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Autore: xla    19/12/2007    0 recensioni
Nulla si crea. Nulla si distrugge. Tutto si trasforma... in tombe fatte di sangue e d'amore [ pg13, tragedia in tre atti piccoli. xla ]
Genere: Triste, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Harry, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Hurt in Love

 [ seguito di l’Amore… ]

[ tragedia - I atto ]

 

 

Bene.

Era il momento. Quello che aveva aspettato da tutta la sua vita. Ma… era pronto?

 

No. Non sei pronto, e lo sai. Ma cocciuto non ascolterai nessuno. Nemmeno te stesso. Anzi, forse te si, dopotutto, hai fatta una promessa.

Una promessa che nessuno ha sentito, solo tu e questo ti basta per mantenerle fede.

Dicono, i più, che non hai un cuore, un’anima, una coscienza…

Eppure la notte sogni. Tanti sogni.

 

Per la maggior parte incubi, vero, ma che finiscono sempre con l’arrivo di un angelo. Una creatura scesa dal cielo solo per lui, che si macchiava! E lui, bimbo piccolo, piangeva, nel vederlo coperto dei suoi peccati. L’angelo gli si avvicinava, bello, e gli donava pace e serenità, in un mondo di malvagità. E lui sorrideva beato. Ecco cosa era Harry per lui.

 

Chissà se anche il quel momento il tuo angelo sarebbe arrivato per salvarlo dal suo fato. Un fato che egli stesso ha deciso. Non era la via giusta? Non gli importava, perché il moro, il suo pensiero, era con lui. Non fisicamente, certo, e neanche spiritualmente, dopotutto lo ha sempre trattato male, e lui lo ha odiato ma… non è mai tardi. Mai.

 

L’Oscuro è sicuro, così come Harry: quella era l’ultima volta. La volta giusta che uno dei due moriva. Il mondo era stanco di quella situazione e anche loro due, in primis, non ce la facevano più. Tom voleva tornare alla sua vita di prima, quando nessuno lo poteva contrastare, ed Harry voleva poter vivere una vita degna di questo nome. Si rendeva perfettamente conto di essere nient’altro che una pedina nella mani del nemico di Harry, ma non lo aveva chiesto lui.

 

Il marchio sul braccio è come brace che non ha mai smesso di ardere, anche se il suo fuoco è spento. La pelle candida diffamata da quell’orrenda immagine. Per sempre… Non vuoi essere un eroe per il mondo, basta che tu lo sia per Harry. Non poteva molto contro Voldemort, ma almeno avrebbe tentato, senza morire. Ma… se solo fosse stato necessario per il suo angelo, sarebbe morto ben volentieri. Tutto. Pur di renderlo felice.

 

Avrebbe fatto vedere a Voldemort che l’amore è più forte di qualunque cosa, che vale la pena combattere solo per difendere chi si ama, non solo i propri ideali. Harry avrebbe dimostrato che non ha paura della bacchetta di Tom, anche a pochi millimetri di distanza da lui, disarmato! Gli avrebbe spiegato che non c’è bisogno di uccidere per farsi sentire, ma, se è un sordo che non vuol sentire allora lo avrebbe ucciso senza pensarci due volte.

 

In questo caso non valeva la soluzione: il male non va distrutto ma trasformato in bene. Ha sognato spesso incubi in cui Tom abusava sessualmente di lui, che si doveva solo sottomettere, altrimenti… Lucius avrebbe ucciso Draco, il figlio, e il suo unico amore, lo avrebbe ucciso. Non gli importava che il biondo non lo amava, basta che stesse bene, in salute. Andava bene anche se lo odiasse, che lo uccidesse, che calpestasse il suo cuore finchè volesse. Basta che a lui andava bene e allora si che era in paradiso. Perfino quando quel viscido lo penetrava con violenza, bastava il suo pensiero per fargli accettare tutto.

 

Hogwarts, come molti si aspettavano, sarebbe stato il campo di battaglia. La Battaglia. Che avrebbe deciso, una volta per tutte, il destino del mondo. Un mondo ormai sporco e senza speranza. Tutto ciò gravava sulle spalle di Harry dalla sua nascita. In molti erano dalla parte del bene, e in altrettanti dal male. Il ministero era stato escluso, un po’ perché loro stessi se la facevano sotto, un po’ perché non volevano cadaveri viventi tra i piedi.

-Pronto?- fece Hermione, affianco al Salvatore.

Harry chiuse gli occhi. Un profondo respiro, li aprì di scatto – Sempre stato – tono deciso e combattivo. Un tono che non pareva il suo. La ragazza acconsentì con la testa.

