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Autore: caporalez    19/12/2007    2 recensioni
Perchè le piaceva maledettamente sognare. Perchè le piaceva credere che, come Biancaneve, qualcuno l'avrebbe salvata da quel dannato essere viscido, che l'avrebbe condotta verso una vita fatta di amore vero, che avrebbe vissuto insieme al principe in eterno. Sogni, sogni infranti come uno specchio che si stacca dal muro. Distrutti come un fiore estirpato con violenza dal terreno il giorno del suo 16° compleanno, quell'importante tappa che l'avrebbe lanciata verso una rilassante discesa che l'avrebbe poi portata a varcare definitivamente la soglia di quello schifosissimo orfanotrofio.
Ma i sogni non sono la realtà, questo lo aveva imparato a sue spese, una volta ripreso conoscienza in quel sudicio letto, spoglia e ferita, più nel cuore che nel corpo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"...E quando poi il bruco crescerà.."
"Che cosa succederà?"
"Diventerà una coloratissima farfalla, dalle ali brillanti e spiccherà il volo, per fare il giro del mondo, per farsi ammirare dalle bambine curiose come te!"

Si chiese come mai, ad un attimo dalla morte, le venisse in mente proprio quel ricordo: il ricordo di sua madre che le parla delle farfalle. Si disse che doveva essere, per forza di cose, perchè morendo avrebbe anche lei potuto spiccare le ali e lasciare quello schifo di vita che era costretta a vivere.
Ancorò ancora di più i piedi alla strada, decisa a morire, ora che l'occasione le veniva presentata così, su un piatto d'argento, bella che servita anche gratuitamente.
Eppure quell' auto che sembrava così vicina, ce ne stava impiegando di tempo per investirla!, attimi che le sembrarono secoli, attimi in cui rivide le sue amiche che le sorridevano..Le uniche che sapessero della sua sofferenza. Si riscoprì codarda come mai pensava di esserlo: lei sarebbe morta, avrebbe aperto le ali e sarebbe scappata via, ma loro? Loro sarebbero rimaste a subire tutto ciò che abitualmente sopportavano, anzi, se lei sarebbe morta, avrebbero dovuto sopportare anche la sua parte...
Chiuse gli occhi, con le lacrime che premevano ancora una volta per uscire nell'arco di poche ore nella stessa serata,-Vuoi battere qualche record?- si chiese, sorridendo ironicamente. Ma che andava a pensare? Doveva spostarsi, o pregare che quell' auto riuscisse a fermarsi in tempo...
SKREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
Riaprì gli occhi, vedendo, con gioia, che l'auto era a pochissima distanza da lei. Sospirò di sollievo, dandosi ancora della stupida per essere stata così vigliacca.
Peccato però che la gioia fu interrotta quasi sul nascere.
L'uomo che la stava seguendo, visto che la ragazza si era miracolosamente salvata ( in realtà anche lui pregava che non la investisse, per interesse, intendiamoci!), la raggiunse di corsa e presala per i fianchi, la sbattè violentemente sul cofano dell'auto, facendola gemere di dolore alla testa.
"Dammi i miei soldi!!!" urlò, frugando nelle sue tasche, svestendola furiosamente.
"Lasciami! Lasciami ti prego!!" supplicò la ragazza, tentando di allontanarlo, spingendolo con le mani, tirandolo per i capelli che uscivano dal berretto.
"Ehi! Lasciala immediatamente!" si intromise una terza voce, con tono autoritario, prendendo per una spalla l'uomo e allontanandolo dalla ragazza.
"Chi diamine sei tu?" si rivoltò quello, pronto a dargli una bella lezione, pur di riprendersi i suoi 200$.
"In primis, il proprietario dell'auto, in secundis, quello che ti fa partire l'arcata inferiore e se mi gira male, anche quella superiore dei denti, se non la lasci stare. Hai capito, o vuoi che ti faccia un disegnino, o magari una dimostrazione pratica?" minacciò quello, freddandolo con lo sguardo.
Aria si riprese gradualmente, scendendo da quello scomodissimo cofano, rimettendosi apposto gli abiti. Guardò la scena con aria preoccupata, sentendosi in colpa per i possibili guai che potrebbe aver causato a quell'uomo che ora la stava proteggendo.
"Quella sgualdrina mi deve i 200$ che mi ha fregto ieri sera!!" sbraitò l'uomo, indicandola con sdegno e sputando a terra.
L'altro cercò qualcosa nelle tasche dell'elegante cappotto nero, ne cavò un portafogli, tirò fuori delle banconote e gliele mise di forza tra le mani. L'uomo contò le banconote, poi guardò nuovamente male la ragazza e si allontanò in silenzio.
Il proprietario dell'auto si girò verso di lei, rivelando due bellissimi occhi di un azzurro cielo d'estate. Aria rimase per un attimo a guardarlo, poi resasi conto di stare facendo la figura dell'idiota,-Come se non l'avessi già fatta..- rincarò la dose la coscienza (che non sta mai zitta quando deve), si inchinò abbassando la testa.
"Io..Io..La ringrazio infinitamente per avermi salvata! Non saprò mai come sdebitarmi!!" proferì, sempre inchinata, con lo sguardo perplesso dell'uomo puntato sulla sua testa.
"No, dai, tirati su..Mi imbarazzo.." scherzò lui, sorridendo.
Aria alzò di nuovo la testa e stavolta fu l'uomo a rimanere sconvolto dalle due pepite di oro fuso che erano gli occhi della ragazza.
Rimasero a fissarsi negli occhi, Aria incapace di articolare una frase di senso compiuto, lui non sapendo proprio come comportarsi.
"Ecco..." dissero in coro, scoppiando poi a ridere.
"Prima tu.." disse lui, sempre sorridendo, forse di più con gli occhi che con le labbra fini.
"Io dovrei tornare al lavoro, però mi pare di aver capito che gli ha ridato i soldi, però...Ecco...Vede non ho soldi con me e..Glieli restituisco però! Non si preoccupi! Magari domani sera! Ecco sì, domani sera glieli riporto esattamente qui!" disse lei, guardandolo con determinazione.
"Non ce n'è bisogno.." cercò di evadere lui, grattandosi il capo con fare imbarazzato.
"Invece sì. Lei mi ha salvata senza curarsi delle apparenze, io non posso fare altro che scusarmi del disturbo e restituirle i soldi. E non accetto dinieghi!" sorrise, cominciando già ad avviarsi.
"Aspetta! Come ti chiami?" urlò lui, richiamandola.
"Aria! Aria Lalàne! Arrivederla a domani Uomo SenzaNome!" salutò, correndo via.
L'uomo sorrise, rientrando in macchina e preparandosi a dire al suo amico che i soldi per la scommessa persa per quella sera non li avrebbe toccati.

