Superficie di terreno appositamente attrezzato per il decollo, l'atterraggio, la sosta, il rifornimento e la manutenzione degli aeroplani, fornito di uffici e strutture per l'organizzazione del traffico aereo.
Solita definizione che dice il dizionario.
Io lo definirei più un luogo dove vedi gente che viene e gente che va.
Gente che piange e gente che ride.

Ed io non sapevo in quale dei due casi ero.
Ero triste.
Non potevo negarlo, il mio compagno d’avventure, quel ricciolino dagli occhi inconfondibili verde smeraldo, stava per partire.
Già, stava partendo.
Partendo per un tour .
Anzi dovrei dire, IL TOUR.
Quel tour che ci avrebbe separato per mesi.
‘Dieci fottuti mesi.’ Continuavo a ripetermi
‘253 giorni’
Ma dovevo essere felice per lui.
Anche se era difficile.
Tremendamente difficile.

-‘Ciao Hazza.’- esclamai al suo orecchio, alzandomi sulle punte e aggrappandomi al suo collo stringendolo a me.

I suoi abbracci mi facevano sentire a casa.
Al sicuro.
E il suo profumo era il più buono che avessi mai sentito.

-‘Ciao Baby.’-  Sussurrò lui il nomignolo che mi aveva assegnato,  facendomi sorridere.

-‘Pensami ogni tanto’- mi staccai mettendo la mani nelle tasche posteriori dei jeans cercando di sembrare il più possibile ‘felice’, sperando che non notasse i miei occhi verdi pieni di lacrime.
E sapevo quanto lui odiasse che io piangessi.
Soprattutto quando la causa delle miei lacrime erano per lui.
Ma, troppo tardi.
Ecco la prima lacrima.
E il pollice della sua mano destra ‘corse’ ad asciugare quella gocciolina del mio umore.
-‘Ehy, ehy piccola, non è un addio, è solo un arrivederci.
So quanto odi gli addii.
Te lo giuro, ci sentiremo il più possibile.
E farò di tutto pur di vedere il tuo sorriso e i tuoi occhi verdi brillare.’-
Schiusi le labbra, avevo un nodo, un peso, volevo urlagli in faccia di non partire e di rimanere con me.
-‘Mi mancherai, Harry.’-
Fu tutto quello che riuscì a dirgli.
-‘Anche tu’.- rispose sincero.
Intanto lui cominciava a camminare all’indietro.
-‘Buon viaggio!’ urlai
-‘A presto.’- continuò lui.
Gli mandai un bacio con la mano, lui lo prese al volo e se lo portò al cuore, poi si girò e iniziò a correre con i management per arrivare all’aereo.
E io rimasi li, con  le lacrime, a pensare a lui.
Al suo sorriso, che illuminava le mie giornate più buie.
Ai suoi occhi verdi, che facevano invidia alle stelle.
Alla sua risata, dolce musica per le miei orecchie.
‘Ti amo, Harry.’
Fu tutto quello che uscii dalla mia bocca.
Solo un sussurro.
Aria.
Ormai lui piano, piano scompariva tra la folla.
E io ero lì.
Con le mie lacrime.
Ad aspettarlo.
Ad aspettare il mio grande amore.
E fu così, che cambiò tutto.