Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: MoonBlack    03/06/2013    1 recensioni
Fino ad ora la parola “Mew Mew” ci rimandava allo stereotipo delle coraggiose paladine della giustizia sempre a servizio per il bene della terra…contro coloro che vogliono prenderne il possesso…
E se gli alieni, messi alle strette dall’impellente bisogno di Acqua Cristallo decidessero di copiare la tecnologia umana creando una Mew mew in grado di eguagliare tutte le altre?
Se questa mew mew apparentemente uguale a tutte le altre, riuscisse ad insinuarsi nel cuore dei tre alieni conquistando la loro fiducia? Che cosa accadrebbe?
Questa è una storia dove i confini tra ciò che è bene e ciò che è male si presenteranno molto labili.
Un seguito di “Tokyo Mew Mew” tutto particolare dove saranno i tre fratelli Ikisatashi a dominare la scena.
Consigliato in particolare alle amanti di Kisshu e Pai!
Commentate!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Pai Ikisatashi, Taruto Ikisatashi/Tart
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
Capitoli:
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Ma buonasera!!! ^___^ Dopo lunghi mesi di silenzio stampa rieccomi qua con un nuovo capitolo, nel quale si definiranno un po' meglio le motivazioni per le quali Kevin ha attaccato Luana e gli obiettivi della squadra dei nostri tre alieni si faranno più chiari!
Vi chiedo umilmente perdono per avere impiegato così tanto tempo ad aggiornare, ma tra l'università e tutto il resto è già stato un miracolo che io sia riuscita a creare un seguito decentemente lungo e sensato...ammesso che ce l'abbia veramente un senso...O__O...a volte non ne sono poi molto sicura!!
Come sempre fatemi sapere che cosa ne pensate e non mancate di aiutarmi con eventuali osservazioni se la mia storia ne necessita!! Ovviamente anche i complimenti sono bene accetti e servirebbero a tirarmi su di morale, ma già il fatto che riusciate ad arrivare a fine capitolo senza addormentarvi potrebbe essere considerata come una vittoria! XD
Ed ora, senza ulteriori preamboli vi lascio a questo nuovo capitolo, sperando che vi piaccia!! Buona lettura!!



Sentimenti pericolosi



Quando Luana tornò ad essere presente a sé stessa, la prima cosa che percepì fu un dolore sordo all’altezza delle tempie, non insopportabile, ma abbastanza fastidioso da metterla in allarme: da quando aveva incominciato la sua vita da mew alien non le era mai capitato di provare malesseri del genere.
Mosse cautamente le braccia, rendendosi conto di essere sdraiata supina su una superficie alquanto comoda, simile ad un materasso: ciò non contribuì a dissipare la sua inquietudine.
In un lampo di lucidità, convenne che doveva essersi sentita male per qualche motivo, tuttavia, non appena tentò di riportare alla mente quanto accaduto, i ricordi le apparvero come sfocati, provocandole una nuova ondata di mal di testa: si sentiva confusa, come se qualcuno le fosse entrato a forza nel cervello e le avesse rivoltato i pensieri uno ad uno.
Infastidita da quella sensazione di debolezza, decise di ricorrere all’utilizzo di almeno due dei suoi cinque sensi, per tentare di capire dove si trovasse, senza tuttavia correre il rischio di stancarsi troppo.
Con uno sforzo di concentrazione non indifferente, tese le orecchie, intercettando in pochi istanti il lento respiro di un individuo che doveva trovarsi a meno di un metro di distanza da lei.
La sensazione di fastidio riguardo le sue condizioni si acuì ulteriormente: come aveva potuto essere così distratta da non accorgersi della presenza di qualcuno nella stanza? Le sue condizioni erano davvero così gravi?!
Un’ ulteriore indagine olfattiva le rivelò che si trattava di Kisshu.
Spalancò gli occhi di botto, mentre i ricordi di quanto accaduto in laboratorio si facevano rapidamente strada nella sua mente, seguiti a ruota dalle immagini dello scontro con Kevin.
Doveva essere stata l’improvvisa e violenta intrusione mentale di quest’ultimo a provocarle effetti collaterali. Non vi era altra maniera per spiegare il senso di debolezza che provava e la forte emicrania.
Quando quel tripudio di emozioni scemò, un solo pensiero continuò a martellarle ossessivamente in testa “Potrei essere una di loro…potrei essere per metà aliena!” Come avrebbe dovuto accogliere una rivelazione del genere?
Voltò il capo in direzione del proprio protetto, alla ricerca di spiegazioni esaustive ma, non appena i suoi occhi si posarono su di lui, notò, con sommo stupore, che quest’ultimo giaceva seduto sul pavimento, profondamente addormentato, con il capo reclinato contro il muro.
Malgrado la tensione, si lasciò sfuggire un sorriso intenerito, voltandosi su di un fianco per poterlo guardare meglio.
Si ritrovò costretta ad ammettere, suo malgrado, che con gli occhi chiusi e il volto disteso in un’espressione serena appariva impressionantemente bello: ad ogni respiro il capo gli ciondolava di lato, avvicinandosi sempre di più al bordo del materasso e minacciando di fargli perdere l’equilibrio.
Il ricordo del loro litigio e dell’accusa di quest’ultimo riguardo al fatto che lei provasse dei sentimenti nei confronti di Kevin, incrinò quel momento di tenerezza, facendole morire il sorriso sulle labbra.
Le era sembrato così furioso, eppure, quando lei aveva avuto bisogno di aiuto, era rimasto al suo fianco senza battere ciglio.
Che si sentisse ancora in colpa per averla abbandonata al proprio destino durante la missione di recupero dell’acqua cristallo?
La ragazza non sapeva più che cosa pensare: a volte pareva che Kisshu la sopportasse a stento, ma non appena iniziava a rassegnarsi a quella sconfortante verità, ecco che lui diventava vulnerabile e sembrava implorarla con lo sguardo perché gli permettesse di entrare nel suo cuore.
Come poteva essersi convinto che tra lei e Kevin ci fosse del tenero? Era così cieco da non accorgersi che a malapena erano giunti ad una sorta di amicizia? Geloso a tal punto da vedere relazioni amorose che nemmeno esistevano?
Tutto ciò era assolutamente ridicolo, soprattutto considerando il rilevante fatto che Kisshu era il primo, tra loro due, ad essere innamorato di un’altra donna e quindi non avrebbe potuto certo lamentarsi o pretendere di avere chissà quali diritti sulla mew alien solo perché facevano parte della stessa squadra.
Che ci fosse qualche altra motivazione celata dietro alla sua rabbia?
Ancora una volta, Luana non poté fare a meno di domandarsi se l’alieno non avesse per caso iniziato a provare dei sentimenti anche nei suoi confronti, oltre che in quelli di Ichigo.
Questo avrebbe spiegato il comportamento da pazzo furioso che aveva assunto quella mattina.
D’altronde, da uno come lui ci si poteva aspettare di tutto, perfino l’innamoramento multiplo.
