Entrai nella
hall dell’albergo in cui alloggiava. Non vedevo
l’ora di vederla, di
abbracciarla, di baciarla..
Ero appena
tornato dalla domenica passata a casa di mia nonna. E, nonostante fosse
passato
solo un giorno, già mi mancava da matti e non vedevo
l’ora di riaverla tra le
mie braccia.
Mi ero
già
diretto verso l’ascensore che mi avrebbe portato al quinto
piano, da lei,
quando la signora della reception mi fermò.
-Ehi, biondino!
La signorina Mayer ha esplicitamente chiesto di non essere disturbata
da
nessuno.- disse calcando bene sull’ultima parola.
-Sì,
posso
capire. Ma io non sono nessuno. Ho bisogno di vederla.- Ci mancava solo
che
questa vecchia mi faceva perdere tempo. –Quindi, mi scusi, ma
io salgo.- dissi
garbatamente ma con molto determinazione.
-Mi dispiace
ma non posso permetterglielo. Se proverà a salire
sarò costretta a chiamare la
sicurezza.- minacciò.
Addirittura?
Come se fossi un maniaco?
-Senta, lei
mi ha già visto qui tutta l’estate in compagnia di
Gessica. E penso che abbia
capito che lei è la mia ragazza. Ora, potrebbe, per favore,
lasciarmi salire da
lei senza chiamare la sicurezza?- chiesi cercando di convincerla.
-Mi dispiace.
Ha detto che non vuole nessuno e che non vuole nemmeno essere chiamata
al
telefono della sua stanza.- mi disse autorevole.
-Ok, ho
capito, grazie.- ma perché non voleva vedere nessuno?
Perché non mi voleva
vedere?
Decisi di
comporre il suo numero e chiamarla al cellulare.
Rispose dopo
quattro squilli. –P-pronto?- la sua voce era rotta. Come se
avesse appena
smesso di piangere.. o come se volesse cominciare.
-Ehi,
Gè! Che
hai? Sono qui sotto, nella hall ma non mi fanno salire.
Perché non mi fai
venire su?- chiesi preoccupato.
-Ehi, Niall.
Beh, ecco, vedi. In questo momento non me la sento di uscire o di
vedere
nessuno. Mi dispiace.- rispose triste.
-No, tu
adesso mi fai venire su. Chiami la reception e dai il permesso di farmi
entrare. Qualsiasi cosa sia accaduta voglio stare al tuo fianco. Non ti
lascerò
sola a piangere. E se non mi fai venire su rimarrò qui fino
a quando non
troverò il modo di vederti.- le dissi convincente.
Non potevo
sopportare il fatto che la mia piccola stesse soffrendo senza poterla
abbracciare e senza dirle che avremmo affrontato tutto insieme. Eravamo
ancora
giovani, è vero (io non avevo neanche vent’anni)
ma sentivo e sapevo di amarla.
Con tutto il mio cuore.
-Niall, per
favore. Ho bisogno di stare da sola. Ti chiamo appena me la sento, ok?-
mi
disse triste. Non riuscivo proprio a sopportare di sentirla
così.
-Fai come
vuoi. Io mi siedo qui alla reception e aspetto che tu mi dia il
permesso di
entrare.- le dissi facendole capire che lo avrei fatto davvero. Non
esisteva
che me ne andassi a casa lasciandola sola.
-No, Niall.
Vai a casa. Ti prometto che poi ti chiamo.- cercò ancora di
convincermi lei.
-No. Io sto
qui. Appena te la senti di vedere qualcuno dimmelo. Ti aspetto qui
sotto,
principessa.- le dissi chiamandola con il soprannome che le avevo dato
io. In fondo,
era vero: lei era la mia principessa.
Chiusi la
chiamata e mi sedetti in una delle poltrone della hall dalla quale
potevo
vedere bene ascensore, scale e la vecchia della reception.
Così non mi sarebbe
sfuggito niente.
Dopo 20
minuti la vidi uscire dall’ascensore con gli occhi rossi per
il pianto che
vagavano per la hall. Appena mi vide mi fece cenno di andare da lei
davanti
alle scale.
-Ehi, che
hai, piccola?- le chiesi preoccupato.
-Niall, io..
io ti devo dire una cosa.- mi disse triste. –Però
vieni in camera mia. Non
voglio dirti tutto qui.- e così dicendo entrammo in
ascensore.
