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Autore: Blue Eich    02/06/2013    10 recensioni
«È stato un incidente, mi hanno spinta!»
«Non dire bugie, l'hai fatto apposta!»
Il verde alternò ancora più velocemente lo sguardo da una all'altra: la conversazione stava degenerando, ma non aveva idea di come calmare le acque.
«Ti giuro di no! Basta, mettiamo fine a questa storia: Drew, fai la tua scelta! Me o lei» sibilò Vera. Era diventata una questione di vitale importanza: c'era in gioco il suo orgoglio femminile.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Drew, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Comparison in Summertime
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Vera aveva deciso di approfittare della bella giornata per fare un salto in piscina, concedendosi una pausa da Gare e allenamenti.

Innanzitutto tirò fuori dalla borsa il suo telo rosa e lo stese sul pavimento. Canticchiando a bassa voce un motivetto allegro si sfilò la bandana e sgusciò via dai pantaloncini, veloce come un fulmine, buttandoci poi sopra anche la maglia dopo essersela levata.

Tolse infine calze e scarpe da tennis, rivelandosi così nel suo costume a due pezzi di un chiaro verde mela. C'era un motivo se, tra tutti quelli che possedeva, aveva scelto proprio il modello verde. Che bello, il verde! Il colore della natura e della speranza. Che era anche il preferito di qualcuno di sua conoscenza, per pura casualità.

Okay, si era cambiata. E ora? Giusto, la crema solare. La estrasse da una tasca dello zaino, iniziando a spalmarsene un po' dappertutto, perché non voleva rischiare di appisolarsi e ritrovarsi la faccia bicolore come quella di un Pancham.

Rimessa via la confezione, fu di nuovo indecisa e iniziò a pensare che fosse stato un errore andare lì da sola. Era presto, perciò dentro alle vasche non c'era anima viva e si sarebbe vergognata a essere l'unica a entrare. Diede un'occhiata nei dintorni: le poche persone che c'erano si riposavano, apparentemente immuni all'afa d'agosto. Per cui tirò anche lei fuori gli occhiali da sole e si stese, sperando di abbronzarsi un pochino sotto quel forte tepore.

 

«Rosè!»

D'improvviso una sagoma di germoglio in procinto di sbocciare, con due rose al posto delle mani, le fece ombra. La ragazza tirò su la montatura dalle lenti scure, portandosela tra i capelli come un cerchietto. Vide un Roselia sorridente che la scrutava e non fu difficile riconoscerlo.

«Ehi, ma tu sei il Roselia di Drew! Che ci fai qui? E il tuo padroncino dov'è?» gli chiese, speranzosa. Forse la giornata non sarebbe stata così monotona come credeva.

«Rosé, rosè!» rispose il Pokémon Spina, per poi puntare il fiore rosso in una direzione precisa. Andò così a indicare la sdraio del Coordinatore – che evidentemente preferiva pagare di più piuttosto che poggiare il suo asciugamano per terra in compagnia dei batteri. Stava immobile come una statua, a braccia incrociate dietro la testa, con un paio di occhiali da sole a goccia a dargli un'aria vagamente più accattivante. Chissà da quanto tempo era lì: forse poco, o forse la sua pelle rifiutava di abbronzarsi e sarebbe stato un ottimo candidato come protagonista di un film sui vampiri. Era sicura, comunque, che i boxer lilla che stava indossando fossero gli stessi di Isola del Crisantemo.

Quando si rese conto di averlo osservato di nascosto fin troppo a lungo, si rivolse di nuovo al mostriciattolo: «Sarà meglio che ritorni da lui, o si preoccuperà se vede che sei sparito… Posso venire con te? Ci terrei a salutarlo» ammise, congiungendo vergognosamente gli indici.

«Rosè rosè!» acconsentì lo starter, entusiasta dell'idea.