-Dunque… è ora?-

-Si, Ron. E’ ora-

Ron ispirò pesantemente.

-Andiamo?-

-Si-

-Uniti- esordì Harry

-Sempre, amico- rispose Ron.

Harry si rivolse alla folla della luce, urlò – Solo rimanendo uniti vinceremo. Aiutiamoci a vicenda, non dimentichiamo il compagno…- un velo di tristezza gli attraversò gli occhi, solo la riccia se ne accorse. Si riprese. – Ho fiducia in voi, quindi andiamo. – brandì la bacchetta, alzandola – Combatteremo per la gloria, o morte, o vittoria – il fuoco negli occhi.

Nessuno mai aveva visto Harry così determinato, neanche gli insegnati. Pareva un leone alla quale erano state invase le proprie terre. Un leone che poteva avere qualunque leonessa per se, ma solo un dio affianco a se, non una leonessa. Era scatenato. I sui amici credettero che avesse perso il senno, perché pareva battersi per qualcosa che già persa, avendone piena coscienza, ma senza volerlo ammettere a se stesso, neanche sotto tortura.

Harry vide l’Oscuro circondato dagli insegnati in difficoltà e i suoi occhi si assottigliarono

 

Eccoti, bastardo!

 

Corse verso di lui, uccidendo vari finti dissennatori che non gli facevano ne caldo ne freddo, ma una figura incappucciata gli si parò dinnanzi

-Dove credi di andare Potterino?- alle sue orecchie giunse quella voce da ragazzina nel corpo di una adulta pazza.

-Letrange…- sibilò.

Aveva un conto in sospeso con quella donna, ma ora… basta distruggere l’origine del dolore ed esso sparisce, non serve a nulla sbarazzarsi della nausea. Si deve disintegrare il capo branco. Lui lo era per Hogwarts e così Tom lo era per i mangiamorte. Non c’erano dubbi su questo.

-Levati- gli urlò

-Oh, il piccino non vuole giocare con la zietta?- cantilenò la pazza.

-Ho di meglio da fare che giocare con una ragazzina psicopatica troppo cresciuta!-

Bellatrix lo stava per attaccare, quando venne disarmata, si girò al suo fianco, furiosa –La mezzosangue- esordì maligna.

Hermione aveva la bacchetta davanti a se, ferma e calcolatrice più che mai. Lo sguardo che bruciava come quello di Harry –Vai pure Harry, ci penso io!- urlò, e lui le fu ben grato.

 

Fuoco e fiamme verdi e di ghiaccio in quest’inferno in terra. Ella, sempre stata presente, ha sempre assistito, rimanendo talvolta vittima innocente, della stupidità umana. Stava assistendo alla disfatta, e non lo sapeva, di lei stessa, oppure si? Se lo sentiva nel suo nucleo, che c’era qualcosa che non andava. Che le uniche persone che l’avrebbero potuta salvare erano l’uno contro l’altro, senza sapere che si amavano come pochi al mondo. Loro due, quei due ragazzi, con la loro stupidità, avevano segnato le sorti del pianeta e, con esso, della specie umana e non.

 

Draco credeva di essere preparato a tutto. Infatti lo era, si, ma non a quello che aveva davanti. Suo padre, con la madre, giacevano al suolo, senza vita, così come tanti studenti, un tempo suoi compagni. Gli pareva ancora di vederli, di sentirli. Le chiacchere, le risate, le corse per i corridoi della scuola. Sapevano che c’era la guerra, ma vivevano al meglio appunto perché c’era. Non erano certi di quando sarebbe arrivato il momento, per questo si gustavano ogni istante di quei giorni spensierati tra i banchi. E ora, quelle stesse persone, ragazzi, li vedeva lottare senza sosta per la vita. Unica carta senza copia tra di esse. Per questo non se la sentiva di attaccarli, si limitava a parare i colpi. Ron lo colpì, ma lui si parò e gli rispedì l’incantesimo. Poi gli passò vicino e gli sussurrò

-Vattene da qui Weasley- e se ne andò.

Ma Ron lo afferrò per una caviglia. Si girò e lo vide fissarlo cattivo –Da quando ti preoccupi per me, Malfoy?- sputò.

Draco si strappò a quella stretta – Da quando sei il miglior amico di Harry, stupido –

-Cos..?-

Un mangiamorte stava per colpirlo, e lui era disarmato. Draco disarmò l’essere di nero e lo uccise. Ron lo guardò disorientato e smarrito, - Perché? –

-Le domande idiote me le farai quando saremo fuori da qui- e se ne andò, ridandogli la bacchetta in mano.