La ragazza, dal canto suo, sapeva che negare di esserne attratta sarebbe stata una colossale bugia, perché, pur con tutti i difetti che quest’ultimo non aveva mancato di rivelarle, aveva sempre avvertito una certa complicità ed affinità nei suoi confronti, rimanendone affascinata fin da subito;
Non era, tuttavia, completamente certa che quelle emozioni significassero innamoramento, anche perché non si era mai soffermata troppo a lungo sulla questione, prima di tutto perché la infastidiva ammetterlo e secondo perché estremamente convinta che quelle fantasticherie sarebbero state a tempo perso e che non sarebbe mai stata ricambiata fino in fondo.
Tuttavia, i sogni che ultimamente Kisshu elaborava su di lei, così come la sua improvvisa gelosia e protettività, sembravano suggerire una verità ben diversa.
E se invece di ritirarsi dalla battaglia prima ancora che cominciasse, rassegnandosi a vivere il suo affetto per il compagno di squadra da spettatrice, avesse deciso di combattere ad armi pari contro Ichigo…avrebbe avuto qualche possibilità di vincere lo scontro?
Sarebbe stato Kisshu stesso a fornirle le armi per farlo suo?
Non appena si ritrovò a contemplare quella nuova possibilità, non riuscì ad impedire al proprio cuore di iniziare a trottare come impazzito, provocandole vampate di calore lungo tutto il corpo.
Quel suono così molesto fu in grado di turbare perfino il pacifico sonno dell’alieno che, senza preavviso, spalancò gli occhi, guardandosi attorno con circospezione.
Dopo qualche attimo di smarrimento, dovette rendersi conto che nella stanza non era presente alcun elemento pericoloso e il suo sguardo si posò sul corpo della mew alien, abbandonando ogni traccia di tensione. –Oh, sei sveglia! –Esclamò, nella voce un misto di stupore e sollievo. –Da quanto tempo hai ripreso i sensi?
Luana si affrettò a distogliere lo sguardo dalle sue iridi dorate, preoccupata all’idea che quest’ultimo potesse intuire la natura, tutt’altro che innocente, dei propri pensieri.
Detestava il fatto che i suoi occhi riuscissero a provocarle ogni volta reazioni tanto violente e incontrollate.
-Qualche minuto credo… -Riuscì a borbottare a stento, stupendosi di quanto la sua voce suonasse gracchiante.
-Come ti senti?
-Ho un po’ di mal di testa e mi sento leggermente stordita, ma per il resto credo di stare bene. –Minimizzò, provando non poco imbarazzo di fronte a tutte quelle attenzioni improvvise. Non era ancora abituata ad avere a che fare con un Kisshu premuroso e gentile, le pareva quasi di parlare con un’altra persona.
L’alieno non commentò, limitandosi ad esalare un lungo sospiro, come se il suo petto si fosse improvvisamente liberato da un enorme peso. –Menomale… -Sussurrò sollevato, dopo qualche istante di silenzio. –Ci hai fatto veramente prendere un colpo, prima.
Dopodiché, senza alcun preavviso, si chinò su di lei, posandole un bacio leggero sulla fronte, appena sopra l’attaccatura del naso. –Sono felice che tu stia bene.
La giovane sobbalzò quando avvertì le labbra di quest’ultimo premere contro la propria pelle, un tocco soffice e delicato che le provocò le farfalle nello stomaco.
Anche se il suo cuore stava letteralmente urlando, minacciando di schizzarle fuori dalla cassa toracica da un momento all’altro, chiuse gli occhi e si sforzò di rimanere perfettamente immobile, temendo che se avesse osato spostarsi anche di un solo millimetro, quel momento di contatto tra loro, il primo a non essere stato stabilito attraverso litigi o urla feroci, si sarebbe spezzato, facendo ripiombare tutto nella normalità.
Purtroppo, Kisshu non pareva essere dello stesso avviso e, dopo pochi attimi, si allontanò, rivolgendole uno sguardo palesemente divertito. –Sei ancora sotto shock, oppure il mio fascino ti ha lasciata senza parole? –Ridacchiò, leccandosi le labbra in un gesto indubbiamente sensuale.
Rendendosi conto, con sommo imbarazzo, di essere rimasta completamente imbambolata a guardarlo per parecchi istanti, la mew alien si affrettò a riscuotersi e lo redarguì con un’occhiata fintamente minacciosa, senza tuttavia riuscire ad impedire al proprio viso di tingersi di una delicata sfumatura color ciclamino. –Idiota. –Imprecò tra i denti. –Mi hai colto alla sprovvista.
Il sorriso diabolico dell’alieno si allargò, fino a mettere in mostra i canini appuntiti. –Riuscirò mai a farti spuntare le orecchie da gatto per l’emozione? –Le domandò, retorico, squadrandola con interesse. Provò un lampo di intensa soddisfazione quando la vide irrigidirsi e rabbrividire al solo pensiero.
-Ci sei già riuscito. Facendomi arrabbiare.
-Quello non conta. –Cantilenò, passandole suadentemente un dito sulla guancia per poi discendere fino all’incavo del suo collo magro. –E poi è successo solo una volta…devi avere un grande autocontrollo.
L’altra si sottrasse bruscamente al suo tocco, il respiro affannoso e i muscoli della mascella contratti nello sforzo di non cedere alla dolcezza disarmante delle sue mani sulla pelle. “Sta solo giocando con te. Non le interessi veramente, ficcatelo bene in testa” Elaborò quella frase nella propria mente più e più volte, finché non avvertì la calma avvolgere nuovamente il suo corpo: solo allora si decise a rispondere. –Se non avessi avuto autocontrollo, dopo tutto quello che è successo oggi, probabilmente, sarei morta d’infarto oppure sarei stata ricoverata in un ospedale psichiatrico.
Nonostante tutto, si pentì amaramente di aver pronunciato quelle parole quando vide il volto dell’interlocutore oscurarsi, come percorso da un’ombra improvvisa.–Capisco…Non dev’essere facile fare i conti con l’idea di essere un alieno, dopotutto. –Lo udì mormorare cupamente.
Lo stomaco le si contrasse, colto da una stilettata di senso di colpa, non appena si rese conto che le sue parole incaute dovevano averlo ferito. Accidenti alla sua boccaccia e al suo dannato orgoglio! Probabilmente lui le aveva accarezzato la guancia soltanto per esprimere la propria preoccupazione nei suoi confronti e lei per tutta risposta lo aveva rifiutato in modo tanto meschino! –No!Io non…intendevo… –Balbettò, tentando di rimediare alla bell’e meglio alla propria mancanza di tatto.
Kisshu rimase immobile a fissarla, negli occhi un’attenzione quasi maniacale che non contribuì affatto a dissipare il suo disagio: non voleva litigare ancora con lui, non voleva farlo preoccupare o stare male a causa dei propri sbagli…ma non poteva neppure mentirgli, sminuendo tutto ciò che era successo nel corso della mattinata.
