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Autore: Yasha 26    04/06/2013    11 recensioni
Questa ff nasce dalla mia one-shot "Vivo Per Lei"
InuYasha è un pianista che non riesce a trovare un lavoro a causa della sua natura ibrida.
Malgrado la moderna società, i mezzo demoni non sono ancora ben visti né da umani né da demoni.
Un giorno incontra Kagome, ragazza ricchissima in cerca di un maestro che le insegni a suonare il piano in meno di un mese, e chiederà proprio ad InuYasha di insegnarle a farlo, anche se lui all'inizio rifiuta. Inizierà così una sorta di sfida tra i due.
Tra loro non correrà buon sangue i primi tempi...ma poi...si sa...chi disprezza compra...
STORIA IN REVISIONE
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Naraku, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ma tu guarda un po’ che mi tocca fare per campare!
È mezz’ora che aspetto sotto casa mia quella mocciosa! Se c’è una cosa che odio è la gente ritardataria!
Le cose sono due…o ha cambiato idea e non vuole più imparare il piano con me oppure si è scordata dell’appuntamento tra una smaltatina di unghie e un boccolo ai capelli.
Bah…donne…e per giunta ricche!
 
-Lei è il professore Taisho?-        mi sento chiedere da un tipo in giacca e cravatta che puzza terribilmente di demone lupo, ma anche di familiare
Ma certo è l’odore di vaniglia che emanava quella Kagome.
-Ti manda Kagome per caso?-       domando curioso
-La pregherei di essere più rispettoso quando parla della signorina Kagome! Comunque sì, io sono Koga il suo autista e sono stato mandato dalla signorina per portarla a casa Higurashi per le lezioni di piano.-      mi spiega il pinguino ingessato che ho di fronte
-Io non sono un suo lacchè quindi la chiamo come mi pare. Perché non è venuta di persona?-
-Non credo debbano interessarle i fatti privati della famiglia Higurashi! Ora andiamo salga in macchina!-       risponde il lupastro avviandosi verso l’auto
Accidenti quella la chiama macchina? È venuto con una limousine!
Tutte le persona del mio quartiere osservano la limousine nera in cui sto entrando. Chissà cosa staranno pensando quei chiacchieroni.
Dopo quasi ora di strada arriviamo ad una villa di tre piani, situata sopra una piccola collina, poco fuori la città.
E’ davvero enorme accidenti! Sembra quasi la reggia di Versailles da quanto è grande! Tutto intorno c’è un giardino pieno di siepi ben curate. Ci sono diversi gazebo bianchi in più punti. Gli alberi altissimi che mandano una leggera ombreggiatura al giardino sembrano essere secolari. Questa casa è talmente grande che potrebbe starci un piccolo villaggio in pratica! Per questo quella ragazzina non esce mai da casa. Qui non le mancherà di sicuro nulla!
Quando scendo dall’auto vengo accolto da una donna anziana.
-Lei è il professore Taisho non è così?-
-Già…lei è?-      
-Io sono la tata della signorina, piacere il mio nome è Kaede. Venga con me la porto da Kagome.-      mi dice entrando in casa e avviandosi verso il salone dove la seguo
A quell’età ha ancora la tata??? Tzs!! Viziata!
Il lusso di questa casa è quasi vomitevole! Le rifiniture di quasi tutti gli oggetti del grande salone che vedo sembrano essere in oro. Dai pomelli dei mobili alle maniglie delle porte. Perfino i quadri sembrano adornati di cornici in oro.
I lampadari sembrano di cristallo Swarovski talmente brillano. Le tende si nota subito che sono in seta pregiata. I mobili sembrano tutti antichissimi, del XVII secolo come minimo. E questo è solo un piccolo pezzo di questa enorme casa. Figurarsi il resto. Le stanze di fronte cui passiamo sono davvero enormi.
-Mi scusi ma…dove andiamo?-       domando curioso
Saranno dieci minuti che camminiamo per i corridoi.
-Nelle stanze della signorina.-        risponde semplicemente lei
-E come mai?-
Che bisogno c’è di andare nella sua stanza??
