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Autore: Take_Me_ Home    02/06/2013    4 recensioni
Una ragazza piena di insicurezze e un ragazzo che la ama così tanto da starle accanto anche nei momenti peggiori. Riuscirà a farle capire che sono proprio quelle piccole cose di lei che lo affascinano tanto?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Little Things


 
Erano circa le 22.00 e la strada era deserta, o quasi. L’unico essere vivente che si ostentava a percorrere quel tratto di marciapiede freddo e desolato era Louis Tomlinson, accompagnato da una chitarra. Lo sguardo determinato, un sorriso stampato sul volto e la speranza di riuscire nella sua impresa. Ignorò l’abbaiare di un cane e continuò a camminare, fino ad arrivare davanti alla sua casa. Spalancò il cancello e si incamminò verso il grande giardino, posto proprio di fronte alla casa. Era bella, e raffinata, proprio come lei. Quando arrivò vicino al portone Louis non bussò, né suonò il campanello. Si limitò a prendere il cellulare dalla tasca dei suoi jeans e a scorrere la rubrica, fino ad arrivare al numero che aveva chiamato più volte. Aspettò un po’ e, dopo alcuni squilli, sentì finalmente la sua voce.


“Pronto?”, disse Cheryl con la sua solita voce melodiosa. Louis sarebbe potuto restare ore ed ore a sentirla parlare, tanto era affascinato da quella voce che gli trasmetteva sempre delle bellissime sensazioni.
“Amore, sono io”, rispose Louis. Lei si ammutolì, ma questo non lo sorprese. Sapeva che sarebbe stato difficile trovare l’approccio giusto. Perché Cheryl era così, dura all’esterno, ma estremamente morbida all’interno. Tutto stava nel capirla, e lui in quello era bravissimo.
“Cosa c’è, Louis?”, chiese fredda la ragazza.
“Affacciati alla finestra”, disse il ragazzo chiudendo la telefonata. Ripose il cellulare nella tasca e tirò fuori la chitarra dal guscio di pelle. Dopo un po’ sentì un rumore proveniente dal piano di sopra. Quando alzò la testa incontrò gli occhioni grandi e marroni di Cheryl, che lo guardavano curiosi, ma allo stesso tempo tristi.
Dopo tutti quegl’anni aveva imparato a riconoscere ogni emozione della ragazza solo guardandola negli occhi. Se qualcuno gli avesse chiesto qual era il suo colore preferito avrebbe risposto “il colore degli occhi di Cheryl”. Sarebbe stato in grado di disegnarli perfettamente, con tanto di sfumature nere e d’orate.
Era passato tanto tempo da quando si erano conosciuti e ancora Louis riusciva a ricordare la prima impressione che aveva avuto di quella bambina con gli occhi grandi e marroni e i capelli lunghissimi. Bellissima, aveva pensato, e non avrebbe mai creduto che quella stessa ragazza dopo tutti quegl’anni sarebbe diventata la sua ragazza. Cheryl era davvero bella, e non solo esteriormente. I lunghi capelli marroni sempre curati facevano da contorno ad un visino a forma di cuore, con le guance quasi sempre rosse e gli occhi ridenti. Era spigliata, divertente, generosa... ma anche insicura, terribilmente insicura.
Ed era stata proprio quest’insicurezza a farla cadere nel profondo baratro dell’anoressia. Lui le era sempre rimasto accanto, l’aveva aiutata a ritornare quella di sempre, le aveva fatto capire di essere bellissima. Ma a volte neanche il suo aiuto sembrava bastare.
Ora che era riuscita a sconfiggere, almeno in parte, quel mostro che le stava divorando anche l’anima, Cheryl stava meglio. Era più solare, rideva più spesso... ma le insicurezze erano rimaste e spesso Lou non sapeva come fare per farle capire che erano solo stupide convinzioni assolutamente infondate. Accadeva spesso che le sentisse dire di trovarsi grassa, brutta, antipatica, come era successo quel pomeriggio. Quella volta però non aveva trovato le parole giuste, o forse non aveva dato tanta importanza alle parole della sua ragazza.
Stava pensando in realtà a cosa avrebbe potuto organizzare per l’anniversario del loro terzo mese insieme, quindi non aveva dato peso a quel che diceva Cheryl. Questo aveva portato ad una lite e Louis ne era rimasto molto dispiaciuto. Non aveva intenzione di ferire Cheryl e sapeva anche che era ancora molto fragile, così aveva subito pensato a qualcosa da fare per farla sorridere di nuovo, da qui era nata l’idea della serenata.
Sotto lo sguardo curioso della ragazza impugnò la sua chitarra e cominciò a suonare e cantare. Sapeva che Cheryl adorava la sua voce, tant’è che spesso gli chiedeva perché non provasse a partecipare a qualche talent show. La risposta era semplice, ma Louis non gliel’avrebbe mai detto. Lou non voleva lasciarla sola.