 

Dove sei? Dove sei? –non lo vedeva- Amore, dove sei? –in quell’inferno non vedeva nulla a un passo da se- Cazzo!

 

Ora lo vedeva. Trafelato. Che si reggeva a stento in piedi. Il respiro affannato e il corpo pieno di ferite. Pareva una macchia rossa in movimento. Non sembrava neanche più lui ma… gli occhi, quegli occhi meravigliosi, sarebbero sempre rimasti vivi, anche dopo la morte, ne era certo. Ma a quanto pare Tom era allenato e non mostrava alcun segno di fatica. Lo sentiva che beffeggiava il suo amore con strafottenza.

-Ti facevo più forte, Harry, lo sai?-

-Taci- sputò sangue il moro contro la serpe.

Voldemort rise di gusto –La verità fa male, vero, Harry?- ghignò, e ripetè le stesse parole di quando tornò a nuova vita, - Io ti ucciderò, ora, Harry Potter –

Come se un forte pugno lo avesse colpito, Harry si portò le mani al ventre e cadde a terra. Iniziò a contorcersi come sotto Cruciatus, ma L’Oscuro non aveva fatto nulla. Possibile che fosse diventato tanto potente? Ma nonostante il dolore, Harry parlò

-Te l’ho già detto, schifoso, finchè io… - ma venne interrotto da Tom.

-Avrai cosa, l’amore? Ah, ma non farmi ridere Harry- una risata cristallina invase il campo, nonostante tutto il rumore della battaglia era perfettamente udibile, ma nessuno si fermò –Tu non hai l’amore, non sai neanche cosa sia. E vieni a rinfacciarmelo a me?- gli occhi rossi brillavano.

-No…- disse debolmente Harry.

Nella sua mente si fecero largo immagini del suo amore segreto, e gli parve che gli occhi iniziassero a pizzicare –Io non sono come te – urlò, nonostante il dolore che sentiva ovunque, anche nello spirito. Era sempre stato il suo peggiore incubo quello di essere come quella serpe. –Tu hai rifiutato l’aiuto di tutti. Perfino dell’unico uomo che credeva in te. Silente – e anche il preside fece capolino, stavolta nelle menti di entrambi – Lui ti voleva aiutare, ti aveva dato fiducia. Credeva in te! – sottolineo alzando la voce, poi il suo timbro si fece più basso, quasi un sussurro, ma perfettamente udibile – E tu l’hai ucciso -. Le lacrime stavano per vincere le sue difese.

-Chi non sa le cose dovrebbe tacere- sembrava che si stesse controllando, - CRUCIO! -.

 

No. Fottuto assassino! Non può finire così, non può! Gli devo dire… glielo devo dire. A tutti i costi!

 

-Se continua così lo ucciderà- si girò alla sua destra

-Granger?- fece

Lei si girò verso di lui, con occhi decisi. Draco potè vedere sua zia che giaceva per terra, dietro la riccia, senza vita. La Granger era sempre stata una grande donna, questo non poteva negarlo; aveva detto che ci pensava lei a Bellatrix e così aveva fatto, mantenendo la parola data a Harry poco prima, per permettergli di scrivere la parola fine una volta per tutte.

 

E tu. Tu, riuscirai a mantenere la parola data nel tuo cuore? Sei solo tu che devi decidere. Scegli, fai la cosa che ti risulta più facile; uccidi la Granger, vicino a te, che si regge per miracolo ma che non vuole mollare per nulla al mondo, e vai dai mangiamorte; vendica i tuoi genitori! Oppure… oppure…

 

Draco chiuse gli occhi, Hermione non toglieva i suoi da lui.

 

Sentiva un rumore indescrivibile intorno a lui. I respiri di tutti, perfino dei morti. Ma sentiva solo un battito, quello di Harry. Del suo amore. E, stranamente, ma non tanto, non riusciva a distinguerlo ad suo. Sentì la mezzosangue proteggerlo da un anatema, scagliato probabilmente da uno studente dell’ultimo anno. Gli dava tempo per riflettere. La senti urlare “non importa cosa scegli, basta che sia la cosa giusta, per te e per Harry”. Fu come se il mondo attorno si fosse fermato, nessuno più si muoveva. Come se tutto aspettasse lui. Il cielo, la terra, il mare, il fuoco, pazienti attendevano l’ultimo arrivato quale era.

