Fanfic su artisti musicali > All Time Low
Segui la storia  |       
Autore: MikiBarakat96    01/06/2013    1 recensioni
Seguito di "So Wrong, it's Right" (non leggete se non avete prima letto l'altra).
Un anno dopo gli eventi successi nella prima storia, Stella, la sorella di Jack, è riuscita finalmente a realizzare il suo sogno e a superare la sua paura; la sua vita va a gonfie vele, sembra che niente possa andare male e invece ancora una volta si troverà a dover decidere fra la sua carriera e l'amore.
Le recensioni sono sempre bene accette :3
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hiii :D

ho aggiornato in tempo :D yeee!! Avrei aggiornato già qualche ora fa se non mi fosse venuta la brillante idea di rimettere a posto i miei libri... è stata un'impresa ardua! 
La fine della storia si fa sempre più vicina T.T mancano quattro capitoli D: ... vabbè non pensiamoci e per ora godetevi il nuovo capitolo :D
A sabato prossimo :* 

Miki*

p.s. Buon primo giugno! :D (Anche se non sembra proprio giugno D:)
p.s.p.s. c'è qualcuno che in questo fortunato mese andrà a vedere gli ATL (A Roma con i Green Day o il 7 a Milano)? Io andrò a vederli il 5 insieme ai Green Day, purtroppo la fretta mi ha giocato un brutto scherzo e invece di aspettare che miracolosamente gli ATL facessero un concerto da soli in Italia ho voluto comprare i biglietti del concerto dei Green Day e qualche giorno dopo... puf! è uscita la notizia che gli ATL avrebbero fatto un concerto da soli -.- e per giunta ora si viene pure a sapere che incontreranno i fan -.- ... sono tipo super depressa per questa cosa ma cerco di non pensarci u.u almeno lì vedrò <3 
Be'... dopo avervi annoiato con la mia storia triste (xD) vi faccio andare a leggere il capitolo u.u 



When I wake up, the dream isn’t done.
I wanna see your face, and know I made it home.
If nothing is true, what more can I do?
I am still painting flowers for you”.
 
(Alex)
 
Non avevamo tempo da perdere, dovevamo subito arrivare all’aeroporto prima che Stella e Debbie partissero, me lo continuavo a ripetere mentre correvo dentro casa per andare a recuperare la chitarra che avevo lasciato nel salotto e un’altra che si trovava nella stanza alla fine del corridoio; quelle ci sarebbero servite di sicuro.
<< Avanti Alex, muoviti! >>, mi urlò Jack che già si era accomodato al posto del guidatore sulla mia macchina.
Corsi verso di lui con le chitarre strette tra le mani.
<< E quelle a che ci servono? >>, chiese il mio migliore amico che ancora non aveva afferrato la mia idea.
<< Te lo spiego mentre andiamo >>, tagliai corto mentre infilavo le chitarre nella macchina e prendevo posto accanto a Jack.
Pierre ci salutò con la mano e ci augurò buona fortuna.
<< Forza, parti >>, gli dissi passandogli le chiavi della macchina.
Jack girò la chiave nel quadrante e non appena il motore della macchina si accese, schiacciò sull’
acceleratore facendo partire la macchina come un razzo e facendomi prendere un colpo.
<< Prima dici che dobbiamo dipingere e poi te ne esci con delle chitarre… spiegami! >>, disse continuando ad accelerare l’andatura della macchina.
<< Come fai ad essere così ottuso da non capirlo? >>, gli chiesi.
<< Tu parli in modo criptato, come faccio a capirti? >>.
<< Non è molto difficile, devi solo… ATTENTO ALLA VECCHIETTA! >>, strillai preso dal panico alla vista della vecchia signora che stava per attraversare la strada.
<< Oh merda! >>. Jack sterzò bruscamente per evitare la vecchietta che ci guardò passare spaventata, ma non ebbe neanche il tempo di strillarci o insultarci, perché passammo troppo veloci, andavamo ad una velocità per la quale ci avrebbero di sicuro arrestato.
<< Ho capito che dobbiamo fare presto, ma, Jack, rallenta se no ci farai ammazza… ahia! >>. Jack aveva girato bruscamente ad una curva facendomi finire con la faccia contro il finestrino.
<< Scusa >>, disse rivolgendomi un sorriso di scuse.
Finalmente frenò e rallentò l’andatura della vettura.
<< Vorrei tanto sapere chi ti ha dato la patente >>, borbottai massaggiandomi la guancia che mi ero schiacciato.
<< Guarda che io so guidare bene >>.
<< Ora capisco perché Zack diceva sempre di non farti guidare perché se no saremmo morti… e io che pensavo esagerasse >>.
<< Lo stai dicendo solo perché per la fretta ho accelerato troppo >>, disse Jack guardandomi storto.
<< JACK IL SEMAFORO È ROSSO! >>, urlai.
La macchina frenò bruscamente... sulle strisce pedonali.
Lo guardai storto e lui si strinse nelle spalle.
<< Ti prego, facci arrivare all’aeroporto sani e salvi >>, dissi.
<< Tranquillo, ci arriveremo in tempo e in buonissime condizioni fisiche >>, garantì ma una volta che ripartì non gli credetti affatto.
 
