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Autore: Raggio di Gioia    02/06/2013    19 recensioni
Ok popolo di EFP.
Non so come dirvelo... questa storia ce l'ho in testa da tanto, troppo tempo, solo che, vi giuro.
Mentre la scrivevo ho PIANTO
Io vi lascio alla storia perchè credo sia la cosa più toccante che sia mai riuscita a fare.
I nostri gemelli Fubuki li amo, davvero, ma credo che nessumo li abbia mai trattati come ho fatto in questa fic.
Tratto dal testo:
"Quando si voltò vide gli occhi del piccolo lucidi, mentre fissava quell’immensa distesa, riflettendo in essi il bagliore delle stelle. – Allora ciao mamma, ciao papà. Mi date la buonanotte? – Chiese il piccolo alle stelle, mentre agitava una manina in cenno di saluto.
- Sì... Sì Shirou. Vedi, ti stanno salutando. Guarda come brillano di più? – Hitomiko fece uno sforzo, ormai a lei sconosciuto, per trattenere le lacrime. Ogni sera da quasi un anno andava avanti così. Attese, come da copione, quella fatidica domanda che le poneva un macigno in più sul cuore tutte le sere.
- Hitomiko-sensei... Quando arriva il mio nii-san, invece?"
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Hitomiko Kira/Lina Shiller, Hitomiko Kira/Lina Shiller, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonanotte nii-san

 

    - Atsuya! Atsuya! Atsuya, dove ti sei nascosto nii-san? Esci fuori, non mi piace starti lontano!
- Sono qui Shirou! Guarda qui, non è bellissimo?
- Cosa?
- La neve!
    

 

Una candida manina tirò la manica di una signora richiamandone l’attenzione.
Quando questa si girò incrociò lo sguardo di un tenero bambino di sei anni, che la guardava incuriosito. Agitò la manina verso il basso, come a fare cenno alla donna di chinarsi alla sua altezza; questa fece ciò trovandosi faccia a faccia con il piccolo che, ora, la fissava con i suoi occhioni, chiari come l’alba. – Dove sono la mia mamma e il mio papà? –
Lei gli carezzò i candidi capelli e, tristemente, rispose al piccolo. – Shirou, dimmi, tu conosci la storia del piccolo Simba, vero?
- Sì Hitomiko-sensei, la conosco. Il papà di Simba muore in un incidente.
- Beh, piccolo, vedi il tuo papà, ma anche la tua mamma, sono come il papà di Simba ora. Loro... loro sono in cielo, lassù tra le stelle, capisci? – Prendendo tra le sue braccia il piccolo puntò un dito verso il cielo, tempestato di piccoli diamanti.
Quando si voltò vide gli occhi del piccolo lucidi, mentre fissava quell’immensa distesa, riflettendo in essi il bagliore delle stelle. – Allora ciao mamma, ciao papà. Mi date la buonanotte? – Chiese il piccolo alle stelle, mentre agitava una manina in cenno di saluto.
- Sì... Sì Shirou. Vedi, ti stanno salutando. Guarda come brillano di più? – Hitomiko fece uno sforzo, ormai a lei sconosciuto, per trattenere le lacrime. Ogni sera da quasi un anno andava avanti così. Attese, come da copione, quella fatidica domanda che le poneva un macigno in più sul cuore tutte le sere.
- Hitomiko-sensei... Quando arriva il mio nii-san, invece?
 


- Perché? La vediamo tutti i giorni, no?
- Sì, ma vista dall’alto è più bella, sai perché?
- Me lo dici tu?
- Sembra ancora più bianca di quanto non sia. Come la panna! Mi viene voglia di mangiarla...
- Nii-san! La neve è fredda non si mangia! Ahahah!
 



