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Autore: Elysion    20/12/2007    4 recensioni
Ma salve! Questa è la prima fanfiction che pubblico, dunque se volete lanciare della verdura magari che sia fresca ^^'
Questa qui è la storia dei primi giorni a Hogwarts di un certo Sirius Black e come ha incontrato tutti gli altri, le sue prime impressioni
La storia è già pronta quindi gli aggiornamenti saranno stabili ^^ Ah, commentate sia in bene che in male, voglio sapere come migliorare!
I hope you enjoy it!
E FINALMENTE LA CONCLUSIONE =p
Genere: Generale, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN ARRIVO NON ESATTAMENTE GLORIOSO

Sirius Black era arrivato da solo al binario 9 ¾ i suoi non s’erano neppure degnati di accompagnarlo alla stazione, il ragazzino aveva preso da solo la metropolitana Babbana chiedendo ogni volta informazioni e alla fine era riuscito a raggiungere tutto intero il binario con il baule enorme (nessun animale, i genitori non l’avevano ritenuto degno). Sirius era sempre stato un ragazzo particolare, la sua era una grande famiglia di maghi oscuri, naturalmente Purosangue, e avevano cercato di inculcargli l’odio per i Mezzosangue e i Babbani e tutte le malsane idee che si tramandavano di generazione in generazione. Il piccolo Sirius però non era mai stato affascinato dalle arti oscure ed era fermamente convinto che quello che gli ripetevano in continuazione fossero solo baggianate e aveva iniziato a dimostrarlo fin da quando riusciva a capire,senza farsi problemi… era un ribelle.

Quando gli era arrivata la lettera da Hogwarts i genitori lo avevano fatto accompagnare a Diagon Alley da un elfo domestico, non si sarebbero mai scomodati per lui, in realtà non vedevano l’ora di buttarlo fuori di casa.

Una volta caricato il baule sulla retina di uno scompartimento vuoto si stese su tre dei sedili e si addormentò profondamente (non prima di aver attaccato fuori un cartello “PER FAVORE SVEGLIATEMI QUANDO STIAMO PER ARRIVARE”). Stranamente nessuno venne a disturbarlo a parte il Prefetto che lo scosse leggermente per svegliarlo “Mettiti l’uniforme, ti conviene…” lui sbatté le palpebre un paio di volte guardandolo con gli occhi ancora annebbiati dal sonno “Ah… sì… forse…” mugugnò mentre si metteva a sedere e il Prefetto andava via. Si stiracchiò per bene poi veloce si sfilò i pantaloni infilando quelli della divisa e fece la stessa cosa con la camicia e il maglione e infine si mise il mantello giusto in tempo, pochi istanti prima che il treno iniziasse a rallentare. Guardò fuori con gli occhi neri ora vispi più che mai, all’esterno scrosciava una pioggia incessante e violenta, sarebbe stato davvero bello scendere dal treno! Ma il momento era arrivato, prese un bel respiro per calmarsi – anche se non lo dava a vedere era nervoso anche lui – e si buttò nel fiume di ragazzi che si dirigevano verso le uscite del treno alzandosi il cappuccio sulla testa.

Appena fu sceso dal treno sentì un vocione che li chiamava “PRIMO ANNO!!! PRIMO ANNO VENITE QUI!!! VICINO A ME!!” e alzando la testa si rese conto del perché era un vocione così grosso, un omone alto almeno il triplo di un uomo normale teneva alta una lanterna e gesticolava con la mano libera. In breve tempo furono tutti vicino a lui, bagnati fradici, e s’incamminarono seguendolo veloci, dopo poco si trovarono davanti ad una piccola flotta di barchette dove salirono a 4 a 4, sfidando la tempesta. Il lago era estremamente agitato e la traversata non fu semplice ma nonostante questo i ragazzi rimasero incantati all’apparizione dell’imponente castello che riluceva delle sue mille finestre, tentando di cogliere con lo sguardo ogni torretta e ogni guglia… era così bello. Anche Sirius rimase imbambolato a guardare, mai si sarebbe aspettato qualcosa del genere anche se sapeva benissimo che Hogwarts fosse molto molto grande.

Le lunghe finestre ogivali, molte delle quali bifore o trifore, sembravano occhi di un gigante, un grande rosone si apriva appena sopra il portone e splendeva della luce che lo illuminava dall’interno. Dopo alcuni minuti arrivarono sotto una caverna che sembrava incanalare il vento costringendoli a tenersi forte gli uni agli altri in una lunga fila che faceva capo all’omone il quale avanzava imperterrito avvolto in un cappotto di pelliccia inzuppato d’acqua.

Presto, per fortuna, raggiunsero il grosso portone di quercia, il Guardiacaccia bussò tre volte e subito i due battenti si mossero verso l’interno aprendosi; i ragazzini entrarono al cenno di una strega alta e sottile con un lungo vestito verde smeraldo, apparentemente anziana, un’espressione severa in viso, di quelle che non ti verrebbe mai di contraddire.

Dopo che l’omone fu andato via la strega li portò in una piccola aula e mentre li faceva schierare lungo il muro per asciugarli almeno un po’ con la bacchetta gli si rivolse “Tra poco sarete accolti nella Sala Grande, verrete smistati nella vostra Casa d’appartenenza… la vostra Casa sarà la vostra famiglia… ogni azione meritevole le farà guadagnare punti, mentre ogni infrazione alle regole le farà perdere punti. Dopo lo Smistamento avrà inizio il banchetto d’inizio anno. Vado ad avvertire che siete pronti, tornerò fra poco… sistematevi per bene” la voce era austera e tranquilla e dopo avergli tolto del tutto almeno l’acqua di dosso la strega uscì silenziosa.

  
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