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Autore: caporalez    19/12/2007    0 recensioni
Perchè le piaceva maledettamente sognare. Perchè le piaceva credere che, come Biancaneve, qualcuno l'avrebbe salvata da quel dannato essere viscido, che l'avrebbe condotta verso una vita fatta di amore vero, che avrebbe vissuto insieme al principe in eterno. Sogni, sogni infranti come uno specchio che si stacca dal muro. Distrutti come un fiore estirpato con violenza dal terreno il giorno del suo 16° compleanno, quell'importante tappa che l'avrebbe lanciata verso una rilassante discesa che l'avrebbe poi portata a varcare definitivamente la soglia di quello schifosissimo orfanotrofio.
Ma i sogni non sono la realtà, questo lo aveva imparato a sue spese, una volta ripreso conoscienza in quel sudicio letto, spoglia e ferita, più nel cuore che nel corpo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quella grandissima, odiosa, grigia, caotica, nauseante città, non aveva altro da offrirle, altro che non fossero botte, schiavismo, malelingue, occhiate di sbieco. Eppure mentre guardava quel grande, colorato cartello di San Valentino, tutto questo sbiadiva, lasciandole solo il dolce ricordo delle poche parole che riuscissero a parlare per lei, perchè lei non poteva avere il diritto di dirle. Quelle canzoni, ascoltate di nascosto quasi per caso, in un minuscolo e lurido bar, oppure quando fuoriuscivano imponenti dalle casse di uno stereo di una delle tante auto che sfrecciava per le strade deserte della periferia più marcia e putrida di New York. Si strinse di più nel suo misero piumino che ormai di piume ne aveva ben poche, maledicendo ancora una volta l'esistenza di quell'essere, come faceva ormai da 10 anni a quella parte. Attraversò veloce la strada, evitando, con un saltello, di infilare i suoi lunghi tacchi a spillo nei tombini. Si fermò a guardare quella città, la Grande Mela, facendosi sfuggire un sorriso altamente ironico: lei poteva solo considerarsi uno dei tanto vermi che la abitavano...
Decise di smettere, almeno per quella sera, di farsi ancora di più del male: la colpa non era la sua, lo sapeva bene, ma allora perchè?, perchè non trovava il coraggio di smetterla?
Perchè le piaceva maledettamente sognare. Perchè le piaceva credere che, come Biancaneve, qualcuno l'avrebbe salvata da quel dannato essere viscido, che l'avrebbe condotta verso una vita fatta di amore vero, che avrebbe vissuto insieme al principe in eterno. Sogni, sogni infranti come uno specchio che si stacca dal muro. Distrutti come un fiore estirpato con violenza dal terreno il giorno del suo 16° compleanno, quell'importante tappa che l'avrebbe lanciata verso una rilassante discesa che l'avrebbe poi portata a varcare definitivamente la soglia di quello schifosissimo orfanotrofio.
Ma i sogni non sono la realtà, questo lo aveva imparato a sue spese, una volta ripreso conoscienza in quel sudicio letto, spoglia e ferita, più nel cuore che nel corpo.
Scosse la testa, ricacciando indietro le lacrime che tentavano di evadere dai suoi occhi chiusi. Era freddo quella sera, dannatamente freddo.
Imprecò debolmente dentro di sè verso la lavanderia a pochi passi da quel sudicio deposito dove viveva con le altre, che proprio quella sera doveva guastarsi, lasciandole come unica possibilità quella odiosa e più che corta gonna gialla, che le copriva a malapena il fondoschiena. Si alzò dal freddo scalino di quella tabaccheria, saltellando leggermente da un piede all'altro per riscaldarsi, cercando di farsi forza canticchiando le sue canzoni preferite.
Sorrise, mettendosi le mani in tasca, per tirarne fuori una foto un po' datata, che ritraeva tre persone, uno uomo una donna e una bimba di 5 anni, in una posa piuttosto buffa. L'uomo era sbilanciato verso destra, coperto di piccoli fili d'erba, segno che era inciampato ed era caduto nella lotta contro l'autoscatto, la donna guardava da un'altra parte, ridendo ad occhi chiusi, e la bambina con il vestitino tra le manine paffute cercava di imitare una ballerina di can-can, sorridendo all'obbiettivo.
Sua madre e suo padre l'avevano lasciata sola a soli 6 anni, morendo in un tragico incidente e nessuno dei suoi parenti aveva voluto occuparsi di lei, spendendola nell'orfanotrofio in cui tutto era cominciato, e nello stesso tempo, era finito. Parenti serpenti, com'era vero..
Mai avevano accettato il loro matrimonio e mai avrebbero accettato lei, soprattutto in quelle condizioni. Sorrise di nuovo, mostrando una bellissima e alquanto perfetta dentatura bianca.
"Ehi, Aria! Sempre persa nei tuoi canti, eh?" chiamò una voce di ragazza, poco lontano dalla bionda.
"Non stavo cantando, April, per una volta che non lo faccio.." si imbronciò la ragazza, facendo ridere la mora.
"Allora canteresti per me? E' da tanto che non lo fai.." chiese April, guardandola con i suoi occhi verdi.
"Mi dispiace, ma non c'è l'atmosfera giusta, c'è troppo chiasso." declinò, sorridendo.
"Tutte le scuse son buone.." sbuffò l'altra, piazzandosi sullo scalino precedentemente abbandonato da Aria.
Restarono così per un po', in silenzio, guardando lo scorrere delle pubblicità sul grande schermo all'altro lato della strada.
"Ahhh, San Valentino..Di' un po', April, hai un ragazzo?" domandò, sorridendo sorniona.
