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Autore: SaraRocker    03/06/2013    6 recensioni
Nuova storia DxG ♥ ma con molta azione!!!
è il 21 dicembre 2012, sono anni che si parla della fine del mondo, ma perchè essere tanto pessimisti?
Estratto dal capitolo 1.
-Lui era un ladro, ma non le avrebbe mai fatto del male.
"Ehy! Smettila! Così ti ferirai! Avanti! Non volevo farti nulla!" urlò mentre a causa dell'apertura provocata da lei ora si sentiva il rumore dei cavi in movimento.
"Ah no?" urlò anche la ragazza ironica riuscendo ad uscire. Si aggrappò al filo di titanio che permetteva all'ascensore di passare da un piano all'altro "Non mi sembrava! Mi sei saltato addosso con un passamontagna in faccia!"
"Hai frainteso! Ora scendi! Sei solo una..." la guardò un attimo. Era solo una ragazzina. Probabilmente della sua età, molto giovane.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Gwen, Un po' tutti | Coppie: Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Buonasera a tutti :) ed eccomi qui :D non posso crederci di essere alla fine di questa fanfiction che mi è piaciuto molto scrivere, una di quelle che forse ho scritto con più interesse nella trama... Spero di avervi interessati con questa storia un po' molto strana, ma che se fosse scritta decentemente, sarebbe carina (io scrivo di cacca :'D), e quindi mi aspetto un vostro parere ^-^ vi lascio quindi all'ultimo capitolo :') buona lettura

-SaraRocker



 
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"Vivere è la cosa più rara al mondo: i più esistono solamente"
-Oscar Wild
 
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La mattina Gwen aprì gli occhi avvertendo alle narici il suo tipico odore muschiato che tanto lo rappresentava. Duncan era lì, sdraiato al suo fianco dormiente, con l'espressione spossata. Avevano passato la notte l'uno tra le braccia dell'altra, per la prima volta.
Sorrise per poi alzare una mano fino ai suoi capelli ed affondarla morbida nella cresta verde ormai senza più la sua originale forma. Erano tutti cambiati in quei mesi: lei aveva iniziato a vedere il mondo per il luogo cruento e cinico che era pur apprezzandolo da una parte solo per la semplice presenza di Duncan. Era diventata più razionale e sicura e soprattutto spaventata. Ormai ad ogni passo che compiva, la morte bussava costante alle sua porta, e lei, insieme al resto del gruppo ci giocava a nascondino, in un modo disperato, ma che fino ad allora, li aveva però portati a vincere.
Prima di quella sorta di fine del mondo, non aveva mai pensato di imbracciare realmente un'arma e di sparare, ed invece lo aveva fatto, e senza nemmeno tintinnare. Non appena ne era nata l'occasione, aveva sfruttato ogni sua abilità pur di sopravvivere, pur di aiutare...
Ed ora erano lì.
Circondati da quattro pareti che ancora solo per breve tempo sarebbero andate a rappresentare una salvezza.
Fece scivolare la mano sul contorno della mascella, fino al collo, per poi adagiarle sul suo petto, che si alzava e abbassava ritmicamente, dondolandola in un pensiero tranquillo: quello di lui e della sua effettiva presenza.
Il giorno prima, nel sentire la sua voce, aveva pensato di sognare, ed ora era solo che felice nell'averlo al proprio fianco.
Avvertì una lacrima solcarle la guancia. Non voleva perderlo, mai.
Lo strinse spontaneamente a sè con maggiore forza, sentendosi improvvisamente spaventata.
 
"Ehi..." mormorò Duncan aprendo gli occhi.
Lei lo lasciò subito, per poi asciugarsi la lacrima che le percorreva il viso con il palmo della mano destra tenendo lo sguardo basso per non farsi vedere in quello stato: farlo preoccupare era l'ultima cosa che doveva fare "D-Duncan... Ti ho svegliato, scusa.." sussurrò in risposta.
"Non devi scusarti... Hai fatto bene a svegliarmi. Ho riposato abbastanza direi" disse il ragazzo guardando fuori dalla finestra il sole ormai alto.
"mhh..." fece lei annuendo per poi portarsi a sedere ed alzarsi. Stirò in avanti le braccia così da sgranchirsi un po' per poi osservare il punk, che lentamente si metteva in piedi sorridendole. Lei ricambiò.
 
