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Autore: SheAndOneD    03/06/2013    4 recensioni
Entrati in camera, vidi una scena che mi spezzò il cuore. C’erano le sue valigie aperte, tutte con dei vestiti all’interno e l’armadio era aperto e vuoto.
-Che-che sta succedendo, Gè?- balbettai. In realtà lo avevo capito: doveva tornare a casa. Sapevo che prima o poi se ne sarebbe andata ma ero sicuro di avere ancora qualche settimana, in fondo era appena iniziato settembre.
-Niall, io devo tornare a casa.
**********
Dopo alcuni minuti di silenzio, durante il quale mettevamo in ordine la stanza, riuscì a dirle l’unica cosa che continuavo a pensare: -Non riesco a credere che tu stai preparando le valigie, sforzandoti di non piangere. Abbiamo passato i momenti migliori insieme e adesso questo è il peggiore. Eppure dobbiamo dirci addio.- Mi voltai verso di lei. –Ti prometto che ti chiamerò e che ci sentiremo sempre. Ti prometto..-
Lei mi interruppe –Non promettere che mi scriverai, non premettere che mi chiamerai. Promettimi solo che non ti dimenticherai che noi abbiamo avuto tutto.
**********
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrai nella hall dell’albergo in cui alloggiava. Non vedevo l’ora di vederla, di abbracciarla, di baciarla..

Ero appena tornato dalla domenica passata a casa di mia nonna. E, nonostante fosse passato solo un giorno, già mi mancava da matti e non vedevo l’ora di riaverla tra le mie braccia.

Mi ero già diretto verso l’ascensore che mi avrebbe portato al quinto piano, da lei, quando la signora della reception mi fermò.

-Ehi, biondino! La signorina Mayer ha esplicitamente chiesto di non essere disturbata da nessuno.- disse calcando bene sull’ultima parola.

-Sì, posso capire. Ma io non sono nessuno. Ho bisogno di vederla.- Ci mancava solo che questa vecchia mi faceva perdere tempo. –Quindi, mi scusi, ma io salgo.- dissi garbatamente ma con molto determinazione.

-Mi dispiace ma non posso permetterglielo. Se proverà a salire sarò costretta a chiamare la sicurezza.- minacciò.

Addirittura? Come se fossi un maniaco?

-Senta, lei mi ha già visto qui tutta l’estate in compagnia di Gessica. E penso che abbia capito che lei è la mia ragazza. Ora, potrebbe, per favore, lasciarmi salire da lei senza chiamare la sicurezza?- chiesi cercando di convincerla.

-Mi dispiace. Ha detto che non vuole nessuno e che non vuole nemmeno essere chiamata al telefono della sua stanza.- mi disse autorevole.

-Ok, ho capito, grazie.- ma perché non voleva vedere nessuno? Perché non mi voleva vedere?

Decisi di comporre il suo numero e chiamarla al cellulare.

Rispose dopo quattro squilli. –P-pronto?- la sua voce era rotta. Come se avesse appena smesso di piangere.. o come se volesse cominciare.

-Ehi, Gè! Che hai? Sono qui sotto, nella hall ma non mi fanno salire. Perché non mi fai venire su?- chiesi preoccupato.

-Ehi, Niall. Beh, ecco, vedi. In questo momento non me la sento di uscire o di vedere nessuno. Mi dispiace.- rispose triste.

-No, tu adesso mi fai venire su. Chiami la reception e dai il permesso di farmi entrare. Qualsiasi cosa sia accaduta voglio stare al tuo fianco. Non ti lascerò sola a piangere. E se non mi fai venire su rimarrò qui fino a quando non troverò il modo di vederti.- le dissi convincente.

Non potevo sopportare il fatto che la mia piccola stesse soffrendo senza poterla abbracciare e senza dirle che avremmo affrontato tutto insieme. Eravamo ancora giovani, è vero (io non avevo neanche vent’anni) ma sentivo e sapevo di amarla. Con tutto il mio cuore.

-Niall, per favore. Ho bisogno di stare da sola. Ti chiamo appena me la sento, ok?- mi disse triste. Non riuscivo proprio a sopportare di sentirla così.