(Stella)
 
Ero sfinita, sia dentro che fuori, il pianto a dirotto e la corsa mi avevano stancata e il mio umore a terra non mi aiutava a riprendere le forze.
Era ridicolo il fatto che fossi di nuovo in quell’aeroporto ad aspettare l’arrivo di un aereo che mi avrebbe riportato a Roma, era ridicolo il fatto che avessi salutato i miei genitori, la mia casa per poi tornarci qualche ora dopo… ma che altro avrei dovuto fare? Ero ferita, triste e arrabbiata, non volevo rimanere un minuto di più a Baltimora ora che niente più mi legava a quel posto.
Il ricordo delle parole di Alex mi riecheggiava ancora nella mente, non riuscivo a pensare a nient’altro che non fosse la gravidanza o l’idea di Alex di far adottare il bambino. Sarebbe potuta essere una soluzione? Davvero non eravamo pronti? No, no, lui non lo era, io lo ero e infatti ero pronta a prendermi la mia responsabilità, avrei tenuto questo bambino e lo avrei cresciuto, anche senza Alex, mi sarei arrangiata da sola anche se alla fine da sola non sarei stata, la mamma sarebbe stata accanto a me e anche Debbie, anche papà, Jack e magari anche la band… allora perché sentivo che nessuna di quelle persone sarebbe bastata? Sapevo che mi avrebbero aiutata, ne ero sicura, perché erano la mia famiglia, ma io non volevo il loro aiuto, volevo quello di Alex.
Anche io ero sconvolta quando avevo saputo della gravidanza e potevo capire la paura di Alex perché anche io avevo provato quella paura, ma mi sentivo troppo ferita, mi sentivo abbandonata e per niente al mondo volevo tornare sulla mia decisione. Sarei andata a Roma e me la sarei cavata da sola.
Pierre aveva cercato di farmi ragionare in tutti i modi, ma alla fine ci aveva rinunciato e io e Debbie avevamo chiamato un taxi per farci portare all’aeroporto.
Ero seduta su una delle centinaia di sedie che c’erano vicino al gate dove tra qualche minuto ci avrebbero controllato i biglietti e ci avrebbero fatto salire sull’aereo. Avevo la testa appoggiata sulla mano e fissavo la luce splendente del sole che era improvvisamente uscito dopo quell’acquazzone che mi aveva fatto prendere un bel raffreddore. Ero stata una pazza a pensare di correre a perdifiato in mezzo alla pioggia, a detta di Debbie avrei anche potuto far male alla gravidanza, ma quando ero uscita dalla casa di Alex ero stata troppo sconvolta per preoccupami della mia salute o quella del bambino cosa che invece dovevo iniziare a fare se volevo portare a termine la gravidanza.
Debbie mi posò una mano su una gamba per attirare la mia attenzione e quando mi girai a guardarla, lei mi sorrise e mi chiese: << Come ti senti? >>.
<< Mi pizzica la gola e ho il naso chiuso >>, risposi facendo una smorfia.
<< Non mi riferivo a come stai fisicamente >>.
Mi strinsi nelle spalle. << Meglio… forse… mi sento ancora a terra ma… passerà >>, dissi nonostante non credessi affatto che sarebbe passata a meno che non avessi smesso di amare Alex cosa poco probabile almeno per il momento.
Anche Debbie non mi credette, ma annuì lo stesso, sapeva che non era il momento migliore per fare domande. Neanche per lei doveva essere un bel momento, quando ero rimasta da sola a parlare con Pierre dopo quello che era successo, avevo sentito lei e Jack parlare, ma non mi era sembrato che si stessero scambiando promesse d’amore e l’umore triste di Debbie aveva confermato la mia supposizione.