“Your hand fits in mine
like it's made just for me
But bear this in mind
it was meant to be.
And I'm joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me.”


Aveva cominciato a scrivere quella canzone già da un po’ e stava aspettando l’occasione giusta per cantarla a Cheryl. Come previsto, il viso della ragazza si rilassò, gli occhi cominciarono a brillarle e un timido sorriso le comparve sulle labbra. Intanto Louis, cantando quella canzone composta appositamente per la sua ragazza, cominciò a tuffarsi in quei dolci ricordi che li legavano...



“I know you’ve never loved
the crinkles by your eyes
when you smile
you’ve never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
but I’ll love them endlessly.”


“Lou! Lou!”, cominciò ad urlare Cheryl.
“Cosa c’è?”, chiese Louis dopo essere corso da lei, preoccupato. La bambina era a terra, sotto lo scivolo del parco giochi e il suo visetto era solcato dalle lacrime.
“Quel bambino mi ha detto che sono brutta”, singhiozzò lei, indicando un gruppo di bambini che ridacchiavano poco più lontano. Louis la guardò intenerito per poi sedersi vicino a lei sull’erba secca, abbracciandola forte.
“Non devi ascoltare quello che ti dicono gli altri. Tu sei bellissima, e quelli che dicono il contrario sono solo gelosi. Ascolta solo me. Tu sei bella, anzi, bellissima, e io ti voglio tanto bene”. La bambina alzò la testa e, dopo averlo guardato per qualche istante, si asciugò le lacrime e sorrise.
“Anch’io ti voglio bene, Boo”, disse chiamandolo con il soprannome che gli aveva affibbiato quando erano ancora più piccoli...
Louis alzò lo sguardo e tornò ad incrociare quello della ragazza. La trovò con le lacrime agli occhi, questa volta per la commozione. Si chiese se anche lei si ricordasse di quei momenti.


“I won’t let these little things
slip out of my mouth
but if I do it’s you, oh it’s you
they add up to.
I’m in love with you
and all these little things”



Il caldo era soffocante e per questo era difficile trovare qualcuno per le strade, soprattutto a quell’ora. Ma Louis e Cheryl erano un’eccezione. Incuranti del caldo afoso si erano incontrati davanti alla loro gelateria preferita per passare un po’ di tempo insieme. Ormai frequentavano quella gelateria fin da piccolissimi, quindi il proprietario gli faceva sempre un piccolo sconto.
“Io prendo un cono grande con cioccolato, nutella, caffè e nocciola. Ah sì, anche la panna”, disse Lou al solito vecchietto dietro al bancone. Cheryl lo guardò ridendo per la quantità di gusti che aveva scelto, ma non commentò, essendo abituata alla stranezza del suo migliore amico.
“E tu Cheryl?”, chiese il signore.
“Mmm... io un cono piccolo con yogurt e fragola, senza panna”, rispose la ragazza. Sia il signore che Louis si bloccarono a guardarla sorpresi.
“Stai scherzando?”, le chiese Louis.
“Perché?”.
“Andiamo, lo sa anche mia nonna che il tuo gusto preferito è il cioccolato e che non puoi prendere un gelato senza la panna. E poi perché piccolo il cono?”, le domandò il suo migliore amico.
“Io... ecco... sto facendo la dieta”. Come risposta Louis si mise a ridere, come se avesse detto una barzelletta divertentissima.
“Lasciala stare Charlie, falle un cono gigante tutto cioccolato e con una montagna di panna”.
“Ma Lou!”, cercò di opporsi lei.
“Non si discute. Se tu hai bisogno di una dieta io ho bisogno di un antidepressivo”. Alla fine la ragazza cedette e mangiò il suo enorme gelato. Aveva ragione Lou, al gelato non si rinuncia per nulla al mondo.