-Non intendevo quello: mi ha scioccato molto di più sapere che mio padre potrebbe avermi mentito per tutti questi anni…ad esempio. –Iniziò cautamente, sondando ogni sua minima reazione. –Per non parlare dell’attacco mentale di stamattina. Ecco, direi che il mio essere aliena in questo momento può passare decisamente in secondo…
-Perdonami se non ti ho creduta subito. –Il suo compagno di squadra pronunciò quelle parole così in fretta che perfino le orecchie allenate della giovane impiegarono parecchi istanti a decodificarne il significato. –Immagino che sia anche un po’ colpa mia, se adesso ti ritrovi in questo stato.
Si zittì di colpo, allarmata dal suo tono tetro, alzandosi cautamente a sedere sul letto.
Non poteva credere che l’alieno le avesse veramente chiesto scusa, così, di punto in bianco! Questo andava decisamente contro la logica che per mesi aveva mantenuto in piedi il loro rapporto di amore e odio: di solito era lei quella che doveva mangiare l’orgoglio e perdonare, mentre lui se ne stava immobile sul suo piedistallo ad aspettare che si inginocchiasse.
Che cosa era successo all’insopportabile, egocentrico e disinteressato compagno di squadra con cui aveva dovuto fare i conti per tutti quei mesi?!
-Kisshu! Sarebbe successo comunque! –Tentò di farlo ragionare, sporgendosi verso di lui dal bordo del letto.
Tuttavia, la sua presa salda la bloccò prima che potesse alzarsi in piedi, costringendola a sdraiarsi nuovamente sul materasso.
-Sta’ ferma! –Le intimò quello, tornando a rivolgerlesi con il suo solito modo di fare sgarbato e premendole una mano sul petto senza nessun riguardo.
Per tutta risposta la giovane emise un sibilo irritato e gli afferrò il braccio, del tutto restia a lasciarsi sottomettere in quel modo.
Dopo parecchi tentativi di fuga però, si ritrovò costretta ad ammettere che Kisshu era ancora troppo forte per lei, perciò si arrese con un sospiro, rassegnandosi a restare immobile.
-Dov’è Pai? –Decise di cambiare argomento, conscia che tentare di averla vinta fisicamente contro un alieno sarebbe stato impossibile. Almeno, in quel modo poteva sperare di riuscire a distrarlo e soprattutto di allontanare la sua mano che stava scivolando un po’troppo vicino al proprio seno, per i suoi gusti.
-Credo che sia ancora in laboratorio, impegnato a raccogliere informazioni su tuo padre.
-Credi? Il volto di Kisshu passò con stupefacente rapidità, da un’espressione scocciata ad una di vago imbarazzo. –Beh non ne sono certo… -Esitò, iniziando a giocherellare nervosamente con l’unghia del proprio pollice. –Da quando sei svenuta sono sempre rimasto qui. Mi sono perfino addormentato…
Luana sbatté le ciglia, mentre l’irritazione provata fino a pochi istanti prima lasciava il posto all’incredulità.–Sei sempre rimasto qui?! –Ripeté esterrefatta, con il solo risultato di beccarsi uno sguardo truce da parte del proprio protetto.
-Che cosa vuoi, il documento firmato dai testimoni?! –Sbottò infatti quest’ultimo, nascondendo il proprio imbarazzo dietro ad un atteggiamento sostenuto.
-No, ci credo!! –Lei si affrettò a placarlo, agitando nervosamente le mani di fronte a sé e azzardando un timido sorriso. –Ti ringrazio per avere aspettato così a lungo.
Se non fosse stata certa di essere psicologicamente provata e quindi non obiettiva, avrebbe giurato di aver visto l’alieno arrossire leggermente.
-Non serve che mi ringrazi… -Lo udì borbottare a bassa voce, mentre la pressione della sua mano sul petto, finalmente, svaniva. –Piuttosto, credo che dovresti bere un po’ di questa.
Sempre più affascinata dall’improvvisa e apparentemente immotivata trasformazione di quest’ultimo da compagno di squadra psicopatico ad amico premuroso, lo osservò inchinarsi rapidamente per raccogliere una bottiglietta da terra, quasi ne andasse della sua vita, e poi porgergliela senza nemmeno guardarla in faccia.
L’oggetto conteneva del liquido quasi completamente trasparente che pareva addensarsi in alcuni punti, come se vi fosse stata aggiunta una qualche strana sostanza.
-E’ acqua e zucchero. –Spiegò Kisshu, al quale non era sfuggito lo sguardo diffidente della ragazza. –Non sto tentando di avvelenarti.
-Non ho pensato nemmeno per un attimo che tu volessi farlo! –Ribatté lei, stizzita, afferrando la bottiglia con fare brusco: non poteva certo rivelargli che le sue perplessità non erano rivolte verso la bottiglia ma verso il suo comportamento. –Solo non credevo che conoscessi così bene le abitudini degli esseri umani.
Quello scrollò le spalle con non curanza. –Mi sono informato.
Dopo quell’uscita nella stanza cadde un silenzio eloquente, riempito da un altrettanto eloquente sguardo che la ragazza rivolse a Kisshu.
-Ichigo non centra niente stavolta! –La stroncò lui, prima che ella potesse domandargli la natura di tali approfondite conoscenze. –Ho studiato queste cose prima di partire per la mia missione sulla Terra: le vostre abitudini mi hanno sempre affascinato! E poi… -Le sue labbra si aprirono nuovamente in un sorrisetto malizioso. –Che utilità avrebbe potuto avere rianimare una nemica? Ichigo è molto più docile da svenuta che da sveglia!
Luana per poco non si strozzò con il sorso di acqua e zucchero che stava bevendo. –Sei veramente un pervertito!! –Tossì, scandalizzata, rischiando di rovesciare a terra tutto il contenuto della bottiglia.
Fortunatamente, in quel momento la porta si spalancò, costringendo i due ad interrompere la conversazione sul nascere e rivelando l’imponente figura di Pai, il quale irruppe nella stanza con passo deciso, una profonda ruga d’espressione a segnargli il volto. –Kisshu, ci sono alcune cose che… -s’interruppe accigliato, non appena notò la mew alien seduta sul letto.
-Ciao, Pai! –Quella sorrise, sventolando la bottiglia in segno di benvenuto.
Nell’udire la sua voce così allegra, l’espressione dell’alieno si rilassò, assumendo tratti quasi gentili. –Bene Luana, mi fa piacere vederti sveglia e di buon umore. Come ti senti? –Le domandò, nel tono di voce un eco della stessa preoccupazione di Kisshu.
La mew alien fece per rispondere, tuttavia fu costretta ad interrompersi, bloccata dal tempestivo sopraggiungere di una figura non meglio identificata che le si lanciò letteralmente addosso, mandandola a finire nuovamente lunga distesa sul materasso.
-Luana!! –Il misterioso individuo le cinse affettuosamente la vita con le braccia. –Sono felice che tu stia bene!!
Quest’ultima boccheggiò, a corto di aria, riconoscendo immediatamente l’odore del suo affettuoso aggressore. –T-taruto! –Esclamò, tentando inutilmente di allentare la presa ferrea del bambino attorno al suo diaframma. La forza fisica dei compagni di squadra riusciva ogni volta a lasciarla senza parole.