<< E tu, come stai? >>, le chiesi.
Si strinse nelle spalle e finse nonchalance. << Bene >>.
<< Davvero? >>, la guardai per nulla convinta dalla sua risposta.
Annuì con lo sguardo basso.
<< Perché so che prima hai parlato con Jack e non mi è sembrato che andasse tutto bene >>, continuai.
<< Non voglio annoiarti con i miei problemi >>, disse.
Le diedi una leggera spinta scherzosa. << Ti prego, sono io quella che ti annoia sempre con i suoi problemi e tu mi ascolti e mi aiuti sempre, quindi adesso tocca a me >>, le sorrisi.
Sospirò. << D’accordo >>, si appoggiò allo schienale della sedia. << Jack mi ha chiesto se avevo scelto e mi ha pregato ancora di stare con lui, perché mi ama veramente e perché se no il litigio con Zack non sarebbe valso a nulla, lui avrebbe rinunciato ad un amico per rimanere comunque da solo e… con il cuore spezzato >>.
In effetti è vero.
Pensai, ma preferì non dire nulla e lasciarla continuare.
<< Io gli ho risposto che non avevo deciso e che mi ci voleva dell’altro tempo, ma gli ho mentito >>, continuò.
La guardai sorpresa. << Come? >>.
Incrociò il mio sguardo. << Io ho deciso >>.
La mia espressione di sorpresa si accentuò.
Le luccicavano gli occhi. << Zack è stato molto importante nella mia vita, sono una fan degli All Time Low da quando si sono formati e sono sempre stata innamorata di lui >>, disse. << Quando è venuto a Roma e l’ho finalmente incontrato per me è stato come realizzare un sogno, avevo desiderato quel momento con tutte le mie forze e… quando poi ci siamo messi insieme… io ero al settimo cielo, pensavo di essere apposto, di essere soddisfatta, di non volere nient’altro nella vita e invece… è arrivato Jack che… >>, rise nonostante le lacrime che avevano iniziato a scenderle sul viso, << mi ha completamente rapita, è un ragazzo fantastico nonostante a volte si comporti da idiota e abbia il pallino fisso del sesso… ma… è anche per questo che lo amo, per la sua spontaneità, per la sua pazzia e per la sua dolcezza che tenta molte volte di nascondere >>.
Sorrisi con le lacrime agli occhi per la gioia; era bello sentir parlare in quel modo una persona del proprio fratello, soprattutto se era la mia migliore amica. E io che non ero stata contenta che si fossero avvicinati! Avrei dovuto soltanto ringraziare il cielo per aver dato a Jack una persona che lo amasse così tanto e così onestamente.
<< Zack rimarrà sempre una parte di me e gli vorrò sempre bene ma amo Jack con tutto il cuore >>, disse.
Le sorrisi felicissima di quello che aveva appena detto, ma improvvisamente pensai a quello che aveva detto prima, a come aveva risposto a Jack e la guardai perplessa.  << E allora perché non glielo hai detto? >>, le chiesi.
Si asciugò le guance bagnate e con voce rotta rispose: << Se dico a Zack che ho scelto Jack lui non tornerà più negli All Time Low e sarà… un disastro! Quei ragazzi devono stare insieme, sono migliori amici e si vogliono bene, non posso lasciare che rimangano divisi, il loro destino purtroppo dipende dalla mia scelta ed io preferisco che loro stiano uniti, preferisco che gli All Time Low tornino a suonare per migliaia di ragazzi e non che finiscano la carriera perché ho fatto litigare due membri del gruppo >>.