-Il padre l’ha confinata lì per essere venuta in città da sola. Fino al suo ordine Kagome non può uscire da quella stanza.-         mi spiega lei incrinando debolmente la voce in un tono come…triste???
-Dice sul serio? È in punizione in poche parole. Ma quanti anni ha questa ragazza?-        chiedo sconvolto
Magari è minorenne e io l’ho scambiata per una più grande.
-Quasi venti.-       non mi ero sbagliato allora
-E a vent’anni il padre la mette in punizione per essere uscita da sola? Ma mi prende in giro scusi?-
-Affatto signore!-        mi dice fermandosi di botto a guardarmi seria
-Non mi chiami signore per favore. Mi chiami solo InuYasha. Non sono uno dei ricconi che è costretta a servire signora Kaede!-        chiedo infastidito da tutta questa riverenza spropositata da parte di una donna più anziana di me
-Noto che lei non vede di buon occhio la gente ricca non è così?-
-Feh…nota bene! Questo lusso mi da la nausea a dir la verità! È troppo pomposa questa casa!-      mi lamento piegando la bocca in una smorfia osservando il soffitto pieno di affreschi
-Non so darle torto. Nemmeno a me è mai piaciuto molto lavorare qui. Ma per la mia piccola Kagome ho sempre sopportare lo spreco inutile dei suoi proprietari. Eccoci arrivati nelle stanze della signorina.-         mi avvisa fermandosi davanti una porta
Dopo aver bussato e atteso il permesso siamo entrati. O meglio io sono entrato e la signora Kaede è andata via.
Kagome è davanti un pianoforte a coda che cerca di suonare con entrambi gli indici come un bambinetta.
La vedo davvero dura!
-Oh porca miseria!-      esclamo vedendo più da vicino il pianoforte che sta massacrando di note insensate
-Oh ciao anche a te InuYasha!-        risponde lei acida venendomi incontro
-Ma quel pianoforte è….-
-Sì! E’ un Sound of Harmonydella Steinway & Sons. Possibile che chiunque lo veda ci rimanga come un pesce lesso?-        risponde infastidita
-Per forza stupida ragazzina! Questo pianoforte oltre che ad essere uno dei più costosi al mondo è anche uno tra i migliori che esistano! Ma infondo avrei dovuto aspettarmelo da voi!-
-Ehi come ti permetti di chiamarmi stupida ragazzina brutto maleducato che non sei altro??-    
-Oh mi scusi principessina dimenticavo che sua signoria vuole essere chiamata “signorina Kagome”!-         rispondo pungente
Io questa tizia non la sopporto! Non so se reggerò all’istinto di strozzarla prima di incassare l’assegno!!
-Non mi piace essere chiamata signorina stupido! Mi basta solo avere un po’ di rispetto dalla gente che mi sta difronte visto che non ho a che fare con un bambino di cinque anni! Cafone!-      mi urla facendomi la linguaccia
Beh forse questa me la sono meritata in fin dei conti. InuYasha 0 - Kagome 1.
-Oh Kami…Kagome cos’è quell’espressione disgustosa sul tuo viso? Ti verranno le rughe così, oltre  a sembrare un mostro! E poi che razza di modo di rivolgerti è questo?-        sento squittire da una donna alle nostre spalle
-Scusami mamma.-        risponde Kagome cambiando del tutto espressione e postura
-Lei è il professore di pianoforte non è così? Io sono la madre di Kagome, piacere Kikyo Higurashi. Mi scusi ma mia figlia a volte è davvero terribile e maleducata! Deve fare ancora strada per diventare una signorina ben educata!-         dice lei fulminando la figlia con lo sguardo che abbassa la testa colpevole
Addirittura? E denigra la figlia così davanti a me? E poi per una sciocchezza.