Una lacrima cadde dal volto della ragazza , ma lei l’asciugò prontamente. Non poteva essere ancora arrabbiata con Louis, dopotutto lui non aveva neanche fatto niente! Era lei che continuava ad assillarlo con le sue fisime e per una volta lui aveva fatto l’errore di non ascoltarla. Sbagliare è umano, può capitare a tutti di essere distratti.



“You can’t go to bed
without a cup of tea
and maybe that’s the reason
that you talk in your sleep
and all those conversations
are the secrets that I keep
though it makes no sense to me”



“Louis… tu mi vuoi bene?”, chiese la ragazza sdraiata nel suo sacco a pelo nel buio della stanza del suo migliore amico, posando a terra la tazza azzurra, ormai vuota, che aveva tra le mani. Ormai per loro era normale passare la nottata del weekend a casa dell’altro, magari guardando un film sorseggiando del tè. Anzi, diciamo che Cheryl ormai non riusciva più a dormire senza prima aver bevuto almeno un po’ del suo tè preferito.
“Ma certo che te ne voglio! Perché non dovrei?”, chiese Louis mettendosi in una posizione che gli permetteva di guardare la ragazza negli occhi, anche se con il buio non poteva vedere quasi niente.
“Non lo so, non mi sembra di essere una ragazza particolarmente simpatica. In più non sono neanche tanto carina...”, sussurrò la ragazza. Ed ecco che le solite insicurezze le occupavano la mente. Quando avrebbe capito di essere bellissima?
“Non sei simpatica? Allora pensi che io rida per tutto il tempo che sto con te perché mi sforzo? Sei un’amica fantastica, ci sei sempre per me e mi fai sentire bene. E poi, non sei carina?! Ma se quasi tutti i ragazzi della mia classe hanno una cotta per te?”, le rispose Louis.
“D-Davvero?”.
“Ma certo! Dovresti sentire i discorsi che fanno su di te. E’ davvero difficile per me trattenermi dal picchiarli tutti”, la rassicurò il ragazzo. Lei sorrise e uscì dal suo sacco a pelo per poi entrare in quello del ragazzo. Stavano un po’ stretti, ma a nessuno dei due importava.

"Ah e adoro le tue strane manie" mormorò lui riferendosi al tè,  prima di stringerla a sé. Dormirono abbracciati e, tralasciando i dolori alla schiena del giorno dopo, si sentirono benissimo.



“I know you've never loved
the sound of your voice on tape
You never want to know
how much you weigh
You still have to squeeze
into your jeans
But you're perfect to me...”

 