Dopo pochi
secondi eravamo davanti la porta della sua camera d’albergo
che non riusciva ad
aprire perché le tremavano troppo le mani.
-Ehi, ehi,
calmati. Dammi le chiavi, ci penso io.- ok, mi stavo davvero
preoccupando. Se
lei, sempre allegra, solare e sicura di sé, non riusciva ad
aprire la porta e
tratteneva a stento le lacrime doveva essere successo qualcosa di
davvero grave.
Entrati in
camera, vidi una scena che mi spezzò il cuore.
C’erano le sue valigie aperte,
tutte con dei vestiti all’interno e l’armadio era
aperto e vuoto.
-Che-che sta
succedendo, Gè?- balbettai. In realtà lo avevo
capito: doveva tornare a casa.
Sapevo che prima o poi se ne sarebbe andata ma ero sicuro di avere
ancora
qualche settimana, in fondo era appena iniziato settembre.
-Niall, io
devo tornare a casa. Mio padre è stato trasferito per lavoro
e io devo andare
ad imballare le mie cose per trasferirmi.- e mentre diceva questo non
riusciva
a guardarmi negli occhi, sapevo che sarebbe scoppiata in lacrime.
-E dove
andrai a vivere? Magari sarai più vicina e ti
potrò venire a trovare più
spesso.- ipotizzai, ma dalla sua espressione capì che non si
sarebbe avvicinata
a me. Anzi, si sarebbe allontanata ancora di più.
-Io.. Ci
trasferiamo in America.- Fu come ricevere una pugnalata al cuore.
Sapevo che
non sarebbero state buone notizie ma non pensavo addirittura in America!
La vidi
riprendere a preparare le valigie e le corsi accanto e la strinsi a me.
Lei si
bloccò ma non riuscì a fare niente.
Così mi venne in mente un’idea.
-A che ora
devi partire?- le chiesi.
-Alle sette
ho il treno. Ma prima devo finire di fare le valigie, pagare il conto
dell’albergo e salutare tutti al mare.- disse con la voce
incrinata per la
voglia di mettersi a piangere.
-Bene, sono
le tre. Ti do una mano a fare le valigie, fai tutto ciò che
devi fare e poi
voglio divertirmi un’ultima volta con te.- le dissi
asciugandole una lacrima
che era sfuggita al suo comando e baciandole la guancia. Mi
guardò come se le
avessi detto la cosa più bella del mondo e le
sfuggì un sorriso. Avrei vissuto
per quel sorriso, avrei fatto di tutto pur di vederla sempre ridere
felice. E
non riuscivo a sopportare che in quel momento i suoi occhi fossero
così tristi
e spenti di quella luce che da subito mi aveva colpito.
Dopo alcuni
minuti di silenzio, durante il quale mettevamo in ordine la stanza,
riuscì a
dirle l’unica cosa che continuavo a pensare: -Non
riesco a credere che tu stai preparando le valigie, sforzandoti di
non piangere. Abbiamo passato i momenti migliori insieme e adesso
questo è il
peggiore. Eppure dobbiamo dirci addio.- Mi voltai verso di
lei. –Ti
prometto che ti chiamerò e
che ci
sentiremo sempre. Ti prometto..-
Lei mi
interruppe –Non promettere che mi
scriverai, non premettere che mi chiamerai. Promettimi solo che non ti
dimenticherai che noi abbiamo avuto tutto. Tutto
ciò che ogni persona del
mondo cerca e di solito non trova. Tutto ciò per cui si
vive. Siamo stati
felici insieme, ci siamo divertiti e ci siamo coccolati ma sappiamo
anche che,
nonostante l’amore che proviamo l’uno per
l’altra, dobbiamo dividerci.- e in
quell’istante avrei rinunciato a tutto ciò che
avevo per poter dirle che sarei
rimasto con lei e che ci sarei stato lo stesso per lei, ma sarebbe
stato solo
peggio.