Andarono in sala da pranzo, dove gli altri li stavano già aspettando "I piccioncini si sono svegliati?" fece ironico, ma allo stesso tempo seccato Scott "Ho detto che dovevi riposarti almeno 5 ore, non dieci..."
"Potevate svegliarmi" rispose semplicemente Duncan facendo spallucce con un'aria da ragazzino indifeso, quale non era.
"Ahahah... Avanti ragazzi non litigate!" esclamò Geoff palesemente divertito dalle frecciatine tra i due.
"Geoff ha ragione... Dovremmo pensare a come agire... Intendo a come disporci per colpirli al meglio" intervenne Gwen.
"Già" annuì lo scienziato serio "Dobbiamo pensare a come entrare e farlo al più presto. E' vero che Courtney ci rifletterà a lungo, ma abbiamo un limite parecchio ristretto di tempo per agire"
"Dj ha ragione. Beh, io credo che la cosa migliore cosa da fare sia entrare come abbiamo fatto io e Gwen, cioè evitando innanzi tutto le guardie esterne e successivamente colpire le interne prima che possano avvisare altri. Procedendo in questo modo ci dirigeremo verso il laboratorio e riattiveremo il macchianario per poi distruggerlo." sentenziò Duncan disegnando con la punta dell'indice una mappa immaginaria sul tavolo "Che ne pensate?"
"Che quel pisolino, tutto sommato, ti ha fatto bene, punk" disse seccamente Scott.
"Ok... Dovremmo mettere i migliori miratori davanti, e almeno uno dietro a proteggere Dj... Lui è il solo ad avere visto il macchinario, e anche se ci ha spiegato come spegnerlo, sarebbe comunque molto meglio fosse lui a riavviarlo" sospirò Geoff incrociando le braccia  e abbassandosi il cappello sulla fronte.
"Hai ragione... Chi spara meglio?" domandò Duncan.
"Io direi che tu e Geoff siete i migliori" riflettè la dark sedendosi su una sedia a fianco al biondo.
"Io?" chiese quest'ultimo "Io non credo proprio. So fare a botte e nel corpo a corpo me la cavo, sì, ma a mira non sono un granchè a meno che non debba sparare da vicino e sappiamo che in questa missione potrebbe esserci l'eventualità di sparare in lontananza.."
"Allora io e il biondo proteggiamo lo scienziato e voi due andate avanti..." disse Scott parlando al punk e Gwen.
Duncan sussultò "Cosa? Ma... Sarebbe troppo rischioso! Gwen-" "Non so se hai presente che la tua ragazza ha una mira formidabile! Ne abbiamo bisogno dannazione! In che lingua devo ripetervi che voglio vivere?! E lei è fondamentale per farci sopravvivere, tutti! Non mi interessa quello che pensi, ma dobbiamo guardarci in faccia ed ammettere che lei... Lei spara come non facesse altro in vita sua" lo fermò Scott.
Il punk fece per ribattere, ma fu Gwen a parlare "Sì, io andrò in avanti con te Duncan. Se è davvero così che la pensano tutti, non possiamo fare altrimenti... Voglio aiutarvi e se credete che possa farlo così, beh... Non mi tirerò indietro"
Il ragazzo sospirò "Rischi moltissimo..."
"Me lo dici a questo punto?" domandò sorridendo lei ironica, e lui non potè fare altro che ricambiare quell'espressione che lo conquistava sempre.
La abbracciò per un istante che paragonato a molti altri pareva anni di desideri e segreti inespressi, per poi lasciarla "Allora andiamo..."
 