La ragazza spalancò la bocca, coprendosi il rossore delle guance con le mani. "Come fai a.."
"A saperlo, dici? Ho trovato un foglio di giornale che pubblicizzava un orologio.."continuò, avvicinandosi con aria da predatrice.
"Non ti dirò mai chi è!" prevenne la mora, saltando in piedi.
Aria alzò leggermente lo sguardo (neanche i tacchi le davano quel po' di centimetri che le sarebbero serviti ad essere alla sua altezza)" Ah, no?" sfidò, accennando con il mento.
"No!" si impuntò l'altra, incrociando le braccia e voltando lo sguardo, finta offesa.
"No?" incalzò Aria, fissandola con occhi penetranti, come solo i suoi grandi occhi dorati riuscivano ad essere.
April sapeva di non riuscire a restistere per molto a quello sguardo, ma cercava di temporeggiare ancora un po', tenendo gli occhi ermeticamente chiusi."No!"
"Sentite, che ne dite di far evolvere il vostro discorso da: no? no!, ad una frase di senso compiuto con soggetto predicati e aggeggini morfologici vari?" scherzò una terza voce, mettendosi tra le due contendenti.
"Azure! Ero lì lì per farla cedere!" piagnucolò Aria, pestando i piedi a terra.
April invece, aggrappata alla pelliccia consunta della rossa la ringraziava con le lacrime agli occhi.
"Le solite.." sorrise una quarta ragazza, avvicinandosi.
"Oh, ben arrivata Beryl! Mancavi solo tu a completare il solito quadretto demente..." scherzò Aria abbracciandola.
"Ehi! Guarda a quello che dici, potrei offendermi.." disse Beryl, staccando malamente Aria, ancorata al suo braccio che faceva le fusa.
"Oh...Ci scusi immensamente sua altezza" dissero in coro le altre tre, inchinandosi e calcando ironicamente sull' 'altezza'. In effetti Beryl era la più bassina delle quattro, seguita a ruota da Aria. Ma se la biondo-castana recuperava grazie allaprofondità del suo sguardo d'oro colato, e alla velenosità delle sue battutine, lei si doveva solo accontentare dei tacchi.
Sbuffò, abbassando le spalle, sconfitta.
"Allora, mi diceva Aria che ci avrebbe cantato qualcosa.." disse April, guadagnandosi un'occhiataccia dalla diretta interessata.
"Quando hai sentito la mia bocca pronunciare simili parole, April cara?"
"Già, l'ho sentito anche io.." soggiunse Azure, affiancandosi ad April sullo stesso scalino.
Aria spalancò la bocca, mentre anche Beryl confermava le loro versioni.
"Dannate..Questa me la pagate, amaramente anche.." minacciò, parandosi davanti alle tre.
"Contanti o bancomat?" scherzarono in coro, usando la stessa battutina che Aria usava per prendere in giro Melissa.
Aria storse la bocca, preparando mentalmente un motivetto da cantare, quando qualcuno, non molto distante, urlò un epiteto poco elegante, iniziando a correre verso le 4.
"Ma con chi ce l'ha quello?" fece Beryl preoccupata, scattando in piedi.
"Credo con me...Quello è l'idiota che ho fregato ieri sera..." rispose Aria preoccupata, iniziando ad indietreggiare vistosamente.
"Allora scappa!!!!" urlarono le altre, preparandosi a seguirla in caso di complicazioni.
E Aria, nella fredda notte corse, corse come faceva poche volte, per salvare il suo corpo almeno per qualche altra ora...
"Fermati!!! Fermati dannata sgualdrina!!!!" urlò quello, furioso, tentando di prenderla per i capelli.
Aria cominciò a pregare che non riuscisse ad acciuffarla, che cadesse (senza farsi male, infondo l'aveva frodato, aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato), che.. Qualsiasi cosa la salvasse.
Continuò a correre, tenendo gli occhi ben chiusi, ferendosi le gambe, sbattendo contro i bidoni della spazzatura, finchè non arrivò in mezzo alla strada, senza nemmeno rendersene conto. Stavolta però l'uomo urlò preoccupato, dicendole di spostarsi dalla strada.
Girò la testa e vide solo due fari puntati su di lei a poca distanza. Restò ferma, sorridendo perchè anche quella per lei era la salvezza...



Allora! Ecco che faccio la mia comparsa anche in questa categoria^^ con una fic che può sembrare banale, ma che si ripropone di mettere in evidenza un gran bel problema: la prostituzione.
In ogni caso spero di riuscire a catturare la vostra attenzione, e mi impegnerò al massimo per scrivere decentemente, anche grazie ai consigli della fteli (mon amour*-*^) che è la migliore di tutti! [non è pubblicità occulta, nè propaganda, non siamo in tempo di elezioni^^ ]
Ringrazio tutti quelli che la leggeranno e che magari troveranno anche il tempo per un bel commentino^^
Baci, la vostra caporalez :*
Ah! Dimenticavo, ho anche lasciato la descrizione dei personaggi che sono comparsi in questo capitolo, credo che lo farò per ogni capitolo, quando ci sarà un nuovo personaggio, fatemi sapere^^
Aria Lalàne: 26 anni, occhi dorati, carnagione leggermente scura, capelli lunghi ai fianchi di un biondo scuro, un piccolo neo sulla punta del naso.
April Kean: 27 anni, occhi verdi, carnagione chiara, capelli corti neri.
Azure Belle: 27 anni, occhi marroni, carnagione chiara, capelli medio-lunghi castani, un piccolo neo sotto l'occhio destro.
Beryl Clisè: 28 anni, occhi neri, carnagione scura, capelli lunghi ricci e biondi, piercing al naso.
  
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