-Fai come vuoi. Io mi siedo qui alla reception e aspetto che tu mi dia il permesso di entrare.- le dissi facendole capire che lo avrei fatto davvero. Non esisteva che me ne andassi a casa lasciandola sola.

-No, Niall. Vai a casa. Ti prometto che poi ti chiamo.- cercò ancora di convincermi lei.

-No. Io sto qui. Appena te la senti di vedere qualcuno dimmelo. Ti aspetto qui sotto, principessa.- le dissi chiamandola con il soprannome che le avevo dato io. In fondo, era vero: lei era la mia principessa.

Chiusi la chiamata e mi sedetti in una delle poltrone della hall dalla quale potevo vedere bene ascensore, scale e la vecchia della reception. Così non mi sarebbe sfuggito niente.

Dopo 20 minuti la vidi uscire dall’ascensore con gli occhi rossi per il pianto che vagavano per la hall. Appena mi vide mi fece cenno di andare da lei davanti alle scale.

-Ehi, che hai, piccola?- le chiesi preoccupato.

-Niall, io.. io ti devo dire una cosa.- mi disse triste. –Però vieni in camera mia. Non voglio dirti tutto qui.- e così dicendo entrammo in ascensore.

Dopo pochi secondi eravamo davanti la porta della sua camera d’albergo che non riusciva ad aprire perché le tremavano troppo le mani.

-Ehi, ehi, calmati. Dammi le chiavi, ci penso io.- ok, mi stavo davvero preoccupando. Se lei, sempre allegra, solare e sicura di sé, non riusciva ad aprire la porta e tratteneva a stento le lacrime doveva essere successo qualcosa di davvero grave.

Entrati in camera, vidi una scena che mi spezzò il cuore. C’erano le sue valigie aperte, tutte con dei vestiti all’interno e l’armadio era aperto e vuoto.

-Che-che sta succedendo, Gè?- balbettai. In realtà lo avevo capito: doveva tornare a casa. Sapevo che prima o poi se ne sarebbe andata ma ero sicuro di avere ancora qualche settimana, in fondo era appena iniziato settembre.

-Niall, io devo tornare a casa. Mio padre è stato trasferito per lavoro e io devo andare ad imballare le mie cose per trasferirmi.- e mentre diceva questo non riusciva a guardarmi negli occhi, sapevo che sarebbe scoppiata in lacrime.

-E dove andrai a vivere? Magari sarai più vicina e ti potrò venire a trovare più spesso.- ipotizzai, ma dalla sua espressione capì che non si sarebbe avvicinata a me. Anzi, si sarebbe allontanata ancora di più.

-Io.. Ci trasferiamo in America.- Fu come ricevere una pugnalata al cuore. Sapevo che non sarebbero state buone notizie ma non pensavo addirittura in America!

La vidi riprendere a preparare le valigie e le corsi accanto e la strinsi a me. Lei si bloccò ma non riuscì a fare niente. Così mi venne in mente un’idea.

-A che ora devi partire?- le chiesi.

-Alle sette ho il treno. Ma prima devo finire di fare le valigie, pagare il conto dell’albergo e salutare tutti al mare.- disse con la voce incrinata per la voglia di mettersi a piangere.

-Bene, sono le tre. Ti do una mano a fare le valigie, fai tutto ciò che devi fare e poi voglio divertirmi un’ultima volta con te.- le dissi asciugandole una lacrima che era sfuggita al suo comando e baciandole la guancia. Mi guardò come se le avessi detto la cosa più bella del mondo e le sfuggì un sorriso. Avrei vissuto per quel sorriso, avrei fatto di tutto pur di vederla sempre ridere felice. E non riuscivo a sopportare che in quel momento i suoi occhi fossero così tristi e spenti di quella luce che da subito mi aveva colpito.