Aria si fermò davanti alle sue amiche, piegata in due mentre tentava di riprendere fiato.
"Oddio! Aria tutto bene?" scattò Azure, andandole vicino.
Le altre la guardavano preoccupatissime.
"Il..Anf-anf..Il principe..Anf-anf.." sussurrò ansimando.
"Principe?" chiesero perplesse le altre.
"Il tizio lì mi aveva praticamente presa, ma sono finita in mezzo alla strada e per poco non mi mettono sotto. Quello ne approfitta, mi sbatte sul cofano dell'auto e, praticamente, mi sveste. L'autista scende e mi salva, paga i soldi che ho fregato ieri a quello e poi mi chiede il mio nome. Dio avreste dovuto vedere che occhi! Neanche il mare ai Caraibi è così trasparente.." raccontò con aria persa.
"Ahhhhh, l'amore della tua vita.." insinuarono le altre in contemporanea.
Aria assunse tutte le possibili tonalità di rosso e di viola ad una velocità impressionante, mentre balbettava dei "Che?" a raffica, sconvolta.
Le altre risero, abbracciandola felici che stesse bene.

Tutt'altra parte di New York.
"Ehi, Jar! Cominciavamo a pensare che ti fossi perso.." scherzò Tomo, salutando l'amico appena entrato.
"No, no. Ho il navigatore.." scherzò, vuotando le tasche sul tavolino della sala.
"Che cosa sono?" chiese Shannon, prendendo una foto ed una medaglietta.
"Ah, li ha persi una ragazza che ho incontrato e che ho quasi investito.." spiegò molto brevemente, togliendosi l'abito e recancondosi in cucina per un po' d'acqua.
"Uhm..Aria n.127..Che vorrà dire?" chiese Shan, analizzando la medaglietta che gli pendeva tra le mani.
"La ragazza era una di quelle.." disse Jared, sedendosi sulla poltrona. Non riusciva nemmeno a pensarla quella parola così brutta da associare a due occhi così belli.
"Ah. Probabilmente sarà un numero per identificarla.." sbottò Tomo, improvvisamente più serio.
Scese per un attimo il silenzio, interotto solo dal leggero rumore della medaglietta che veniva poggiata nuovamente sul tavolino.
"Ah, Tomo.."
"Sì, Jar?"
"I soldi per la tua scommessa li ho usati per darli al tizio che la stava praticamente violentando sul cofano della mia macchina." disse Jared, finendo tranquillamente il suo bicchiere d'acqua.
Solo un urlo riecheggiò in quel tranquillo e alquanto lussuoso quartiere..
"CHE COSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA???????????????????????"



Bene! Ecco il secondo capitolo..Non so perchè ma non mi sono più ritrovata la storia>.> così ce l'ho rimessa e ho aggiunto il secondo^^. Mi dispiace dell'inconveniente, sopratutto perchè mi sembrava che qualcuno avesse recensito ed ora non posso fare i dovuti ringraziamenti, ma mi fa piacere lo stesso^^.
Beh, a presto( se non la perdo di nuovo>.>).
Baci, la vostra caporalez^^
  
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