-InuYasha Taisho, piacere mio signora Higurashi.-        veramente proprio per niente! Questa donna mi sta già sulle balle, e non solo perché condivide lo stesso nome con la mia ex
-Comunque mi permetta di dire che sua figlia ha solo risposto ad una mia provocazione. Non le dia colpe non sue!-      proseguo sentendomi in dovere di giustificare Kagome, anche se non so il perché
-Oh davvero? Beh resta comunque il fatto che non doveva permettersi tale confidenza! Non è degno di una ragazza del suo livello esibire a quel modo certe espressioni volgari!-
-Non crede di esagerare? Addirittura volgare per una linguaccia?-      rispondo iniziando ad incavolarmi
-Come scusi?-        dice lei inarcando un sopracciglio
-Ehm…scusate è colpa mia! Mamma hai ragione, non farò mai più una cosa del genere ok? Professore che ne dice di cominciare la lezione? Scusaci mamma ma non vorrei perdere altro tempo e so che non vuoi assistere alla lezione…ci vediamo a cena va bene?-        interviene Kagome all’improvviso
-Va bene Kagome, ma cerca di impegnarti una volta tanto e impara quello strumento maledetto come si deve il prima possibile, così ritornerà da dove è venuto! Lo sai che lo odio!-
-Sì mamma tranquilla. Dopo Natale non lo vedrai più.-       risponde la figlia triste
Chissà cos’è che stanno dicendo queste due…c’è qualcosa che mi sfugge?
Comunque sia quella strega se ne va lasciandoci soli. Kagome dopo avermi guardato imbarazzata si avvicina al pianoforte.
-Allora cominciamo?-       mi chiede con tono sommesso
-Ma ti fai trattare sempre così da tua madre?-        le chiedo infastidito da quel comportamento
-Trattare come?-      chiede lei. Non capisco se fa finta di non capire o non capisce sul serio
 -Come ha fatto poco fa! Ti ha rimproverata senza nessun motivo te ne rendi conto?-
-Sì, ma non posso farci nulla. Infondo aveva ragione. Non avrei dovuto scompormi tanto.-      
-Ragazzina ma ti hanno fatto il lavaggio del cervello o sei davvero stupida?-      le dico più per provocarla che per offenderla ma lei continua a restare impassibile
-Chissà…-      risponde arrendevole
Prima sembrava così piena di vita, e ora sembra un’altra persona. La sua espressione sembra quasi vuota adesso. Come può sua madre avere tanto potere su di lei? Perché?
 
 
 
                                                               *************************
 
 
 
InuYasha è parecchio perplesso sulla reazione avuta prima con mia madre. Ma lui non sa il perché mi comporto così. Nessuno lo sa, tranne Kaede.
Io devo per forza accontentare i miei genitori. Glielo devo. Sono costretta. Devo pagare una colpa terribile.
Nemmeno a me piace essere costretta a fare certe cose ma devo per il bene che voglio ai miei genitori.
Dopo la morte di Sota niente è stato più lo stesso. Io non sono stata più la stessa.
I miei genitori avevano una vera predilezione per mio fratello. A volte si scordavano perfino di avere una figlia a seguito alle feste, dato che non mi presentavano mai, per loro esisteva solo Sota, il primogenito maschio. Era poi lui a presentarmi agli altri in mancanza dei nostri genitori.
Gli volevo un gran bene. Lo osservavo ore esercitarsi su questo pianoforte…la sua grande passione. Diceva che quando sarei stata abbastanza grande da arrivare con le gambe ai pedali mi avrebbe insegnato a suonarlo.
Ancora ricordo che quando avevo paura di notte, dopo un incubo, veniva a controllare sotto il mio letto che non ci fossero i mostri, di cui avevo il terrore.
Facevamo spesso lunghe passeggiate in giardino. Ci piaceva correre nel piccolo labirinto di siepi dove io mi perdevo sempre.
Poi un giorno volle una moto. Aveva sedici anni e io cinque. Facevamo spesso delle piccole fughe da casa con la sua moto per andare a prenderci un gelato di nascosto, ma il più delle volte ci andava in giro con delle ragazze.
Un giorno però…finì tutto e lui non fece più ritorno a casa, e tutto per colpa mia!