 

Harry avrebbe preferito mille volte morire piuttosto che continuare quella inutile tortura. Perché era il momento di ammetterlo, di finire con questa farsa! Lui era solo un ragazzo, totalmente impotente dinnanzi al Lord. Come l’avrebbero presa i suoi amici se avessero saputo che più di una volta aveva seriamente pensato di consegnarsi a Voldemort, diventando un mangiamorte? E cosa avrebbero detto che avessero saputo che, ancora prima di scendere in battaglia sapeva già l’esito? Era stanco di tutte quelle responsabilità. Fosse stato per lui sarebbe già tornato in mezzo ai babbani. Ma sentirsi tutti quegli occhi addosso, pieni di una speranza che lui non aveva mai avuto, lo metteva in soggezione. Ma cosa pretendevano? Non aveva chiesto lui tutto quello. Ma il mondo è pieno d’ingiustizie e allora va bene, combattiamo, per un mondo ormai come lui, sull’orlo della pazzia. Sia così.

Gli occhi di Tom erano piene di scintille maligne – Non ho mai negato che Silente fosse un grand’ uomo. Ma aveva la malsana idea che c’era qualcosa peggiore della morte -.

Harry non trovava il coraggio di parlare, perché anche lui la pensava così.

-Era convinto… - proseguì il Lord - … che una vita senza amore era la cosa più orribile del mondo. – chiuse gli occhi – Questo perché egli stesso non ha mai conosciuto l’amore. Ecco perché. – li riaprì e si avvicinò a lui, si chinò – Capisci Harry, tu che ne pensi? -.

 

Apri gli occhi, Malfoy. Apri questi fottutissimi occhi e guarda. E, per una volta, fai la scelta giusta.

Perché, qualsiasi essa sarà, non ti tirerai mai indietro.

 

Riaprì gli occhi, li mise sulla Granger, che non aveva distolto i suoi. Uno sguardo che lo rimproverava e lo incoraggiava al tempo stesso.

-Cosa hai deciso?- gli chiese.

Aveva il volto e i vestiti pieni sangue, come il resto dei presenti, eppure non voleva mollare.

-Perché… hai deciso, vero?- domandò e lui non rispose, sospirò – Non importa – la guardò spaesato – Segui il tuo cuore e vedrai che andrà tutto per il verso giusto – sorrise, poi rialzò la bacchetta – Vai. – lo esordì – Ti copro io -.

 

Ma lui non si muoveva. Era paralizzato, impaurito… come faceva quella ragazza ad essere così ferma in un momento simile? Parlava bene lei, che non doveva affrontare il suo cuore. Lei, che ragionava solo con la testa. Gli diceva di ragionare con il cuore, di dargli ascolto… a lui, che tutti credevano che ne fosse privo. Ma forse, in questi casi, non c’è bisogno né del cervello né del cuore, ma solo della volontà. Il coraggio di fare la casa giusta nel momento sbagliato.

 

-Vai. Muoviti Malfoy – lo prese per la manica e lo spinse verso la direzione di Harry.

 

Iniziò a correre verso di lui, facendosi largo tra quelle acque di fuoco verde e d’argento. Verde. Come gli occhi del suo amore. Argento. Come i suoi occhi di ghiaccio e nebbia fusa. Un minuto. Solo un piccolo, fottutissimo minuto e…

 

Draco strattonò via Voldemort con un incantesimo ben assestato. Che andò a segno perché il Lord era perso negli smeraldi di Harry e si stava avvicinando alle sue labbra. Troppo vicini. E Draco non aveva potuto resistere.

-Draco…- sussurrò Harry che ancora non riusciva ad alzarsi.  – Cosa… cosa ci fai… -

 

Bella domanda Harry; cosa ci faccio qui?

 

Draco si abbassò su Harry, gli prese il volto stanco tra le mani e lo avvicinò a se.

-Hai ragione, Harry, cosa ci faccio qui- la sua voce era calda e rassicurante - E non… qui… - colmò le distanze tra di loro con un bacio lento e profondo.

Senza perdere tempo schiusero entrambi i loro mondi all’altro; e quando la lingua di Draco si abbracciò con quella di Harry, seppero che il sesso era roba di molti ma i baci roba per pochi privilegiati. Harry piegò la testa di lato per permettere al bacio di farsi più forte. Perché sapevano che era l’ultimo, così come era il primo.

 

La tua bocca calda… non mi sono stancato e ne voglia ancora. Ancora di più. Voglio morire così.

Fanculo il mondo!

Il sapore del sangue di Harry inebriava di sensi di entrambi.

 

Harry portò le sue mani dietro la nuca di Draco, e lui gli fece piegare la testa di lato, poi insinuò la lingua più a fondo che poteva. Ma Harry non aveva paura di soffocare, anzi, se fosse morto così sarebbe stato l’uomo più felice del mondo.

 

Lo stupido più felice del mondo…

   
 
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