Fanfic su attori > Tom Hiddleston
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Autore: Charlie Cleaver    04/06/2013    2 recensioni
"Solitamente sono le persone più sarcastiche ed acide ad innamorarsi."
Alexandra Gascoyne, attrice australiana di film indipendenti, non può certamente concordare con una frase così stupida.
Nemmeno dopo essersi trovata davanti all'amico di suo fratello James.
La sua scelta è chiara e palese: non ha intenzione di innamorarsi, men che meno di qualche attore ricoperto di splendente celebrità. Nemmeno se l'attore in questione è Tom Hiddleston.
***
« Sei solito mettere le mani dove ti pare? »
Chiese Alexandra con insolenza, mentre portò gli arti ad incrociarsi sul petto.
Tom venne preso di sprovvista, non sapendo cosa rispondere.
« Mi verrà tagliata la mano, per caso? »
Domandò a quel punto, incuriosito da quella reazione.
«Può anche darsi, Mr Hiddleston, può anche darsi. »
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black Heart'
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Capitolo XVIII

- Je t'aime -

 

 

 

 

 

 

A Londra faceva incredibilmente freddo e pioveva. Pioveva tantissimo e continuamente.
Non c'era un momento in cui qualcuno non avesse un ombrello chiuso.
Alexandra osservava quelle poche persone che passavano nel vialetto di casa sua, tutte intente a camminare velocemente.

Spesso si chiedeva cosa facessero nella vita. Si domandava se anche loro avessero i problemi che aveva lei.

Ma poi realizzava come, tutto sommato, la sua era una bella vita e non aveva gravi grattacapi.

E l'unico vero intoppo che l'assillava l'aveva creato lei stessa.

Triste come cosa.

Doveva darsi una mossa, poiché non poteva lasciare Tom.

Quando quel pomeriggio era andata a letto, aveva ripensato a quanto le stesse mancando.

E lì, distesa sul materasso, avvolta da una coperta pesante, ebbe modo di ricordare un piccolo gesto della loro quotidianità passata.

Tom era solito, quando si sdraiavano insieme, toccarle i capelli corvini. Glieli lisciava, lasciando poi passare le dita affusolate tra diverse ciocche e ripeteva l'atto diverse volte.
Era rilassante e Alexandra socchiudeva spesso gli occhi ma senza addormentarsi davvero, poiché voleva avere la certezza di sentire il respiro tranquillo del suo ragazzo alle proprie spalle.

Quelle piccole cose le mancavano e non poteva rimanersene con le mani in mano, senza far nulla.
Di certo era palese come l'attore inglese non stesse muovendo un solo muscolo, tuttavia il passo più grande avrebbe dovuto compierlo lei.

Per un attimo Alexandra pensò a cosa sarebbe successo se non avesse mai tentato di alzare la cornetta del telefono e chiamarlo o, semplicemente, andare da lui. Si domandava se si sarebbero più sentiti oppure semplicemente tutto sarebbe finito.

Storse la bocca a quel pensiero così triste.

Aveva capito solo dopo tre giorni, grazie all'ennesimo aiuto di suo fratello, quale fosse il punto di vista di Tom. Non era il ti amo in sé ma il significato che quelle parole portavano.
Era facile dirlo e per molto tempo, con Peter, non aveva fatto altro che ripeterlo in continuazione, dimenticandosi del senso stesso.
Ed era stata fregata senza troppi giri.
Per quanto comunque Tom non fosse come lo scrittore francese – e non si sarebbe mai stancata di ripeterlo – Alexandra non voleva sprecare nulla.

Evidentemente questo l'attore inglese non l'aveva compreso e solo perché non sapeva com'era fatta.

Quella sarebbe stata una piccola rottura che avrebbe aggiustato.

In un attimo si alzò dal letto, pensando sul da farsi. Non serviva a nulla rimanere lì a riflettere su quanto le mancasse stare con lui e tutto il resto. Se non agiva subito si sarebbe potuta scordare tutto quel che aveva passato.

Un biglietto, ecco cosa ci voleva. Un biglietto e una penna e poi il resto sarebbe venuto da sé.

Circa mezz'ora dopo era già in macchina diretta verso casa di Tom.
Non aveva saputo di alcun tipo di impegno da parte sua, o almeno James non l'aveva avvisata a riguardo di qualche imminente partenza, quindi non le venne in mente che forse, l'attore, a casa poteva non esserci.

Ormai, quando quei pensieri le affollavano la mente, Alexandra era già arrivata.
Aveva parcheggiato l'auto in fondo al vialetto e con un bigliettino in mano, scese dalla macchina e fece qualche passo di corsa.
Dannazione a quella pioggia, la odiava!