Dopo alcuni minuti di silenzio, durante il quale mettevamo in ordine la stanza, riuscì a dirle l’unica cosa che continuavo a pensare: -Non riesco a credere che tu stai preparando le valigie, sforzandoti di non piangere. Abbiamo passato i momenti migliori insieme e adesso questo è il peggiore. Eppure dobbiamo dirci addio.- Mi voltai verso di lei. –Ti prometto che ti chiamerò e  che ci sentiremo sempre. Ti prometto..-

Lei mi interruppe –Non promettere che mi scriverai, non premettere che mi chiamerai. Promettimi solo che non ti dimenticherai che noi abbiamo avuto tutto. Tutto ciò che ogni persona del mondo cerca e di solito non trova. Tutto ciò per cui si vive. Siamo stati felici insieme, ci siamo divertiti e ci siamo coccolati ma sappiamo anche che, nonostante l’amore che proviamo l’uno per l’altra, dobbiamo dividerci.- e in quell’istante avrei rinunciato a tutto ciò che avevo per poter dirle che sarei rimasto con lei e che ci sarei stato lo stesso per lei, ma sarebbe stato solo peggio.

-Sei stata mia per tutta l’estate ma ora sappiamo che è quasi finita. Mi sento come se nevicasse a settembre ma mi ricorderò sempre che sei stata il mio amore estivo. Sarai sempre il mio amore estivo. E so che sarai anche l’unico vero amore che mai avrò. Perché tu sei tutto ciò che voglio. In questi tre mesi sei riuscita a farmi innamorare come nessuna aveva mai fatto e so che rimpiangerò per sempre il fatto di non poterti seguire. Ma sono sicuro di una cosa: io ti amo, Gessica. Ti amo con tutto me stesso, con tutto il cuore, con tutta l’anima. Ti amo in una maniera indescrivibile. Vorrei potermi svegliare tutte le mattine e vederti dormire al mio fianco per poi prepararti la colazione e portartela a letto, sperando che tu ti sporchi come solo tu sai fare mangiando una brioches al cioccolato. Vorrei poter litigare con te ogni mattina per chi va prima a fare la doccia e vorrei aspettarti ogni volta prima di un appuntamento per poi vederti scendere bellissima e perfetta in ogni singolo particolare. Vorrei poterti riempire di baci e complimenti fino a farti arrossire e vorrei poter dire a tutti che sei mia. Mia e di nessun altro. Vorrei spostarti la ciocca di capelli ricci ogni volta prima di baciarti e coccolarti ogni sera prima di dormire cantandoti una dolce melodia all’orecchio che ho composto appositamente per te. Vorrei poterti rendere felice ed essere la ragione del tuo sorriso. E spero davvero che il destino mi permetta di farlo, un giorno. Non m’importa quando, io ti aspetterò fino a che ce ne sarà bisogno.-

Lei mi venne incontrò e si aggrappò a me, abbracciandomi. Io la avvolsi tra le mie braccia e le baciai piano i capelli. Lei sollevò piano il viso dal mio petto e vidi che stava piangendo. Così la strinsi ancora di più a me e feci combaciare le nostre labbra. E in quel momento mi sentì completo. Mi sentì come se niente avesse importanza, come se fossimo in un mondo parallelo dove non esisteva nient’altro che noi e mi sentì incredibilmente bene.

Ci staccammo dopo un tempo che mi sembrò infinito ma allo stesso tempo troppo corto e finimmo di preparare le sue valigie e di mettere a posto la stanza. Verso le cinque uscimmo dalla camera e scendemmo nella hall dove Gessica doveva pagare il conto. Le valigie erano rimaste in camera, sarebbe tornata a prenderle prima di andare alla stazione.

Uscimmo dall’albergo e la strinsi a me. Non riuscivo a credere che entro poche ore mi sarei separato da lei forse per sempre.

Dato che l’hotel era vicino, camminammo e arrivammo alla spiaggia che come sempre era piena di gente. Andammo subito al nostro ombrellone e quando i ragazzi ci videro capirono subito, dalle nostre espressioni malinconiche, che c’erano cattive notizie in arrivo.

Liam ci venne incontro per primo. Sapeva che in quel momento avevo bisogno di lui. Così come Eva venne subito ad abbracciare Gessica. Gli altri ci vennero incontro piano piano, come se avessero paura di essere di troppo.

-Ragazzi, vi devo dire una cosa.- iniziò Gessica. –Io alle sette ho il treno per tornare a casa. Mio padre è stato trasferito per lavoro e devo aiutare i miei col trasloco.- E dopo aver sentito quelle parole si fecero tutti più tristi. Avevano capito che non la avrebbero più rivista e così, uno per uno, la avevano salutata con un abbraccio e un bacio e avevano cercato di fare qualche battuta, giusto per farla sorridere ma non ebbero molto successo.