 

Vera si era dimenticata le infradito, perciò le conveniva camminare in fretta, per non scottarsi. Scelse di fare il giro accanto a una delle vasche, senza calcolare che lì la pavimentazione fosse più sdrucciolevole. Quando mancava poco all'arrivo, mosse un piede troppo veloce. Strinse le labbra, aspettandosi una dolorosa caduta di schiena sul marmo, ma prontamente Roselia girò come una trottola per spingerla in avanti con un leggero Petalodanza. Ciò che la Coordinatrice proprio non si aspettava, neanche un metro più avanti, era di sbattere contro il rivale, reggendosi alle sue spalle a mo' di ancora della salvezza. Il battito del cuore le ronzava prepotente nelle orecchie e riusciva a pensare solo alla mano di lui che le aveva circondato la vita con discrezione, impedendole un clamoroso scivolone. Un attimo prima era fossilizzato sulla sua preziosa sdraio, possibile che avesse deciso di alzarsi proprio in quel momento?

«Oh oh, guarda chi si fionda senza esitazione tra le mie braccia… Buongiorno, Vera» la canzonò, con un sorrisetto di scherno.

«Drew!» lo riprese lei, in un bisbiglio imbarazzato. «Grazie per avermi presa…» aggiunse, ancora schiacciata contro al suo petto nudo. Si sentiva piccola piccola, un Torchic smarrito, perché non immaginava che la situazione da pacata com'era prima potesse trasformarsi così. Prese un briciolo di coraggio, necessario a incrociare quei due magneti color smeraldo che aveva al posto degli occhi, come nei più smielati romanzi d'amore…

«Oh, ma tu guarda chi si rivede!»

A denti stretti, una ragazzina si infilò in mezzo ai loro corpi appiccicati, con tanta foga da riuscire a distanziarli.

Vera le rivolse un'occhiata truce, perché aveva scelto il momento peggiore della storia per intromettersi. Senza dubbio apposta, perché era palese che quell'aria da innocente fosse tutta recitazione, da come sorrideva, da come parlava, persino da come allacciava le mani dietro la schiena. Fastidiosamente falsa.

Una falsità che Drew parve non vedere, dal modo gioviale in cui le sorrise di rimando, perché non poteva lasciare che la sua fan numero uno pensasse che nella vita di tutti i giorni era scostante o maleducato. «Brianna, è un piacere vederti» la salutò infatti poco dopo.

La rossa mostrò un sorrisino inebetito, per la gentilezza che il suo idolo le aveva riservato. «Anche per me! A quanto pare abbiamo scelto tutti la stessa giornata per prenderci una pausa.»

«Quando si dice coincidenze fortunate…» borbottò Vera, con un'ironia sgradevolmente aspra come una Baccalemon, che nessun altro colse. Adesso avrebbe preferito trovarsi ancora sul suo telo a prendere il sole, o addirittura di essere andata al fiume, per giocare in tutta tranquillità con i suoi Pokémon. Si sarebbe senz'altro divertita di più, evitando di finire in una situazione del genere e di pagare l'entrata della piscina. Era sul punto di girare i tacchi e andarsene con il broncio, ma non era sicura che Drew l'avrebbe trattenuta e non si fidava a lasciarlo solo con lei neanche un minuto.

«Uh! Drew, che bel costume indossi, ti sta davvero bene!» esclamò lei, sempre con un sorriso sornione sul viso.

«Oh, ti ringrazio» rispose lui, fintamente lusingato, tirando indietro la ciocca ribelle che gli ricadeva sulla fronte. La castana fece una smorfia di fastidio: il solito vanitoso.

«Una curiosità: quale costume preferisci, il mio o quello di Vera?» chiese la rossa, di punto in bianco, senza smettere di sorridere innocentemente.

«Ehm, non saprei…» rispose il chiamato in causa, evasivo. Era una di quelle domande sciocche e dannatamente pericolose, perché qualsiasi cosa fosse uscito dalla sua bocca rischiava di offendere senza volerlo una delle due, che avrebbe potuto rinfacciarglielo per mesi o addirittura anni a ogni buona occasione. Ora che vi prestava attenzione, comunque, il costume di Brianna era intero, di un pallido giallo e con graziose balze bordeaux, che di sicuro le aveva comprato la madre nel reparto bambine di un centro commerciale con l'arrivo dei saldi. Non dovevano dimenticare che era più piccola di loro, al di là dell'impegno che metteva sul palcoscenico.

«E dai, siamo curiose di sapere cosa ne pensi. Giusto?» insistette ancora lei, scoccando un'occhiata complice a Vera, che annuì adagio, non avendo scelta – e poi era curiosa per davvero. Non poteva essere una coincidenza che proprio per quel giorno avesse scelto un costume del colore preferito di Drew, calcolando che appena arrivava in una nuova città vicino al mare ne comprava sempre uno nuovo, convinta di non averne mai abbastanza.