-Taruto, lasciala andare! La stai soffocando, idiota!! –Un tonfo sordo, seguito da un’esclamazione di dolore le suggerirono che Kisshu doveva essere intervenuto per salvarla dal rischio di soffocamento.
-La sto solo abbracciando!! –Protestò l’altro, piccato, allentando tuttavia leggermente la sua morsa stritola ossa e lanciando al fratello un’occhiata maliziosa. –Non dirmi che sei geloso, Kisshu!
Luana, finalmente in grado di riprendere fiato, scoppiò a ridere di gusto a quelle parole, ricambiando l’abbraccio del piccolo alieno con entusiasmo. –Anche io sono felice di vederti, piccola canaglia!!
Kisshu emise un verso di palese disgusto che venne bellamente ignorato da Taruto, il quale si limitò ad affondare la faccia nel petto della ragazza. –Pai mi ha raccontato tutto quello che è successo! Mi sono preoccupato tantissimo! Ma sono anche felice di sapere che potresti essere una di noi. –Le raccontò con entusiasmo, strusciandosi contro il suo collo.
Notando che il proprio protetto aveva assunto un’espressione a dir poco omicida, Luana si affrettò a rimettersi a sedere, posizionando il bambino sulle sue ginocchia, in modo che non potesse più avvinghiarsi come un koala contro di lei.
L’ultima cosa che desiderava era assistere ad uno scontro tra i due…l’alieno dagli occhi dorati era già abbastanza paranoico anche senza aggiungere alla lista la gelosia verso il fratello.
-Nonostante tutto, sembra che tu stia bene. –Pai le si avvicinò a sua volta, esaminandola con occhio critico –Anche il tuo colorito è sano.
-Quindi posso tornare a casa? –Si azzardò a domandare, sbattendo le ciglia innocentemente.
L’atmosfera nella stanza si raggelò al suono di quelle parole e tre paia di occhi si appuntarono su di lei, fissandola come se avesse appena detto una bestemmia.
Vide Pai e Kisshu scambiarsi uno sguardo di furtiva preoccupazione.
-Non credo che sia il caso… -Iniziò cautamente il primo. -Perché no? Se non ritorno entro breve i miei genitori si preoccuperanno!
Taruto, avvertendo una certa tensione nell’aria, si affrettò a scendere dalle ginocchia della giovane, affiancandosi a Pai senza dire una parola.
-Il fatto è che… -Continuò lui, palesemente a disagio. –Potresti trovarti in una situazione di pericolo se torni a casa.
Luana sbuffò, tamburellando impazientemente con le dita sul materasso. –Per via di Kevin? Se è solo per quello posso benissimo…
S’interruppe non appena notò il volto di Kisshu deformarsi in un lampo repentino di rabbia: evidentemente il pensiero di Kevin doveva ancora irritarlo parecchio, nonostante tutti suoi i tentativi di chiarire la situazione.
Non riuscì a trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo, sempre più innervosita “D’accordo, ho promesso di stare lontana dai guai, ma qui si esagera!!”
-Sentite. –Incominciò, alzandosi in piedi di scatto. –So che questa è una situazione pericolosa, ma non posso fuggire e nascondermi perfino dalla mia famiglia. Quindi…
-Luana. –Kisshu la interruppe bruscamente prima che potesse concludere il discorso, posandole le mani sulle spalle e costringendola a guardarlo dritto negli occhi. –Non puoi andartene in giro per la città come se niente fosse. Non ti rendi conto fino in fondo della gravità della situazione!
Lei lo ignorò, liberandosi dalla sua stretta con decisione e voltandosi invece a guardare Pai. –Perché non mi spiegate che cosa sta succedendo, allora?! Quanto è grave la situazione? Penso di avere il diritto di saperlo, no?! –Lo interpellò, stringendo i pugni con tanta forza da farsi male.
L’alieno dagli occhi viola tacque, limitandosi a lanciare una lunga occhiata al fratello che ricambiò senza commentare.
Dopo parecchi istanti di silenzio, quello sospirò sonoramente e annuì. –Devi dirglielo, Pai. –Affermò, allontanandosi di qualche passo dalla mew alien e lasciandole la libertà di muoversi. –Di qualunque cosa si tratti.
Quest’ultima aggrottò le sopracciglia, indispettita: perché diavolo Pai doveva chiedere a Kisshu il permesso di parlarle?! Non aveva bisogno di una balia ed era lei ad essere la protettrice di un alieno, non viceversa. Fino a prova contraria questo dimostrava che era una persona più responsabile e degna di fiducia del suo protetto! –Dirmi cosa? –Ringhiò, incrociando le braccia con espressione offesa.
L’alieno dai capelli viola evitò prudentemente di guardarla negli occhi, limitandosi a fissare un punto indefinito appena sopra la sua spalla. –Mentre eri svenuta, ho continuato le mie ricerche, tentando di trovare delle prove a sostegno della mia ipotesi… -Le rivelò infine, senza troppo entusiasmo.
-L’ipotesi riguardo il fatto che mio padre sia un alieno fuggito sulla terra? –Vedendolo esitare nuovamente, lei gli si parò davanti, impedendogli di evitare il discorso.
Messo alle strette, lui annuì rigido, le labbra talmente contratte in una linea di disappunto da risultare quasi invisibili. –Esatto.
-Quindi, che cosa hai scoperto? –Stavolta fu Kisshu ad interpellarlo, le sopracciglia aggrottate e il tono decisamente spazientito.
La mew alien si voltò a guardarlo sorpresa, prima che la parte razionale del suo cervello potesse permetterle di capire che l’alieno, essendo rimasto costantemente al suo fianco mentre era in stato di incoscienza, non doveva essere molto più informato di lei riguardo ai macchinamenti del fratello. Ancora una volta, venne travolta da un immenso moto di gratitudine verso quest’ultimo e dovette sbattere rapidamente le palpebre per impedire ai propri occhi di inumidirsi di lacrime.
L’emozione non fu tuttavia in grado di distrarla dalla secca risposta di Pai. –Ho scoperto che la situazione è ancora più pericolosa ed intricata di quanto temessimo.
Il suo cuore perse un battito e le sue gambe ripresero a tremare convulsamente facendole avvertire nuovamente il bisogno di raggiungere un sostegno contro cui appoggiarsi: avrebbe dovuto immaginarlo che i guai non sarebbero stati risolti con tanta facilità.
Indietreggiò, sedendosi sul materasso con aria mesta. Quando fu certa di essere psicologicamente preparata ad una nuova batosta, prese un gran respiro ed esalò: –Continua. -I sospetti riguardo a tuo padre, Alain Bellamy sono stati confermati. Infiltrandomi nella rete dati del nostro pianeta ho scoperto delle tracce della sua fuga, avvenuta circa una ventina di anni fa.
Ovviamente, la mew alien aveva già accarezzato l’ipotesi di ricevere una risposta del genere, ma non appena quella possibilità le fu confermata, non riuscì comunque ad impedire che un devastante senso di tradimento e solitudine la soverchiasse: un lieve gemito le fuoriuscì dalle labbra e lei si affrettò a soffocarlo premendosi una mano sulla bocca.