<< Debbie, la tua è una scelta è molto altruista, ma ne sei proprio sicura? Anche se scegli Jack loro troveranno comunque il modo di riunirsi, Zack non può avercela con Jack in eterno, è un ragazzo adulto, capirà e accetterà la tua decisione >>.
<< Zack si sente veramente ferito per quello che gli abbiamo fatto, non so se perdonerà Jack e poi non pensi che gli darebbe fastidio continuare a suonare e fare tour con Jack che gli ha “fregato la ragazza”? >>.
Mi strinsi nelle spalle. << Magari all’inizio… ma poi lo perdonerà con il tempo >>.
Scosse la testa. << Non sarà così >>.
<< Non lo puoi sapere e non puoi solo per questo lasciare andare Jack soprattutto se lo ami, dovresti seguire i tuoi desideri, quello che vuoi >>.
Mi sorrise. << È quello che voglio >>, annuì.
<< Ne sei sicura? >>, le chiesi preoccupata.
<< Si, staremo tutti meglio in questo modo >>.
Nessuno sarebbe stato meglio, ne lei, ne Jack, ne Zack! Come poteva pensare che fosse una buna idea? Avesse scelto o non l’avesse fatto qualcuno ne avrebbe comunque sofferto nella prima ipotesi però avrebbero sofferto meno persone.
Però… forse, la cosa migliore per tutti era che io e Debbie ce ne tornassimo a Roma, lontane dagli All Time Low che dopotutto sarebbero stati tutti single –tranne Rian- e senza problemi, con la mente sempre concentrata sul loro lavoro. Si, quella era la cosa migliore.
Alcuni dipendenti ci avvisarono che potevamo iniziare ad entrare nell’aereo.
<< Si torna a casa >>, dissi mentre osservavo la gente che iniziava a mettersi in fila.
<< Ad una nuova vita >>.
<< Nella quale ce la caveremo perfettamente e staremo per sempre insieme >>, le sorrisi porgendole una mano.
Ricambiò il sorriso. << Per sempre >>, giurò intrecciando le sue dita con le mie.
Ci alzammo dai nostri posti e ci mettemmo in fila verso quello che speravo fosse davvero l’ultimo viaggio almeno fino ad un paio di mesi perché non ce la facevo più a viaggiare in aereo soprattutto quando c’erano dieci ore di volo.
La fila scorreva velocemente quindi non dovemmo aspettare molto, infatti nel giro di una decina di minuti, ci trovammo davanti agli uomini che avrebbero dovuto controllare i nostri documenti e strappare i nostri biglietti. Salutai educatamente l’uomo che era davanti a me e gli porsi i documenti, ma lui non li prese e non ricambiò neanche il mio sguardo, stava osservando qualcosa che si trovava dietro di me. Prima che mi girassi, iniziò una familiare canzone che però non veniva dagli altoparlanti dell’aeroporto e non era affatto registrata.
Girarmi e trovarmi Alex a pochi metri di distanza con una chitarra in mano affiancato da Jack che sorreggeva anche lui una chitarra fu scioccante, non mi sarei mai immaginata di trovarmi davanti una scena del genere soprattutto in un aeroporto con almeno una ventina di persone che li stavano guardando  sorpresi e soprattutto non me la sarei mai aspettata dopo quello che era successo.
Stavano suonando Painting Flowers, nonostante fosse la versione acustica la riconobbi subito. Sentì il cuore battermi forte quando Alex iniziò a cantare con gli occhi fissi nei miei come quelli di Jack erano fissi in quelli di Debbie che era rimasta immobile e sorpresa quanto me.
 
