Salve a
tutti! Ecco qua un’altra
one-shot, sempre Harry-Hermione, naturalmente.
La fanfiction
tratta soprattutto di Harry, dei suoi pensieri da ventiquatrenne (quelli
in
corsivo) e di quello che è accaduto un anno prima (la parte
scritta
normalmente); il tutto sulle note di “
Spero
possa piacervi e ringrazio
anticipatamente chiunque recensirà!
So di
essere stata parecchio assente, ma
con le vacanze di Natale spero di trovare più tempo per
scrivere sempre di più
e sempre meglio.
Grazie
ancora!
Drew
Freedom
of the Sunset
Il
vento soffiava impetuoso sul volto di
Harry. Dalla cima della collina, riusciva ad ammirare tutta la pianura
che si
apriva ai suoi piedi. Il tramonto non gli era mai sembrato tanto bello.
La luce
dorata del sole si stava
lentamente spegnendo creando, nel contatto con la terra, delle
splendide
sfumature arancioni e
rosse.
Teneva
i pugni chiusi e faticava a
tenere aperti gli occhi color smeraldo.
-…
non credi anche tu, Harry?- domandò Ron.
Harry
annuì, mostrando palesemente poca attenzione a
ciò che il suo amico stava
dicendo.
Ron
portò il suo braccio sinistro sulle spalle di Harry:
-C’è
qualcosa che non va? Forza Harry: domani avrai ventitrè anni!-
Già.
Era il 30 luglio. Il giorno dopo avrebbe festeggiato il suo
ventitreesimo
compleanno. Eppure si sentiva più grande. Avrebbe voluto
invertire le cifre, in
modo che rappresentassero davvero l’età che si
riconosceva addosso.
-Va
tutto bene, Ron.- declinò Harry, scostandosi
dall’amico.
Uscì
dalla sala da pranzo di casa Weasley.
Le feste non
gli piacevano più molto: tutta quella gente che faceva
avanti e indietro,
spostando bicchieri, piatti, rompendo cose… Non riusciva
più a sopportarla.
Camminò
per il cortile, proseguendo per un prato attiguo alla casa.
La
mano sinistra toccava l’alta erba che solleticava con indice
e pollice. Gli
piaceva quel fruscio che provocava con il suo passaggio.
Alzò
lo sguardo verso il sole: stava per tramontare. La luce inondava il suo
volto e
una sensazione di libertà lo indusse a seguire quei colori
così caldi.
Senza
nemmeno accorgersene, Harry iniziò a correre per il campo,
con i capelli al
vento, gli occhi chiusi e una grande voglia di urlare. E lo fece.
Urlò. Si fermò
e urlò al mondo che era libero. Libero di fare tutto quello
che voleva, libero
di stare male, libero di ridere, libero di amare. La sua voce
riecheggiò
nell’aria.
D’improvviso,
si gettò a terra, sull’erba alta.
I
felt for sure
last night
At once we said goodbye
No one else will know these lonely dreams
No
one else will
know that part of me
I’m still driving away
And I’m sorry
every day
I wont always love these selfish things
I wont always live...
Stop it...
Finalmente
era esploso.
Chiuse
gli occhi, con l’intento di apprezzare ancora meglio quella
leggerezza che
sentiva dentro.
Nessuno
avrebbe
mai potuto scoprire i suoi sogni. Nessuno
avrebbe mai visto quella parte di lui… nessuno
oggi lo saprebbe… se solo
lei non fosse esistita.
Riusciva
ad odiarla. Riusciva perfino a
desiderare di non averla mai incontrata. Poi, però, pensava
ad ogni momento che
avrebbe perso, ad ogni sua risata condivisa con qualcun altro, ad ogni
parola
rivolta a qualcun altro. Non poteva esistere qualcun altro. Esistevano
solo lui
e lei… prima.
Osservò
con attenzione il punto del
cielo in cui l’arancione si trasformava via via nel
blu del cielo.
Abbassò
lo sguardo.
Cadde
una lacrima.
-Ti
sarai mica addormentato,
Harry?-
Aprì
gli occhi. Della figura in piedi sopra di sé, riusciva a
distinguere solo i
riccioli castani e i grandi occhi nocciola: gli ultimi sprazzi di sole
lo
abbagliavano.
-No,
Hermione.- rispose sorridendo e mettendosi a sedere.
-Dai,
vieni. Ron ci starà dando per dispersi.- commentò
lei, volgendo lo sguardo verso
casa Weasley.
Harry
non si mosse.
-Avanti
Potter, muoviti!-
scherzò Hermione, afferrandolo per
un braccio. Iniziò a tirare in modo che si alzasse. Harry
prese a ridere
sonoramente. Hermione, subito dopo, scoppiò anche lei in una
fragorosa risata,
ma non si diede per vinta: continuò a tirare il braccio del
ragazzo, fino a che
lo stesso non si trovò costretto a reagire in qualche modo.