“Cheryl dove sei?", mormorò Louis entrando nella stanza della ragazza, ma di lei non c'era traccia. Girò per la piccola stanza piena di foto e fiori e mentre era fermo sentì alcuni rumori provenire dal piccolo bagno della stanza. Si avvicinò ad esso e sbirciando dalla porta semichiusa notò la ragazza piegata sul water a vomitare. Si bloccò a quella vista mentre la ragazza si alzava e si puliva la bocca con un asciugamano. Cheryl si voltò di scatto notando Louis fermo sulla porta e per lo spavento le cadde l'asciugamano dalle mani. Lui le corse subito in contro, abbracciandola.
“Ehi, ti sei sentita male? Come stai?”, quasi urlò mettendole una mano sulla fronte.
“No, la febbre non ce l'hai”, mormorò poi.
“Lou non sono malata..” sussurrò lei abbassando la testa.
“Cheryl, tu stavi vomitando”, le rispose lui. Dopo averlo fatto sedere Cheryl, con grande fatica, gli raccontò quello che le stava accadendo nelle ultime settimane, gli spiegò che stava facendo una dieta speciale perché lei non ce la faceva a sentire i commenti, inesistenti per Louis, sul suo corpo grasso. E lui in quel momento unì tutti i pezzi: il fatto che da quasi un mese non andavano più a mangiare insieme, le sue scuse alquanto improbabili, il suo dimagrire a vista d'occhio, il suo essere evasiva e il non confessarsi più con lui come una volta... tutto era sintetizzato nel fatto che Cheryl fosse anoressica.
Dopo un continuo giustificarsi Cheryl fu interrotta dalle labbra di Louis che si posarono sulle sue con una dolcezza inaudita, a cui Cheryl non era per niente abituata. E da quel momento i due intensificarono il loro rapporto diventando più che amici e sconfiggendo insieme il demone di Cheryl.

Louis sorrise alla ragazza che sorrideva a sua volta mentre le lacrime le solcavano il viso, ma lei le lasciava scendere, erano lacrime di felicità.


“I won't let these little things
slip out of my mouth
but if it's true It's you, It's you
They add up to, I'm in love with you
And all these little things”



Era passato ormai un mese da quando i due si erano fidanzati e Cheryl stava guarendo dall'anoressia.
Louis era davanti allo specchio di camera sua e si stava aggiustando per l'ennesima volta il nodo alla cravatta. Aveva deciso di portare Cheryl a cena fuori e voleva essere impeccabile. Era riuscito a prenotare un tavolo in uno dei ristoranti più costosi della città, d’altronde per Cheryl avrebbe fatto questo ed altro.
Dopo essersi preparato, Louis era andato subito a prendere la ragazza che indossava un vestitino nero fino alle ginocchia e senza spalline. Quello era stato il frutto di una litigata con sua madre che aveva avuto luogo nel centro commerciale. Alla fine Cheryl si era lasciata convincere che una camicia e un jeans non sarebbero andati bene per quel tipo di appuntamento.
Dopo aver cenato Louis aveva portato Cheryl in un parco giochi che quella sera era aperto solo per loro, dato che i genitori di Lou erano amici dei proprietari. Si divertirono e, per la prima volta da troppo tempo ormai, Cheryl si sentì bella e amata.

 

 

“You'll never love yourself
half as much as I love you
You'll never treat yourself
right darlin' but I want you to
If I let you know I'm here for you
Maybe you'll love yourself
like I love you, oh.”



Il lago dava una tranquillità infinita ai due ragazzi che per il loro secondo anniversario avevano deciso di passare da soli un week-end in montagna. Dopo aver trascorso una lunga giornata la lago passata a scherzare in acqua e a coccolarsi, quella sera decisero di intensificare il loro rapporto legandosi non solo sentimentalmente, ma anche fisicamente.



“I've just let these little things
slip out of my mouth ‘cause
It's you, oh It's you, It's you
They add up to and
I'm in love with you
And all these little things”



