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Autore: _Sisters Crazy_    02/06/2013    46 recensioni
Nuova scuola, nuovi amici, ma soprattutto nuovi incontri.
E se non tutto andasse per il verso giusto?
E se gli incontri fossero più strani del solito?
Tutto può succedere e nulla può cambiare.
Una storia divertente e piena di strani incontri, giovani professori, migliori amiche, sport estremi, nuove conoscenze e tanti colpi di scena.
Storia Betata da Lady Viviana.
Trailer ufficiale: http://www.youtube.com/watch?v=N_FfPVFAzFQ&hd=1
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"Mai sottovalutare Ruby Evans..."
"Sei forte e determinata, davvero un bel bocconcino."
~
"Mi scusi! Vista la sua giovane età non avevo capito che fosse un professore."
"Per farmi perdonare le offro qualcosa se vuole. Sono il nuovo insegnante di musica"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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   Where it all began



Ruby's pov

Bene, eccomi di nuovo qui. Stessa classe, stessi compagni e stessa noia mortale.
Entrai in classe e mi andai a sedere al solito posto, vicino alla finestra: ero in una squallida aula scolastica dai muri scrostati, e pieni di frasi sconce e disegni poco pittoreschi, “pronta” per seguire le spiegazioni di matematica del signor Monroe. Per due ore. E io odiavo la matematica.
Bel modo per iniziare una giornata, vero?
La campanella non era ancora suonata, fortunatamente, e il professore non aveva ancora varcato la soglia perciò tutti i miei compagni di classe - se così si potevano definire- erano sparsi per l'aula intenti ad intrattenere amabili conversazioni.
Blah, troppa gente vicina. Non ero mai stata una tipa socievole, una di quelle ragazze tutto pepe con le lentiggini e i capelli rossi che saltellavano a destra e a sinistra per chiacchierare con tutta la scuola e non ero certo conosciuta come la più simpatica da quelli dell'ultimo anno. No, io avevo i capelli castani, la pelle liscia e diafana e gli occhi scuri che mantenevano sempre quell'espressione impenetrabile e menefreghista che tante volte avevo provato allo specchio per renderla perfetta e tenere così alla larga le compagnie indesiderate.
Finalmente, eccolo il suono tanto temuto: la maniglia della porta fu abbassata e i cardini poco oliati cigolarono, avvertendoci tutti dell'imminente entrata del nostro carceriere che avanzò con le sue polacchette in camoscio beige e i calzini neri ben visibili sotto i pantaloni eleganti color crema. La camicia rosa faceva a pugni con la cravatta nera e gli occhiali rossi e la sua cartella logora sembrava sul punto di rompersi da un momento all'altro, lasciando cadere tonnellate di compiti ed espressioni algebriche che poi si sarebbero sparse ovunque per la classe.

-Buongiorno, ragazzi.-
-Buongiorno, professore.-Dissero in coro gli altri, mentre io mi limitai ad alzarmi dalla sedia.
Ero stufa di quelle lezioni, stare chiusa per ore intere dentro quell’enorme aula mi faceva sentire un animale in gabbia; anche se erano passate solo poche settimane dall’inizio della scuola ma, a parer mio, erano già troppe: sembravano non finire mai.
Da quando ero lì, inoltre, non avevo fatto altro che creare problemi.

-Bene, oggi iniziamo un nuovo argomento, più difficile. Spero vi piaccia.- Disse euforico, appoggiando la sua valigetta sulla solita cattedra.
Io sbuffai svogliata, prendendo il libro dalla cartella e soffermandomi sulla pagina indicata.
-Signorina Evans, c’è qualcosa che non va?- Il Prof. Monroe, con la sua solita domanda, rivolta, come sempre, alla sottoscritta, richiamò la mia attenzione e quella di tutti i presenti.
-Per caso la lezione non è di suo gradimento?-
-No, è solo che… posso andare in bagno?
-Non abbiamo neanche iniziato, è così urgente? – Annuii.
-Allora si sbrighi e cerchi di non scappare … un’altra volta.-

Aprii subito la porta dell’aula e mi diressi verso i bagni femminili.
Avevo cercato molte volte di scappare, ma ero sicura che questa fosse l'occasione giusta. I bagni erano aperti e, prima di fare capolino verso la finestra, mi accertai che non ci fosse nessuno. Sgattaiolai silenziosamente verso una fessura e iniziai la mia missione.
Ovviamente avevo portato con me anche la mia piccola cartella e il professore non se n’era accorto.

