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Autore: _RockEver_    02/06/2013    2 recensioni
-Sai, ieri ti ho vista con un bambino al parco. Ti ha chiamata mamma. Tu sei..cioè lui è davvero tuo figlio?-
disse Bill cercando di guardare negli occhi Lucy,che repentinamente abbassò lo sguardo.
-Si, Thomas è mio figlio-.
C'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Erano limpidi,quasi quelli di una bambina,ma erano impenetrabili,non lasciavano trasparire alcuna emozione se non assoluta diffidenza.
Lucy si avvicinò al tavolino di un bar e lasciò cadere lo zaino per terra.
-Però se non ti dispiace preferirei non parlartene-.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima del nuovo capitolo vorrei dire una cosa molto importante.
Vorrei dedicare il capitolo e l'intera storia a  una ragazza che ci ha lasciati troppo presto. 
Una ragazza che conoscevo appena e da poco tempo, ma la cui perdita mi ha stroncata.
Era una mia lettrice, una di quelle a cui "Iris" piaceva di più. Era simpatica, carina e gentile, ma soprattutto troppo giovane.
Mi dicesti che non vedevi l'ora di sapere come sarebbe andata a  finire, mi si spezza il cuore sapendo che non potrai saperlo, sapendo che non leggerai il lieto fine.
Sì, lieto fine, perché è questo il messaggio che vorrei comunicare alla fine delle mille peripezie dei nostri protagonisti.
Per quanto la vita possa essere dura, difficile o avversa, c'è sempre un barlume di speranza, anche se a volte bisogna spostare molti veli per poterlo cogliere. È l'amore, il "motore immobile" dei filosofi.
Perciò tu, nel meraviglioso giardino fiorito e felice in cui ti trovi ora, accanto a chi ami e accanto a quell'etere che io chiamo Dio e in cui tanto credo, sappi che questa storia è solo per te, il suo finale è solo per te.
Arrivederci Stella Preziosa, un giorno ci incontreremo, sii felice adesso.
Rest in peace

"Do you feel cold and lost in desperation?
You build up hope 
But failure's all you've known?
Remember all the sadness and frustration
And let it go
Let it go"
(Iridescent- Linkin Park)


"And I'd give up forever to touch you
'Cause I know that you feel me somehow
You're the closest to heaven that I'll ever be
And I don't want to go home right now
And all I can taste is this moment
And all I can breathe is your life
'Cause sooner or later it's over
I just don't want to miss you tonight
And I don't want the world to see me
'Cause I don't think that they'd understand
When everything's made to be broken
I just want you to know who I am"
(Iris- Goo Goo Dolls)

Grazie dell'attenzione, buona lettura.
 
 
 
Bill uscì correndo da scuola, mordendosi le labbra per la rabbia.
Camminò speditamente pensando a ciò che aveva appena letto e visto. Non riusciva a credere che la sua ragazza lo tradisse, era semplicemente assurdo!
Lucy era una ragazza dolce e timida, mai avrebbe immaginato una cosa simile. Eppure l'evidenza era quella. Dunque tutto ciò che c'era stato tra loro e tutti i "ti amo" detti erano bugie? 
Si sentiva sprofondare in un baratro buio pieno di desolazione e tristezza. Calciò con tutta la forza che aveva in corpo un lattina che giaceva abbandonata sull'asfalto. Il rumore metallico spaventò un piccione che zampettava alla tranquilla ricerca di cibo, quindi volò via.
Continuò a pensare, pensava al viso della ragazza, ai bei momenti passati insieme, e nonostante tutto non riusciva proprio ad avercela con lei. L'amava troppo per odiarla.
Dopo aver camminato per Dio solo sa quanti kilometri e in quanto tempo, decise di fare una sosta. Ironia della sorte, dopo tutti i giri, le stradine interne, i parchi, si era ritrovato proprio davanti alla casa della persona che affollava la sua mente. Forse la sorte non c'entrava, forse era il suo inconscio, o il suo amore per lei.
Si sedette sul bordo del marciapiede, a pochi metri dalla grande quercia che si stagliava davanti all'abitazione. Poggiò la testa tra le ginocchia, indeciso sul da farsi. 
Prese il cellulare di Lucy dalla tasca e si soffermò a guardare lo sfondo: c'erano lui, lei, e Thomas seduti su un prato abbracciati. Rimase a fissare il sorriso della ragazza, il cui viso era appoggiato al suo. Inconsciamente sorrise anche lui per una frazione di secondo. Se lo ricordava bene quel giorno. Era una soleggiata domenica quando andarono tutti e tre a fare un picnic al parco.
Ripose il cellulare in tasca e si alzò: se tutto era finito, almeno doveva finire come si deve.
 