 

Quella mattina stavano giocando insieme nel giardino dell’orfanotrofio.
- Shirou... Shirou, dove sei? Ora ti trovo... – Hitomiko girava nei pressi del cortile, tenendo lo sguardo fisso con la coda dell’occhio su un alberello dietro di lei.
- Non sei nemmeno dietro al cespuglio, ne’ Shirou? – Il piccolo dovette premersi le manine sulla bocca per soffocare un risolino, mentre dall’alto di un ramo spiava la sua sensei, che lo cercava invano nel cortile. Ad un certo punto non la vide più e si affacciò per avere una visuale migliore.
- Ti ho trovato! – Il piccolo cacciò un urletto per lo spavento, rendendosi conto che la donna l’aveva circondato con le braccia per la vita. Subito dopo un attacco di ridarella lo prese alla sprovvista, continuando finché questa non lo riportò per terra.
- Cattiva sensei! Mi hai spaventato! – La riprese Shirou dandole degli schiaffetti sul petto e sulle braccia.
- Ah sì? E che devo dire io? Tu ti sei nascosto sopra un albero! Guarda che è molto pericoloso.
- Ma sensei, la neve vista dall’alto è più bella, lo dice sempre il mio nii-san Atsuya.
- Oh, lo... Lo dice? Intendi che lo diceva prima Atsu-chan?
- No sensei, lo dice anche adesso. Ma dov’è? Lo aspetto da tanto tempo, anche oggi non è potuto venire a trovarmi come le altre volte?
- Oh, lui... Lui arriverà stasera Shirou, sì. Stasera.
 

 

 

- Non fare il saccente onii-chan! Tu invece sai perché la neve è bianca?
- Non lo so davvero... Però la neve è innocente, non può fare del male a nessuno.
- E le valanghe invece?
- Sono incidenti Atsuya. - Un fiocco candido si posò sul nasino di Shirou, facendogli il solletico.
- Secondo te una valanga ci farebbe del male?
 



 

Hitomiko teneva per mano il piccolo Shirou, mentre lo accompagnava nella sua cameretta.
- Hitomiko-sensei, secondo te le valanghe sono cattive?
- Come Shirou? – Hitomiko si fermò e, lasciando la manina dell’albino si chinò nuovamente per guardarlo negli occhi.
- Voglio sapere se le valanghe sono cattive.
- Ecco... Perché lo vuoi sapere piccolo?
- Perché non vedo il mio nii-san da quando c’è stata quella valanga che mi ha portato via mamma e papà.
- Shirou, le valanghe sanno essere molto cattive a volte, ma sono degli incidenti.
- Lo so, l’ho detto ad Atsuya, ma lui vuole sapere se sono davvero cattive. Voglio saperlo pure io sensei, non vedo Atsuya da tanto tempo, forse la neve si sentiva sola e voleva solo giocare con Atsu-chan, così non l’ho potuto vedere fino ad ora. Perché lui viene tra poco, vero? Me l’hai detto a cena.
- Senti Shirou, perché parli sempre di Atsuya? Ricordi cosa ti ho detto sul piccolo Simba.
- Certo, alla fine muore il papà, come è successo a me insieme alla mamma, ma Atsuya oggi viene per darmi la buonanotte, vero? – Hitomiko strinse forte gli occhi per impedire alle lacrime di uscire, passandosi le mani sul volto.
- Sì, sì Shirou. Certo che viene.
- Speriamo che anche oggi non abbia imprevisti...
 



 

- Io credo di sì, ma non lo farebbe apposta. Noi staremo sempre insieme, vero?
- Certo Shirou, nemmeno la morte ci separerà.
- Allora ti prometto che ti aspetterò sempre Atsuya. - Un fiocco si posò sulla guancia di Atsuya, che lo guardò incuriosito.
 



 

Shirou osservava il piattino davanti a lui e il posto vuoto che aveva accanto.
- Sensei, non voglio mangiare senza Atsuya. Ci scambiamo sempre metà piatto, perché non è venuto a cena? Hai detto che sarebbe venuto stasera.
- Tesoro, Atsuya ha avuto un imprevisto. Sono arrivati degli amici e...
- Ho capito. – Il piccolo albino abbasso lo sguardo e cominciò a mangiare svogliatamente, lasciando metà piatto. – Questa la devo lasciare ad Atsu-chan sennò quando viene a trovarmi per la buonanotte si offende. Già non l’ho aspettato per mangiare.
- Va bene, la metterò da parte. Ora va a lavare le mani e i dentini che tra poco devi andare a letto.
Il piccolo scese dalla sedia e corse verso il bagno, mettendosi in fila.
Hitomiko lo guardò e di nuovo le venne da piangere, come ogni volta. Cosa gli avrebbe detto stasera, prima della buonanotte?
 