Estelle's pov

Finalmente il professore di biologia aveva smesso di borbottare; pur sforzandomi, non riuscivo comunque a capire, troppo impegnata ad ascoltare il lieve rumore della mia pancia.
Mancavano solo pochi minuti all’ora di pranzo quando, improvvisamente, suonò la campanella per annunciare che dovevamo dirigerci in mensa. Dopo aver posato il libro di testo nella mia cartella, come al solito mi diressi da sola verso la porta. Ero nuova in quella scuola e conoscevo poche persone, praticamente quasi nessuno!
Erano stati molto carini con me, il primo giorno di scuola, ma, da quel momento in poi non mi avevano mai più rivolto la parola e non riuscivo ancora a capirne il motivo.
Quando entrai nella mensa, mi accorsi di essere in leggero ritardo.
Già tutti aspettavano con i vassoi in mano, cercando di racimolare qualcosa, ma pochi ci riuscivano. Aspettai qualche minuto sulla soglia, sperando che la folla si dissolvesse velocemente.
Con lo sguardo iniziai a cercare qualche tavolo libero fin quando non mi accorsi di Stacy che, con la coda dell’occhio, mi fissava arrabbiata. Iniziai subito a camminare dirigendomi verso un tavolo in fondo alla stanza, ma mentre cercavo di non urtare nessuno, Stacy,  silenziosamente mi fece lo sgambetto. Persi l’equilibrio e andai a sbattere contro il vassoio di un ragazzo che camminava tranquillamente, pieno di pasta al sugo, patatine e anche una bella macedonia di frutta: mi feci completamente la doccia con il suo contenuto, sporcandomi tutto il completo che indossavo.
Tutti i presenti iniziarono a ridere, soprattutto la snob che si stava sbellicando dalle risate insieme alle sue oche cotonate.
Senza guardare nessuno mi diressi subito verso i bagni, piangendo.

Anche se erano trascorse solo poche settimane da quando mi trovavo lì, già Stacy era riuscita a rendermi ridicola davanti all’intera scuola.
I corridoi biancastri erano vuoti e solo il mio pianto rompeva il silenzio.
Aprii subito la porta del bagno delle donne e mi fiondai dentro. Lo specchio rifletté subito la mia immagine: tra me e un pranzo completo al ristorante c’era poca differenza tanto che  il disegno sulla mia maglietta era quasi incomprensibile. Le punte dei miei capelli biondi si erano sporcate leggermente e i miei occhi azzurri erano sofferenti e tristi.
Poggiai distrattamente la schiena contro la porta di un bagno che accidentalmente si aprì e subito notai una strana sagoma, probabilmente una ragazza che, quando sentì il rumore della porta che si apriva, ritrasse la testa dalla piccola fessura e si girò verso di me con un'espressione alquanto infastidita.
Indossava dei jeans stretti, una maglietta a mezze maniche lilla, aveva dei lunghi capelli castani e  gli occhi tendenti al nero.
-Che cosa stai facendo?- Chiese infuriata, scendendo dal suo appoggio. Dalla sua espressione si capiva chiaramente che non era felice della mia intrusione.
-Scusami, non sapevo che fosse occupato.- Risposi intimorita. Mi fissò per poi accennare un sorriso.
-Ehi, non ti preoccupare. Non ti mangio, stai tranquilla.-
-Cosa stavi facendo?- Domandai, sperando di non aver esagerato.
-Credo sia ovvio … stavo cercando di scappare.-
-Scappare?-
-Si, hai sentito bene. Non sopporto di stare al chiuso, soprattutto se ci sono delle belle giornate di sole così .- Estrasse da una piccola borsa una scatolina gialla con dentro dell’insalata e iniziò a mangiarla.
-Si, ti capisco. Comunque perché mangi un’insalata? Nella mensa ci sono così tante cose buone. –
-Sono vegetariana, rispetto gli animali e perciò non mangio i piatti che ci rifilano in mensa.-
-Ah, ti capisco.- Iniziai a fissare con la coda dell’occhio la sua insalata, poiché avevo un certo languorino.
-Beh, come ti chiami?- Chiese lei, posando la forchetta e facendo una pausa.
-Il mio nome è Estelle Blake.-
-Io sono Ruby, Ruby Evans.-
-Si, mi sembra familiare. Tu sei quella che va ogni giorno nell’ufficio del preside?- Chiesi, prendendola alla leggera.
-Si, sono io in persona. E tu sei quella che si è trasferita qui da poco?-
-Si, però, come vedi, si sono già mostrati molto gentili.-
-Oh, non ti preoccupare, Stacy fa così con tutti. –Posò l’insalata nello zaino e si diresse verso la porta.
-Io ora devo andare, tu invece dove vai?-Chiese, aspettando un po’ sull’uscio.
-Veramente proprio oggi dovrebbero assegnarmi la mia stanza. Non è che ti andrebbe di accompagnarmi?-
-Ok, se proprio vuoi.-

Uscimmo dal bagno e ci dirigemmo verso la segreteria.
In quelle due settimane avevo dormito in una specie di stanzino, ma finalmente quel giorno mi avrebbero assegnato una stanza che avrei dovuto condividere con una mia coetanea.


  Hello people!
Siamo tornate con una nuova e fantastica storia insieme.
Si, siamo
Gossip1D e Simona0609! Per chi segue le nostre fanfiction già ci conosce.
Siamo molto fiere di questa ff e non vediamo l'ora di sapere un vostro parere.
Baci e alla prossima!

XxSisters crazy (si prega di non chiedere il perché  del nome :)
Trailer ufficiale:http://www.youtube.com/watch?v=N_FfPVFAzFQ&hd=1
Questo capitolo è stato betato da
Lady Viviana
   
 
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