-Sei
stata mia per tutta l’estate ma ora
sappiamo che è quasi finita. Mi sento come se nevicasse a
settembre ma mi
ricorderò sempre che sei stata il mio amore estivo. Sarai
sempre il mio amore
estivo. E so che sarai anche l’unico vero amore
che mai avrò. Perché tu sei
tutto ciò che voglio. In questi tre mesi sei riuscita a
farmi innamorare come
nessuna aveva mai fatto e so che rimpiangerò per sempre il
fatto di non poterti
seguire. Ma sono sicuro di una cosa: io ti amo, Gessica. Ti amo con
tutto me
stesso, con tutto il cuore, con tutta l’anima. Ti amo in una
maniera
indescrivibile. Vorrei potermi svegliare tutte le mattine e vederti
dormire al
mio fianco per poi prepararti la colazione e portartela a letto,
sperando che
tu ti sporchi come solo tu sai fare mangiando una brioches al
cioccolato.
Vorrei poter litigare con te ogni mattina per chi va prima a fare la
doccia e
vorrei aspettarti ogni volta prima di un appuntamento per poi vederti
scendere
bellissima e perfetta in ogni singolo particolare. Vorrei poterti
riempire di
baci e complimenti fino a farti arrossire e vorrei poter dire a tutti
che sei
mia. Mia e di nessun altro. Vorrei spostarti la ciocca di capelli ricci
ogni
volta prima di baciarti e coccolarti ogni sera prima di dormire
cantandoti una
dolce melodia all’orecchio che ho composto appositamente per
te. Vorrei poterti
rendere felice ed essere la ragione del tuo sorriso. E spero davvero
che il
destino mi permetta di farlo, un giorno. Non m’importa
quando, io ti aspetterò
fino a che ce ne sarà bisogno.-
Lei mi venne
incontrò e si aggrappò a me, abbracciandomi. Io
la avvolsi tra le mie braccia e
le baciai piano i capelli. Lei sollevò piano il viso dal mio
petto e vidi che
stava piangendo. Così la strinsi ancora di più a
me e feci combaciare le nostre
labbra. E in quel momento mi sentì completo. Mi
sentì come se niente avesse
importanza, come se fossimo in un mondo parallelo dove non esisteva
nient’altro
che noi e mi sentì incredibilmente bene.
Ci staccammo
dopo un tempo che mi sembrò infinito ma allo stesso tempo
troppo corto e
finimmo di preparare le sue valigie e di mettere a posto la stanza.
Verso le
cinque uscimmo dalla camera e scendemmo nella hall dove Gessica doveva
pagare
il conto. Le valigie erano rimaste in camera, sarebbe tornata a
prenderle prima
di andare alla stazione.
Uscimmo
dall’albergo e la strinsi a me. Non riuscivo a credere che
entro poche ore mi
sarei separato da lei forse per sempre.
Dato che
l’hotel era vicino, camminammo e arrivammo alla spiaggia che
come sempre era
piena di gente. Andammo subito al nostro ombrellone e quando i ragazzi
ci
videro capirono subito, dalle nostre espressioni malinconiche, che
c’erano
cattive notizie in arrivo.
Liam ci venne
incontro per primo. Sapeva che in quel momento avevo bisogno di lui.
Così come
Eva venne subito ad abbracciare Gessica. Gli altri ci vennero incontro
piano
piano, come se avessero paura di essere di troppo.
-Ragazzi, vi
devo dire una cosa.- iniziò Gessica. –Io alle
sette ho il treno per tornare a
casa. Mio padre è stato trasferito per lavoro e devo aiutare
i miei col
trasloco.- E dopo aver sentito quelle parole si fecero tutti
più tristi.
Avevano capito che non la avrebbero più rivista e
così, uno per uno, la avevano
salutata con un abbraccio e un bacio e avevano cercato di fare qualche
battuta,
giusto per farla sorridere ma non ebbero molto successo.
Ci sedemmo
sui lettini e ovviamente Gessica si accoccolò a me. Senza
pensarci le sussurrai
all’orecchio –Vorrei che
potessimo
rimanere soli ora, vorrei che potessimo trovare un posto dove
nasconderci. Fare
in modo che l’ultima volta sia come la prima. Premere un
tasto e tornare
indietro. Tornare a quel giorno che a me sembra tanto
lontano, in cui ti ho
trovata mentre ti nascondevi da tuo padre che voleva portarti insieme a
lui e
al tuo fratellino alle giostre, mentre tu volevi solo stare sdraiata al
sole.
