Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: M_HF    02/06/2013    0 recensioni
Lui la guarḍ con insistenza, c'era qualcosa nel suo sguardo che le incuteva timore. Forse era la consapevolezza di non cososcere veramente bene l'uomo che stava imparando ad amare. Forse era anche lei, come tutti gli altri, legata al passato di quel bellissimo uomo. Un mistero era avvolto intorno a lui, alla sua vita. Coś bello eppure coś letale. Forse la paura che restava viva negli altri nonostante tutti questi anni stava proprio nella sua bellezza. Nella sua perfezione. Nella sua oscurità. Coś bello eppure coś pericoloso.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Correva scoordinata, le braccia ondulanti sbattevano contro i fianchi, il cuore a mille e le gambe che tremavano. Si sentiva carica nonostante la paura, era decisa a farcela per fuggire da lui. Correndo sentiva il vento tra i capelli che le tagliava il viso, andava involontariamente contro le persone e gli oggetti ma non si fermava. L’adrenalina le scorreva nelle vene dandole l’impressione di non sentirsi stanca, la mente era annebbiata e registrava un solo pensiero, un solo ordine: scappare, scappare lontana da lui. Sapeva che se avesse passato un solo momento in più con quel ragazzo, bello sì ma sicuramente pericoloso, sarebbe ricaduta nei suoi stessi errori. Dopo i mesi passati in ospedale per disintossicarsi si era promessa una cosa, aveva detto a se stessa che sarebbe cambiata che non si sarebbe più lasciata abbindolare da ciò che visto da lontano luccica ma da vicino è nero. Perché è così che lei vedeva il mondo dei ragazzi più grandi che tornano all’alba dalle feste in spiaggia sulle loro enormi moto fumando e sentendosi bene. Una volta entrata anche lei in quel giro si era resa conto di quante stupidate si era detta e di quanto sbagliata fosse la sua visione del mondo. Quei ragazzi erano il male. il male o le suo vittime. E Harry era come loro, se ne era accorta giusto in tempo. Così non demordeva e continuava a correre. Corse per tre isolati fino ad arrivare stremata in un parchetto vuoto e vecchio. Si lasciò cadere su una panchina cercando di riprendere fiato e di calmarsi. Lasciò andare la testa all’indietro, fece un respiro profondo e chiuse gli occhi. L’adrenalina stava scomparendo dal suo corpo e iniziava a sentire i muscoli bruciare. Respirò ancora e riaprì gli occhi. Quanto era lontana da casa? Un bel po’ questo era sicuro. Il sole stava calando, doveva muoversi. Raccolse le sue cose, le poche forze rimaste e si alzò goffamente dalla panchina. Era pronta per ripartire quando qualcosa attirò la sua attenzione, una macchina nera era appostata proprio davanti a lei. I finestrini oscurati abbassati a metà lasciavano intravedere un folto ammasso di ricci che ricadevano delicatamente su un paio di occhi verdi tirati in un sorriso. lo riconobbe subito. Era lui, Harry. “ Merda” pensò “Ora che faccio?”. Pensò in fretta e decise di spostarsi qualche ciocca di capelli sul viso lasciando che il profilo sinistro del suo volto scomparisse tra le morbide onde castane. Tenne lo sguardo fisso a terra cercando di muoversi senza fare rumore. Iniziò a camminare con cautela sentendo le foglie scricchiolare piano sotto al suo peso leggero, continuò ad avanzare con le gambe che tremavano ed il corpo rigido. Iniziò a faticare nel restare in equilibrio, avrebbe voluto accasciarsi a terra e sprofondare nel terreno, aveva troppa paura. Appena cercava di rilassarsi un po’ le tornavano alla mente i movimenti di Harry, la sua sfacciataggine, le sue labbra piene, il suo tocco invadente e ciò che la spaventava maggiormente, le sue mani sulla sua pelle. Il modo in cui lui la teneva ferma premuta contro l’auto incurante della gente che passava e che li guardava curiosa, il suo atteggiamento rude e dominante , la sua gigantesca statura. Se lei non fosse scappata probabilmente l’avrebbe ferita. Alzò lo sguardo quel poco che bastava per visualizzare l’uscita del parco, si strinse nella giacca appena gli alberi vennero mossi dalla fredda brezza odorosa di pioggia, era insolito che facesse così freddo durante una serata di fine Aprile, sembrava inverno. Riprese a ragionare, magari non era lì per lei. Forse stava aspettando un