«Hm…» Il ragazzo continuò a spostare lo sguardo da una all'altra, per far credere loro di essere tremendamente indeciso e di starle valutando, mentre in realtà pensava a un modo per uscire da quella scomoda situazione senza essere buttato in acqua o ricevere ceffoni.

«Tanto mi pare scontato che sceglierà il mio!» si pavoneggiò la rossa, con una mano dietro la testa e un piede più avanti dell'altro, a occhi chiusi.

Vera non perse tempo e, anche se goffamente, imitò la sua posa. «Fossi in te non ne sarei così convinta.»

«Oh, andiamo, il mio è più fashion. Si vede lontano un miglio!» ribatté l'altra, che aprì una palpebra per rivolgerle un'occhiataccia critica.

«Quello per te sarebbe fashion? Io non ci vedo proprio niente di niente!»

«Allora mettiti gli occhiali, carina, non hai un briciolo di stile!»

«Ma fammi il piacere, senti chi parla: tu non sai manco cosa sia lo stile!» sbraitò ancor più furente la Coordinatrice di Hoenn, che non aveva intenzione di lasciarsi insultare gratuitamente da una ragazzina più bassa di lei di almeno quindici centimetri. Piantò le braccia lungo i fianchi, scambiando con la rivale in amore uno sguardo di sfida. Era dolce, ingenua e tutto quanto, ma quando qualcuno la innervosiva era capace di infuocarsi come il suo Blaziken dalla rabbia.

«Per portare un costume simile bisogna avere classe e coordinazione, non per niente su di te quello stona!» affermò la rossa, puntandole l'indice contro.

«Che presuntuosa! Io molta più grazia, dolcezza ed eleganza di te!»

«Uh, sì, così tanta grazia ed eleganza che prima, casualmente, sei scivolata proprio tra le braccia del mio Drew!» insinuò, innegabilmente gelosa che non fosse capitata a lei una tale fortuna.

«È stato un incidente, mi hanno spinta!»

«Non dire bugie, l'hai fatto apposta!»

Il verde alternò ancora più velocemente lo sguardo da una all'altra: la conversazione stava degenerando, ma non aveva idea di come calmare le acque.

«Ti giuro di no! Basta, mettiamo fine a questa storia: Drew, fai la tua scelta! Me o lei» sibilò Vera. Era diventata una questione di vitale importanza: c'era in gioco il suo orgoglio femminile.

«Ragazze, mi mettete in difficoltà, sono entrambi splendidi…» improvvisò il Coordinatore, con la vana speranza che i complimenti funzionassero.

«SCEGLI!» Le due, con espressioni assassine, gli piombarono a pochi millimetri dalla faccia e a lui sembrò di vederle ingigantirsi così tanto che avrebbero potuto schiacciarlo con un dito.

Con una grossa goccia sul capo, indietreggiò. «Ne ho abbastanza!» gridò infine, al limite della sopportazione. Tirò fuori dal nulla due rose rosse, ficcandone una in mano a entrambe, prima di girare i tacchi e piantarle in asso.

Regnò per un attimo il silenzio, attenuato solo dagli schiamazzi dei bambini lì attorno.

«La mia rosa è più bella!» sostenne capricciosamente Vera, mentre Brianna rispondeva con un'infantile e isterica linguaccia.



 

tumblr-inline-o1jhnqv-CNI1rast2i-100 Hola!
Che dire? Ero indecisa se far finire tutto così, ma tenete conto che l'ho scritta mesi fa ispirandomi a un mio sogno. (Sì, io sogno Brianna e Vera che si litigano Drew in piscina, con quell'esatto dialogo delirante sul fashion eccetera eccetera).
Vi aspettavate scegliesse Vera, eh? Penso sia abbastanza alternativo come finale!
Alla prossima!
-H.H.-
P.S. Brianna è un po' OOC, lo so! Ma mi serviva così.
P.P.S. Lo so, il Roselia di Drew si è evoluto in Roserade. Ma io volevo Roselia, sia chiaro che l'ho messo apposta!
 
   
 
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