-Ehi Kagome? Vuoi restare ancora a contemplare i pavoni dipinti sul pianoforte o vuoi cominciare la lezione?-       mi chiama brusco lo screanzato
Kami quanto è insopportabile! Se solo non fosse così irascibile potrebbe anche piacermi come amico.
-Sì sì cominciamo.-       rispondo sbuffando
-Ehi ma è accordato?-
-Sì è venuto un tecnico a sistemarlo e a ripulirlo dalla polvere anche se era ben protetto da dei teloni adatti a preservarlo anche dall’umidità.-       spiego allo zuccone
Figurati se dopo tanti anni lo tiravo fuori senza sistemarlo!
-Quindi non viene usato da un bel po’?-
-Da circa quindici anni.-
-Così tanto? E perché mai?-
-E’ una lunga storia…-
-Va bene infondo non mi importa…allora come prima cosa devi imparare a conoscere lo strumento che intendi suonare e…-
-Oh ma qualche cosa la so guarda…. tipo che la tastiera è formata 88 tasti, 52 bianchi che sono le note DO RE MI FA SOL LA SI,  e 36 neri che invece sono per i diesis e i bemolle, per alzare o abbassare si un semitono la nota. Questi ultimi sono formati a gruppi di due coppie e di terzine. Questo DO al centro… è chiamato DO centrale e serve come punto di riferimento. Da un DO all’altro DO è un’estensione di un’ottava, proprio perché da un DO all’altro ci sono otto tasti…poi…-
-Bene brava stai ripetendo a pappagallo le cose scritte sui libri. A me non serve questo! Devi imparare con la tua testa o non servirà a nulla. Scommetto non sai nulla sulla diteggiatura, le scale, gli accordi, gli intervalli, come leggere gli spartiti e suonare senza guardare i tasti e su come usare i pedali. Ripetere cose lette a casaccio non ti è utile quindi dimentica tutto quello che sai e segui me! Non dovrai imparare a pappagallo ma dovrai memorizzare ogni singola cosa che ti spiegherò e dovrai imparare ogni nome che ti dirò è chiaro? Se c’è qualcosa che non capisci me lo chiedi. Ma mai…dico MAI imparare le cose così!-      mi spiega un po’ burbero
Ok la gentilezza non è il suo forte!
-Ho capito!-      rispondo semplicemente senza iniziare inutili polemiche
-Bene allora siediti accanto a me così ti mostro quelle cose che hai detto, però in ordine e senza correre.-       mi dice addolcendosi un po’ dopo essersi seduto difronte al piano e aver provato un paio di note
-Ha un suono bellissimo e puro. Davvero nulla a che vedere con i pianoforti elettrici o quelli verticali.-        afferma continuando a suonarlo senza un vero senso
Sembra piacergli molto il pianoforte. Lo accarezza più che toccarlo.
-Ti piace molto suonare non è così?-      gli chiedo osservando i suoi occhi che hanno una luce  nuova che prima non aveva
-Suonare è la mia vita. Credo di essere nato solo per questo.-       risponde iniziando a suonare adesso un vero brano
Non l’ho mai sentito. E’ bellissimo e romantico. Chissà se è un suo pezzo…
Decido di non interromperlo e ascolto fino alla fine questa musica così dolce. Sembra facile da ripetere con altri strumenti.
-Questa musica è bellissima. E’ tua?-      chiede quando termina anche l’ultima nota
-Sì…l’ho scritta un po’ di tempo fa.-
-Chissà come verrebbe fatta col mio erhu (*).-       penso ad alta voce
-Tu… suoni un erhu?-       mi domanda lui osservandomi perplesso
-Sì e non solo quello perché?-
-Che altro sai suonare?-
 -So suonare anche la chitarra, il violino, il flauto, il koto (**) e ovviamente l’erhu, il mio preferito su tutti!-
-Mi spieghi come accidenti sai suonare tutti questi strumenti alla tua età?-      mi chiede stupito
-Era mia nonna ad insegnarmeli quando ero piccola. Lei amava molto la musica. Un giorno tornò da un viaggio in Cina con un regalo per me, un erhu  antico con delle corde in seta, e da allora me ne innamorai non separandomene più. Inizia a conoscere anche gli altri strumenti e la nonna me li insegnò pazientemente.-       racconto con un velo di nostalgia
Mia nonna è morta qualche anno fa. Mi manca tantissimo. Era stata lei ad insegnare il pianoforte a Sota e anche lui come me sapeva suonare diversi strumenti.