Ti ricordi? Quel giorno ti invitai a giocare con noi a Beach-volley e
divenni
la scusa perfetta per non andare con i tuoi. Scoprì che tu
eri davvero forte a
pallavolo e solo dopo la partita mi dissi che tu giocavi da sempre a
quel
gioco. Se ripenso a com’ero impacciato mentre ti chiedevo se
volevi vedere un
posto con me. Ma non penso che tu ti sia mai accorta di quanto fossi in
imbarazzo.-
-Oh,
sì che
me ne accorsi. Le tue guance erano diventate così rosse da
fare invidia a un
peperone!- e
così dicendo scoppiò a
ridere. E ancora una volta mi innamorai di quella risata
così forte e
cristallina. Era una risata di quelle che non riesci a trattenere e che
ti fa
male la pancia. Ed era così splendidamente bella!
-Oh, stai
sempre a prendermi in giro, tu, eh? Vuoi vedere che se voglio ti faccio
ridere
fino a non farcela più?- e la guardai malizioso.
-No, non ci
provare. Il solletico no. Tutto ma non quello!- mi disse ridendo al
solo
pensiero.
-Ok, lo hai
voluto tu.- le dissi minaccioso. Mi avvicinai piano al suo collo e le
lasciai
dei leggeri baci sopra i quali passavo ogni tanto con la lingua. In un
attimo
si staccò da me e potei vedere, nonostante
l’abbronzatura, quanto si fosse
imbarazzata: le sue guance erano diventate fucsia!
Scoppiai a
ridere e lei fece il finto broncio offeso. La adoravo con
quell’espressione (a
dire il vero la adoravo sempre), sembrava un cucciolo smarrito.
-Ehi, piccola
che hai? Ho fatto qualcosa che non va?- le chiesi con finta innocenza.
Lei mi si
buttò addosso e disse –Mannaggia a te, stupido
Horan. Non ti uccido solo perché
sei tu. A chiunque altro lo avrei già fatto a pezzi.-
-Oh, lo so,
principessa. Ma io sono io. E una principessa perfetta come te adesso
può solo
darmi un bellissimo bacio.- le dissi avvicinando i nostri visi.
-Non te lo
meriti. Però ho deciso che te lo darò lo stesso.-
e così dicendo si avvicinò
ancora di più e ci trovammo travolti in un appassionante
bacio.
-Ehi, ragazzi
perché non ve ne andate da qualche altra parte a pomiciare?
Sapete, qui c’è
gente che sta cercando di concentrarsi.-
-Che
c’è,
geloso Tomlinson?- gli chiesi io. Mentre in contemporanea a me Gessica
rispondeva –Concentrarsi per fare una buca nella sabbia? Ma
non farmi ridere!-
e la sua risata mi arrivò alle orecchie come la melodia
più bella che avessi
mai sentito.
-Dai,
accontentiamolo. Andiamo lì dove ti ho portata quando ci
siamo incontrati.-
dissi rivolgendomi alla mia bellissima ragazza appoggiata sul mio
petto. Lei
annuì senza pensarci due volte e così, salutati
tutti per l’ultima volta ci
dirigemmo verso quel posto che mi avrebbe sempre ricordato di noi.
Arrivammo
dopo circa dieci minuti. Erano le sei. Avevamo un’ora prima
della partenza.
-Ehi, Niall.
Ti ricordi che quando mi portasti qui la prima cosa che feci era
chiederti di
correre sulla sabbia alla Baywatch? E tu che mi dicesti “Non
ci pensare
nemmeno! Va bene che adoro il tuo sorriso e spesso faccio lo stupido,
ma mica
posso umiliarmi così tanto, no?” Devo ammettere
che ci rimasi un pochino male,
però.- non le risposi. Se era quello ciò che
voleva e che serviva per farla
ridere adesso lo avrei fatto senza problemi.
Così
presi
un’asse di legno che mi facesse da salvagente e scesi
giù correndo dalle
scalette imitando uno di quei bagnini del telefilm. Lei mi
guardò sorpresa e
subito dopo scoppiò a ridere. E ancora una volta il mio
cuore prese a battere
veloce dall’emozione. In quel momento ero la ragione del suo
sorriso e non potevo
chiedere di meglio.