Cominciarono
a giocare insieme: Hermione non avrebbe mai mollato la presa,
nonostante
l’ostinazione di Harry per rimanere seduto.
Dopo
qualche minuto, Harry si alzò quanto bastava
perché Hermione iniziasse a
cantare vittoria, ma appena sembrò essersi definitivamente
messo in piedi, di
colpo, si sedette per terra, portando con sé anche Hermione.
It
was my turn to
decide
I knew this was our time
No one else will have me like you do
No one else will have me, only you
Scoppiarono
altre risate, l’una dopo l’altra. Harry, sdraiato
sulla schiena, con le braccia
dietro la testa, parlava con lei, continuando ad ammirare il cielo,
mentre
Hermione, poggiata sui gomiti, di fianco al ragazzo, lo fissava,
ascoltandolo.
Poi,
Harry vide per la prima volta un’immagine con non gli avrebbe
mai abbandonato
la mente: alzò lo sguardo e, in un istante, gli comparve
d’innanzi agli occhi
il volto di Hermione illuminato dal tramonto. I riccioli castani mossi
dal
vento, gli occhi nocciola più luminosi e la pelle dorata la
resero bellissima. Bella
come non l’aveva mai vista.
E
si spaventò. Volse immediatamente lo sguardo verso il cielo,
sperando che Hermione
non avesse colto la sua espressione in quel momento. Sperò
con tutto sé stesso
che quel dolore allo stomaco passasse.
Sperò di non
dovere più sentirsi stretto in una morsa ogni qualvolta la
vedeva.
Poi,
Hermione diventò improvvisamente seria e, dopo aver
strappato un filo d’erba,
chiese:
-Tu
che sogni fai, Harry?-
Tornò
a guardarla:
-Come?-
la domanda lo sorprese.
-Cosa
sogni?-
-Un
sacco di cose…-
-Quali?-
incalzò lei, -Cosa sogni a ventitrè anni?-
-Quasi
ventitrè anni.- precisò lui.
-Quasi
ventitrè anni…- ripeté.
-Non
lo so, Hermione…- si sedette ritto sulla schiena, -I sogni
di tutti, credo: una
famiglia, una sistemazione,…-
-No.-
lo interruppe lei, -Tu non faresti mai sogni così comuni.
Cosa sogni
veramente?-
Quegli
occhi nocciola presero a guardarlo intensamente, quasi volessero
a tutti i costi strappargli via dalle labbra la verità.
-Essere
libero.- rispose lui, -Libero dalle responsabilità, libero
dagli obblighi,
libero dalle costrizioni… So che è
banale…-
-No,
non lo è…- ammise Hermione, - Non dopo quello che hai
passato tu…-
You’ll
sit alone
forever
If you wait for the right
time
What are you hoping for?
I’m here and now I’m ready
Holding on tight
Don’t give away the end
The one thing that stays mine
-Tocca
a te, Granger…
Confessati!- scherzò Harry.
Hermione
rise:
-Io
non ho segreti, Potter…
E comunque tu sei molto più
interessante da analizzare…- concluse gettando via il filo
d’erba.
-Questo
fa di me un’ottima cavia da laboratorio, immagino.-
-Certo…
Sono anni ed anni che ti studio…-
-E
cos’hai capito?- chiese lui avvicinandosi di poco ad
Hermione.
-Ho
capito che, spesso, ti ostini ad ottenere cose che non puoi avere.-
finì in
tono serio.
-E
riesco ad averle?-
-Purtroppo
sì.-
Harry
non si aspettava una risposta del genere…
“Purtroppo sì”?
-Mi
hanno insegnato a lottare per vincere.- anche il ragazzo
diventò serio.
Gli
occhi di Hermione si ridussero a due fessure:
-E
quando perdi? Cosa succede?-
-Ci
sto male… è logico…
ma ho sempre ritrovato la forza di
continuare…-
-Forse
non sai perdere.- sentenziò Hermione.
Quest’ultima
affermazione toccò nel profondo Harry.
-Non
puoi dire una cosa del genere. Hermione, sai meglio di me quante
persone io
abbia perso…-
-Ma,
almeno una volta, hai mai mollato?- lo interruppe di nuovo lei.
-Mai.-
-Allora
non sai perdere, Harry.- concluse Hermione, prima di alzarsi.
La
ragazza iniziò a camminare verso casa Weasley, mentre
Harry fissava attonito l’impronta del corpo
dell’amica sull’erba.
-Aspetta!-
urlò Harry dopo essersi alzato anche lui. Percorse
velocemente pochi passi incontro a
lei e, afferandola per un braccio, la obbligò a
fermarsi, costringendola a voltarsi.