 
 
                                                                                                ***
 
 
 
Lucy prese il cordless e compose il numero mentre Tommy era corso in camera sua come una saetta per giocare.
Dopo un paio di squilli una voce maschile rispose.
  -Pronto?-
  -Ciao papà!- esclamò felice la ragazza.
  -Ciao tesoro! Come state? Se mi hai chiamato dal cordless significa che non hai ancora dato fuoco alla casa- disse spiritoso l'uomo.
  -Quanta poca fiducia! Al massimo faccio allagare il piano di sopra! E poi ho perso il cellulare- disse ridendo -Comunque, qui va tutto bene- evitò di parlare dell'episodio della palestra, nessuno avrebbe dovuto saperlo, Bill meno che mai -E tu?- aggiunse.
  -Hai perso il cellulare?! Vabbeh, ne riparliamo quando torno. Comunque va tutto bene, sto per entrare in sala riunioni, devo lasciarti. Dai un bacio enorme a Tommy da parte mia. Ciao tesoro, vi richiamo più tardi. State attenti a tutto!-
  -Buona fortuna! A presto, papà. Ti voglio bene- disse chiudendo la chiamata.
Mise il cordless al suo posto, aprì la credenza e prese un pacco di pasta.
Accese i fornelli e mise l'acqua a bollire per preparare il pranzo.
Dopo un quarto d'ora mise i piatti sul tavolo e chiamò suo figlio.
  -Ti piace la pasta, piccolo?- chiese la ragazza accarezzando con una mano i capelli color pece del bambino.
  -Sí, tono buonittimi!-
  -Prima ha chiamato il nonno, ti manda un bacio..-
  -Mi manca il nonno- disse Thomas giocherellando col cibo nel suo piatto.
  -Anche a me... Tra qualche giorno ritorna, tesoro- gli rispose sorridendo.
In quel momento qualcuno suonò il campanello di casa, così Lucy si pulì la bocca con un tovagliolo e si alzò.
Quando aprì la porta si trovò davanti Bill, allargò la bocca in un enorme sorriso e richiuse la porta alle sue spalle.
  -Ciao amore!- disse alzandosi in punta di piedi per baciarlo.
Bill rimase impalato, senza chinarsi per rispondere al bacio, e la fissò in un modo in cui non era mai stata guardata  da nessuno. Poco dopo il sorriso della ragazza scomparve.
  -Va tutto bene?- chiese perplessa.
Il ragazzo le porse rapidamente il cellulare. 
  -Hai trovato il mio cellulare!- lo fissò per un po', poi lesse sul display il fatidico messaggio. Sbattè le palpebre più volte per accertarsi che ciò che aveva letto fosse reale.
  -B-Bill, io non so c-cosa...- balbettò cercando di dichiarare la sua innocenza.
  -Perchè Lucy? Io ti amo da morire, pensavo che per te fosse la stessa cosa! Perché mi fai soffrire così! Come hai potuto fare ciò che hai fatto oggi in palestra?!-. Bill cercava di trattenere le lacrime. 
Non avrebbe mai voluto arrabbiarsi con lei, non voleva farlo nemmeno in quel momento. Tutto ciò che desiderava guardando il suo viso triste e confuso era stringerla tra le sue braccia e baciarla, ma non poteva.
  -Tu eri in palestra stamattina?! Oh cielo, Bill, non è come pensi, te lo giuro! Harry mi ha detto di aver visto questo lì e una volta arrivati mi ha baciata! Non so perché l'ha fatto!-
  -Avresti potuto inventare una scusa migliore!-
  -Ma non è una scusa, è la semplice verità!-
  -Smettila di mentire! E come la mettiamo per l'SMS? Chi te l'ha mandato?- chiese alzando ancora di più la voce. Dei passanti si girarono a fissarli, ma a lui non importava.
  -Abbassa la voce, c'è Thomas in casa!- gli sussurrò.
  -Chi ti ha mandato il messaggio?- domandò a voce più bassa, ma sempre decisa.
  -Non lo so, Bill! Io non sono andata a letto con nessuno tranne che con te!- evitò volutamente di parlare dell'episodio di tre anni prima.
  -Potrebbe essere di Harry! O di Ivan! Ivan... Aveva ragione- 
