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Autore: xitseff    03/06/2013    1 recensioni
La semplice storia di un'adolescente, che vive per la musica, per i suoi idoli ed è piena di sogni, ma poche speranze.
Un'adolescente insicura, che è alla ricerca di se stessa. I suoi idoli la aiuteranno in questo, anche fisicamente.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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WHO AM I?

 
Dicono che l’adolescenza sia il periodo più assurdo, più bello della vita. Eppure perché io, a quindici anni, riesco a vivere solo i lati negativi di questo periodo?
Ho cercato la definizione di adolescenza su Google, il primo risultato è quello di Wikipedia. Il secondo è quello di Tumblr. Tra le voci correlate ci sono ‘vita’, ‘amore’ e ‘solitudine’. Quant’è vero: per me l’adolescenza è solitudine.
Ho così tanti amici, anzi conoscenti, ma in una stanza piena di persone riesco sempre a sentirmi sola.
Nel 2013, ci dovrebbe essere più tolleranza, meno pregiudizi, meno ipocrisia. E invece ce n’è sempre di più. Ed ogni giorno che passa mi sento sempre più giudicata.
Quello che mi chiedo ora è: perché l’ultimo giorno di scuola continuo a deprimermi pensando a queste cose? Dovrei partecipare alla lotta d’acqua in corso, ma proprio non riesco ad essere felice e spensierata, nemmeno in un giorno come questo. Così torno a casa, pronta a mettermi due cuffie nelle orecchie e dormire, per dimenticare il mondo che mi circonda e fingere di essere felice, sognando.
Eppure non ci riesco, resto ferma sul letto a guardare un punto fisso sul muro bianco, e a pensare alla mia vita, tornando al giorno in cui tutto è cominciato ad andare storto.
______

Maggio 2012.
Ero in macchina con mia madre, andando a scuola. Eravamo ferme nel traffico quando mi disse qualcosa che non avrei mai voluto sentire: ‘ieri sono andata in ospedale, mi hanno trovato un tumore’. Mi disse poi di non preoccuparmi, ma leggevo la paura nei suoi occhi, e per non farla sentire peggio decisi di far finta di credere al fatto che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Ma sapevo che non sarebbe successo. Il mio migliore amico è morto così, e anche altre tre persone a cui ero molto legata.
Arrivata a scuola, sembravo morta. Guardavo nel vuoto, non riuscivo a sentire nemmeno una parola di quelle che uscivano dalla bocca  dei professori, o dei miei compagni di classe. 
Uscita da scuola, decisi di tornare a piedi, e comprai anche un pacco di Marlboro light e un accendino rosso fuoco. Pessima decisione. È un anno che fumo ormai, il pensiero di smettere mi è passato per la testa un paio di volte, ma non ci sono mai riuscita, o non c’ho mai veramente provato.
Mentre tornavo poi, presi il telefono, cuffie e feci partire la musica in modalità casuale. Give me love, di Ed Sheeran. Amo quell’uomo, è un poeta, usa sempre le parole giuste.
Pochi minuti dopo, riconosco il suono familiare di una chitarra classica e la voce di una delle mie ragioni di vita:  Moments dei One Direction, i miei idoli.

And the tears stream down my face. 

Senza neanche accorgermene, inizio a piangere, pensando alla notizia di quella mattina. 
Prima della fine della canzone, mi ritrovo nella hall dell’albergo che possiedono i miei, quindi metto in pausa la canzone e mi asciugo le lacrime, prima che qualcuno possa vedermi e tempestarmi di domande.
____


Pensando a quel giorno, le lacrime tornano a bagnare il mio viso. In quest’anno, le condizioni di mia madre non sono migliorate. E nemmeno le mie.
Non sono mai stata veramente felice. Ero contenta quando ho imparato ad andare sulla bici, quando ‘Babbo Natale’ mi ha portato la casa delle Barbie, quando litigavo con mia sorella e poi finivamo sul letto ad abbracciarci, quando io e la mia famiglia abbiamo fatto una vacanza tutti insieme, non sapendo che quella sarebbe stata l’ultima.
Forse una volta sono stata veramente felice: quando nel Gennaio 2011 ho scoperto i One Direction e da quel giorno non sono più riuscita a separarmene.
Inizio poi a domandarmi perché sono stata così sfortunata nella vita. Mi chiedo cosa voglio, ma soprattutto chi sono.
Chi sono io?
Mi chiamo Flavia, ho quindici anni e, se essere perennemente tristi è normale a quest’età, allora sono una comune adolescente. 



___

my space!
salvee! se siete arrivati fino alla fine di questo capitolo, vorrei ringraziarvi! lo so, è deprimente come inizio, ma questo capitolo è vero, tutto ciò che ho scritto è la mia realtà, nomi e fatti. prometto che migliorerà dal prossimo, e che sarà più allegro! 
al prossimo capitolo! -spero-

se volete, questo è il mio twitter: https://twitter.com/xitseff 
  
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