-Mi
stai dicendo che tu sai lottare?-
Hermione
lo fissò per un attimo:
-Ho
solo detto che tu non sai perdere.- puntualizzò.
-E
allora io ti dico che tu non sai lottare…-
La
ragazza sembrò, a sua volta ferita, da quell’affermazione.
-Lasciami.-
sibilò Hermione seccata, prima di riprendere a camminare.
Harry
corse verso di lei, superandola e, guardandola di nuovo negli occhi, le
disse,
camminando all’indietro:
-Tu
non hai idea di cosa voglia
dire lottare…-
-Devo
ricordarti chi c’era vicino a te
quando eri tu ad avere
bisogno?- lo interruppe
nuovamente.
-E
dimmi quante volte, allora, hai ottenuto quello che volevi.- la
sfidò Harry,
continuando a camminare.
Hermione
non rispose.
-Quindi
avresti lottato, ma poi alla fine non hai voluto prendere il trofeo,
giusto?-
Hermione
lanciò un’occhiata gelida ad
Harry, che, però, non
rimase intimorito.
-Deduco
allora che tu abbia tutto quello che vuoi…-
continuò il ragazzo in tono
pungente.
-No,
non ce l’ho.-
Ammise
la ragazza addolcendo lo sguardo. E di
nuovo quell’istantanea
comparve d’innanzi ad Harry.
Amazing
still it
seems
I’ll be 23
I won’t always love what I’ll never have
I won’t always live in my regrets
Il
ragazzo si bloccò, costringendo anche Hermione a fermarsi.
-Prendimi.-
le disse.
-Come?-
-Sono
qui. Sono pronto.
Prendimi.-
Hermione
pensò che Harry scherzasse, ma appena si scontrò
con i profondi occhi smeraldo,
seri più che mai, cercò di riprendere il cammino.
Harry
la bloccò per le spalle.
-Ascolta,
non so dove tu voglia
andare a parare, ma è davvero
meglio se rientriamo, Harry.- balbettò la ragazza, schivando
lo sguardo di lui.
-Sono
qui, Hermione.- insistesse lui.
Hermione
alzò lo sguardo: non poteva essere serio. Non doveva
essere serio.
-Devo
entrare, Harry.-
-Ascoltami,-
iniziò Harry prendendo il viso di Hermione tra le mani,
-tu, sei l’unica
cosa che considero mia… Se stai aspettando il momento giusto,
è qui. È questo. È
adesso… Non… non
buttare via il finale,
Hermione. Io voglio poter dire che ti ho vissuta. Nessuna
mi possiederà come tu sai fare.
Nessun’altra
mi possiederà, solo tu.-
E
dopo ciò,
Harry avvicinò le sue labbra a quelle di
Hermione…
You’ll
sit alone
forever
If you wait for the right
time
What are you hoping for?
I’m here and now I’m ready
Holding on tight
Don’t give away the end
The one thing that stays mine
Osservando
quel tramonto, ad esattamente
un anno di distanza da quel giorno, riaffiorarono nelle mente
di Harry, tutte quelle parole che finalmente era riuscito a dirle. Era
riuscito
a far emergere tutto ciò che provava per lei, a
esternarglielo, a farglielo
capire. Aveva finito di lottare contro ciò
che provava
e, per la prima volta nella sua vita, si era arreso, consapevole che da
quella
sconfitta sarebbe poi nata una vittoria più grande.
Con un
bacio, era riuscito a comunicare ad
Hermione che l’amava.
Lentamente,
le labbra di Harry toccarono quelle di Hermione.
Lentamente,
quell’incontro
così casto si trasformò in qualcosa di
sempre più passionale.
Lentamente,
si strinsero, si baciarono, si vollero vivere.
You’ll
sit alone
forever
If you wait for the right
time
What are you hoping for?
I’m here and now I’m ready
Holding on tight
Don’t give away the end
The one thing that stays mine
Ma,
purtroppo, anche adesso che
osservava il tramonto, rimaneva il rimpianto di ciò che
aveva fatto. Impresso
nella mente aveva anche il volto di Ron, che era giunto correndo verso
di loro
proprio in quel momento, proprio durante quel bacio.
E,
quando chiudeva gli occhi, sentiva
ancora il calore delle labbra di Hermione sulle sue che poi si
staccavano
improvvisamente dalle proprie.
Lei
aveva deciso di sedere da sola
per sempre, di allontanarsi, sia da
lui che da Ron.
-Per
capire ciò che voglio.- aveva
detto.
Lei,
l’unica che era riuscita a
leggergli dentro.
Osservò
di nuovo il tramonto e gli parve
ancora quell’istantanea.
Poi
sentì una mano sulla sua spalla.
Si
voltò e, prima di stringerla a sé,
riuscì a dire:
-Hermione.-
FINE