Tornai da lei
con il fiatone e ricevetti come premio un bellissimo bacio. La presi in
braccio
a mò sposa e mi sedetti a terra appoggiando la schiena al
muretto e lei sulle
mie gambe. Lei si mise su un fianco e mi abbracciò forte
appoggiando la testa
nell’incavo del mio collo. Capì che
così voleva dirmi che non avrebbe mai
voluto separarsi da me. Le baciai più volte i capelli, per
poi scendere alla
fronte, alla tempia, allo zigomo, alla guancia, all’angolo
della sua bocca e
arrivare sulle sue labbra. Ci staccammo dopo alcuni attimi e, con
ancora le
nostre labbra che si sfioravano le sussurrai un debole ‘Ti
amo’ che ero certo
avesse sentito, poiché il suo sorriso si dilatò a
tal punto che pensai che
toccasse le sue orecchie e abbassò lo sguardo. Era sempre
così. Lei era così.
Era solare, allegra, forte e determinata, ma se le si diceva qualcosa
con tanto
sentimento quanto io le dicevo quelle due parole, si imbarazzava e
abbassava
gli occhi. E io ogni volta (e così feci anche in
quell’occasione) le tiravo su
il viso puntandole due dita sotto il mento fino a far incontrare i
nostri occhi
e le ripetevo quelle parole che mai avevo sentito così vere.
La amavo, era
tutto ciò volevo, che avessi mai desiderato e che avevo.
Eppure questo
sentimento sembrava destinato ad arrendersi davanti agli ostacoli che
la vita
ci riserva.
Passammo il
resto del tempo a baciarci e a dirci cose dolci all’orecchio
e fu l’ora più
bella della mia vita.
Dopodiché
ci
alzammo, la accompagnai a prendere le valigie e poi alla stazione.
Arrivammo un
po’ in anticipo, così lei poté stare
ancora un po’ con me.
-Ehi,
piccola, io volevo solo dirti che..- ma non mi lasciò finire.
-Non
dire le parole che hai sulla punta
della lingua, non mi guardare così, ti prego.-
-Promettimi
solo che ti ricorderai di noi
quando il cielo sarà grigio.- le chiesi con le
lacrime agli occhi. Non
volevo che mi vedesse piangere, non volevo che vedesse quanto male mi
faceva
vederla andare via. Doveva sapere che ero forte abbastanza per tutti e
due.
Eppure in quel momento le lacrime sembrava che non avessero intenzione
di
arrendersi.
-Non
piangere, ti prego.- mi implorò infatti lei. –Non
voglio farti del male, non
voglio vederti soffrire. Io non merito le tue lacrime. Grazie per
tutto. Per
essere stato sempre con me, per avermi fatto capire
cos’è l’amore, cosa vuol
dire amare ed essere amati. Grazie per essere stato il mio primo e
grande
amore, il mio migliore amico, mio fratello. Grazie per essere entrato
nella mia
vita, anche se per poco, e grazie per avermi dato il tuo cuore, anche
se adesso
lo sto rompendo.- le sue lacrime iniziarono a scorrere e ad
accarezzarle il
viso. Non riuscivo a vederla in quello stato.
-Non dire
sciocchezze. Tu non solo meriti le mie lacrime, meriti così
tante altre cose
che io non posso darti. Meriti di essere trattata davvero come la
principessa
che sei, meriti di vivere una storia d’amore vera e duratura,
meriti qualcuno
che sappia davvero apprezzarti. Io ti posso solo offrire il mio amore
che però
per te non sarà mai abbastanza perché tu meriti
molto, ma molto di più. Non
pensare a me. Vai in America e rifatti una vita, per favore. Promettimi
che
troverai qualcuno che sappia amarti come meriti, promettimi che sarai
felice,
sempre e comunque. Promettimi che seguirai i tuoi sogni contro tutto e
tutti.
Promettimi che vivrai una vita piena e felice e che non rimpiangerai
niente.-
volevo sapere che lei sarebbe stata felice, nonostante tutto. Avevo il
bisogno
di saperlo. Avevo il bisogno di sapere che sarebbe rimasta la ragazza
che avevo
conosciuto in quei tre mesi e che non sarebbe cambiata per niente al
mondo.
-Come posso
promettertelo? Tu sei tutto ciò che voglio e di cui ho
bisogno. Sei tu che mi
fai sentire in ogni istante una principessa, sei tu la mia storia
d’amore
perfetta, sei tu che mi conosci come neanche io mi conosco. Come posso
rifarmi
una vita felice, se tu non sei con me? Sei tu la mia
felicità, sei tu l’unico
sogno che voglio seguire. E rimpiangerò sempre il doverti
lasciare e andarmene.