L'esterno dell'università era sorvegliato dalle solite quattro misere guardie e i ragazzi, notandolo, tirarono un sospiro di immenso sollievo: Courtney non aveva ancora rafforzato il fronte. Erano in tempo.
Strisciarono di soppiatto mantenendosi con la pancia aderente al terreno, fino a che non furono dentro. La formazione era semplice: Duncan e Gwen davanti, seguiti da Scott, Dj e Geoff. Erano tutti armati e pronti a combattere.
Camminavano a passo felpato gli infiniti corridoi, seguendo le direttive dello scienziato, attento e concentrato che ricordava alla perfezione tutto il tragitto compiuto per giungere al laboratorio.
Era impossibile che il macchinario potesse sparire, infondo era piantato a terra e perciò non era possibile sbagliare stanza.
"Quanto manca?" domandò sussurrando Duncan, sempre con la pistola puntata di fronte a sè.
"Qualche secondo e dovremmo esserci..." rispose lo scienziato guardandosi attorno.
Non erano mai parsi tanto bui ed inquietanti quei luoghi, eppure in quell'istante, erano poche le luci ad illuminare la zona.
Arrivarono di fronte alla porta del laboratorio dopo poco. Erano sollevati di essere arrivati tanto avanti nel piano in così poco tempo e questo insospettiva non poco la ragazza, che sin dall'inizio dell'intromissione, aveva trovato il tutto troppo semplice.
"Fantastico!" mormorò Geoff soddisfatto per poi allungare una mano verso la maniglia, ma lei lo fermò, poggiando la propria sul polso di lui "Fermo e sta zitto..."
Fu in quel momento che avvertì un leggero suono perpetuo che scandiva a distanza di due secondi circa, un fischio acuto e breve. Sussultò "Questo..."
"una bomba" disse semplicemente Duncan secco riconoscendo il suono che aveva avvertito durante l'esplosione nell'auto.
"A terra!" gridò lui e un istante dopo una piccola esplosione fece saltare la porta del laboratorio alzando una nube di polvere fastidiosa e grigia.
"Che diavolo... !" imprecò la ragazza tossendo infastidita dalla polvere.
"Non capisco!" esclamò Geoff realmente confuso "Perchè una bomba di così piccole dimensioni... Non ci avrebbe uccisi comunque..."
"Forse volevano confonderci..." ipotizzò Scott coprendosi il naso con un braccio.
"No! No! Cazzo! No! Ecco prechè... Non si sono fatti vedere di proposito, dannazione!" urlò Duncan "Courtney deve avere messo una bomba qui per farla disinnescare quando saremmo arrivati, così da attirare tutte le guardie contemporaneamente!"
Gwen sussultò "Ora non ne dovremmo più combattere due alla volta, ma una quarantina tutte insieme!"
"Presto! Proteggete Dj!" ordinò Geoff sapendo come lui fosse il solo a poterli davvero salvare.
Nel frattempo passi e voci varie cominciavano a levarsi dai corridoi circostanti, divenendo sempre più vicini e pericolosi.
"Gwen! Scott! Portate dentro Dj! Io e Geoff pensiamo a rimanere qua e a non farli entrare!" disse Duncan tirando indietro il carrello della pistola e puntandola verso la prima persona che dal corridoio cominciava a comparire per poi sparare, colpendola in pieno "Non c'è tempo! Muovetevi!"
I tre annuirono, entrando nel laboratorio. Gwen si guardò attorno e vide poi subito il macchinario imponente che simboleggiava la loro salvezza "Dj è quello?" domandò, già pronta a ricevere la risposta di lui, ma invece fu una voce femminile a parlare "Esatto... E' quello. bel lavoretto, eh? Ci sono voluti anni a costruirlo"
Gwen si voltò. Courtney era alle loro spalle, portava tra le mani un telecomando, quello che aveva usato per innescare la bomba e sorrideva soddisfatta di se stessa. li oltrepassò come nulla fosse dirigendosi verso il macchinario e guardandolo "E voi... Voi volete davvero distruggere questo meraviglioso capolavoro?" domandò quasi dispiaciuta.
"Capolavoro? Scherzi? E' la rovina dell'umanità! Come lo sei anche tu!" rispose Gwen infuriata. Quell'oggetto aveva messo fine alla sua vita normale, al suo futuro e ai suoi genitori. Non poteva accettarlo. Doveva riattivarlo e salvare il mondo, a ogni costo.
"Io la rovina dell'umanità? Io? ahhahaha! Io voglio solo rendere il mondo un luogo perfetto! E lo sarà! Non appena avrò finito di costruire il mio meraviglioso mondo, riporterò tutti in vita... Non lo capisci? Lo faccio per voi!"
"Per noi? Lo fai per te stessa e per le tue disumane manie di grandezza ed egoismo! Vuoi un luogo perfetto per te! Non per il resto dell'umanità ma solo per te! Non lo capisci? Se solo ragionasti... Capiresti che ciò che hai fatto è orribile! Pensa ai bambini! Li vuoi fare crescere in un mondo governato dal terrore e dalla follia?!" l'accusò Gwen.
"Terrore e follia sono sinonimi di perfezione e obbedienza. E' tutto ciò di cui abbiamo bisogno... Perfezione ed obbedienza. Il resto non conta. Non è mai importato... Mai. Le morti, i furti, la disperazione... Tutto avrà un senso... Tutto... Non sono io a non capire" rispose calma Courtney avvicinandosi a Gwen.
"Sei sicura? Sei davvero certa di non essere tu a non capire? La perfezione è surreale e inesistente. Nemmeno un mondo creato da te potrà esserlo... Nemmeno quello. La morte è sempre esistita e tu non puoi essere in grado di fermarla, la disperazione sarai tu stessa a provocarla! Di questo passo rovinerai tutto ciò che esiste! Anche quella parte di te che ancora crede che questo sia sbagliato!" urlò disperata Gwen quasi piangendo.
"Sbagliato? Tutto questo?" sorrise l'altra guardandosi attorno. "Sbagliato?" il suo sorriso divenne più largo "Sbagliato?" questa volta lo gridò "ahahahahah! Non è sbagliato! Ahahahahah!! E' perfettamente giusto! Ahahahah! Solo io posso creare un nuovo mondo! Ahahahah! Sarà perfetto! E sarà mio! Solo mio! Ahahahaahh" iniziò a volteggiare mettendosi le mani tra i capelli.
Gwen sussultò visibilmente a quella follia tanto ostentata ed indietreggiò spontaneamente terrorizzata da quelle reazioni disumane.
"Courtney! Facci riavviare il macchinario!" esclamò Scott notando il titubamento della dark.
Lei si fermò a guardarlo "Scott? Allora eri tu... Ribelle... Fin dal principio... Ahahahahahah!"
"Courtney smettila di ridere cazzo! Facci riavviare la macchina!" insistette.
"E se non ve lo permettessi?" domandò.
"Ti uccideremo" la guardò truce il rosso.
"Ahahahah! Davvero? Beh, non ve lo permetterò... AHahhaah!" detto ciò estrasse un coltello dalla tasca, per poi farlo volteggiare con una grazia quasi fatale in aria "Ahahahah!"
"Sta attenta Gwen!" la voce di Duncan le arrivò alle spalle. 
Lui e Geoff erano riusciti a fermare le guardie di Courtney, rivelatesi non meno del previsto, ma più deboli. Non li avevano uccisi tutti, ma semplicemente ferito la maggior parte di essi.
"Ahahahah" continuava a ridere la ragazza, seppur rimasta sola. Continuava a muovere il coltello, facendo oscillare la lama affilata da una parte all'altra "Volete fermarmi?! Non ve lo permetterò!" detto ciò fece passare velocemente la lama attraverso il proprio stomaco.
Aveva infilzato il suo stesso stomaco senza pietà, con un sorriso completamente suicida in volto.
"Che cazzo..." sussurrò Duncan sbalordito continuando a guardare quell'orrida scena.
Lei traballò in avanti qualche secondo, per poi fermarsi al centro della stanza e tossire sangue, il tutto con la lama ancora infilzata perfettamente nelle proprie carni.
Cadde in ginocchia tossendo un'ultima volta quel liquido vermiglio per poi lasciarsi definitivamente a terra a pancia in giù.
"Oddio..." soffocò un rivolo di vomito la dark completamente sconvolta.
Quella ragazza si era appena colpita allo stomaco per non essere uccisa da altri, qualcosa oltre il comune orgoglio umano.
Duncan avvolse Gwen tra le proprie braccia vedendola tanto scossa, non che gli altri fossero da meno. Erano tutti sbalorditi e impressionati dalla visione appena offertali. Le parole mancavano.
Si diressero senza dire una parola verso il macchinario. Dj puntò la leva dal lato opposto rispetto a dove si trovava in quel momento. Quell'istante pareva surreale: era sembrato tanto impossibile da raggiungere, che essere lì sembrava solo un altro dei bei dogni che tutti almeno una volta avevano fatto in quei mesi tetri.
Lo scienziato sollevò la mano per premere il pulsante, che si sentì un suono spaventoso: carni infilzate. Si voltarono e videro Scott trafitto dal coltello che aveva poco prima ferito Courtney al petto. Si era appena parato in difesa dello scienziato, e quella folle ragazza era lì, in piedi, con lo sguardo pazzo e la bocca dalla quale colava sangue.
Lasciò andare il coltello, che cadde a terra accompagnato dal corpo del rosso, che eroicamente aveva salvato Dj.
"Scott!" gridò Gwen facendo un passo indietro.
"V-Voi... Non potete..." esordì Courtney, ma si fermò avvertendo il freddo ferro della canna di una pistola a contatto con la propria fronte.
"Decidi... Morire oppure ammettere di avere sbagliato e tornare indietro. Finirai in prigione, ma sarà comunque meglio di una fine tanto cruda, non trovi?" disse calmo Duncan.
Lei sorrise, per poi sovrapporre la prorpia mano a quella di lui sull'arma, e premere il grilletto. Il proiettile le perforò il cranio, attraversandolo da parte a parte.
Caddè all'indietro, questa volta realmente morta con un foro al centro della fronte.
Duncan sconvolto lasciò cadere a terra la pistola "Ha scelto..." mormorò poi...
Gwen si inginocchiò a terra non avvetendo più la forza alle ginocchia, ed esplose in un pianto sommesso "Oddio... Oddio... E' finita.." alzò lo sguardo e vide il corpo di Scott dolorante.
GLi andò incontro. Il coltello era piantato in profondità nel suo petto e dalla ferita sgorgava sangue su sangue "S-Scott... Come..." fece agitandosi e muovendo le mani incerta su cosa fare.
"S-Sta calma..." mugulò lui "Non c'è più nulla che tu-" si bloccò colpito dal dolore.
Alle spalle di lei giunsero anche gli altri "Vedrai che ce la farai fratello..." lo incoraggiò Geoff seppur falsamente, tanto era palese la situazione.
Lui accennò un sorriso "Sono un medico... N-Non scordarlo" balbettò riferendosi al fatto di essere in fin di vita.
"Scott... Ma tu... Tu volevi vivere! Tu-" "Io non avrei mai potuto vivere..." fece lui interrompendo Gwen "V-Voi... Voi avete v-vissuto... Avete... Avete combattuto... E ci siete riusciti. I-Il mondo è sal-salvo. Io... Io sono solo esistito." detto ciò chiuse gli occhi, non riaprendoli più.
 