Ma non aveva il tempo per tornare indietro e mettersi a cercare un ombrello che, probabilmente, non c'era nemmeno.

Pazienza per i lunghi capelli bagnati e i vestiti altrettanto zuppi. A quello ci avrebbe pensato più tardi a casa sua. E avrebbe voluto farlo sapendo che prima ci sarebbe stato un buon lieto fine.

Bussò un paio di volte e per un attimo pensò che non avrebbe mai aperto. Era inutile crearsi stupide immagini mentali, finché la verità non sarebbe spuntata fuori.

Riprovò a bussare e suonò anche il campanello – cosa che non le piaceva più di tanto– attendendo solo una risposta, sotto quella pioggia fastidiosa.

Abbassò il capo per un attimo e il suo sguardo cadde sul biglietto che stringeva nella mano destra: stropicciato e bagnato.
Fantastico, Alexandra, fantastico!

« Ciao... »

Troppo concentrata su altre cose, non si accorse che, nel frattempo, la porta era stata aperta. E Tom era davanti a lei.

Non seppe cosa dire subito e infatti a parlare fu proprio l'attore, che non tarò ad invitarla in casa per via della pioggia.

« Non avevi un ombrello? »

Domandò alla donna, richiudendo la porta alle sue spalle.
Il suo sguardo era accigliato e aveva la fronte piuttosto corrugata. Comprensibile, ma non per la pioggia in sé, più per la sua presenza.
Era ancora visibilmente arrabbiato, lo si poteva vedere chiaramente dalla posa rigida che aveva assunto da quando l'aveva vista, tuttavia non aveva aspettato un solo minuto in più, quando l'aveva vista sotto la pioggia inglese, senza alcuna protezione.

« Lo trovo un oggetto inutile. »

Il sarcasmo non mancò di uscire dalle sue labbra e di certo quello non era di aiuto.
L'attore inglese trattenne un respiro piuttosto profondo e già si stava spostando per andare al piano superiore.

« Vado a prenderti un asciugamano. »

Non mancò la sua gentilezza, la sua premura nei confronti di Alexandra.
Perché nonostante tutto, Tom ci sarebbe stato. Sempre.

« No no, aspetta! »

Per quanto avesse tanto desiderato asciugarsi – e visto che non era abituata a quelle temperature avrebbe pure rischiato di prendersi qualcosa – doveva risolvere quel problema.

« Io sono stanca, Tom. Stanca di continuare a creare problemi tra di noi. »

Era necessaria una premessa, prima di tutto. Non aveva tuttavia il coraggio di sostenere continuamente lo sguardo con lui, come Tom in realtà stava facendo.
Sentiva di avere gli occhi azzurri puntati contro la propria figura. Era una peculiarità di quell'uomo e in sua presenza mostrava una notevole sicurezza.

« Però non voglio né posso cambiare ciò che sono. »

Questa era una verità che forse all'attore non sarebbe potuta piacere, ma d'altronde la loro relazione durava da diversi mesi e avrebbe dovuto capirlo. O così sperava.

A quel punto gli passò il biglietto stropicciato che teneva in mano. L'aveva scritto usando una penna biro e con l'acqua un po' si era sbiadito.

Tom lo afferrò, prima fissando Alexandra – che poco dopo cercò un modo per spiegargli cosa fosse – e poi ciò che teneva pochi attimi dopo tre le dita.

« Il francese è più raffinato, lo so e tu lo parli bene, a differenza mia. »

Su quel piccolo pezzettino di carta bagnato c'era uno sbiadito Je t'aime, ma ancora chiaramente visibile.

Tom alzò lo sguardo, ancora serio, non comprendendo cosa significasse tutto ciò.

« Credi che un bigliettino possa sostituirti? »

Per un attimo Alexandra fu lieta che non stesse urlando. Non c'era niente di peggio che vederlo furente e sperò proprio che questo non accadesse in un successivo futuro.

Ovvio che una scritta non poteva sostituirla, sarebbe stata una pretesa sciocca ed insensata e se ogni persona avesse ragionato secondo quella logica non ci sarebbero state più coppie.

« No. » alzò lo sguardo su di lui, alla fine, ma non si mosse di un solo passo. « Perché ti amo, Tom. »

Le parole di Alexandra furono dirette e scandite, ma non si ripeté una seconda volta.

« E non ho bisogno di dirlo infinite volte per dimostrare che si tratta della verità. »

Sperò solo che capisse, che comprendesse il suo punto di vista e quello che lei provava, per quanto difficile potesse sembrare.