Kisshu, osservando quel poco di colore che era riuscita a riacquistare defluirle dal viso, fu colto da un inaspettato moto di affetto e comprensione verso quella creaturina tremante, raggomitolata sul letto. Stentava quasi a riconoscerla così spaventata e vulnerabile.
Prima che potesse rendersi pienamente conto di ciò che stava facendo, si ritrovò seduto accanto a lei a cingerle dolcemente le spalle con un braccio. –Stai bene?
Luana si irrigidì, sorpresa da quella stretta così intima e improvvisa, tuttavia non si ritrasse: aveva bisogno della sua presenza e del suo calore, ora più che mai. –Si. –Rispose, rivolgendogli uno sguardo di triste gratitudine e appoggiando la testa contro la sua spalla con lo stesso atteggiamento di un gattino bisognoso d’affetto.
L’alieno fu costretto a resistere all’improvviso desiderio di accarezzarle la testa, passandole le dita tra i capelli riccioluti, acutamente consapevole della presenza di Taruto nella stanza e soprattutto di Pai che nel frattempo stava continuando a fornire dettagli alla giovane.
-Il fatto che tuo padre sia fuggito, significa che verrà considerato come fuorilegge dai suoi concittadini. Generalmente quando un abitante del nostro pianeta tenta di fuggire, viene scoperto oppure riacciuffato prima che possa percorrere mezzo anno luce. Invece, per qualche motivo, lui è riuscito nell’impresa celando perfino la sua presenza per tutti questi anni.
-Hai delle ipotesi riguardo come possa esserci riuscito? –Lo interruppe, improvvisamente interessato.
A Luana non sfuggì il suo sguardo, scintillante di pericolosa ammirazione: era evidente che, se avesse potuto, Kisshu avrebbe tentato di seguire l’esempio del fuorilegge, replicandone la grandiosa fuga.
-No, purtroppo. –Ammise Pai, del tutto ignaro dei pensieri rivoluzionari del fratello minore. –Posso solo ipotizzare che fosse un individuo alquanto potente e collocato in un posto piuttosto prestigioso della scala sociale. I generali e tutte le persone più influenti dovevano fidarsi di lui abbastanza da abbassare la guardia.
Lo scintillio nello sguardo dell’alieno parve addirittura aumentare. –Deve essere un tipo veramente tosto, oltre che intelligente.
-Oppure talmente furbo e bravo a mentire da essere riuscito ad ingannare i suoi superiori e perfino la sua stessa famiglia. –La mew alien interruppe le sue considerazioni con voce gelida, rivolgendogli un’occhiata di severo avvertimento. –Vuoi davvero diventare come lui? Una persona così diffidente e piena di segreti da essere costretto a mentire alla tua stessa famiglia?! Complimenti, non ti facevo un uomo di così elevati valori!
-Non ho affatto detto che vorrei essere come lui!!! –Si affrettò a precisare l’amico, evidentemente ferito dalla stoccata di quest’ultima. –Però devi ammettere che il modo in cui è riuscito a fuggire è davvero…
La giovane alzò gli occhi al cielo: era incredibile quanta superficialità potesse dimostrare il suo protetto quando ci si metteva. –Bene, allora gli chiederò un autografo la prossima volta. Contento?? –Ribatté, piccata, incrociando rigidamente le braccia al petto. Non intendeva assecondare nemmeno per un istante i suoi insani vaneggiamenti. –Ora gradirei smettere di parlare della grandiosa fuga di mio padre per sapere, piuttosto, che cosa diavolo centra l’aggressione di stamattina con tutto questo.
-Credo che il tuo aggressore faccia parte di una squadra di alieni giunti sulla terra appositamente per raccogliere informazioni su Alain e scovarlo. –La informò Pai, senza risparmiare un occhiata torva al compagno di squadra. –Devono essere giunti fino a te seguendo le sue tracce.
-Ma come avrebbe fatto Kevin ad accorgersi che ero collegata a lui tramite un legame di sangue? Kisshu trattenne un ringhio, tollerando a stento il fatto che lei si riferisse ancora a quell’abominevole rifiuto vivente chiamandolo per nome. –Quel bastardo legge nel pensiero. –Sputò tra i denti, aumentando istintivamente la presa sulle sue spalle, quasi a volerla proteggere. –Forse è così che l’ha scoperto.
-Penso piuttosto che sia stato il comportamento stesso di Luana a tradirla.
La giovane sobbalzò, provando un’ondata di acuto disagio di fronte a quella insinuazione. –Io non ho fatto niente di male! –Protestò, indecisa se sentirsi offesa oppure tremendamente imbarazzata. –Ho cercato di ridurre al minimo i contatti…non mi sono mai scoperta troppo. Tutte le mie compagne di classe erano ammaliate da lui, anzi letteralmente stordite dalla sua presenza. Ma io ho fatto del mio meglio per non cedere…
-Forse è stato proprio quello il problema. –La interruppe l’alieno dai capelli viola, imperterrito. –Il fatto che tu non abbia reagito come tutte le altre ragazze e ti sia mostrata diffidente nei suoi confronti deve avere destato il suo interesse. Probabilmente l’attrazione fatale era una specie di prova per testare i soggetti fuori dal comune.
-Mi stai dicendo che avrei dovuto saltargli addosso?? –Esalò la giovane, tanto incredula che la sua voce salì di due ottave.
A quelle parole, Pai interruppe il suo ragionamento di colpo, rimanendo impalato ad osservarla e probabilmente soppesando l’ipotesi di spedirla in manicomio. –Assolutamente NO! –Farfugliò, dopo parecchi secondi di silenzio attonito, abbandonando per un attimo la sua maschera di gelida freddezza. –Non potevi sapere in anticipo quali sarebbero stati i suoi macchinamenti…se l’hai trattato in modo troppo diverso… -S’interruppe bruscamente, schiarendosi la gola.
Taruto, notando l’evidente imbarazzo presente sul volto del proprio fratello maggiore, parve sul punto di scoppiare a ridere e fu costretto a ficcarsi un pugno in bocca per soffocare i suoni.
-Non è che gli fossi proprio del tutto indifferente… -Pigolò la mew alien a quel punto, nascondendo il rossore del volto dietro al proprio ciuffo di capelli. –La sua presenza esercitava un certo effetto anche su di me…ma mi sono imposta di resistere.
Al suo fianco avvertì l’alieno irrigidirsi di colpo, quasi gli avessero appena conficcato un pugnale nel costato. Si sforzò di continuare il racconto, ignorando ancora una volta la persistente sensazione di senso di colpa che le aveva attanagliato lo stomaco di fronte alla sua reazione. –Era come se avessi avvertito che in lui c’era qualcosa di strano…qualcosa di oscuro celato dietro la sua gentilezza. E’ vero, lo trovavo attraente ma mi faceva anche molta paura…abbastanza da indurmi ad allontanarmi da lui.