05/04/2013
12:30
Il campanello suonò, inondando tutto quel piccolo appartamento in cui i due si erano appena trasferiti. Era davvero molto piccolo: una camera da letto, una cucina, una sala da pranzo che fungeva anche da salotto e un bagno, ma in fondo non necessitavano di altro.
Lui andò ad aprire la porta "Geoff! Ci rivediamo! E' incredibile! Mi sembrano secoli..."
"Ti capisco Duncan... E invece sono solo due mesi..." rispose lui malinconico.
"I due mesi più rilassanti della mia vita..." disse il ragazzo facendo segno ai due di entrare.
"Già, dopo i due più intensi..." lasciò intendere il biondo addolorato. Era ancora difficile parlare della situazione che era andata a crearsi tempo prima e di ciò che era accaduto, cercavano perciò di parlarne il meno possibile "Lei è Bridgette! La mia ragazza! Te ne ho parlato, ricordi?" domandò dunque il biondo.
"Certo! Come dimenticarmene? E' lei ad averti dato la forza di proseguire infondo..."
la ragazza arrossì visibilmente.
"Già... E Dj è già arrivato?" chiese Geoff.
"E' in cucina con Gwen... Sono appena arrivate le pizze, quindi siete in tempo!"
"Perfetto!" esclamò Geoff sorridendo per poi andare in sala da pranzo seguito dalla sua ragazza e dal punk.
 