Come puoi chiedermi di prometterti tutte queste cose? È
impossibile, romperei
la promessa subito dopo averla fatta. Non posso, non ce la farei.-
Mi aveva
detto quelle cose bellissime e mi aveva fatto sentire speciale come
nessuno era
mai riuscito prima. E adesso come potevo lasciarla? Come potevo tornare
alla
mia vita e far finta di non averla mia incontrata? Solo ora che ci
pensavo
capivo l’assurdità della mia richiesta.
-non posso
lasciarti, io ti amo, ti amo troppo. Non andare ti prego. Rimani qui
con me.
Farò di tutto per farti essere felice, ma ti prego non
partire.- le dissi
guardandola negli occhi. Come se solo grazie a quello sguardo potesse
realmente
capire la verità di quelle parole.
-Per
favore non complicare le cose, non
possiamo continuare così ancora per molto e io so che non
c’è niente che vorrei
cambiare della nostra storia. Niente, se non il finale. Ma
purtroppo non
possiamo.- stava reprimendo i suoi sentimenti per trovare la forza che
io non
avevo per dire addio.
“Il
treno per
Dublino in arrivo al binario 3. Ripeto: il treno per Dublino
è in arrivo al
binario 3.”
-È il
mio
treno, devo andare.- disse prendendo le sue valigie.
-Ti amo
Gessica Meyer. Ti amo e ti amerò per sempre.-
-Anche io ti
amo Niall Horan. Ti penserò sempre ma dobbiamo chiuderla
qui.-
E così
dicendo s’incamminò verso il suo treno. Neanche un
bacio d’addio, un abbraccio.
Solo il rimbombo della sua voce nelle mie orecchie che dice
‘Ti amo Niall
Horan’ e le lacrime che scorrevano senza tregua sui visi di
entrambi.
*Un anno
dopo*
Non riesco a
smettere di pensare a lei. Ai suoi capelli, ai suoi occhi, alle sue
labbra, al
suo odore la mattina e al suo sapore quando la baciavo. È
passato un anno e
tutto ciò che è tornato come prima di conoscerla
nella mia vita sono io che
esco con gli amici. Ma non sono mai uscito con una ragazza, mai un
appuntamento. Non riesco a pensare più a nessuna ragazza
come mia fidanzata.
Ho provato a
chiamarla tutti i giorni ma deve aver cambiato numero perché
mi da sempre
inesistente. Eppure io continuo a chiamarla pensando che prima o poi
lei mi
risponda con un ‘Ehi, amore, come va? Sai che mi manchi
tantissimo? Non vedo
l’ora di rivederti l’estate prossima!’. E
invece niente. Sempre e solo una
stupidissima voce registrata che mi avverte che quel non numero non
esiste.
*Dieci anni
dopo*
Sono passati
undici anni dall’ultima volta che l’ho vista,
eppure mi ricordo ogni minimo
dettaglio di lei come se la avessi vista fino a pochi secondi fa.
È l’undicesimo
anno che torno alla spiaggia sperando di incontrarla, ma niente. Non so
più
niente di lei, non so quanto è cambiata in dieci anni, se
è riuscita a
realizzare i propri sogni, se si è rifatta una vita e ha una
famiglia, se è
felice.
Ma non voglio
più aspettarla qui. Ho già deciso che la
andrò a cercare direttamente in
America. Non ho mai saputo in quale città avesse traslocato
ma ho saputo che ha
tenuto i contatti con Eva.
Così
decido
di chiamare Liam e chiedergli se può farsi dire da Eva dove
si trovi adesso
Gessica.
Risponde dopo
tre squilli.
“Ehi,
Nialler! Ma ti devi far sentire tutti i giorni?” mi chiede
scherzando. Lui è
uno dei pochi con cui sono rimasto in buoni rapporti e lo chiamo tutte
le sere.
-Eh,
già mio
caro Liam. Dovrai sopportarmi ancora per poco, però, se mi
farai l’enorme
favore che sto per chiederti.-
“Ok, io
mi
sto già preoccupando. Però se posso fare qualcosa
per un amico..” sapevo che su
di lui avrei potuto sempre contare.