Quel pomeriggio Louis era intento a riflettere su cosa avrebbe dovuto preparare per il loro terzo anniversario, mentre Cheryl aveva cominciato a girare per la stanza del ragazzo che era occupato a scarabocchiare su un foglio.
“Lou dovrei dimagrire”,  mormorò lei guardandosi allo specchio della stanza.
“Non dire cazzate”, aveva risposto lui senza distogliere lo sguardo dal quaderno.
“Dai guardami, sono ingrassata nell’ultimo periodo”, sbuffò ancora lei.
“La smetti? Tu non sei grassa e pure se lo fossi saresti comunque bellissima.”, le rispose lui continuando a scribacchiare sul quaderno.
“Lou tu non mi stai a sentire, non mi guardi e poi mi menti..”, quasi urlò lei, facendo alzare di scatto lo sguardo al ragazzo che si alzò dal letto arrivandole di fronte.
“Io ti ascolto sempre, io ti guardo sempre, conosco ogni singola parte del tuo corpo e so di non mentire quando dico che sei bellissima…”, le spiegò accarezzandole un braccio.
“Lou so che stai con me solo perché non hai di meglio, so che appena troverai qualcosa di meglio mi lascerai. Io sono solo la povera ragazza insicura che deve sentirsi dire che è bella ogni volta che dice di essere brutta... Perché mi stai facendo tutto questo? Perché mi stai illudendo?”. Eccole le sue solite insicurezze che si erano manifestate tutte in un colpo, aggredendo così il povero Louis che era rimasto sorpreso dalla reazione della ragazza. “Ma..”.
“Niente ma, Louis. Io me ne vado.”, aveva mormorato lei uscendo dalla stanza per poi tornare a casa sua.



“I won't let these little things
slip out of my mouth
but if it's true, It's you, It's you
They add up to, I'm in love with you
And all your little things”.



Louis guardò per l’ennesima volta la finestra notandola però vuota, anche se la luce era rimasta accesa. Mentre il ragazzo suonava le ultime note, il portone si spalancò mostrando la dolce Cheryl in pigiama ferma lì davanti . Mentre Louis le sorrideva posando in terra la chitarra, lei gli corse in contro abbracciandolo. I due si strinsero forte, come se non si vedessero da tantissimo tempo. Louis si staccò da quell’abbraccio fissandola dritto negli occhi.
 “Sai prima, quando sei scappata via da casa mia?”, le domandò lui mentre la ragazza annuiva fissandolo negli occhi.
“Beh, sei fuggita senza darmi modo di spiegarmi, senza farti spiegare che io sto con te perché ti amo e non perché ti voglio illudere. Per me sei tu il meglio. Poi ricordati che sei io non ti guardo per qualche secondo, me ne pento ogni secondo successivo perché so che in quel momento sto perdendo una delle più belle visioni che Dio mi potesse regalare. Non ti dico che sei bella solo per accontentarti, ma perché è la verità e quindi ricorda queste parole quando penserai di nuovo quelle cose.”, le sussurrò mentre lei si limitava ad abbassare la testa.
“Ehi”,  mormorò lui mettendole due dita sotto il mento e alzandole la testa.
 “Non ti ho detto che quando te ne sei andata ho avuto l’impulso di seguirti, ma sapevo che sarebbe stato inutile data la tua testardaggine. Ho pensato di prepararti una sorpresa, ma sai una cosa? Da quando te ne sei andata ho avuto quella fottuta voglia di toccarti...”,  disse accarezzandole la guancia.
“E di baciarti.”, mormorò prima di avvicinare il suo viso a quello della ragazza per poi poggiare le sue labbra  sulle sue, donandole un dolce bacio che pian piano andò approfondendosi. Mentre i due si baciavano piccole gocce di pioggia iniziarono a cadere dal cielo, bagnandoli, ma a loro non interessava perché in quel momento c’erano solo loro due e nessun altro.
 
Sono le piccole cose che ci identificano e, per quanto si possa odiarle e considerarle un difetto, ci sarà sempre qualcuno che le considererà il tuo bene più prezioso. Sono parte di noi e privarsene sarebbe come eliminare una parte di ciò che siamo. Impara ad amarti per ciò che sei e vedrai che incontrerai qualcuno con la capacità di farti sentire bella, amata e speciale. “I’m in love with you... and all your little things”.
 
 

MACCIAOOOOOOOOOOO!
Ed eccomi con un'altra os.

questa però l'ho scritta in collaborazione con quel genio di _ciuffano
che poi ha creato anche il banner che è assolutamente fnsdbjfnsi.
Mi farebbe davvero piacere se mi lasciaste una piccola recensione.
Ora evaporo.
Ciao gaissss (?)

 

  
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