Ci sedemmo sui lettini e ovviamente Gessica si accoccolò a me. Senza pensarci le sussurrai all’orecchio –Vorrei che potessimo rimanere soli ora, vorrei che potessimo trovare un posto dove nasconderci. Fare in modo che l’ultima volta sia come la prima. Premere un tasto e tornare indietro. Tornare a quel giorno che a me sembra tanto lontano, in cui ti ho trovata mentre ti nascondevi da tuo padre che voleva portarti insieme a lui e al tuo fratellino alle giostre, mentre tu volevi solo stare sdraiata al sole. Ti ricordi? Quel giorno ti invitai a giocare con noi a Beach-volley e divenni la scusa perfetta per non andare con i tuoi. Scoprì che tu eri davvero forte a pallavolo e solo dopo la partita mi dissi che tu giocavi da sempre a quel gioco. Se ripenso a com’ero impacciato mentre ti chiedevo se volevi vedere un posto con me. Ma non penso che tu ti sia mai accorta di quanto fossi in imbarazzo.-

-Oh, sì che me ne accorsi. Le tue guance erano diventate così rosse da fare invidia a un peperone!-  e così dicendo scoppiò a ridere. E ancora una volta mi innamorai di quella risata così forte e cristallina. Era una risata di quelle che non riesci a trattenere e che ti fa male la pancia. Ed era così splendidamente bella!

-Oh, stai sempre a prendermi in giro, tu, eh? Vuoi vedere che se voglio ti faccio ridere fino a non farcela più?- e la guardai malizioso.

-No, non ci provare. Il solletico no. Tutto ma non quello!- mi disse ridendo al solo pensiero.

-Ok, lo hai voluto tu.- le dissi minaccioso. Mi avvicinai piano al suo collo e le lasciai dei leggeri baci sopra i quali passavo ogni tanto con la lingua. In un attimo si staccò da me e potei vedere, nonostante l’abbronzatura, quanto si fosse imbarazzata: le sue guance erano diventate fucsia!

Scoppiai a ridere e lei fece il finto broncio offeso. La adoravo con quell’espressione (a dire il vero la adoravo sempre), sembrava un cucciolo smarrito.

-Ehi, piccola che hai? Ho fatto qualcosa che non va?- le chiesi con finta innocenza.

Lei mi si buttò addosso e disse –Mannaggia a te, stupido Horan. Non ti uccido solo perché sei tu. A chiunque altro lo avrei già fatto a pezzi.-

-Oh, lo so, principessa. Ma io sono io. E una principessa perfetta come te adesso può solo darmi un bellissimo bacio.- le dissi avvicinando i nostri visi.

-Non te lo meriti. Però ho deciso che te lo darò lo stesso.- e così dicendo si avvicinò ancora di più e ci trovammo travolti in un appassionante bacio.

-Ehi, ragazzi perché non ve ne andate da qualche altra parte a pomiciare? Sapete, qui c’è gente che sta cercando di concentrarsi.-

-Che c’è, geloso Tomlinson?- gli chiesi io. Mentre in contemporanea a me Gessica rispondeva –Concentrarsi per fare una buca nella sabbia? Ma non farmi ridere!- e la sua risata mi arrivò alle orecchie come la melodia più bella che avessi mai sentito.

-Dai, accontentiamolo. Andiamo lì dove ti ho portata quando ci siamo incontrati.- dissi rivolgendomi alla mia bellissima ragazza appoggiata sul mio petto. Lei annuì senza pensarci due volte e così, salutati tutti per l’ultima volta ci dirigemmo verso quel posto che mi avrebbe sempre ricordato di noi.

Arrivammo dopo circa dieci minuti. Erano le sei. Avevamo un’ora prima della partenza.

-Ehi, Niall. Ti ricordi che quando mi portasti qui la prima cosa che feci era chiederti di correre sulla sabbia alla Baywatch? E tu che mi dicesti “Non ci pensare nemmeno! Va bene che adoro il tuo sorriso e spesso faccio lo stupido, ma mica posso umiliarmi così tanto, no?” Devo ammettere che ci rimasi un pochino male, però.- non le risposi. Se era quello ciò che voleva e che serviva per farla ridere adesso lo avrei fatto senza problemi.

