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Autore: Hailiswords    03/06/2013    2 recensioni
Dove sei diretto?
Ovunque abbia voglia… e ti porterò con me!
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
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5.
Il regalo della mia vita.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Appartamento di Sam ,Mark e Timothy.

Emily cercò di aprire gli occhi, ma la forte luce solare, proveniente dalla finestra, la convinse per un momento a non tentare più di farlo. Anche se non era solo quello che la infastidiva.
Si sentiva il trucco ancora sul viso, i pori ostruiti e il mascara sulle guance. Era certa che non avrebbe gradito quei tre secondi di faccia a faccia con lo specchio del bagno. “Che viso adorabile che hai, Emily” si complimentava sempre sua madre e le baciava entrambe le guance. Peccato che durante la notte la sua faccia sembrava lievitasse; come postume da un intervento chirurgico.
Strizzò il viso nel gesto di stiracchiarsi.
Schiuse un occhio e la pupilla dilatata e stanca, si rimpicciolì di scatto, diventando grande quanto la punta di una spillo. Ruotò il viso, in modo da fissare il soffitto. Adesso aveva entrambi gli occhi aperti, ma ancora spenti; malgrado la brillantezza turchina delle sue iridi.
Non riusciva ancora a capire perché non aveva ricevuto risposte; per lei sarebbe stato scontato riceverle. Quindi ci rimase doppiamente fregata.
Decise finalmente, dopo una breve ma meditata riflessione, che era il momento di alzarsi, di guardare l’orologio e di sentirsi in colpa per aver dormito troppo.
Si agitò fra le coperte tentando di uscire, ma inciampò nel suo stesso lenzuolo. Sarebbe scontato dire che cadde faccia a terra, ma successe proprio così. Una sveglia migliore del caffè, o delle classiche colazioni a letto con tanto di rosa nel vassoio. Un sveglia allo stile di Emily.

La ragazza gemette per il dolore al naso, credette di esserselo rotto o qualcosa del genere, perciò lo tastò, sperando di non vedere sangue. Per fortuna non ne uscì, anche se non ne era proprio certa; non si era ancora appropriata di tutti e dieci decimi della vista.

Sam dormiva, tutto preso dal sogno che stava facendo; che ovviamente pochi secondi dopo essersi svegliato, avrebbe dimenticato. Come date e orari di appuntamenti ai quali non partecipò mai.
Sentì un forte tonfo provenire dall’altra stanza. Si dimenò per un po’ nel letto, infastidito dall’essere stato svegliato, e come volevasi dimostrare, dimenticò il suo sogno.
Si avvolse completamente fra le lenzuola, cercando di continuare a dormire, ma il mal di testa pulsante, che gli faceva credere di essere nel bel mezzo di un mare moto, non gli permetteva di chiudere gli occhi.

Non da meno era il mal di testa di Emily; sentiva le arterie pulsargli alle tempie e alle orecchie. Forse un caffè l’avrebbe aiutata. Ma proprio lì, nel ripiano della macchina del caffè, un pacco. Una busta grande, color caramello, con un francobollo sopra e alcuni timbri d’inchiostro nero. Scritto a mano un “per Emily Florence Cecil” che la vece tornare bambina. “La curiosità è il motore della vita” come diceva sempre il professore di filosofia di Emily della facoltà.
I suoi occhi adesso si che erano luccicanti, frizzanti.
Scordò per un secondo il caffè, il dolore al naso, la faccia gonfia, il mal di testa e anche il suo nome; se non fosse stato per il pacco, l’amnesia sarebbe stata irreversibile.

Sam, ormai avvilito, si alzò, con molta più grazia dell’amica, e anche lui sentì il bisogno di un caffè. Poco prima di giungere alla soglia della sua porta intravide Emily di schiena, impalata davanti a quel pacco. Preferì restare in disparte e guardare. Non era l’avvenimento migliore a cui sperava di assistere …
O forse sì?
Concluse che desiderava costantemente la felicità di Emily, ma di certo non questa felicità. Non aveva speranze contro di lui. Contro John Christopher Depp II.