Strange maze, what is this place?
I hear voices over my shoulder,
Nothing’s making sense at all.
Wonder, why do we race?
When everyday we’re runnin’ in circles,
Such a funny way to fall.
Tried to open up my eyes,
I’m hopin’ for a chance to make it alright”.

 
Avete presente nei film quando al ballo della scuola la folla si apre per far passare il protagonist maschile e farlo arrivare dalla ragazza? Be’ successe proprio quello, la persone in fila dopo di me si aprirono andando a formare una sorta di corridoio cosa che divertì alquanto Alex che lo percorse a passo lento mentre iniziava a cantare il ritornello.
 
When I wake up,
the dream isn’t done.
I wanna see your face,
and know I made it home.
If nothing is true,
What more can I do?
I am still painting flowers for you
”.
 
Pensando al significato della canzone mi sentì come se il cuore mi stesse esplodendo, ma subito provai a scacciare quella sensazione. Dovevo ricordarmi cosa era successo solo qualche ora prima. Mi ci voleva davvero così poco per cadere di nuovo tra le braccia di Alex? No, certo che no, non mi sarei lasciata abbindolare… ma lo avrei tanto voluto.
 
“Holdin’ my clutch,
Even my heart,
Wish we could start all over.
Nothing’s makin’ sense at all.
Tried to open up my eyes,
I’m hopin’ for a chance to make it alright”.

 
Il modo in cui cantò il secondo pezzo mi fece capire che rispecchiava esattamente ciò che pensava e anche il modo in cui il suo sguardo si intensificò.
Era bello sentirsi cantare una canzone, soprattutto una così bella sia per la musica che per il testo, ma come avrei dovuto interpretare quel gesto? Voleva solo far pace e continuare a rimanere sulla sua idea oppure voleva tenere il bambino?
 
“I heard everything you said,
I don’t wanna lose my head”.


Forse significava solo che mi amava e questo mi sarebbe anche bastato, ma mi ricordavo bene in che situazione eravamo e non potevo perdonarlo se continuava a voler dare il bambino in adozione, non potevo perdonarlo se non voleva prendersi la responsabilità di quello che aveva fatto. Lo amavo anche io, ma c’erano cose più importanti in gioco, cose che non avrei abbandonato.
 
“When I wake up,
the dream isn’t done.
I wanna see your face,
and know I made it home.
If nothing is true,
What more can I do?
I am still painting flowers for you,
I am still painting flowers for you”.

 
La canzone finì e le persone si misero ad applaudire estasiate. Lanciando una veloce occhiata a Debbie vidi che stava sorridendo a Jack con gli occhi che le luccicavano e mi sentì felicissima per lei e anche per Jack, finalmente avrebbe potuto essere anche lui felice, avrebbe potuto anche lui avere una ragazza come tutti
gli altri, qualcuno che lo amasse e che si prendesse cura di lui.
Tornai a guardare Alex che dopo aver ringraziato la folla, tornò a guardarmi. << Stell >>, disse togliendosi la chitarra dal collo.
<< Signori, state bloccando la fila >>, ci avvertì l’uomo dell’aeroporto non molto gentilmente.
<< Oh, scusi >>, disse Alex prendendomi per le braccia e spostandomi insieme a lui fuori dalla fila.
Aveva paura che me ne scappassi?
<< Che cosa diavolo ci fai qui? >>, gli chiesi in tono duro cercando di rimanere distaccata.
<< Sono venuto a fermarti, non te ne puoi andare, non se non abbiamo chiarito >>, disse.
<< Non c’è nulla da chiarire, hai fatto una scelta e io ne sto prendendo atto >>, ribattei.
<< Io non ho scelto, ho solo cercato di dirti quello che pensavo, ma l’ho fatto nel modo sbagliato e me ne dispiace tanto perché io non volevo ferirti, mi sono fatto prendere dalla paura e non sono riuscito a pensare lucidamente… mi dispiace tanto >>.
Non riuscì a replicare nulla, ero combattuta tra due sentimenti diversi, non sapevo cosa fare, da una parte avrei solo voluto abbracciarlo e perdonarlo, ma dall’altra sapevo che se non avesse cambiato idea sarei dovuta rimanere al mio posto e prendere quell’aereo.
Improvvisamente mi prese una mano tra le sue facendomi sussultare leggermente per la sorpresa. << Stell… io ti amo, ti amo tantissimo, più di qualsiasi cosa al mondo e ho sbagliato, l’ho capito non appena te ne sei andata e ti giuro che avrei fatto qualsiasi cosa per rimangiarmi le parole che avevo detto, ma non si può tornare indietro così adesso sono qui a chiederti di perdonarmi perché se lo farai… >>, mi sorrise dolcemente, << sarò felicissimo di crescere insieme a te il nostro bambino >>.
Improvvisamente mi sembrò che il mio cuore fosse stato lanciato in aria come il tappo di sughero di una bottiglia di spumante. << Dici sul serio? >>, gli chiesi con la voce che mi tremava dall’emozione.
Sorrise. << Mai stato più serio >>.
Presa dalla felicità, gli buttai le braccia al collo e lo strinsi forte scoppiando in un pianto che non riuscì proprio a trattenere. Non erano lacrime di tristezza, ma di gioia, finalmente qualcosa si era sistemato.
<< Mi dispiace di non essermi preso prima le mie responsabilità, ma avevo paura e avevo bisogno di ragionare un po’ >>, disse accarezzandomi dolcemente i capelli.
<< Tranquillo, è tutto perdonato, l’importante ora è che… saremo una famiglia >>.
Sciogliemmo l’abbraccio ma continuammo a tenerci: lui per i fianchi ed io per le braccia. << Non riesco ad immaginarmi come padre, ma so che sarà fantastico e so che ce la caveremo… affronterò qualsiasi cosa per te, per starti accanto >>.
Appoggiai la testa al suo petto e scoppiai nuovamente a piangere.
<< Perché piangi? >>, mi chiese preoccupato.
<< Primo: perché con la gravidanza sono molto più emotiva e, secondo, perché ti amo… tantissimo e sono felicissima di averti al mio fianco e di star per avere un figlio da te >>.
Mi fece alzare la testa quel tanto che bastava per far incontrare le nostre labbra in un bacio salato ma pieno d’amore.
 