Pai annuì lentamente, ritrovando in un attimo il contegno perduto. –Probabilmente perché sei per metà aliena e hai percepito che il suo potere attrattivo era pericoloso. Purtroppo questo ti ha anche esposta, perché lui ha capito subito che in te c’era qualcosa di strano.
-E ha iniziato ad indagare. –Completò Taruto, con l’aria soddisfatta di un individuo a cui i fatti paiono improvvisamente molto chiari.
Un’improvvisa scintilla di decisione brillò negli occhi grigio chiaro della mew alien. –Se le cose stanno così, a maggior ragione devo tornare immediatamente a casa! –Proruppe, dopo aver brevemente calcolato tutte le possibili implicazioni che le straordinarie capacità di Kevin comportavano.
Se davvero quell’individuo possedeva il potere di irretire con un solo sguardo la mente degli avversari, i suoi genitori si trovavano in una situazione di grave pericolo: doveva assolutamente intervenire.
Pai si lasciò sfuggire un ringhio di profonda esasperazione, aprendo e stringendo i pugni quasi si stesse trattenendo dal prendere la sua sottoposta a schiaffi.
-Luana non puoi!! –Esclamò invece Kisshu, stringendo ancora di più la presa sulla spalla di lei. –Potresti essere ancora troppo debole per combattere! E se ti trovassi invischiata in uno scontro con un’alieno…
-Odio ammetterlo, ma per una volta Kisshu ha ragione. Quell’individuo potrebbe non essere solo e le tue condizioni…
-Non me ne importa un’accidenti delle mie condizioni!! –Si rese conto di avere urlato con quanto fiato aveva in gola solamente quando vide i tre alieni immobilizzarsi e rimanere a fissarla, ammutoliti.
Sapeva che non avrebbe dovuto farsi prendere dal panico, ma che cosa poteva fare? A nessuno sembrava importare granché del fatto che suo padre fosse in pericolo di vita: pensavano solo alla sua salvaguardia e a nient’altro…il loro interessamento esclusivo nei suoi confronti avrebbe dovuto renderla felice invece, per qualche motivo, non riusciva a sopportarlo. –Non posso permettere che accada!!Non posso lasciare che a mio padre e a mia madre venga fatto del male!! Devo andare da loro!! –Senza ulteriori indugi, balzò in piedi e, con uno scatto repentino, afferrò la spilla.
Prima che potesse premere il pulsante per il teletrasporto, tuttavia, il suo protetto le aveva già agguantato prontamente il polso, costringendola a mollare la presa sull’oggetto, che scivolò sul pavimento con un tintinnio sinistro.
-Luana calmati!! –Lo sentì esclamare, in tono concitato, fattore che contribuì ad incrementare ulteriormente la sua frustrazione.
Avvertendo la disperazione farsi lentamente strada nel suo animo, si voltò verso di lui, lanciandogli uno sguardo a metà tra il furibondo e l’implorante. –Come puoi pretendere che mi calmi?!? –Lo accusò, continuando strenuamente a lottare per liberarsi. –Kevin ha letto i miei pensieri! Potrebbe già sapere dove abitiamo!!
Per tutta risposta, la presa di lui sul suo polso si intensificò.
-Vi prego, si tratta della mia famiglia!! –Gemette, senza riuscire a trattenere un singulto strozzato. Perché si rifiutavano di ascoltarla?! –Non posso permettere che venga fatto loro del male!! Che cosa volete, che li lasci soli in balia di quel pazzo?!Se il prezzo da pagare per la mia salvezza è il sacrificio dei miei genitori, allora preferisco morire piuttosto che…
Senza preavviso la resistenza delle dita di Kisshu sul suo polso svanì ed ella, ritrovandosi sbilanciata, rischiò di capitombolare a terra. Confusa da quella repentina resa, sollevò lo sguardo su di lui, sorprendendolo a fissarla come in trance, negli occhi uno strano miscuglio di rimorso, tristezza e terrore. –Kisshu…? –Mormorò a mezza voce, inquietata dalla sua espressione trasecolata.
Anche gli altri due fratelli, notò, lo stavano fissando con espressione tesa, come se si aspettassero una reazione tutt’altro che positiva alle sue parole.
“Santo cielo…che cosa ho detto?” Si ritrovò a domandarsi, mentre i secondi di assoluto silenzio passavano inesorabili, senza che nessuno osasse respirare. Lanciò un’occhiata furtiva a Pai, sperando che le spiegasse che cosa doveva fare per interrompere l’apparente stato di shock dell’alieno, tuttavia quest’ultimo pareva troppo concentrato sul fratello per notarla.
Sempre più preoccupata, appuntò nuovamente la propria attenzione su quest’ultimo, notando con costernazione che le sue mani avevano perfino preso a tremare leggermente. –Kisshu, ti senti bene? –Lo chiamò esitante, sfiorandogli dolcemente una spalla.
Avvertendo il suo tocco gentile sulla pelle, quello parve riprendere leggermente il contatto con la realtà e serrò le palpebre come sforzandosi di cancellare un ricordo spiacevole. –Sto bene. –Si limitò a rispondere, atono, per poi rivolgere uno sguardo indecifrabile al fratello maggiore, il quale ricambiò con un occhiata altrettanto inintelligibile.
La giovane rimase a fissarli a sua volta senza capire, spostando lo sguardo da l’uno all’altro nel disperato tentativo di comprendere quali intricati pensieri attraversassero le loro menti.
-Luana ha ragione. –Proruppe Kisshu, al termine di quello scambio silenzioso. –Non possiamo permettere che due persone muoiano…
-Non possiamo permettere che LEI muoia! –Lo interruppe Pai, irremovibile. –Lo sai benissimo che sarebbe una missione suicida! Vuoi mandarla al macello?!
-Ovviamente no!! Uno di noi potrebbe accompagnarla!
-Ma certo!! –Esclamò sarcasticamente, alzando le braccia al cielo con un gesto di stizza. –Andiamo a fare tutti una gita a casa del traditore! Dopotutto chi se ne importa se ci ammazzano?!
-Se restiamo fermi senza fare nulla, due persone dovranno morire in ogni caso!!!
-Ragazzi… -La giovane tentò timidamente di intromettersi nella discussione, con l’intento di calmare gli animi: non riusciva assolutamente a spiegarsi il motivo di quella violenta discussione nè tantomeno le ragioni che avevano portato il suo protetto a cambiare idea e ad allearsi improvvisamente con lei, pertanto riteneva del tutto inutile che si azzuffassero in quel modo.
Tuttavia i suoi maldestri tentativi vennero bellamente ignorati dai due compagni di squadra, che continuarono ad inveire l’uno contro l’altro a voce sempre più alta.
