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Autore: BellatrixLestrange96    02/06/2013    6 recensioni
Annabeth e Percy si sono finalmente messi insieme. Crono è stato sconfitto, Luke si è sacrificato per salvare il mondo. Ma qualcosa sta accadendo al Campo e la vita non solo di Annabeth e Percy, ma anche di altri semidei del campo sta per cambiare per l'eternità.
"Lei è tutto per me. Sentivo di amarla dal primo momento che l'ho vista, ma ero troppo ottuso per capirlo. Ora però lo so e non voglio perderla."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Percy trascorse in infermeria i successivi tre giorni. Aveva la maglia e i capelli ancora più arruffati del solito. Era stanco e triste. Nico non aveva avuto alcun e miglioramento nonostante Argo passasse tutto il giorno a medicarlo. Il problema maggiore era che non sapeva nessuno quale malattia, maledizione, sortilegio avesse contratto durante la missione. C’erano poche persone che potevano saperlo: Annabeth, ma era svanita, la semidea, anche lei volatilizzata, Nico, in stato di zombie e Grover, che stava chissà dove a rintracciare l’odore di Annabeth e dell’altra ragazza. Percy cercava disperatamente una soluzione. Odiava quando la situazione non era sotto il suo controllo. Ebbe varie idee per scoprire la verità: gettare Nico in mare e, usando i suoi poteri, sperare in un suo risveglio, andare con Blackjack alla ricerca di Annabeth, andare da Apollo e chiedergli di curare lui stesso Nico essendo dio della medicina (ma forse poi Argo si sarebbe offeso..), ammassare il maggior numero possibile di lattine per attirare Grover.. Ma mentre stava formulando tutte queste ipotesi entrò Chirone e dietro di lui un satiro, con un occhio nero e un taglio non molto profondo sulla zampa sinistra. “Grover! Come stai? Cosa è successo?” Grover sorrise leggermente verso Percy barcollando fino alla prima sedia che incontrò. Di solito saltellava per raggiungere le cose, ma la ferita gli bruciava moltissimo, anche se lui cercava di nasconderlo mordendosi il labbro inferiore. Appena si sedette tutti aspettarono il suo resoconto. Grover fece un respiro profondo ed elargì:”Non chiedetemi chi fosse quello che ci ha attaccato. Non so se fosse un dio, un titano, un mostro o altre cose paurose. So soltanto che avevamo trovato la semidea ed Annabeth le stava spiegando chi fossimo e cosa stavamo facendo lì. Non appena comprese di essere una mezzosangue, lui arrivò.” Grover si rabbuiò per un istante. Poi continuò: “Nico evocò alcuni spettri, mentre Annabeth tirò fuori la spada e iniziò a cercare di respingerlo. Io tentai di incantarlo con il flauto che mi ha regalato Pan, ma quell’essere mi ignorò completamente. Il suo obiettivo era uno solo: la semidea.” Percy interruppe il suo discorso:”Sapete per caso chi sia il suo genitore divino? Magari è figlia di uno dei Tre Pezzi Grossi.” Grover fece un cenno di dissenso con la testa: “No. Nei miei anni di lavoro ho fiutato te, Talia, Nico e Bianca e conosco bene l’odore che emanate voi figli dei Tre Pezzi Grossi. Quella ragazza aveva un odore particolare, che non avevo mai sentito prima.” Chirone si intromise nel discorso:” Se ha un odore diverso da quelli che hai fiutato non può essere figlia né di Atena, né di Ermes.” Grover annuì. “Ma allora perché interessava così tanto a quell’essere?” chiese Percy serrando i pugni. “Forse lavora per qualcuno di più…importante” ipotizzò Grover. “Comunque, l’essere superò con facilità gli spettri evocati da Nico e con un solo colpo lo scaraventò contro una parete rocciosa. Poi andò verso la semidea ma Annabeth si mise davanti. Avrebbe potuto metterla fuori combattimento in mezzo secondo ma si voltò verso di me, sorrise con un ghigno crudele e disse <> Poi prese Annabeth e la semidea e si volatilizzò.” Grover stava per scoppiare a piangere. Si era sentito impotente non essendo riuscito a proteggere nessuno. Lui era un satiro custode ed era stato investito del potere di Pan! Ma l’unica cosa che era riuscito a fare in quel frangente era stato non svenire urlando:”CIBOOOOO!” Percy, che aveva un legame empatico con Grover, sentiva cosa stava provando e lo tranquillizzò:”Non è colpa tua Grover. Non sapevi chi fosse quell’essere, probabilmente neanche Annabeth lo aveva mai visto.” Grover sorprese tutti “Credo che lei sapesse chi era. Lo guardava confusa. Gli disse che lui doveva essere morto e non doveva prendersela con i semidei.” Percy non capiva più nulla. Grover non era stato molto preciso sull’accaduto. Non era riuscito a descrivere quell’essere, né aveva spiegato bene le dinamiche dell’incidente di Nico. Infine Grover concluse il suo resoconto:” Dopo che Annabeth, la semidea e quell’essere furono svaniti, mi avvicinai a Nico e tentai di svegliarlo. Lui restò immobile. Perciò controllai che non fosse ferito alla testa e, con grande sorpresa, notai che non presentava alcun tipo di taglio, bozzo, corno. Pertanto, decisi di portarlo al campo, ma quando arrivai all’ingresso, lo lasciai sotto il controllo del drago