💋 Let me kiss you 💋

Il riflesso aureo del ponte di Celestopoli si specchiava nel mare sottostante. Un blu intenso avvolgeva il cielo come una coperta, in quella fresca sera di mezza estate.

Green studiava scrupolosamente il panorama, con i gomiti appoggiati alla fredda ringhiera metallica. Adorava quel silenzio, interrotto solo dal fruscio soave del corso dell'acqua. Lo aiutava a rilassarsi, a dimenticare per un po' tutto il resto, i doveri e la tensione accumulata durante il giorno.

Ma la sua tranquillità era destinata a non durare a lungo: qualcuno apparve alle sue spalle. «Qui, di solito, vengono le coppiette di innamorati ad ammirare le stelle. Lo sapevi?»

Chi poteva essere, se non Blue? Forse era in realtà un Diglett, o un Abra che poteva teletrasportarsi con un semplice schiocco di dita. A volte Green, in cuor suo, aveva paura di trovarsela dietro nei momenti meno opportuni. Distolse lo sguardo dall'oceano increspato di poco dal vento, per concentrarlo sull'intrusa. «L'amore è solo una perdita di tempo» commentò, seccamente.

«Da come parli, sembra che tu l'abbia già sperimentato…» lo stuzzicò lei, con un ghigno malizioso, appoggiandosi al parapetto che splendeva come una pepita d'oro.

L'Allenatore cercò di non scomporsi a quell'ardita insinuazione e, come unica risposta, le diede il silenzio. Forse, se la ignorava, se ne sarebbe finalmente andata.

La brunetta sbuffò. Ormai era abituata alla sua riservatezza e la trovava molto monotona: perché non si lasciava un po' andare? Sempre così dannatamente serio. Non l'aveva mai visto ridere, se non per qualche disgrazia altrui o senza un commento di scherno dopo.

Lui continuò a fingere che non ci fosse, già che stava zitta. Sulla riva sotto al ponte, notò due Wooper, che dormivano rannicchiati l'uno contro l'altro. L'amore… Non riusciva a immaginarsi a dire frasi stucchevoli, né ad avere troppi contatti ravvicinati con una persona. Sarebbe stato innaturale, gli si contorceva lo stomaco dal disgusto solo a pensarci.

Gli occhi di Blue, mentre ammirava distrattamente il firmamento, tradivano un'evidente nota di noia. «Cosa faresti se una ragazza ti baciasse?» domandò, senz'alcuna vergogna, tant'era persa nei propri pensieri.

Green inarcò un sopracciglio. «Non vedo perché dovrebbe interessarti» fu la sua concisa risposta, traducibile benissimo anche in “fatti gli affari tuoi”.

In quel momento, nella testa dell'Allenatrice balenò un'idea… Una piccola follia. L'eco di ogni suo singolo passo risuonò nel silenzio, come se il mondo stesse rallentando. Sporse il viso verso quello del rivale e gli schioccò un bacio sulla guancia, mancando le labbra di pochi millimetri. Fu questione di attimi fugaci, eppure a loro sembrarono incredibilmente lunghi.

Il ragazzo, quando si tirò indietro, fu troppo allibito per imprecarle contro, messo in difficoltà dal suo delicato battito di ciglia e da uno dei suoi sorrisi, tanto furbi quanto adorabili.

«Volevo solo vedere la tua reazione.» Blue era tranquilla, come se non fosse successo un bel niente. «Bye bye!» Iniziò a incamminarsi verso la prossima città, lasciando l'altro rigido come pietra, a fissare la sua scaltra figura scomparire.

Aveva lo stomaco in subbuglio, come se dentro ci fosse uno sciame di Butterfree. Oltre a ciò, sentiva una sensazione di vuoto, di calore che si dissolve, dove prima c'erano le labbra della ladra e dove ancora c'era uno stampo, quasi invisibile, di rossetto.