"Non è incredibile che nessuno se ne ricordi?" chiese Geoff.
Avevano finito di mangiare ed avevano iniziato a discutere di quella disavventura di cui erano stati partecipi nei mesi precedenti.
"E' evidente... Infondo erano tutti privi di sensi. Comunque, è bastato spiegare l'accaduto e mostrare le prove perchè ci credessero, quindi non credo sia un problema..." disse Duncan tenendo tra le braccia Gwen. Erano seduti sul divano in pelle nero che si trovava poggiato alla parete del salotto, davanti al televisore.
"E mantenere l'anonimato è stata la cosa giusta... E' sufficiente che siano al corrente della nostra identità solo gli agenti della polizia... Potrebbero esserci ancora seguaci di Courtney..." Aggiunse Gwen coricandosi tra le braccia del punk socchiudendo gli occhi.
Bridgette era la sola oltre a loro ad essere al corrente di tutto, grazie a Geoff e nessuno si era opposto dopo tutte le fatiche il biondo aveva dovuto sopportare, tutto solo per riavere lei.
"La sola cosa che mi interessa ora, è fare diventare tutto questo un ricordo... L'unica cosa che importa ora sei tu, Gwen..." sussurrò Duncan all'orecchio di lei, la quale chiuse gli occhi cullata dalla sua voce vellutata e calda.
  
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