Così presi un’asse di legno che mi facesse da salvagente e scesi giù correndo dalle scalette imitando uno di quei bagnini del telefilm. Lei mi guardò sorpresa e subito dopo scoppiò a ridere. E ancora una volta il mio cuore prese a battere veloce dall’emozione. In quel momento ero la ragione del suo sorriso e non potevo chiedere di meglio.

Tornai da lei con il fiatone e ricevetti come premio un bellissimo bacio. La presi in braccio a mò sposa e mi sedetti a terra appoggiando la schiena al muretto e lei sulle mie gambe. Lei si mise su un fianco e mi abbracciò forte appoggiando la testa nell’incavo del mio collo. Capì che così voleva dirmi che non avrebbe mai voluto separarsi da me. Le baciai più volte i capelli, per poi scendere alla fronte, alla tempia, allo zigomo, alla guancia, all’angolo della sua bocca e arrivare sulle sue labbra. Ci staccammo dopo alcuni attimi e, con ancora le nostre labbra che si sfioravano le sussurrai un debole ‘Ti amo’ che ero certo avesse sentito, poiché il suo sorriso si dilatò a tal punto che pensai che toccasse le sue orecchie e abbassò lo sguardo. Era sempre così. Lei era così. Era solare, allegra, forte e determinata, ma se le si diceva qualcosa con tanto sentimento quanto io le dicevo quelle due parole, si imbarazzava e abbassava gli occhi. E io ogni volta (e così feci anche in quell’occasione) le tiravo su il viso puntandole due dita sotto il mento fino a far incontrare i nostri occhi e le ripetevo quelle parole che mai avevo sentito così vere.

La amavo, era tutto ciò volevo, che avessi mai desiderato e che avevo. Eppure questo sentimento sembrava destinato ad arrendersi davanti agli ostacoli che la vita ci riserva.

Passammo il resto del tempo a baciarci e a dirci cose dolci all’orecchio e fu l’ora più bella della mia vita.

Dopodiché ci alzammo, la accompagnai a prendere le valigie e poi alla stazione.

Arrivammo un po’ in anticipo, così lei poté stare ancora un po’ con me.

-Ehi, piccola, io volevo solo dirti che..- ma non mi lasciò finire.

-Non dire le parole che hai sulla punta della lingua, non mi guardare così, ti prego.-

-Promettimi solo che ti ricorderai di noi quando il cielo sarà grigio.- le chiesi con le lacrime agli occhi. Non volevo che mi vedesse piangere, non volevo che vedesse quanto male mi faceva vederla andare via. Doveva sapere che ero forte abbastanza per tutti e due. Eppure in quel momento le lacrime sembrava che non avessero intenzione di arrendersi.

-Non piangere, ti prego.- mi implorò infatti lei. –Non voglio farti del male, non voglio vederti soffrire. Io non merito le tue lacrime. Grazie per tutto. Per essere stato sempre con me, per avermi fatto capire cos’è l’amore, cosa vuol dire amare ed essere amati. Grazie per essere stato il mio primo e grande amore, il mio migliore amico, mio fratello. Grazie per essere entrato nella mia vita, anche se per poco, e grazie per avermi dato il tuo cuore, anche se adesso lo sto rompendo.- le sue lacrime iniziarono a scorrere e ad accarezzarle il viso. Non riuscivo a vederla in quello stato.

-Non dire sciocchezze. Tu non solo meriti le mie lacrime, meriti così tante altre cose che io non posso darti. Meriti di essere trattata davvero come la principessa che sei, meriti di vivere una storia d’amore vera e duratura, meriti qualcuno che sappia davvero apprezzarti. Io ti posso solo offrire il mio amore che però per te non sarà mai abbastanza perché tu meriti molto, ma molto di più. Non pensare a me. Vai in America e rifatti una vita, per favore. Promettimi che troverai qualcuno che sappia amarti come meriti, promettimi che sarai felice, sempre e comunque. Promettimi che seguirai i tuoi sogni contro tutto e tutti. Promettimi che vivrai una vita piena e felice e che non rimpiangerai niente.- volevo sapere che lei sarebbe stata felice, nonostante tutto. Avevo il bisogno di saperlo. Avevo il bisogno di sapere che sarebbe rimasta la ragazza che avevo conosciuto in quei tre mesi e che non sarebbe cambiata per niente al mondo.