amico. Comunque mancava poco alla fine della strada dove si trovava la fermata del bus che, fortunatamente, stava per passare. Ce l’avrebbe fatta. Allungò ancora di più il passo saltando abilmente un piccolo fosso , continuò con un andatura piuttosto veloce, si sentiva ormai salva quando un muscoloso braccio le afferrò i polsi costringendola a fermarsi. Le si bloccò il respiro, era come congelata in quella stretta d’acciaio. Delle grosse mani la fecero ruotare su se stessa dando così la possibilità ad un paio di occhi di scrutarla con attenzione. “ Non male” disse una voce calda e roca. “ Mi piace il tuo corpo” aggiunse sorridendo. “ Lasciami andare “ urlò lei cercando di divincolarsi dalla presa di Harry, che però era decisamente più forte di lei. “ Non ti agitare” ridacchiò lui visibilmente divertito, “ Non voglio farti del male dolcezza” le disse guardandole intensamente il sedere. “ Avevo notato” continuò tenendo sempre lo sguardo fisso sul suo fondoschiena “ Che eri nei guai, sai tutta sola, di sera, lontana da casa.” Si avvicinò cauto, “ Così passando, per caso stai tranquilla, per di qui e vedendoti così stanca e sconsolata ho pensato di venirti a dare una mano” Le soffiò delicatamente sul collo stringendola possessivamente conto il suo petto. “ E, sempre se sei d’accordo, “ Proseguì affannando “ Potrei portarti prima a fare un giro” concluse malizioso. “ T-ti prego vattene” Sussurrò lei tremante. Harry continuava a stringerle il posteriore con insistenza e a far scorrere la mano sulla sua coscia provocandole piccoli brividi. I suoi polsi erano ancora chiusi nella stretta di Harry il quale li stringeva così forte da farle male. Non sapeva cosa fare. Ad un tratto Harry iniziò a mordicchiarle la pelle del collo mordendo e succhiando frettoloso, sui punti arrossati ,nei quali il sangue si era fermato e si stavano creando delle grosse macchie violacee, lascava scorrere la lingua in modo da poterle provocare un po’ di sollievo dopo il dolore dei morsi. Quando si staccò, ammirando soddisfatto l’enorme macchia viola e dolorante che le aveva lasciato sul collo, lei stava quasi per svenire. Era rimasta ferma,rigida e spaventata. Il suo colorito era diventato pallido cadaverico, il suo piccolo corpo tremava tra le grosse mani da Harry che la toccavano senza rispetto. “ Ecco fatto piccola, ti piace?” le disse sorridendo. “ Lasciami ti prego “ rispose lei con lo sguardo colmo di panico, si lasciò cadere a terra accasciandosi ai suoi piedi senza forze, terrorizzata. Si raggomitolò sull’erba bagnata muovendosi lentamente in avanti e in indietro sussurrando frasi supplichevoli. Dopo un momento di sbalordimento Harry la tirò su lentamente, con estrema delicatezza, come se fosse un pacco fragile che si può spezzare al minimo impatto. Lui era davvero sbalordito dal comportamento di lei, lo era perché non sapeva ciò che lei aveva passato e quante volte aveva incontrato uomini come lui, pronti a tutto pur di lasciare un loro segno sulla sua pelle, una loro traccia nella sua mente. “ S-scusa “ balbettò lui ricominciando a stringerle i polsi, questa volta per sorreggerla. “ Mi stai facendo male Harry” disse lei sofferente indicando con lo sguardo i polsi colorati di rosso, lui la lasciò subito andare come se non si fosse reso conto di starle provocando davvero tanto dolore. Marylin si strofinò le braccia che finivano con una zona rosso fuoco sulla quale c’era l’impronta di paio di grosse dita. Harry sì avvicinò facendo ombra su di lei, le prese la mano e controllò il grosso livido facendo combaciare le sue dita con l’impronta sulla palle di Marylin, la guardò negli occhi e il suo sguardo era triste, sembrava completamente abbattuto e deluso. Le stava chiedendo sinceramente scusa ma non attraverso le parole, con lo sguardo. Le cosparse il braccio di piccoli baci salendo fino alla spalla, quando raggiunse la mascella le piegò la testa da un lato per avere più spazio. Continuò a baciarle il collo soffermandosi sul succhiotto mordicchiato che dominava la scena, appena lo sfiorò lei sussultò. Le faceva male. Harry si staccò subito per non provocarle altro dolore, la guardò sconsolato e le disse “ Andiamo ti riporto a casa.”
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: M_HF