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Autore: Hypnotic Poison    19/12/2007    12 recensioni
Era una stupidata, lo sapeva, ma non voleva passare la vita a rimpiangere anche quello. Per una volta, avrebbe dato ascolto al suo istinto, mettendo da parte l’orgoglio.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Solo per un'ora

 

 

 

“Amami dolcemente

Fallo per un’ora

Perdutamente”

 

 

 

Il Sole tramontava lentamente sul chiaro mare della baia, tingendo cielo e acqua di uno spettacolare color arancio.

Fermò la moto davanti alla villetta color panna, e si tolse il casco.

Era una stupidata, lo sapeva, ma non voleva passare la vita a rimpiangere anche quello.

Per una volta, avrebbe dato ascolto al suo istinto, mettendo da parte l’orgoglio.

Scese dalla moto e percorse lentamente il vialetto d’ingresso, pensando a ciò che avrebbe detto.

Sospirò e suonò il campanello.

Il nervosismo era tale che non faceva altro che battere il tacco della scarpa contro il terreno.

Sentì dei passi correre alla porta, e una testolina rossa sbucarci fuori poco dopo.

“Oh! Shirogane-kun! Che sorpresa, non ti aspettavo proprio!”

Ryou sorrise, mentre uno strano calore gli percorreva il corpo: “Ciao, Ichigo.”

La rossa si fece da parte per farlo entrare: “Scusa il disordine, ma sono così impegnata con tutti questi preparativi…” si giustificò.

Lui non rispose, ma percorse in silenzio il corridoio, fermandosi poco prima dell’entrata del salotto: “Mi dispiace di disturbarti proprio adesso, ma avrei un favore da chiederti…”
Ichigo si stupì non poco. Shirogane sembrava tanto strano, quella sera, ma lo invitò a continuare.

Il biondo prese fiato, guardandola attraverso gli occhiali neri: “Ti sembrerà strano, in questo momento, però…” evitò di dirle ‘sarebbe molto importante per me’ “Insomma, non è che domani potresti venire a fare un giro con me? Per un’oretta al massimo.”

La donna spalancò la bocca. Perché le stava facendo quella domanda?

“Se non ti va, capisco benissimo, e sono sicuro che…” stava già ritirando tutto, così lo interruppe: “No, no, tranquillo, Shirogane-kun. Accetto volentieri. Così, magari, riuscirò a distrarmi un pochino!”

Quello strano peso che Ryou aveva sul petto si dissolse, come ghiaccio sciolto al Sole.

“Bene, Ichigo. Allora ti vengo a prendere domattina. Per pranzo, ok?”

La rossa sorrise radiosa, e una fossetta infantile le comparì sulla guancia: “Perfetto. A domani, allora.”

Ryou uscì di casa chiudendosi la porta alle spalle.

Da lì in poi, sapeva, sarebbe stato tutto molto più difficile…

 

 

La sveglia iniziò a squillare, allegra ma fastidiosa.

Ichigo si alzò, stiracchiandosi come era d’abitudine. Un grande sbadiglio percorse il suo bel visino illuminato dalla luce che filtrava dalla finestra socchiusa.

L’estate era cominciata, e avrebbe portato un sacco di novità.

Prese un pennarello e segnò una grossa ‘X’ sul giorno corrente del calendario, e sorrise soddisfatta.

Iniziò a vestirsi, osservandosi nello specchio a figura intera dentro l’anta dell’armadio. Una semplice maglietta, un paio di pinocchietti e ballerine nere ai piedi, ed era pronta.

Guardò l’orologio: da lì a mezz’ora Shirogane sarebbe andato a prenderla.

Chissà dove l’avrebbe portata in solamente un’ora…

Fece spallucce e si truccò leggermente.

-Perfetta!- pensò. Sorrise alla sua coppia riflessa nello specchio, ravvivandosi con una mano i capelli rubino.

Il campanello suonò puntualmente, così Ichigo scese di corsa le scale e aprì la porta.

Dopo anni e anni, il cuore le si fermò per un attimo. Vederlo era sempre una strana emozione. In più, quel giorno, il Sole gli batteva alle spalle, illuminandolo come un dio.