-Come posso promettertelo? Tu sei tutto ciò che voglio e di cui ho bisogno. Sei tu che mi fai sentire in ogni istante una principessa, sei tu la mia storia d’amore perfetta, sei tu che mi conosci come neanche io mi conosco. Come posso rifarmi una vita felice, se tu non sei con me? Sei tu la mia felicità, sei tu l’unico sogno che voglio seguire. E rimpiangerò sempre il doverti lasciare e andarmene. Come puoi chiedermi di prometterti tutte queste cose? È impossibile, romperei la promessa subito dopo averla fatta. Non posso, non ce la farei.-

Mi aveva detto quelle cose bellissime e mi aveva fatto sentire speciale come nessuno era mai riuscito prima. E adesso come potevo lasciarla? Come potevo tornare alla mia vita e far finta di non averla mia incontrata? Solo ora che ci pensavo capivo l’assurdità della mia richiesta.

-non posso lasciarti, io ti amo, ti amo troppo. Non andare ti prego. Rimani qui con me. Farò di tutto per farti essere felice, ma ti prego non partire.- le dissi guardandola negli occhi. Come se solo grazie a quello sguardo potesse realmente capire la verità di quelle parole.

-Per favore non complicare le cose, non possiamo continuare così ancora per molto e io so che non c’è niente che vorrei cambiare della nostra storia. Niente, se non il finale. Ma purtroppo non possiamo.- stava reprimendo i suoi sentimenti per trovare la forza che io non avevo per dire addio.

“Il treno per Dublino in arrivo al binario 3. Ripeto: il treno per Dublino è in arrivo al binario 3.”

-È il mio treno, devo andare.- disse prendendo le sue valigie.

-Ti amo Gessica Meyer. Ti amo e ti amerò per sempre.-

-Anche io ti amo Niall Horan. Ti penserò sempre ma dobbiamo chiuderla qui.-

E così dicendo s’incamminò verso il suo treno. Neanche un bacio d’addio, un abbraccio. Solo il rimbombo della sua voce nelle mie orecchie che dice ‘Ti amo Niall Horan’ e le lacrime che scorrevano senza tregua sui visi di entrambi.

 

 

*Un anno dopo*

Non riesco a smettere di pensare a lei. Ai suoi capelli, ai suoi occhi, alle sue labbra, al suo odore la mattina e al suo sapore quando la baciavo. È passato un anno e tutto ciò che è tornato come prima di conoscerla nella mia vita sono io che esco con gli amici. Ma non sono mai uscito con una ragazza, mai un appuntamento. Non riesco a pensare più a nessuna ragazza come mia fidanzata.

Ho provato a chiamarla tutti i giorni ma deve aver cambiato numero perché mi da sempre inesistente. Eppure io continuo a chiamarla pensando che prima o poi lei mi risponda con un ‘Ehi, amore, come va? Sai che mi manchi tantissimo? Non vedo l’ora di rivederti l’estate prossima!’. E invece niente. Sempre e solo una stupidissima voce registrata che mi avverte che quel non numero non esiste.

 

 

*Dieci anni dopo*

Sono passati undici anni dall’ultima volta che l’ho vista, eppure mi ricordo ogni minimo dettaglio di lei come se la avessi vista fino a pochi secondi fa. È l’undicesimo anno che torno alla spiaggia sperando di incontrarla, ma niente. Non so più niente di lei, non so quanto è cambiata in dieci anni, se è riuscita a realizzare i propri sogni, se si è rifatta una vita e ha una famiglia, se è felice.

Ma non voglio più aspettarla qui. Ho già deciso che la andrò a cercare direttamente in America. Non ho mai saputo in quale città avesse traslocato ma ho saputo che ha tenuto i contatti con Eva.

Così decido di chiamare Liam e chiedergli se può farsi dire da Eva dove si trovi adesso Gessica.

Risponde dopo tre squilli.

“Ehi, Nialler! Ma ti devi far sentire tutti i giorni?” mi chiede scherzando. Lui è uno dei pochi con cui sono rimasto in buoni rapporti e lo chiamo tutte le sere.