(Jack)
 
L’idea di suonare quella canzone per Debbie e Stella era stata un’idea geniale e sembrava avesse anche funzionato, mentre suonavo e canticchiavo stonatamente insieme ad Alex, Debbie non aveva staccato per un attimo gli occhi dai miei e mi aveva sorriso più di una volta.
Quando finimmo di suonare le sue guance erano rigate dalle lacrime che speravo le fossero scese per l’emozione o per la felicità e non per tristezza.
<< Siete dei pazzi! Che cosa ci fate qui? >>, mi chiese sorridendo lievemente.
<< Siamo venuti per fermarvi, perché non vogliamo che andiate via e io… ti amo troppo per lasciarti andare >>, dissi.
Abbassò lo sguardo.
<< Lo so che ti sto assillando, ma io… ho bisogno di sapere chi ami veramente, chi tra me e Zack sceglierai perché così almeno se non sono io quello che ami di più allora me ne farò una ragione e Zack tornerà con il gruppo così che saremo felici e contenti >>, dissi. << Ho fatto un vero casino perché volevo stare con te e vorrei che almeno ne fosse valsa la pena >>.
Sospirò. << Jack, io sono sempre stata sincera con te e quindi voglio esserlo anche adesso, voglio che tu sappia la verità >>.
Mi incuriosì con quelle parole, così, posando la chitarra a terra, mi preparai per sapere quella verità che mi spaventava un pochino. << Dimmi pure >>, la incitai.
<< Io ho scelto, Jack >>, mi annunciò.
Mi si serrò la gola e il cuore iniziò a battermi all’impazzata.
Aveva scelto.
Aveva scelto.
Me o Zack?
Me o Zack?
Se non ha scelto te non fa nulla, accetterai la sua decisione con coraggio.
Mi dissi mentre l’ansia continuava a salire facendomi sudare sette camice. Non fece una pausa così lunga ma a me sembrò che i secondi trascorressero in modo lentissimo, mi sembrò che tutto andasse a rallentatore solo per farmi morire di preoccupazione.
Quasi inconsciamente mi ritrovai ad incrociare l’indice e il medio così forte che dopo un po’ mi fecero male le dita ma non me ne importai, volevo che quelle due dita incociate mi portassero fortuna, volevo aggrapparmi a qualcosa che mi continuasse a dare speranza.
<< Ho scelto te >>.
Ho scelto te. Ho scelto te. Ho scelto te. Ho scelto te. HA SCELTO ME!
Avrei voluto mettermi a saltare come un matto, avrei voluto abbracciarla, abbracciare tutti quelli che mi stavano intorno, avrei voluto urlare, avrei voluto scoppiare a piangere dalla gioia, avrei voluto anche spaccare la chitarra, ma poi Alex avrebbe spaccato me quindi era meglio esprimere la mia gioia in un modo più tranquillo.
Alzai le braccia in segno di incitamento e urlai moderatamente: << Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii! >>.
Debbie scoppiò a ridere perché probabilmente sembravo buffo, ma non me ne importava, non mi importava più di nulla ormai, solo di lei.
<< È fantastico Debbie, mi hai reso l’uomo più felice del mondo! >>, esclamai.
<< Jack… >>.
<< Ma perché non me lo hai detto prima? Mi sarei risparmiato un viaggio disastroso in macchina nel quale stavo per morire insieme ad Alex! >>.
<< Ho scelto te, si, perché ti amo ma… non voglio che  gli All Time Low si sciolgano per sempre per colpa mia, non  voglio essere la responsabile della fine della vostra amicizia, non voglio avere questo peso addosso perché ci starei troppo male >>.
<< Gli All Time Low si rimetteranno insieme, non ti devi preoccupare >>, cercai di convincerla.
<< Se Zack saprà che io ho scelto te non vorrà assolutamente riformare il gruppo >>, ribattè.
<< Lo dovrà fare, se ne dovrà fare una ragione, se ti ama veramente  capirà che dovrà lasciarti libera di scegliere con chi stare >>.
Scosse la testa. << Io non voglio questo peso Jack, non voglio che tu soffra, non voglio che tutti voi siate tristi perché gli All Time Low non ci sono più, non voglio vivere con questo peso nonostante io ti ami con tutto il cuore >>.
<< Se mi ami allora non rinunciare a me >>.
<< Preferisco rinunciarci che vedere te e Zack separati per sempre >>.
Feci un bel respiro per calmarmi, poi guardandola dritto negli occhi dissi: << Debbie, tu sei la parte migliore della mia vita ed io non voglio per nulla al mondo rinunciare a te ora che so finalmente che anche tu mi ami >>, feci una pausa per dare un tono deciso alla mia voce. << Ti prometto che gli All Time Low torneranno insieme, parlerò io con Zack, farò in modo che capisca, lui non è cattivo, non ce l’avrà con te, ti perdonerà >>.
<< E se non perdona te? >>, mi chiese preoccupata.
<< Lo farà anche se forse non subito, ma con il tempo la ferita si richiuderà e tutto tornerà come prima >>.
Sospirò. << Non lo so >>.
<< Mi ami? >>.
Alzò lo sguardo verso di me sorpresa. << Si, te l’ho appena detto >>.
<< Faresti qualsiasi cosa per me? >>.
<< Certo >>, rispose convinta.
<< Allora ti prego, non mi lasciare un’altra volta, stai con me… e io ti prometto che andrà tutto bene >>.
Dopo qualche secondo di silenzio, annuì e sorridendomi disse: << Okay, va bene >>.
L’abbracciai riprovando quella meravigliosa sensazione di benessere e di felicità che per anni mi era stata privata e che per anni avevo cercato  con altre ragazze che però non mi avevano mai fatto provare nulla di simile a quello che mi faceva provare Debbie. L’amavo così tanto che avrei potuto fare qualsiasi cosa per lei senza mai pentirmene.
<< Ti prego, baciami >>, mi sussurrò all’orecchio.
Non me lo feci ripetere due volte. Posai le mani sui suoi fianchi e senza aspettare un minuto di più, la baciai trasmettendole tutte le emozioni che provavo in quel semplice contatto così intimo e così speciale.
 