Emily perse il controllo di sé.
Non uscì di testa, non cominciò ad agitarsi. Nulla del genere.
Rimase ferma, immobile. Quando veniva investita da una così forte scarica di adrenalina raramente andava su di giri.
Afferrò il pacco, se lo rigirò tra le mani; era troppo curiosa di aprirlo. Quindi perché indugiare ancora?
Fece scorrere un dito dentro la linguetta e strappò la carta. Era il suo libro.
Emily si senti il cuore sprofondare. Perché?
Non immaginava minimamente che Johnny potesse essere così maleducato da rimandare al mittente un regalo, così prezioso e particolare, tra l’altro.
Lo sovrappose alla carta e si sedette al tavolo della cucina. Fissava quella copertina imbarazzata e delusa.
“D’accordo che non ti piace, ma non puoi ridarmelo così. Avrei preferito che l’avessi buttato.”
Non ebbe il tempo di appallottolare la busta che notò un piccolo triangolino di carta celeste sbucare fuori dal blocco di pagine. Strinse gli occhi a fessura. Qualsiasi cosa fosse le piaceva. Era sempre qualcosa che la collegava direttamente a lui.
Afferrò quella parte di foglietto e aprì le pagine in quel punto.
Pagina quattrocentoventi. Il foglietto riportava un messaggio scritto a mano:

Cara Miss Cecil,
ho molto apprezzato il suo libro. Come evitarlo, d'altronde?
Non l’ho terminato però, non sono ancora pronto a sapere la fine.
Anzi, spero sarà lei a rivelarmela, magari davanti un caffè; e anche un po’ di rum.

P.s. Spero di cuore che non vada a guardare pagina 149. Piccolo segno “indelebile” del mio passaggio su quelle così ben scritte pagine.

Un saluto,
John Christopher Depp II



Emily aveva le palpitazioni e i segni chiave dell’inizio di un infarto. Sudava, malgrado fosse quasi Febbraio e sentiva un fitta al petto, tanto forte che, se l’avessero infilzata con una forchetta non l’avrebbe sentito.
Si portò una mano alla bocca spalancata. Avrebbe avuto voglia di salire sulla sedia e cominciare a saltellare urlando che finalmente era arrivato il suo momento.
Momento interrotto da Sam, che comparve in cucina ancora preso dal sonno.
Aveva assistito alla scena, e non gli piacque per niente.
Cercava di farselo piacere; ah, se ci provò. Ma ci sono certi istinti che non si possono reprimere.
Emily lo fissò di scatto col viso trasudante di felicità, entusiasmo, emozione. Tutto insieme.
« Tu? » Incalzò Emily indicando il libro.
« Sì, lo sapevo. » rispose Sam alla domanda inespressa.
« Ma perch- »
« Perché eri completamente ubriaca, non avresti capito nulla. »
Mentre Sam parlava Emily ritornò al biglietto e curiosa tornò indietro fino a pagina centoquarantanove.
Si trovò davanti la normalissima pagina del suo libro macchiata con qualcosa di scuro. Una macchia piuttosto estesa e che odorava di caffè e cannella.
La cannella di sua zia. Le ricordava la sua infanzia.
Chiuse gli occhi, si porto le pagine al naso e ispirò, assaporando ogni sfumatura di quella fragranza decisa, ma dolce insieme.
Nel frattempo Sam era andato alla macchina del caffè e ne aveva versato per entrambi. Si sedette alla sua sinistra, attorno al tavolo quadrato e le porse la tazza. La sua solita, ma adorata, tazza nera con l’interno color panna.
« Non posso crederci. » disse Emily, fissando le pagine aperte.
Sam annuì distante.
« Cos’hai? » domandò la ragazza.
« Oh, nulla. Solo un po’ di mal di testa. » sviò lui e si portò le mani alla testa.
« Mallorie? »
« E’ uscita, aveva delle commissioni da fare, credo. »
Emily tornò a fissare il libro, quando un altro interrogativo le aleggiò in mente. Ma prima che potesse finire la frase: « Avevo bevuto e sono rimasto a dormire per evitare di guidare. Certo non bevo quanto te, però sai, io sono un ragazzo coscienzioso. » sghignazzò Sam.
Emily gli diede un colpo alla spalla fingendo di essersi offesa, ma poi iniziò a ridere insieme a lui.
« E’ strano rivederti qui, a questo tavolo, a quest’ora, dopo due anni. »
« Perché è così strano? Ormai è orario di pranzo. Io vengo quasi sempre a mangiare qui. » scherzò Sam.
« Oh cavolo! E’ ora di pranzo? »
« Sì, bella addormentata. » rispose accompagnato da un sorriso a labbra chiuse.
« Devo preparare subito qualcosa, prima che torni Mallorie e mi maledica per non averle fatto trovare qualcosa. » asserì Emily alzandosi e portando prima il “regalo” in camera sua e poi correndo in cucina.
« E comunque, » iniziò lei ricolta verso Sam e con i palmi al ripiano « è bello riaverti qui. » concluse con un sorriso.
Sam sorrise di rimando.