-Eh, già mio caro Liam. Dovrai sopportarmi ancora per poco, però, se mi farai l’enorme favore che sto per chiederti.-

“Ok, io mi sto già preoccupando. Però se posso fare qualcosa per un amico..” sapevo che su di lui avrei potuto sempre contare.

-Beh, potresti farti dire dalla tua amatissima moglie in che città posso trovare Gessica?- butto lì.

“Cer.. COSA? Ma sei fuori? Quella mi fucila!” Non posso arrendermi così. –E dai, Lì! Tu non devi dirle che poi me lo dirai. Però se casualmente iniziaste a parlare di lei, potresti casualmente chiederle per curiosità se sa cosa sta facendo e dov’è..- provo ancora.

“Niall, tu sai che io non ti dirò mai di no. Quindi ti posso dire che ci proverò. Ma ti avviso: ho saputo che Gessica è andata avanti. E se ho capito bene ha trovato l’uomo ‘giusto’.” No, non posso crederci. Eppure sono stato io a chiederle di farlo, no? Cosa mi aspettavo, che mi aspettasse davvero per tutta la vita?

-Non mi importa, Lì. Devo rivederla. Se la vedrò davvero felice non la saluterò neanche, però devo vedere con i miei occhi che sta davvero bene.- devo assolutamente averne la certezza.

“Va bene, Niall. Però non voglio che tu soffra.”

–Lo so, Lì, lo so. E ti ringrazio per questo. Ma non ti preoccupare per me, ok?-

“Come vuoi. Adesso devo andare, scusa. Sono in ufficio e ho un’importante riunione tra poco.”

–Certo, Lì non ti preoccupare. Ci sentiamo presto, ok?-

“Certo, ciao.”

Attacco il telefono e mi incammino verso casa.

 

Dopo quattro giorni sento il cellulare squillare. È Liam.

-Pronto, Liam?-

“Ehi, Niall. Senti ho saputo che si è davvero fidanzata. Mi dispiace.”

-Non mi importa. Hai saputo dove vive?-

“Sì, Niall. In un piccolo paesino vicino Miami. Ma cosa hai intenzione di fare adesso?”

-Niente. Andrò in quel paesino, la cercherò e la troverò. Dopodiché vedrò se tornare a casa da solo o rimanere lì con lei. Tutto dipenderà da Gessica.-

“E la tua vita qui?”

-Liam, questa non è vita. Non faccio che pensare a lei tutti i giorni, non faccio che sognarla la notte e svegliarmi piangendo ogni mattina perché lei non è qui con me. Io devo trovarla. È tutto ciò che posso fare.-

“Beh, allora Niall buona fortuna. E per qualsiasi cosa non esitare a chiamarmi.”

-Grazie, Lì. Grazie davvero, per tutto. Ti farò sapere. Ci sentiamo presto.-

“Ciao Niall.”

Bene, ora non mi rimaneva altro da fare che trovarla.

 

È un mese che sono a Miami. Ed è un mese che la cerco nei paesini vicini. Li ho girati tutti. Oggi è l’ultimo e se non la troverò, dovrò tornare a casa.

Salgo nella macchina che ho preso a noleggio e parto.

Dopo un paio d’ore arrivo in quel paesino sperduto e inizio a girare per la città sperando in qualche modo di vederla. È ora di pranzo e io ho una fame incredibile. Così mi fermo in un piccolo ristorante. Mi siedo a tavola e dopo poco arriva la cameriera a prendere l’ordine.

Mentre mi arriva il piatto, vedo la porta aprirsi ed eccola. Splendida come sempre. I suoi ricci castani li riconoscerei ovunque e la sua risata mi scalda il cuore come la prima volta in cui l’ho sentita. Entra tenendosi a braccetto con un uomo che è esattamente l’opposto di me. Lui è alto, io sono nella media; lui è moro, io sono biondo; lui ha gli occhi scuri, io li ho azzurri; lui sembra uno di quelli che fanno bodybuilding, io ho un fisico normale.

Appena smette di ridere i suoi occhi si posano su di me, come se fossero attirati da una calamita. Ed è in quel momento che capisco quanto davvero mi sia mancata. Il cuore ha preso a battere veloce, come mi succedeva undici anni fa. Inizio a sudare freddo e a tremare e non ho il coraggio di salutarla. Però un sorriso mi si apre in viso. Era troppo tempo che non sorridevo così.