Quando ormai la pace era fatta, tornammo tutti e quattro alla macchina dove Alex occupò subito il posto del guidatore ancora traumatizzato dal viaggio di andata che dopotutto non era stato così male, avevo fatto solo qualche curva troppo veloce e avevo investito un secchio della spazzatura, nulla di troppo importante!
<< Ora che abbiamo chiarito con voi, dobbiamo chiarire con Zack e Rian >>, disse Alex.
<< Io sono prontissimo >>, dissi stringendo la mano di Debbie.
Mi sentivo veramente pronto, ora che avevo Debbie con me potevo affrontare Zack, potevo convincerlo a tornare con noi. Ero al massimo della felicità e mi sentivo molto positivo, sentivo che da quel giorno in poi tutto sarebbe andato per il verso giusto e io sarei tornato a sorridere.
<< Veniamo anche noi? >>, chiese Stella.
<< No, mi dispiace, è una cosa che dobbiamo risolvere io e Alex >>, dissi facendo un sorriso di scuse sia a lei che a Debbie.
<< Si, tranquille, ce la caveremo a meraviglia >>, le rassicurò Alex che come me era felicissimo.
<< Non dovrei parlare anche io con Zack? >>, chiese Debbie. << Insomma… ha diritto ad una spiegazione e anche alle mie scuse, non voglio che smettiamo di salutarci, voglio che comunque rimaniamo amici anche se sarà difficile >>.
<< Ha ragione >>, concordò Stella. << E anche io devo far pace con qualcuno… >>.
<< Va bene, allora vedremo cosa fare >>, disse Alex.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > All Time Low / Vai alla pagina dell'autore: MikiBarakat96