che controlla il Vello e, avendo fiutato di nuovo quell’essere, cercai di rincorrerlo, senza alcun successo.” Argo, che aveva ascoltato tutta la storia, controllò la testa di Nico ed era vero: nessun tipo di ferita. Eppure Grover aveva detto che quel mostro con un sol colpo aveva fatto sbattere Nico contro una parete rocciosa. Se fosse stato davvero così, anche il figlio di Ade avrebbe avuto un taglio, non mortale, ma una minima ferita sì. Poi, se avesse dato un forte colpo, sarebbe poi sicuramente rinvenuto dopo un giorno, due al massimo. Erano circa cinque giorni che versava in quello stato. Percy non riusciva a capire. Tutti questi elementi non combaciavano tra loro. La verità era ancora troppo intricata per essere scoperta. Alla fine Chirone, che aveva meditato con fare cupo per tutta la parte finale del discorso di Grover, disse:” So cos’è quell’essere che hai visto. So cosa ha ridotto Nico in questo stato. E penso di aver capito chi è il genitore divino di quella ragazza.” I suoi occhi sembravano osservare il nulla. La coda si agitava freneticamente e, ogni tanto, il suo corpo equino aveva un sussulto. Percy vide Chirone seriamente preoccupato, ma non riusciva ancora a capire il motivo di tale ansietà. “Allora Chirone…diccelo. Potremmo non avere ancora molto tempo per salvarle.” Chirone guardò Percy e disse:” Credo che salvarle sarà il minore dei nostri problemi.” Poi si rivolse a Grover “Dove vi trovavate quando è avvenuto tutto questo trambusto?” Grover provò a ricordarlo, ma la sua mente era come offuscata da qualcosa e Percy riusciva a percepirlo. “Mi dispiace Chirone, non lo so” Chirone allora si avvicinò al satiro, lo guardò fisso negli occhi e disse:” Cerca di ricordare solo questo; era una stanza ampia, rocciosa e velata da della nebbia?” Grover strabuzzò gli occhi, come se adesso tutto tornasse. “Sì, era proprio così. Credo di ricordare…forse eravamo a Seattle quando ci siamo finiti dentro.” Grover sembrò soddisfatto di aver finalmente aiutato di più. Chirone indietreggiò e sembrò terrorizzato. “Bene, ora non ho più alcun dubbio.” Iniziò. “Quella era la reggia di Ecate, la dea della magia. Per questo non riesci a ricordare esattamente come era fatto quell’essere; la dea deve averlo modificato usando il suo potere. Quello non è né un dio, né un titano, né un mostro. Quello è un satiro.” Percy, Grover e persino a Argo rimasero a bocca aperta. Bè, diciamo che Argo strabuzzò solo gli occhi. Grover balabettò:” Ma i satiri sono buoni, non rapiscono i mezzosangue e non li feriscono mortalmente.” Chirone spiegò:”Tu hai detto che era interessato particolarmente alla semidea e che ha scaraventato Nico contro le rocce. Non l’ha lanciato, ha suonato il suo flauto e l’ha ibernato. C’è solo un satiro che ebbe un pessimo rapporto con gli dei e che avrebbe quindi un ottimo motivo per averle rapite.” Percy e Grover non continuavano a comprendere. “Molti secoli fa, Atena amava suonare un flauto, che lei stessa aveva inventato. Ma quando lo suonava, le sue guance diventavano purpuree e si dilatavano. Perciò Era ed Afrodite cominciarono a prenderla in giro.” “e Atena si arrabbiò scommetto.” Disse Percy. “Esatto. Quindi gettò il flauto giù dall’Olimpo e un satiro lo trovò. Iniziò a suonarlo e tutti lo acclamavano per la sua bravura, tanto che alcuni credevano fosse più bravo di Apollo, il dio della musica. Apollo, giustamente, si infuriò.” Percy si intromise nuovamente nel discorso:”Ho incontrato Apollo una volta, non è un tipo molto suscettibile.” “Ti sbagli Percy. Tutte le divinità si sentono offese e arrabbiate quando un essere inferiore a loro si definisce migliore e di solito si vendicano in modo veramente crudele.” “Come Atena con la storia di Aracne” ricordò Grover. “Esatto. Apollo quindi propose un confronto: il satiro avrebbe suonato il flauto, Apollo la lira, mentre le Muse avrebbero scelto il vincitore. Le Muse decretarono un pareggio tra i due sfidanti. Apollo non soddisfatto pretese che gli sfidanti dovessero cantare e suonare allo stesso tempo cosa ovviamente impossibile con il flauto. Ma il satiro, superbo, accettò e, ovviamente, perse la sfida. Apollo quindi lo punì duramente facendolo scorticare vivo.” Grover, per poco, non svenì. “Ma è terribile. E poi come può essere lui quello incontrato da Grover se è morto secoli fa?” chiese Percy. “Ecco perché sono preoccupato. A quanto pare i morti stanno iniziando a risorgere. Guarda caso il primo ad essersi svegliato, appunto questo satiro, si è risvegliato quando c’era un figlio di Ade, una figlia di Atena, la dea che costruì il flauto che lo portò alla morte, e una figlia di Apollo.” Percy stava tremando. “Ma quindi qual è il nome di questo satiro?” Chirone scandì con lentezza il nome:” Si chiama Marsia e, secondo me, vuole vendetta.”



FINE SECONDO CAPITOLO:

Allora ragazzi, grazie per tutti i commenti positivi! Cosa ne pensate di Marsia? Conoscevate già la sua storia? Fatemi sapere qui o su Twitter (@GiulsBlack)
  
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