Silenzio.
Nient’altro che silenzio. Il silenzio era tutto
ciò che Jared sentiva e provava da quando Kami aveva
spezzato il loro legame.
Un silenzio che odiava, perché era tutto ciò che
gli restava di diciassette
anni di legame. Perché significava che Kami non era diversa
da tutte le altre
persone che aveva incrociato sulla sua strada. Era esattamente come sua
madre.
Non lo aveva venduto alla polizia, ma comunque lo aveva
venduto… alla sua
famiglia. Per essere libera. Quello che provava era esattamente quello
che
doveva provare un riscatto.
Era stata lei a scegliere di tagliare il loro legame. Aveva
odiato quel legame fin dal primo istante in cui si erano incontrati.
Odiava
lui.
E gli aveva mentito.
Gli aveva detto che sarebbe stata per sempre con lui, e poi
alla prima occasione aveva spezzato il loro legame.
Era
furioso, infuriato, e stare sdraiato sul letto a fissare
il soffitto non aiutava. Pensare non aiutava. Non era la prima volta
che era
così furioso. Quella
era la prima
volta in cui era da solo ad affrontare la sua rabbia. Prima aveva Kami.
In quel
momento era Kami la ragione dietro la sua furia.
Era stata lei a fargli questo. Aveva danneggiato qualcosa di
più del loro legame. Aveva spaccato la sua anima a
metà. Jared aveva provato un’angoscia
così profonda da avere bisogno che Kami provasse la stessa
cosa.
“Non sei niente di
speciale.”
Sapeva
che quelle erano le parole di cui lei aveva più
paura. Lo sapeva e le aveva usate, perché voleva ferirla
come lei aveva fatto a
lui. Aveva detto quelle parole. Aveva sentito il dolore di lei, anche
se non
avrebbe dovuto. Aveva visto quello stesso dolore negli occhi di lei,
quando si
era voltato e l’aveva lasciata da sola. Sola come lui, grazie
a lei.
Sapeva perfettamente che l’avrebbe ferito. Lo sapeva.
Gliel’aveva
già detto che non voleva perdere il loro legame. Le aveva
fatto sentire la sua
rabbia quando ne avevano parlato.
Non gli poteva fregare di meno che l’avesse fatto per
salvare i suoi amici. Lei era tutto per lui – il loro legame
era tutto il suo
mondo – e pensava che per lei fosse lo stesso.
E aveva scoperto che non era per niente come credeva.
Lei
considerava sacrificabile il loro legame, come se non
significasse niente. Come se fosse soltanto un fastidio. Sì,
lo era. Sapeva che
lo era, sempre di più da quando non erano più due
immaginari sconosciuti che si
parlavano nella mente. Da quando erano due persone reali che si
vedevano tutti
i giorni.
Ma non significava che fosse sacrificabile! Non significava
che la sua decisione non avesse causato un dolore insopportabile ad
entrambi.
Era stata lei a sceglierlo. Era stata lei a scegliere di
soffrire. Era stata lei a scegliere di condannarlo alla solitudine. Lei
aveva i
suoi amici, mentre lui… lui era completamente solo.
Odiava
Kami.
Meritava
tutto quello che poteva farle passare. Tutte le
bugie a cui poteva pensare per farla sentire come se una motosega la
stesse
tagliando viva. Meritava di pensare che non gli importasse nulla.
Meritava di credere che lui pensasse che non fosse nulla di
speciale.
Niente di più lontano
dalla verità.
La odiava. Gli importava
di lei. E quello significava
che lei
sarebbe stata speciale per sempre.
Questa storia, che mostra quello che credo abbia pensato Jared dopo il finale di Unspoken, nasce un po' come una sfida a me stessa, l'ho scritta sul treno andando a lavoro... in inglese. Per il contest che Sarah aveva indetto per regalare 4 copie ARC di Untold. I risultati non sono ancora usciti, ma visto che sono madrelingua italiana e non inglese direi che non mi aspetto di vincere ^___^
Ringrazio il solito club di lettura con cui ho condiviso il mal di cuore causato da questo romanzo, che amo da impazzire e ringrazio voi che avete letto questa storiella (se lascerete un pensierino tra le recensioni il ringraziamento è doppio).
Un bacio
K.