-Beh,
potresti farti dire dalla tua amatissima moglie in che città
posso trovare
Gessica?- butto lì.
“Cer..
COSA?
Ma sei fuori? Quella mi fucila!” Non posso arrendermi
così. –E dai, Lì! Tu non
devi dirle che poi me lo dirai. Però se casualmente
iniziaste a parlare di lei,
potresti casualmente chiederle per curiosità se sa cosa sta
facendo e dov’è..-
provo ancora.
“Niall,
tu
sai che io non ti dirò mai di no. Quindi ti posso dire che
ci proverò. Ma ti
avviso: ho saputo che Gessica è andata avanti. E se ho
capito bene ha trovato
l’uomo ‘giusto’.” No, non posso
crederci. Eppure sono stato io a chiederle di
farlo, no? Cosa mi aspettavo, che mi aspettasse davvero per tutta la
vita?
-Non mi
importa, Lì. Devo rivederla. Se la vedrò davvero
felice non la saluterò
neanche, però devo vedere con i miei occhi che sta davvero
bene.- devo
assolutamente averne la certezza.
“Va
bene,
Niall. Però non voglio che tu soffra.”
–Lo so,
Lì,
lo so. E ti ringrazio per questo. Ma non ti preoccupare per me, ok?-
“Come
vuoi.
Adesso devo andare, scusa. Sono in ufficio e ho un’importante
riunione tra
poco.”
–Certo,
Lì
non ti preoccupare. Ci sentiamo presto, ok?-
“Certo,
ciao.”
Attacco il
telefono e mi incammino verso casa.
Dopo quattro
giorni sento il cellulare squillare. È Liam.
-Pronto,
Liam?-
“Ehi,
Niall.
Senti ho saputo che si è davvero fidanzata. Mi
dispiace.”
-Non mi
importa. Hai saputo dove vive?-
“Sì,
Niall.
In un piccolo paesino vicino Miami. Ma cosa hai intenzione di fare
adesso?”
-Niente.
Andrò in quel paesino, la cercherò e la
troverò. Dopodiché vedrò se tornare a
casa da solo o rimanere lì con lei. Tutto
dipenderà da Gessica.-
“E la
tua
vita qui?”
-Liam, questa
non è vita. Non faccio che pensare a lei tutti i giorni, non
faccio che
sognarla la notte e svegliarmi piangendo ogni mattina perché
lei non è qui con
me. Io devo trovarla. È tutto ciò che posso fare.-
“Beh,
allora
Niall buona fortuna. E per qualsiasi cosa non esitare a
chiamarmi.”
-Grazie,
Lì.
Grazie davvero, per tutto. Ti farò sapere. Ci sentiamo
presto.-
“Ciao
Niall.”
Bene, ora non
mi rimaneva altro da fare che trovarla.
È un
mese che
sono a Miami. Ed è un mese che la cerco nei paesini vicini.
Li ho girati tutti.
Oggi è l’ultimo e se non la troverò,
dovrò tornare a casa.
Salgo nella
macchina che ho preso a noleggio e parto.
Dopo un paio
d’ore arrivo in quel paesino sperduto e inizio a girare per
la città sperando
in qualche modo di vederla. È ora di pranzo e io ho una fame
incredibile. Così
mi fermo in un piccolo ristorante. Mi siedo a tavola e dopo poco arriva
la
cameriera a prendere l’ordine.
Mentre mi
arriva il piatto, vedo la porta aprirsi ed eccola. Splendida come
sempre. I
suoi ricci castani li riconoscerei ovunque e la sua risata mi scalda il
cuore
come la prima volta in cui l’ho sentita. Entra tenendosi a
braccetto con un
uomo che è esattamente l’opposto di me. Lui
è alto, io sono nella media; lui è
moro, io sono biondo; lui ha gli occhi scuri, io li ho azzurri; lui
sembra uno
di quelli che fanno bodybuilding, io ho un fisico normale.
Appena smette
di ridere i suoi occhi si posano su di me, come se fossero attirati da
una
calamita. Ed è in quel momento che capisco quanto davvero mi
sia mancata. Il
cuore ha preso a battere veloce, come mi succedeva undici anni fa.
Inizio a
sudare freddo e a tremare e non ho il coraggio di salutarla.
Però un sorriso mi
si apre in viso. Era troppo tempo che non sorridevo così.
