buon
termine: alla fine non aveva mai suonato e, perciò, non era mai salita al secondo piano nel suo
appartamento. Non poteva non rimpiangere, così come le era difficile non
darsi continuamente della sciocca. Però, almeno in quel clima festivo cercava di non pensarci (alla sua timidezza
ostinata) e più coraggiosa del solito si era già spinta nella fatidica
destinazione (quasi).
Si guardò intorno, la gente l’osservava con un qualcosa di
affettuoso dipinto sul volto, voleva spingerla al passo successivo…era solo una
sua impressione? Prese un profondo respiro e, con mano coperta da candidi
guanti, suonò a quel campanello.
“Sono Hinata”
“Vieni!”
Un rumore rapido e sordo e il portone di colpo potè essere
aperto. Decise di prendere l’ascensore, così il fiatone che le
era venuto poteva almeno un po’ scomparire. Si ritrovò circondata da
specchi e, dovunque lei posasse l’attenzione, incontrava una sua immagine
ripetuta sotto ogni possibile angolazione. Non era certo tipa vanitosa da
tirare fuori rossetto e altro per rifarsi un po’ il trucco, a parte un
lievissimo tocco di matita nera, era una acqua e
sapone, molto differente dalla massa delle altre della sua età.
“Ce la posso fare”
Vide una lei stessa determinata, in uno dei tanti specchi,
occhi bianchi non spauriti come spesso accadeva, ma positivamente fissi a guardasi, a compiacersi, finalmente, di una Hinata che stava
per raggiungere il suo scopo.
L’ascensore si fermò, il cuore le prese a battere
all’impazzata. Strinse più forte quella
sporta.
3,2,1…
Le porte si
aprirono…
“Oh, Naruto…”
“Eccoti qua”
Era venuto ad accoglierla, Lui, adorabilmente vestito sportivo, di una simpatica tuta color
arancione dalla zip un po’ aperta che lasciava
intravedere sotto, una maglietta bianca. Portava ciabatte nere, le stava
tendendo una mano. Guardando occhi azzurri lei uscì dall’ascensore e prese quella mano.
“Grazie”
“E’ un piacere averti da me”
Lasciò andare la presa e, agitata, lo seguì all’interno
della piccola abitazione. La accolse un delizioso profumo di dolcetti appena
sfornati.
“Hai portato un’amichetta?”
Le venne incontro un uomo sulla quarantina dai lunghi
capelli biondi raccolti in un codino, un bell’uomo. Tale padre tale figlio.
“Piacere”
“Piacere nostro!”
Una seconda voce, femminile, le giunse all’orecchio e,
inoltrandosi tremante nella casa, affiancando lui, raggiunse una donna, meravigliosa, dai fiammanti capelli
rossi, piuttosto corti. Pareva una donna assai grintosa di aspetto. Stava
cucinando cibi buonissimi.
“Ti presento i miei genitori, Minato e Kushina”
“Sei Hyuuga, giusto?”
“Sì”
“Ci parla spesso e volentieri di te, sai?”
Non potè fare a meno di spostare lo sguardo su di lui notando
stupita che si era fatto rosso sulle gote. Automaticamente sentì le guance
avvampare e, con un gesto veloce, dal caldo, si tolse la giacca e il cappello.
Gentilmente lui glieli prese e, senza dire nulla, scomparve nel corridoio per
riporre nell’attaccapanni. Rimase sola con quei due adulti, assai imbarazzata.
“Sei molto carina, complimenti!”
“Grazie…”
“Eh sì, nostro figlio ha dei buoni gusti, vero, Kushi?”
“Chissà da chi ha preso…”
L’uomo lanciò un’occhiata ammiccante alla moglie e i due
scoppiarono a ridere. A vederli, stimavi loro come una giovane coppia agli
esordi, e invece… Venne contagiata da quella spinta
allegria e sorrise rilassandosi un po’.
“La state per caso nauseando con una delle vostre
scenette?”
“Che dici! Ci stavamo divertendo. Mah…comunque sia…vi
lasciamo in pace, tranquillo!”
L’uomo le strizzò l’occhio, la colse di sorpresa.
“Vi va un pezzo di torta, dopo?”
“Ok, andiamo di là”
“Buon divertimento!”
***
Era strano starsene seduta su un letto di una disordinata
camera di un maschio, affianco al ragazzo che ancora celatamente amava.
Osservava gli innumerevoli poster appesi alle pareti. Il cuore che batteva
veloce scandiva il ritmo del silenzio. Stava aspettando il momento giusto per
parlare, beandosi del piacevole calore emanato dai loro corpi e dalla musica
che lui aveva acceso: radio non stop, un programma abbastanza famoso da quelle
parti.
Il bello era che il silenzio venutosi a creare tutto era
fuorché tensione, si trattava di un silenzio intenso, carico di emozioni di due
ragazzi i cui corpi avevano il piacere di sfiorarsi per la prima volta.
“Senti”
Aveva parlato all’unisono girando di scatto il capo per
cercare i rispettivi sguardi.
“Prima tu”
“No, tu…”
Fu lui a prendere parola, infine, guardandola come mai nessuna
l’aveva guardata, con occhioni interessati a ciò per cui
brillavano. Si sentì sciogliere e non servì nemmeno che lottasse
per sostenere lo sguardo, le venne incredibilmente naturale.
“Hinata, vedi…sono mesi che cerco di trovare la giusta
spinta e il coraggio per dirtelo…vedi, io…tu mi…da tanto, dalla prima volta che
ti ho vista…mi piaci!”
Un fiume di parole non riuscirebbero neppure a descrivere
in parte la gloriosa sensazione di vittoria che a lei provocarono
quelle divine parole. Un grande e illogico
peso venne improvvisamente a mancare lasciando spazio a tutta la felicità.
“Pazzesco…credevo di no…credevo che…e poi…oddio,
magico…sul serio? Io…anche io…”
Frammenti di frasi sospirate mentre il respiro piano
tornava regolare. Finalmente tirò fuori il pacchetto d’orato dalla sporta
posata a terra e glielo porse tutta imbarazzata pensando a quanto aveva
immaginato quel momento di vita.
“Oh, Grazie!”
“Per Natale…”
Lo vide alzarsi velocemente dal letto e aprire un
cassetto, alla rinfusa. Seguì i suoi movimenti e presto si ritrovò a fissare,
in un dolce stato di trance, un regalo solo e soltanto per lei.
“Grazie”
“E non è finita…ti va di passare il Natale con me?”
Fu un giorno memorabile.
L’augurio di Kiba si avverò, eccome se si avverò…
Non dimenticherà mai, Hinata, quel 25 Dicembre, e il bacio, il primo, datole dal ragazzo tanto
ammirato, sotto un vorticare di candidi e delicati fiocchi….
FINE
Assai dolce, vero?
Spero che vi sia piaciuta e che vi abbia un po’ illuminato la giornata.
Alla fine non ho scritto cosa contenevano i regali che si
sono scambiati Hinata e Naruto: lascio a voi immaginare!
Aspetto impaziente le vostre recensioni…^^
Buon Natale a tutti
Baci
Terrastoria