 

- La mamma ci fa giocare solo con le cose che non sono pericolose; noi giochiamo anche con la neve, quindi hai ragione tu. Ma io voglio sapere lo stesso perché è bianca, uffa...
- La mamma mi ha detto che il bianco è il colore dell’innocenza.
- Come il tuo nome, ma ora che c’entra?
 



 

Shirou osservava impaziente Hitomiko che rimetteva apposto il libro delle fiabe. Quella sera gli aveva letto “La piccola fiammiferaia” e subito nacque spontanea una domanda dalle labbra del piccolo albino.
- Sensei, ma cosa succede alla piccola fiammiferaia?
- Va a vivere dalla sua nonnina – Rispose lei voltandosi. – e il signore cattivo che la faceva lavorare tanto non la vede più.
- Ma la nonnina non era morta?
- No, no Shirou. Era andata a vivere in un posto... più bello. Capisci? – Lui annuì.
- Sensei posso tenere la tapparella aperta? Voglio vedere le stelle.
- Certo, vieni qui. – Il piccolo Shirou la raggiunse uscendo dal lettino, salì sulle gambe di lei e si mise seduto.
- Sei pronto per andare a fare la nanna? – Hitomiko sapeva che si sarebbe pentita di aver fatto quella domanda, ancora. Il piccolo annuì.
- Prima posso dare la buonanotte a loro? – Con il ditino indicò un gruppetto di stelle.
- Certo, certo. Dagli la buonanotte piccolo. – Intanto il suo respiro si appesantiva.
- Buonanotte mamma. – Mandò un bacino a una stella, come tutte le sere e la salutò. Hitomiko sentì gli occhi inumidirsi.
- Buonanotte papà. – Mandò un bacino alla stella accanto e la salutò come la prima. Hitomiko strinse le labbra e serrò gli occhi, pronta a dire un’altra bugia, aspettando che il piccolo scendesse dalle sue gambe e, entrando nel lettino, le chiedesse “Dov’è Atsuya?”.
 
Ma non accadde. Aprì lentamente gli occhi e vide il piccolo Shirou che salutava con la manina una terza stella, più luminosa delle altre, mentre piccole goccioline rilucenti come cristalli attraversavano il suo visino, sfigurandone quell’innocente bellezza.
- Buonanotte anche a te, nii-san.
E questa volta, Hitomiko non riuscì a trattenere le lacrime come le altre volte, stringendo a sé il piccolo Shirou, che continuava a salutare la stellina. Aveva capito.
 

 

 

- Nii-san... La neve è bianca perché non conosce le cattiverie del mondo...




 

Angolino colorato dal profumo di primavera, leggermente bagnato di lacrime...
Scusate... io, io ce l'avevo in testa da troppo tempo e non ho potuto farne proprio a meno!
Non ho mai visto una fic dove i gemelli Fubuki fossero trattati così, nè tantomeno dove Shirou avvesse un tutore o una tutrice e così...
Non chiedetemi come, ma vidi un episodio di una serie, la parte finale.
Diceva: "La morte di una persona è composta da 5 fasi.
La prima è la più difficile di tutte, ma da lì in poi è tutto in discesa.
La prima fase è l'accettazione"
Insomma accettare che Atsuya sia morto per Shirou a soli sei anni è davvero un gesto nobile secondo me, e come vi ho detto prima...
Ho pianto mentre l'ho scritta e mentre l'ho riletta.
Ora, non voglio deprimervi, ma non potevo tenermela dentro.
Grazie a chi mi ha esortato a scriverla. <3 Vi voglio bene
Con questo mi dileguo, sperando di non aver fatto piangere pure voi, ma se è successo...
Boh, vuol dire che in fondo sono brava pure nel drammy ^w^,
Ci si sente! <3<3<3<3<3<3<3<3<3
Raggio di Gioia <3
p.s.
Per intenderci Shirou vuol dire "bianco" quindi la frase finale è riferita anche al lui <3

  
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