-Non riesci mai a ragionare lucidamente quando si tratta di queste questioni!! Ti è mai passato per l’anticamera del cervello che se piombassimo nella sua abitazione e venissimo scoperti ad aiutare un traditore, anche le nostre vite sarebbero in pericolo? Potremmo essere arrestati e condannati a…
Udendo quelle parole, la già precaria pazienza di Kisshu parve esaurirsi del tutto e, prima che Pai potesse aggiungere altro, quest’ultimo lo aveva già afferrato prepotentemente per il colletto della veste e spinto contro il muro. –Si tratta dei SUOI genitori, non di due individui qualunque!! –Ruggì, sollevandolo da terra come se fosse un peso piuma. –Ma tu ovviamente preferisci salvaguardare la tua incolumità, piuttosto che comportarti da uomo, una volta tanto!!
-Kisshu, smettila!! –Rendendosi conto che la situazione stava decisamente sfuggendo al controllo dei due giovani, la mew alien si affrettò ad intervenire, posando con decisione una mano sul braccio del proprio protetto e costringendolo, suo malgrado, ad allentare la presa. –Non sarà strangolandolo che lo convincerai a lasciarmi andare!!
Riusciva ad avvertire perfettamente la rabbia e il dolore di quest’ultimo attraversarlo, inarrestabile come le ondate di un mare in tempesta, tuttavia era consapevole di non potere assolutamente assecondare il suo animo frustrato, almeno per il momento. –Siamo tutti nervosi a causa della situazione di pericolo in cui siamo piombati all’improvviso! Ma litigare tra noi non risolverà nulla!
-Luana ha ragione! –Le fece eco Taruto, alle sue spalle. –Dobbiamo calmarci e discuterne civilmente!
Kisshu strinse gli occhi ed emise uno strano sospiro, a metà tra uno sbuffo e un singhiozzo, poi, lentamente, le sue dita si rilassarono ed egli fece un passo indietro, senza tuttavia smettere di fissare il fratello maggiore con malcelato disgusto. –La verità è che pensi sempre e solo a te stesso. –Ribadì, la voce ancora tremante di rabbia. –Sai benissimo che preferirei morire qui e adesso, piuttosto che sopportare la presenza di un altro orfano nella squadra.
“Un altro?!” Luana trattenne il fiato, spiazzata da quella rivelazione improvvisa e apparentemente casuale.
Che cosa aveva voluto dire il suo protetto con quella frase? Se erano tutti fratelli…come poteva esserci un solo orfano tra loro? “Qualcosa non torna.”
Ripensò alla reazione di quest’ultimo poco prima, quando gli aveva gridato che avrebbe preferito morire piuttosto che lasciare che i suoi genitori si sacrificassero per lei, a come il suo viso era impallidito di colpo di fronte a quell’affermazione e di come il suo sguardo si era fatto vuoto, perso nei ricordi del passato…
Che fosse successo qualcosa ai suoi genitori?
Ancora una volta, le parve di avvertire l’immenso vuoto interiore celato nell’animo di quest’ultimo come se la stessa voragine si fosse aperta anche nel suo cuore e le emozioni stessero fluendo senza controllo tra le loro menti.
Istintivamente, gli si fece più vicina e, con un movimento quasi impercettibile, intrecciò le proprie dita alle sue, tentando di trasmettergli conforto: voleva che capisse che, qualunque cosa fosse successa alla sua famiglia, non era solo e non lo sarebbe mai stato.
Lo avvertì sobbalzare leggermente a quel contatto e si rese conto, con un certo imbarazzo, che era già la seconda volta che si permetteva di prenderlo per mano, quel giorno. “Forse, non dovrei incoraggiarlo in questo modo” Rifletté, mordicchiandosi nervosamente il labbro inferiore.
Prima che potesse pentirsi del suo gesto, tuttavia, quest’ultimo aveva già ricambiato la sua stretta, accarezzandole il dorso della mano con il pollice.
Non si voltò a guardarla, forse per paura di rivelare troppi dettagli riguardo al suo stato d’animo, ma la giovane poté chiaramente avvertire i muscoli della sua schiena rilassarsi segno che, almeno per il momento, la tempesta era passata.
Il conflitto riguardo al salvataggio o meno dei suoi genitori, venne infine risolto grazie a Taruto, il quale inaspettatamente si schierò dalla loro parte, dichiarandosi in linea di massima d’accordo con Kisshu.
Di fronte ad una tale affermazione Pai si ritrovò costretto a cedere, messo alle strette dalla maggioranza numerica. –E va bene… -Sospirò, incrociando le braccia con aria rassegnata. –Salveremo i suoi genitori. Ma alle mie condizioni.
L’alieno dagli occhi dorati aumentò istintivamente la presa sulla mano della propria protettrice e strinse gli occhi, aspettandosi, come minimo, una condanna mensile ai lavori forzati.
-Andrò solo io a casa di suo padre e mi occuperò personalmente della sua salvaguardia. -Rivelò invece l'alieno dai capelli viola, dopo qualche istante di meditato silenzio.
-Cosa?! –Luana spalancò la bocca, completamente spiazzata dalle parole del proprio leader. Aveva capito male oppure Pai si stava offrendo come vero e proprio martire per il salvataggio dei suoi genitori!? Se si trattava di uno scherzo non era affatto divertente!
-Voi due dovrete restare qui a tenere d’occhio la base per conto mio e non dovrete muovervi per nessuna ragione. –Continuò quello, come se niente fosse, rivolgendosi alla ragazza e al fratello minore. –Mentre tu Kisshu dovrai andare a parlare con la leader delle Mew mew il più presto possibile.
-Eh? –L’alieno dagli occhi dorati scosse la testa, incredulo quasi quanto la sua protettrice. –Perché mai dovrei parlare con Berii?!?
-Non mi riferivo a Berii, ma ad Ichigo.
A seguito di quella frase, calò un silenzio ancora più attonito, durante il quale i tre compagni rimasero a guardarsi l’un l’altro, tentando di dare un senso logico a quanto udito, senza peraltro riuscirci.
-Starai scherzando spero!! –Fu la voce incredula della mew alien a rompere gli indugi, risuonando come uno sparo attraverso la stanza. –Perché mai vorresti andare da solo a casa dei miei genitori?! Quando dicevo di volerli salvare anche a costo della vita non intendevo dire che uno di noi avrebbe dovuto aspirare al suicidio!! –Ruggì, parandosi davanti a lui con cipiglio a dir poco indignato. –Inoltre, mi spieghi perché vuoi che Kisshu vada a parlare con Ichigo?! Che cos’è un incoraggiamento all’amore interplanetario!?
La minaccia di morte celata nel suo sguardo era inequivocabile e Kisshu si affrettò a lasciarle andare la mano, prima che ella potesse rivolgere la sua furia anche contro di lui: una furia che sarebbe stata ben giustificata tra l’altro, dato che, in tutta sincerità, non gli faceva per nulla schifo l’idea di una chiacchieratina autorizzata con Ichigo.