Lei lascia lì il suo ragazzo e mi si avvicina.

-Niall, sei davvero tu?- mi chiede sconvolta.

-Sì, Gessica. Ci ho messo davvero tanto a capirlo, ma sapevo che non potevo lasciarti andare così, senza combattere. Però vedo che ora sei felice, quindi tranquilla. Partirò domani stesso e ti lascerò vivere la tua vita, quella che meriti.-

-Quanto sei stupido, Niall. Io ti ho aspettato tutto questo tempo e credi davvero che io sia così felice come voglia far credere?- ‘Non è possibile’ pensai ‘Non può davvero avermi aspettato fino adesso.’

-C-cosa? Tu mi hai davvero aspettato fino ad ora?- ero sbalordito. Non si era davvero dimenticata di noi.

-Certo Niall. È vero, non  ho voluto che ci facemmo promesse, ma questo non vuol dire che io non abbia mai smesso di pensarti. Che io non abbia mai smesso di amarti. Ma la domanda qui è un’altra: tu hai fatto lo stesso?- mi chiese indecisa.

-E me lo chiedi? Non è passato un attimo senza che ti pensassi. Non è passato un attimo senza che ti cercassi tra la gente. Non è passato un attimo senza che desiderassi le tue labbra sulle mie. Non ho più avuto neanche un appuntamento da quando ti ho vista andare via. E l’unica cosa che ora posso fare è chiederti scusa perché ci ho messo davvero troppo tempo prima di capire che dovessi venire da te e dirti che ti amo. Non ho mai smesso e mai lo farò. E se tu riuscissi a darmi un’altra possibilità, te ne chiedo una sola, io sarò l’uomo più felice della terra. Sei la mia principessa, la mia piccola, tutto ciò di cui ho bisogno. Ma non voglio sconvolgerti la vita, quindi capirò se non te la senti.-

-Niall, finiscila. Scommetto che è stato Liam a dirti dove trovarmi dopo che tu lo hai implorato di chiederlo di nascosto a Eva. Perché se no, non avresti mai saputo che io mi sono fidanzata. Ma sai una cosa? Era una balla, io non sono più uscita con nessuno, non ho più baciato nessuno, sono solo uscita con le mie amiche senza nulla di più perché sei tu, tutto ciò che voglio.-

-Quindi..- provo a chiederle ma lei mi blocca subito.

-Quindi baciami e non lasciarmi più.-

E così la accontentai e in quel momento mi sembrò come se non ci fossimo mai detti addio, come se in modo o nell’altro fossimo sempre stati insieme. Non ci eravamo promessi niente eppure ci siamo aspettati e abbiamo trovato il nostro modo di essere felice. Ora io sono con la mia principessa e non la lascerò mai più andare. La legherò a me in tutti i modi possibili se lei me lo permetterà e non le farò mancare più niente. Voglio renderla felice e sarà tutto ciò che mi impegnerò a fare da oggi in poi.

-Ma.. quel bestione con cui sei entrata?-

-Amore, lui è gay.- e la sentii ridere ancora, ancora e ancora per farmi innamorare ancora, ancora e ancora.

 

You always will be my summer love…

 

 

Hello everyone!

Questa è la mia terza OS verde e spero davvero di tutto cuore che vi sia piaciuta. La dedico a una delle mie migliori amiche (Directioner anche lei, of course)

Voglio ringraziare le bellissime ragazze che hanno recensito o messo nelle preferite/seguite/ricordate le mie altre due OS (una su Zayn e una su Harry)..

Ma soprattutto.. grazie a VOI che avete letto questa mia OS, nata mentre ascoltavo Summer Love (ovvio ù.ù ).. LOL

Grazie mille anche alle tre che mi hanno messa tra gli autori preferiti:

1) elisa_styles

2) ila_onedirection

3) little_dream_99

Mi avete resa davvero felice.. non riesco ancora a crederci! :3 Grazie davvero <3

Detto questo me ne posso anche andare.. xD

Vi adoro tutteeee!!

Lots Of Love

                    Shè

 

P.s.: ancora una volta….. A massive thank you! :3

   
 
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