Lucy non ce la faceva più. Aveva iniziato a piangere per la disperazione.
  -Non ho fatto mai nulla con loro! E chi diavolo è Ivan?! Maledizione Bill, basta! Mi stai trattando come... come... come una puttana!-
Bill fece per parlare, ma rimase in silenzio e abbassò lo sguardo.
  -Oh mio Dio... È questo che pensi di me?- disse abbassando le spalle. Si portò una mano tra i capelli e si asciugò le lacrime.
  -Cazzo, Bill!! Tu sai tutto di me! Sai il mio passato e quanto ho sofferto! Ti ho fatto entrare nella mia vita, nel mio cuore e nel mio letto! Ti ho dato tutto di me! Come puoi trattarmi così!- urlò tra le lacrime.
  -Io... io non penso questo di te. Solo che... Mettiti nei miei panni, Lucy. Considera ciò che ho visto, cosa dovrei credere?- disse in una via di mezzo tra dolcezza e rassegnazione.
  -Magari potresti credere a me- sussurrò con voce spezzata.
  -Io... ho bisogno di stare un po' da solo per pensare- disse dandole le spalle per andarsene.
  -Bill, aspetta!- urlò, e il ragazzo si fermò -Ti prego, non andartene. Io ti amo-
In Bill ormai le lacrime avevano preso il sopravvento. Però non si fermò. Nonostante l'amasse, nonostante, in fondo, le credeva, continuò a camminare.
Lucy si portò una mano alla bocca e aprì la porta di casa.
Entrò lentamente, la richiuse, e si lasciò scivolare fino a terra, dove continuò a piangere a dirotto abbracciandosi le ginocchia.
Thomas, che aveva sentito sua madre e Bill urlare, le si avvicinò e le strattonò una lunga ciocca di capelli. La ragazza alzò lo sguardo sul bambino e gli sorrise.
  -Mamma pecchè tu e Bill avete litigato?- 
Lucy si asciugò le lacrime con la manica della maglietta e lo abbracciò.
  -Non puoi capire, tesoro. Un giorno lo capirai- disse baciandogli i capelli.
  -Ma ora tei tritte.. Con Bill torridevi tempre. Fate pace!-
  -Vorrei tantissimo fare pace, Tommy, ma non è così facile-
Thomas allora fece delle smorfie buffe per cercare di farla ridere. Lei sorrise e lo strinse forte a sè.
  -Meno male che ho te, piccolo-
Lucy passò tutto il pomeriggio sul divano a pensare. Accarezzava con il pollice l'acchiappasogni che Bill le aveva regalato prima che si fidanzassero. Dopo qualche ora si alzò e si preparò una tazza di caffè.
Verso le sette di sera il campanello suonò ancora una volta. 
Non pensava si trattasse di Bill, così decise di non aprire. Thomas però scese le scale e si diresse all'ingresso. Si sollevò in punta di piedini e girò la maniglia della porta, aprendola. 
Chi aveva suonato era un giovane uomo, biondo, alto e muscoloso. Il bambino lo fissò dal basso verso l'alto e gli fece un sorriso affettuoso.
  -Ciao, piccolo, c'è tua madre?-chiese l'uomo abbozzando un sorriso, molto diverso da quello del bimbo, con qualcosa di strano e di diabolico. 
  -Sì!- disse il bambino socchiudendo la porta e andando a chiamare la madre.
Lucy sospirò rassegnata. Farsi vedere con quegli occhi rossi era l'ultima cosa che voleva, ma purtroppo suo figlio non si era curato molto dei dettagli. Così prese la tazza di caffè e si avvicinò alla porta.
Quando l'aprì sgranò gli occhi. Lasciò cadere la tazza sul pavimento, mandandola in mille pezzi e il caffè si sparse tutto sul parquet. 
L'uomo fece un ghigno compiaciuto. Lucy con uno scatto fulmineo fece per richiudere la porta, ma l'uomo infilò un piede in casa, riuscendo ad avere lo spazio necessario per spalancare la porta con una sola mano ed entrare. 
La ragazza fece qualche passo indietro per non cadere.
L'uomo chiuse la porta alle sue spalle e girò la chiave, lentamente.
  -Ciao, Lucy. È da tanto che non ci vediamo, eh?-
  
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