Non potè fare a meno di provare ammirazione per il proprio fratello maggiore che riusciva a sostenere lo sguardo di Luana anche quando decideva di assumere le sembianze di una pazzoide isterica;
-Non c’è bisogno di urlare. –La stava infatti redarguendo quest’ultimo, per nulla turbato alla vista del suo sguardo minaccioso. –Ho deciso di andare da solo a casa tua perché sono il più esperto tra tutti voi, colui che conosce meglio la mentalità dei nostri nemici e soprattutto il più lucido e preparato in caso di attacco mentale. –Le spiegò pacatamente, senza avere nemmeno bisogno di alzare la voce. –Inoltre, passerò molto più inosservato agendo da solo che portandomi dietro uno di voi. Taruto è troppo giovane per partecipare ad una missione così pericolosa e voi due siete troppo coinvolti emotivamente, per varie ragioni. Per quanto riguarda Ichigo…voglio che Kisshu la contatti semplicemente perché nel caso le cose si mettessero male vorrei avere la possibilità di allearmi con i creatori del progetto mew.
-Non sarebbe meglio parlare con Ryou Shirogane a questo proposito? –Lo interpellò lei, del tutto restia a dargliela vinta così facilmente.
-Se parlassi direttamente con lui, sono sicuro che non accetterebbe. Se invece sfruttassi il particolare rapporto che si è venuto a creare tra la leader di Tokyo mew mew e Kisshu, potremmo avere buone probabilità di indurla ad allearsi con noi e, così facendo, convincere tutte le altre e Shirogane stesso a votarsi alla nostra causa. Sempre se l’idea di allearti con Ichigo non ti crea troppi problemi.
Luana arrossì di botto a quelle parole, ingoiando suo malgrado le ingiurie che era stata ad un passo dal vomitargli addosso e raggiungendo l’improvvisa consapevolezza di essersi comportata da sciocca immatura permettendo alla rabbia di avere la meglio sulla propria ragione;
Distolse lo sguardo, costretta ad ammettere ancora una volta che il ragionamento di Pai non faceva una piega, per quanto fosse doloroso per la propria autostima ammetterlo.
Si morse le labbra e fece un passo indietro, stringendo i pugni. –D’accordo, farò come vuoi tu. –Acconsentì dopo qualche istante in tono cupo, avvertendo un groppo incandescente ostruirle la gola. –Però promettimi che farai attenzione…e che tornerai sano e salvo.
L’alieno dai capelli viola rimase a fissarla, sorpreso nel vedere gli occhi di lei inumidirsi di sincera preoccupazione. Istintivamente allungò una mano e le scompigliò affettuosamente i capelli riccioluti.–Non sottovalutarmi. So essere estremamente dannoso e letale quando voglio. –La rassicurò, rivolgendole un mezzo sorriso. –Ora contatta i tuoi genitori e inventa una scusa per coprire la tua assenza da casa, al resto penserò io.
-D’accordo. –La mew alien tirò su col naso, afferrando il cellulare ed iniziando rapidamente a comporre un messaggio di scuse da inviare a sua madre. Una volta concluso il suo patetico poema di bugie, rimase ad osservare, con aria mesta, i tre alieni uscire dalla stanza, parlottando fittamente tra loro.
Prima di richiudersi la porta alle spalle, Kisshu le lanciò uno sguardo esitante, alquanto restio a lasciarla sola in quella camera così asettica ma allo stesso tempo intimorito dal suo silenzio ostile. –Tu non vieni…?
Per tutta risposta lei si sdraiò nuovamente sul materasso, tirandosi le coperte fin sopra la faccia. –No, non vengo. –Rispose, in tono forse un po’ troppo duro. –Ne ho piene le scatole di discutere di piani d’alleanza e d’attacco e, inoltre, non vi sarei di nessun aiuto, dato che avete tutti deciso che sono troppo dannosa per prendere parte alla missione.
Lo udì sospirare sonoramente e poi muovere qualche passo incerto verso il suo letto. –Non dire idiozie, nessuno pensa che tu sia dannosa!
Strinse più forte la coperta tra le dita, troppo triste e frustrata perfino per rispondergli: sentiva che se avesse aperto bocca avrebbe perso il controllo ancora una volta, perciò si limitò a chiudersi in un ostinato silenzio finché non lo sentì sospirare nuovamente e allontanarsi senza aggiungere altro.
Solamente quando il rumore dei suoi passi si fu spento in lontananza, la giovane abbassò tutte le sue difese, nascondendo il volto nel cuscino e abbandonandosi al pianto.
Era da tantissimo tempo che non permetteva a se stessa di esplodere in quel modo…sentiva di avere un disperato bisogno di riversare all’esterno tutto l’immenso carico emotivo che provava.
Piangeva perché era preoccupata per la sua famiglia, ancora scossa a causa dell'attacco mentale di quella mattina e perché terribilmente frustrata all’idea di dover restare chiusa tra quelle quattro mura mentre uno dei propri compagni era costretto a rischiare la vita per lei e il suo protetto se ne andava a chiacchierare allegramente a quattrocchi con il proprio amore perduto.
Dopo qualche istante si accorse, con sommo disgusto verso sé stessa, che era proprio quello il motivo principale per cui stava piangendo disperatamente: era l’immagine di Kisshu che stringeva teneramente Ichigo tra le braccia ad esserle intimamente insopportabile e, ancor più di questo, l’idea di non poter far nulla per impedire che si incontrassero.
Mentre lacrime copiose rigavano le sue guance, prontamente bloccate dalla stoffa ruvida del cuscino, un’altra consapevolezza improvvisa la raggiunse, minacciando di ridurla in pezzi come un vaso di cristallo lanciato dal terzo piano.
Aveva ceduto…
Per quanto avesse tentato strenuamente di allontanare l’alieno da sé e di scongiurare qualunque tipo di coinvolgimento da parte sua, il sentimento latente che aveva continuato a provare nei suoi confronti per tutti quei mesi, era cresciuto ugualmente, superando tutte le sue resistenze e insinuandosi come un veleno pericolosamente letale dentro il proprio cuore.
Ormai tentare di negarlo sarebbe stato inutile oltre che controproducente: voleva bene a Kisshu, lo voleva al suo fianco e il solo pensiero di vederlo tra le braccia di un'altra donna le era insopportabile.
Soverchiata da quella nuova consapevolezza, si coprì il volto con le mani e, a bassa voce, pronunciò le parole che aveva sempre negato a se stessa, le parole che mai nessuno avrebbe dovuto sentire:
-Sono innamorata di lui…



Un altro capitolo concluso con sudore e sangue!! Applausi prego!!!XD
Ho avuto delle serie difficoltà a scriverlo perchè continuavano a venirmi in mente dei finali alternativi e non sapevo tra quali scegliere. Spero che il risultato finale sia stato soddisfacente!!!
Finalmente Luana ha ammesso, mooolto faticosamente, di essere innamorata di Kisshu...ma voi ve ne eravate già accorti vero??
Per quanto riguarda i sentimenti di quest'ultimo...sarà un po' più difficile...non ho ancora deciso del tutto come fare evolvere la questione...e soprattutto se riservare un happy ending a questa storia oppure no.
Voi che cosa preferireste? Happy ending o finale tragico?
Fatemi sapere le vostre opinioni...anche se, molto probabilmente, alla fine farò di testa mia!! MUAHAHAH!!

Ok, alla prossima!!! Attendo commenti!!

MoonBlack
  
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