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Appartamento di Johnny.
 
« Sebastian, io esco. » asserì John intento a chiudersi dentro il cappotto.
« Ma signore, le scorte? I paparazzi? »
« Non m’importa. Prenderò tutti a cazzotti se è il caso. »
Johnny si diede l’ultima si sistemata al cappello e agli occhiali scuri e poi uscì sbattendosi la porta alle spalle.
Sapeva esattamente dove andare e ci sarebbe andato da solo. Però i fotografi erano in agguato, telecamere e microfoni accesi, pronti a captare ogni suo movimento o suono. Davanti a se l’uscita dal palazzo in cui viveva e almeno una cinquantina di giornalisti fuori. John si fermò un secondo e sospirò, cercando di farsi coraggio a passare fra quella barriera di parassiti. Neanche ebbe il tempo di aprire il grande portone che i paparazzi iniziarono a scattare foto e abbagliarlo di flash.
« Ma che diamine! » esclamò.
Decise di prendere l’uscita del retro, sperando che pochi si fossero piazzati lì. E così fu.
Montato in macchina, un BMW nero metallizzato con vetri oscurati. Cercò fra le tasche il foglietto con trascritto l’indirizzo preciso della casa di Emily, ma non lo trovò.
« Oh, cazzo! » urlò, colpendo il volante con le mani.
Gli era caduto poco prima, nella colluttazione con tutti quei fotografi. Adesso avrebbero scoperto dove abitava e sarebbero venuti sicuramente lì.
Improvvisò chiamando Emily al cellulare. Non poteva andare da lei, ormai tutti ne erano a conoscenza e poi neanche avrebbero potuto parlare tranquillamente. Se l’avesse chiamata le avrebbe potuto dire dove aspettarlo.
Agguantò il cellulare e fece scorrere il lungo elenco della rubrica. Premette il tasto verde e attese.



QUESTIONARIO DI GRADIMENTO.

1) Ti piace il titolo del capitolo?
2) Ti è piaciuto ciò di cui ho parlato?
3) Ti è piaciuto il modo in cui l’ho scritto?
4) Leggendo le riflessioni dei personaggi, hai cambiato idea riguardo uno di loro?
5) Ti è piaciuta la fine?

Ti chiedo di dare risposte aperte (non solo: sì, no) e anzi se sono negative, voglio assolutamente sapere cos’è che non ti è piaciuto. Ho bisogno del TUO parere. Grazie.


I personaggi:

Johnny Depp as Johnny Depp
(32 anni)


Emily Florence Cecil as Nina Dobrev
(25 anni)


Sam Baker as Paul Wesley
(26 anni)


Sebastian Winter as Metthew Perry
(40 anni)


   
 
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