“Buongiorno, Ichigo.” esclamò Ryou

“B-buongiorno, Shirogane-kun!” balbettò la rossa, arrossendo leggermente.

Il biondo la guardò attraverso gli occhiali neri: “Allora, andiamo?” domandò.

La ragazza annuì con la testa e lo seguì attraverso il vialetto.

“Andiamo in moto?” domandò titubante notando il veicolo nero fiammante parcheggiato davanti al cancello d’ingresso.

Un sorriso beffardo si stagliò sulle labbra dell’americano: “Perché, hai paura?”

Ichigo arrossì: “Chi, io? Nooo…”
Il sorriso di Ryou si allargò, e dopo essersi seduto sulla moto, l’aiutò a salire.

“Stringiti forte, mi raccomando!” l’ammonì, indossando il casco.

La ragazza arrossì ancora di più e gli si strinse alla vita.

-Non pensare al suo fisico, però, Ichigo…- pensò dopo un po’, mentre il vento le scompigliava i capelli lasciati liberi dal casco.

Si lasciò guidare dal dolce cullare della moto, chiudendo gli occhi, e poco dopo sentì il motore fermarsi e Shirogane chiamare il suo nome.

Aprì gli occhi e si tolse il casco: “Che posto è questo?” chiese stupita.

Il biondo si girò verso di lei e rispose: “Mai visto un parco di divertimenti?”

Ichigo rovesciò gli occhi al cielo: “Shirogane-kun… soffro di vertigini e ho lo stomaco debole. Non salirò mai sulle montagne russe!”

Lui sorrise malefico: “Allora ti ci porterò di peso!”

La rossa sbiancò: “Non sto scherzando! Potrei morire su quelle cose!”

“Ichigo, hai combattuto contro dei chimeri, e ora hai paura di una giostra? Forza, non fare la bambina!” Shirogane la prese per un polso e la trascinò fino all’entrata delle montagne russe.

 

 

“Sono ancora viva?”

Ichigo scese traballante dal vagoncino bianco della giostra, sedendosi poi di botto su una panchina.

Ryou sospirò, perfetto come sempre: solo un accenno di disordine nei suoi capelli aurei, a causa della velocità appena affrontata.

“Che ne dici di mangiare qualcosa?” le domandò.

L’ex Mew rosa annuì e si lasciò condurre in un grazioso ristorantino appena fuori dal Luna Park.

“Ti senti bene?” chiese il biondo, vedendo la ragazza abbastanza pallida e scossa.

“Te l’ho detto che non sono adatta a certe cose…” borbottò lei in risposta.

“Eppure pensavo che ti fossi abituata alle emozioni…” la prese in giro l’americano.

Ichigo gli fece il verso e si nascose dietro il menù: “Ti avverto che la tua ora sta per finire…”

Shirogane sorrise: “C’è ancora tempo, tranquilla…cosa vuoi mangiare?”

L’aria cominciò a farsi sempre più rilassata, e i discorsi fluivano leggeri.

Finché, a fine pranzo, Ryou non le porse quella domanda che gli frullava in testa da parecchio tempo: “Sei pronta? Intendo, per domani..”

Ichigo depose lentamente la forchetta del dolce e lo fissò negli occhi: “Sì. Penso proprio di sì. In fondo, è una cosa che voglio da moltissimo tempo.”

L’americano annuì, e distolse lo sguardo.

All’improvviso, la mano di Ichigo strinse la sua poggiata sul tavolo: “Ci sarai, vero?”

Gli occhi acquamarina rimasero concentrati sul piatto vuoto. Il cuore fece una piccola capriola.

“Certo. Ci sarò sempre, Ichigo.”

Lei sorrise, sollevata: “Grazie. Ora andiamo? Hai dieci minuti per riportarmi a casa!” scherzò.

Ryou si alzò e lasciò delle banconote sul tavolo per pagare il conto, incamminandosi verso la moto con le mani in tasca.

Ichigo lo prese sottobraccio, e camminarono in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.

L’americano aiutò l’amica a salire sulla moto, poi partì a tutta velocità.

Come promesso, raggiunsero la casa della rossa esattamente un’ora dopo di quando l’avevano lasciata.

Ryou parcheggiò la moto e guardò l’ex Mew gatto scendere.