Lei lascia
lì
il suo ragazzo e mi si avvicina.
-Niall, sei
davvero tu?- mi chiede sconvolta.
-Sì,
Gessica.
Ci ho messo davvero tanto a capirlo, ma sapevo che non potevo lasciarti
andare
così, senza combattere. Però vedo che ora sei
felice, quindi tranquilla.
Partirò domani stesso e ti lascerò vivere la tua
vita, quella che meriti.-
-Quanto sei
stupido, Niall. Io ti ho aspettato tutto questo tempo e credi davvero
che io
sia così felice come voglia far credere?- ‘Non
è possibile’ pensai ‘Non può
davvero avermi aspettato fino adesso.’
-C-cosa? Tu
mi hai davvero aspettato fino ad ora?- ero sbalordito. Non si era
davvero
dimenticata di noi.
-Certo Niall.
È vero, non ho
voluto che ci facemmo
promesse, ma questo non vuol dire che io non abbia mai smesso di
pensarti. Che
io non abbia mai smesso di amarti. Ma la domanda qui è
un’altra: tu hai fatto
lo stesso?- mi chiese indecisa.
-E me lo
chiedi? Non è passato un attimo senza che ti pensassi. Non
è passato un attimo
senza che ti cercassi tra la gente. Non è passato un attimo
senza che
desiderassi le tue labbra sulle mie. Non ho più avuto
neanche un appuntamento
da quando ti ho vista andare via. E l’unica cosa che ora
posso fare è chiederti
scusa perché ci ho messo davvero troppo tempo prima di
capire che dovessi
venire da te e dirti che ti amo. Non ho mai smesso e mai lo
farò. E se tu
riuscissi a darmi un’altra possibilità, te ne
chiedo una sola, io sarò l’uomo
più felice della terra. Sei la mia principessa, la mia
piccola, tutto ciò di
cui ho bisogno. Ma non voglio sconvolgerti la vita, quindi
capirò se non te la
senti.-
-Niall,
finiscila. Scommetto che è stato Liam a dirti dove trovarmi
dopo che tu lo hai
implorato di chiederlo di nascosto a Eva. Perché se no, non
avresti mai saputo
che io mi sono fidanzata. Ma sai una cosa? Era una balla, io non sono
più
uscita con nessuno, non ho più baciato nessuno, sono solo
uscita con le mie
amiche senza nulla di più perché sei tu, tutto
ciò che voglio.-
-Quindi..-
provo a chiederle ma lei mi blocca subito.
-Quindi
baciami e non lasciarmi più.-
E così
la
accontentai e in quel momento mi sembrò come se non ci
fossimo mai detti addio,
come se in modo o nell’altro fossimo sempre stati insieme.
Non ci eravamo
promessi niente eppure ci siamo aspettati e abbiamo trovato il nostro
modo di
essere felice. Ora io sono con la mia principessa e non la
lascerò mai più
andare. La legherò a me in tutti i modi possibili se lei me
lo permetterà e non
le farò mancare più niente. Voglio renderla
felice e sarà tutto ciò che mi
impegnerò a fare da oggi in poi.
-Ma.. quel
bestione con cui sei entrata?-
-Amore, lui
è
gay.- e la sentii ridere ancora, ancora e ancora per farmi innamorare
ancora,
ancora e ancora.
You
always will be my summer love…
Hello
everyone!
Questa
è la mia terza OS verde e spero davvero di tutto cuore che
vi sia piaciuta. La
dedico a una delle mie migliori amiche (Directioner anche lei, of
course)
Voglio
ringraziare le bellissime ragazze che hanno recensito o messo nelle
preferite/seguite/ricordate le mie altre due OS (una su Zayn e una su
Harry)..
Ma
soprattutto.. grazie a VOI che avete letto questa mia OS, nata mentre
ascoltavo
Summer Love (ovvio ù.ù ).. LOL
Grazie
mille anche alle tre che mi hanno messa tra gli autori preferiti:
1)
elisa_styles
2)
ila_onedirection
3)
little_dream_99
Mi
avete resa davvero felice.. non riesco ancora a crederci! :3 Grazie
davvero
<3
Detto
questo me ne posso anche andare.. xD
Vi
adoro tutteeee!!
Lots
Of Love
Shè
P.s.:
ancora una volta….. A massive thank you! :3