Tom, per tutto il tempo in cui la donna parlò, non osò pronunciarsi in alcun modo. Rimase in ascolto, nella sua perfetta posa eretta e gli occhi incollati su di lei.

Ogni parola entrò perfettamente scandita nella sua mente e per nessuna ragione si sarebbe cancellata.

Per un attimo abbassò il capo, aggrottando maggiormente la fronte, ma quando lo rialzò Alexandra non vi trovò alcun segno risoluto, come se in lui fosse cambiato qualcosa.

« Vado a prenderti un asciugamano. »

In realtà si aspettava ben altro che quella frase, tuttavia non disse nulla, lasciandolo salire al piano superiore.

Quando scomparve dalla sua visuale, Alexandra sbuffò rumorosamente perché non voleva un benedetto asciugamano. O meglio, ne aveva bisogno, ma la priorità in quel momento era un'altra.

Perché non poteva darle una risposta e basta?
Si strofinò gli occhi, scoprendo poi di aver rovinato quel po' di trucco che si era messa. Pazienza, essendo tutta fradicia, il suo aspetto non era comunque dei migliori.

Ma diamine se le aveva dato fastidio non ricevere una dannata replica!

Improvvisamente qualcosa le coprì la testa: un asciugamano.

Si voltò – evidentemente era stata troppo presa dai suoi confusionari pensieri per accorgersi dell'arrivo dell'attore – e Tom le era dietro.
In un attimo le mani di lui andarono a frizionare i suoi capelli scuri con il pezzo di stoffa che la aveva appoggiato sul capo.

Nessuno dei due parlò, ma di certo la loro distanza cominciò a consumarsi, fino a quando non furono uno attaccato all'altro.
Alexandra ebbe la tentazione di dire qualcosa, di domandargli il motivo per cui non avesse detto nulla a proposito. Eppure tacque.

Lentamente lasciò che le sue mani andassero a stringere, all'altezza del petto, il maglione scuro che indossava. Aveva la certezza, dentro di sé, che non l'avrebbe respinta in nessun modo.
Teneva la testa bassa, mentre Tom cercava di asciugarle al meglio le ciocche bagnate, ma si sentì in dovere di alzare lo sguardo su di lui.

Non la stava guardando, anzi era totalmente concentrato su quello che faceva, come se non ci fosse altro attorno a lui.

E Alexandra aspettava impaziente, muovendo le dita attorno alla stoffa del vestiario che indossava l'attore.

Quella stava diventando un'attesa agonizzante.

Tom fermò poco dopo i suoi movimenti, racchiudendo in una mano l'asciugamano umido e lasciandole cadere i capelli quasi davanti al viso.

« Sembri la bambina di "The Ring". »

Disse in un sussurro. Dalle sue labbra nacque un sorriso. E Alexandra fu contenta di vederlo. Questo poteva significare solo una cosa.

Un bel lieto fine?

« Non è la cosa più carina da dire. »

E forse era anche così. Con quelle lunghe ciocche nere e umide e quel trucco pseudo colato.

« Nemmeno se è la verità? »

Chiese Tom, lasciando che la mano libera risalisse sul suo viso. Le stava accarezzando il collo e pochi attimi dopo passò alla guancia sinistra.
Era un gesto di perdono?
Di pace?

Alexandra scosse leggermente la testa e a quel punto non ci pensò un attimo.

Lo baciò.

Lo baciò come se non l'avesse visto per anni, come se non avesse mai assaporato le sue labbra.
Era un gesto disperato e contemporaneamente energico, con una carica passionale incredibile.
Tom lasciò cadere l'asciugamano a terra per poterla stringere a sé.
Non gli importava se il cappotto di Alexandra fosse bagnato o se il pavimento fosse diventato scivoloso a causa delle scarpe zuppe dell'attrice.
In quel momento Tom Hiddleston non voleva far altro che baciarla ed abbracciarla, come se un domani non ci sarebbe mai stato.
Fu in quel momento che comprese il significato di quel biglietto, che non avrebbe mai buttato.

Alexandra non era una donna come le altre, questo l'aveva compreso il primo giorno che l'aveva vista.

E a lui andava bene così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hiddle's corner:

Che rapidità.
No, davvero! Non ero mai stata così veloce a scrivere un capitolo, considerando che sono arrivata a metà del seguente.
Sarà che sto cercando di velocizzare con la chiusura di questa storia e, tra parantesi, mancano tre capitoli alla fine.

 

Mi volatilizzo, sperando che il capitolo vi sia piaciuto :)

Charlie

   
 
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