“Beh…allora grazie, Shirogane-kun!” esclamò felicemente lei.

Un sorriso increspò le labbra perfette del ragazzo: “Grazie a te, Ichigo, per avermi fatto questo favore!”

Le gote di Ichigo si tinsero di un tenue color fragola: “Allora ci vediamo domani!”

Shirogane annuì, mentre lo stomaco gli si contorceva al pensiero del giorno dopo.

Ichigo si sporse e gli schioccò un bacio sulla guancia, voltandosi poi e correndo verso la porta di casa.

Immobile come una statua di sale, Ryou continuò a guardarla finché la porta di legno non si chiuse davanti a lui, impedendogli di vedere oltre.

Impiegò qualche istante per riprendere il controllo di se stesso.

Non era riuscito a dirglielo. Ma aveva sempre saputo che non ce l’avrebbe mai fatta. Avrebbe sconvolto troppe vite.

Gli era bastata quell’ora insieme a lei, dove erano stati solo ‘loro’. Un ‘loro’ che dal giorno dopo non avrebbe più potuto esistere, un ‘loro’ che era esistito solo quel giorno, un ‘loro’ che sarebbe esistito per sempre nel suo cuore, nascosto come il più importante dei segreti, e che non sarebbe mai stato rivelato.

Accese la moto, facendola rombare.

-Solo un’ora insieme a te, è stato il paradiso…-

Accelerò per le strade trafficate di Tokyo, mentre la gomma anteriore si sollevava.

Era tempo di prepararsi…

 

 

Il Sole splendeva allegramente sulla baia della capitale del Giappone.

Battendo sulle vetrate colorate, disegnava complicate decorazioni sul pavimento marmoreo.

Un raggio rosato lo colpiva direttamente. Quel rosa che un tempo era appartenuto al suo costume.

Faceva fatica a reggere lo sguardo fisso davanti a sé, a ciò che stava accadendo poco avanti.

Ma lo faceva solo per lei, perché sapeva che era importante.

Sentì tante persone muoversi intorno a lui ed alzarsi in piedi. Riconobbe cinque persone in quella mischia. Il momento era arrivato.

-Non parlerò, Ichigo. Non dirò niente, perché se tu sei felice così, allora dovrò esserlo anch’io.

Starò zitto, perché ti voglio bene. Starò zitto, perché ti amo…-

Alzò lo sguardo, puntandolo dritto sulle tre persone al centro della scena.

E le parole iniziarono a scorrere:

“Se qualcuno conosce una valida ragione perché questo matrimonio non venga celebrato, che parli ora, o taccia per sempre!”

-Ce ne sono troppe di ragioni, Ichigo. Perché io ti amo, e non sopporto di vederti con lui…ma rimanerti amico va bene…mi basterà anche solo un’ora del tuo tempo, per essere felice…-

“Allora, per i poteri a me conferiti, dichiaro Masaya Aoyama e Ichigo Momomiya marito e moglie!”

-…finché morte non vi… o ci separi… amen…-

 

 

Solo per un’ora…

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ryou: “Che schifo…”

Hypny: “Pardon? Penso di non aver capito bene…”

Ryou: “Hai capito benissimo! Perché l’ameba deve sempre accaparrarsi Ichigo e io rimanere a bocca asciutta come un pesce, pensando frasi smielose sull’amore eterno che predicano che io rimarrò zitello a vita?!?

Hypny: “Perché così ho deciso. Ora puoi anche andare!” *l’autrice tira calcio nel bellissimo fondoschiena dell’americano, spedendolo fuori dalla porta*.

Bene, la fic che avete appena letto è la mia nuova creazione.

La frase in corsivo all’inizio della storia è un murale che ho visto in Sardegna (quindi non so se fa parte di una canzone o cosa). Mi ha ispirata subito, quindi mi sono messa d’impegno e ho scritto questa shot.

Se volete aiutarmi a vincere la mia personale battaglia contro Ryou nel dimostrare che le mie storie non sono poi così schifose come dice lui, please, lasciatemi un commentino anche piccolo-piccolo!!

Vi ringrazio già tutti!

 

Alla prossima, baci

 

Hypnotic Poison 

 

 

   
 
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