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Autore: Phoenixstein    04/06/2013    1 recensioni
«Blaine Anderson, signore, piacere. Caffè?»
Il capitano Sebastian Smythe scrutò per qualche istante il giovane uomo che gli porgeva una tazza fumante sotto il naso. Vestiva una giacca scura sopra una camicia rosa e un farfallino –un farfallino?- nero. Portava a tracolla un termos, e sorrideva dietro il mug scintillante con l’aria serena e divertita di un bambino.
Bassino, chioma nera ingellata, sbarbato e con due fari al posto degli occhi. Era decisamente bello, dovette ammettere Sebastian, ma chi diavolo era?
[Sebastian e Blaine come Jack e Ianto in TORCHWOOD]
///Seblaine Week '13 - Day Two - TV SHOWS///
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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SeblaineWeek ‘13

Day 2: Tv shows

[Sebastian e Blaine come Jack e Ianto in "Torchwood"]

 

 

 

Uomo Del Caffè

 

 

 

 

 

 

«Blaine Anderson, signore, piacere. Caffè?»

Il capitano Sebastian Smythe scrutò per qualche istante il giovane uomo che gli porgeva una tazza fumante sotto il naso. Vestiva una giacca scura sopra una camicia rosa e un farfallino –un farfallino?- nero. Portava a tracolla un termos, e sorrideva dietro il mug scintillante con l’aria serena e divertita di un bambino.

Bassino, chioma nera ingellata, sbarbato e con due fari al posto degli occhi. Era decisamente bello, dovette ammettere Sebastian, ma chi diavolo era?

«Mia madre mi diceva sempre di non accettare caffè dagli sconosciuti… » mentì il capitano, passando oltre pur non resistendo alla tentazione di sbirciare il fondoschiena dello sconosciuto «Anche se questi hanno un bel culetto…»

Blaine inclinò il capo, arricciando la faccia in un’espressione sorpresa e divertita. Non si sarebbe arreso facilmente. Seguì in tutta fretta il capitano Smythe che si allontanava dalla baia, dove si trovava l’hub della squadra Torchwood di Cardiff.

«Devo denunciarti per stalking, “occhidolci”?» domandò l’immortale, fingendosi seccato.

«Voglio lavorare per Torchwood, signore.» disse Blaine, convinto, dopo aver continuato ad arrancare per un po’ cercando di non versare a terra il caffè che ballonzolava nella tazza. Rimase del tutto immobile mentre il capitano si fermò ad esaminarlo di nuovo più accuratamente, e dovette ricordarsi di respirare mentre sentiva lo sguardo di quell’uomo affascinante vagare con insistenza su di lui.

«Spiacente, non cerchiamo personale, dolcezza…» replicò Sebastian «Magari ripassa se ti va un appuntamento, uh?»

Lo sconosciuto scosse la testa imbarazzato e continuò a inseguirlo tendendo verso di lui la tazza di caffè. «Ma posso aiutare, davvero! Lavoravo alla sede di Londra, prima che andasse distrutta.»

«Come hai detto che ti chiami?»

«Blaine Devon Anderson!»

«Nome carino. Ora, sai cos’è un Weevil?»

«Certo che lo so. Non le sto mentendo! Lavoravo davvero al Torchwood di Londra!» sbuffò Anderson, mentre il capitano sgusciava via da lui con quel suo fare misterioso e irriverente. E Blaine, fermo, pensoso, non poté fare altro che far ondeggiare il caffè contro le pareti in ceramica della tazza.

 

 

Sebastian non ci avrebbe messo la firma. Incredibile a dirsi ma, il giorno dopo, Blaine Anderson era di nuovo lì davanti ad aspettarlo. Sempre col caffè a portata di mano, sorridente e impeccabile nel suo completo elegante. «Oh, andiamo… Fai sul serio?» domandò l’immortale, alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia. Com’è che ora la gente si presentava alla porta dell’hub facendo richiesta d’assunzione? Non era mica un’agenzia di collocamento!

«Sì, signore. Sono un tipo alquanto tenace.» esclamò l’altro, tutto impettito.

«Vedo, vedo.» annuì il capitano. Sembrò valutare la situazione, poi decise che almeno il caffè non andava sprecato, considerata la fragranza corposa e invitante che effondeva. E poi, quel bocconcino continuava a chiamarlo “signore” e non aveva ancora stabilito con esattezza che effetto avesse la cosa su di lui. «Piuttosto…» si schiarì la voce sporgendosi verso Anderson che lo guardava già con una certa ammirazione. L’immortale era sicuro di poter avvertire il tremore che prese a brancolare fra le ginocchia del giovane uomo nel momento esatto in cui gli si era fatto più vicino. Gli regalò uno sguardo tenue e concessivo mentre si appropriava del mug con un gesto rapido e disorientante.

Blaine Anderson, in religioso silenzio, osservò le palpebre chiudersi sugli occhi verdi e la gola esposta del capitano muoversi in maniera sensuale mentre la bevanda calda scendeva giù con lentezza. «Ottimo, lo ammetto. Spero tu non abbia cercato di avvelenarmi.» disse Sebastian, restituendogli la tazza vuota. Si leccò le labbra per non perdersi nemmeno una goccia di quel sapore. «Ovviamente, lo spero per te. Perché, sai, non sarebbe affatto piacevole il modo in cui potrei fartela pagare…» chiarì, portando sibillinamente una mano all’impugnatura della pistola appesa alla cinta di cuoio. Leggendo fra le righe, gli stava comunicando anche che per lui era impossibile morire.

L’altro scosse la testa, abbassò lo sguardo per non mostrare il rossore sulle guance e non riuscì a trattenere una risata. Sebastian Smythe era probabilmente l’uomo più bello che avesse mai visto. E aveva un tale portamento da soldato! E un profumo addosso che gli faceva girare la testa, sul serio, fuor di metafora. «Non lo farei mai, sign- Dove va?» si interruppe Blaine, quando il capitano superò la sua figura minuta senza degnarlo di uno sguardo.

«Non sono affari tuoi, Uomo Del Caffè.» esclamò Sebastian, spocchioso e dannatamente sexy.

«Uomo Del Caffè?»

«Sì, portamene un altro domani e magari potremmo discutere della tua… assunzione.»

Blaine osservò i lembi color antracite del cappotto militare del capitano Smythe aprirsi ritmicamente mentre fuggiva chissà dove a passo spedito. A vederlo così, sembrava uscito dal secolo scorso, da una di quelle vecchie fotografie sbiadite e sgranate di ufficiali della Seconda Guerra Mondiale. «A-a prop- a proposito! Bel cappotto, signore.»

«Adularmi non ti servirà a niente, bellezza. Uomo Del Caffè, ho detto… Hm, forse facciamo anche Delle Pizze

   
 
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