-Potevi anche dirlo prima che te ne intendi di musica no? Almeno risparmieremo un bel po’ di tempo!-
-Veramente non me ne intendo io suono ad orecchio. Non leggo spartiti o roba del genere.-
-Ah…come non detto allora.-
-Ma tu, credi sia davvero così impossibile che impari a suonarlo? Eppure dovresti essere bravo visto quanto hai studiato!-
-Ehi io non faccio i miracoli! Dipende da te. Dovrai avere molta pazienza perché sbaglierai spesso. Ti dovrai esercitare per ore al giorno se vuoi arrivare a Natale a saper almeno muovere le dita sulla tastiera. Serve forza di volontà capito?-
-Sì tranquillo di quella ne ho tanta! Voglio davvero imparare a suonare finalmente il pianoforte!-      sono anni che lo desidero
-Caspita devi amare molto il tuo ragazzo per metterci tanto impegno!-      questa poi…
-Veramente non lo conosco nemmeno e poi non lo faccio per lui ma per mio fratello.-      rispondo infastidita
Ma figurarsi se lo faccio per Hojo. Non so nemmeno che faccia abbia!
-Hai un fratello?-
-Lo avevo. Il pianoforte era suo, per questo ci tengo a suonarlo. Senti posso chiederti un favore prima di iniziare la lezione?-        dico per cambiare subito argomento
-Quale?-
-Mi insegni quella canzone che suonavi prima? Mi piacerebbe suonarla col mio erhu. Ho capito buona parte delle note ma vorrei risentirla.-
-Ok ma sappi che in cambio voglio sentire come lo suoni! Non è certo facile da suonare e voglio proprio vedere se sai davvero farlo o se strimpelli suoni senza senso, come credo che sia!-
-E’ un ricatto o una sfida?-
-Entrambe!-
-Ci sto! Ma dovrai rimangiarti quello che hai detto! So suonarlo molto bene al contrario di quello che credi.-
-Vedremo!-
 
Se crede che io sia una sprovveduta si sbaglia. Non sarò certo brava come lui che ha studiato al conservatorio ma da autodidatta posso ritenermi soddisfatta. Mia nonna sapeva il fatto suo perché era il primo violino di un orchestra quando era giovane. Quindi un bel po’ di cose me le ha insegnate.
E poi suono tutti i giorni questo strumento perché mi sembra così di avere mia nonna vicina, quindi un po’ di pratica l’ho fatta.
Lui mi fa risentire la musica suonata prima, che cerco di memorizzare bene nella mente.
Io nel frattempo mi metto comoda col mio strumento sulla gamba. Appena finisce mi fa cenno di cominciare ma io ho un'altra idea.
 
-Cosa? Suonare insieme? Ma come pretendi di venirmi dietro se conosci a malapena il brano?-     mi domanda scettico
-Tu comincia e poi vedremo.-        rispondo io divertita
Mi guarda con espressione truce. Di sicuro si aspetta chissà quale disastro.
Lui comincia le  prime note tenendo gli occhi chiusi. Io decido di fare lo stesso e lasciarmi trasportare dalla musica tenendo sempre ben scolpito nella mente il suono delle note da lui suonate prima.
Ad un certo punto comincio a suonare anche io ripetendo quei suoni così dolci che ho sentito prima. La mia mano muove l’archetto come se stesse danzando sulle corde. Questa musica mi piace tantissimo!
La suonerò spesso con gli altri strumenti, ed è la prima che voglio imparare a suonare al pianoforte.
Non so se InuYasha ha riaperto gli occhi per guardarmi. I miei sono chiusi mentre scivolo sulle corde le ultime note.
Quando tolgo l’archetto dalle corde riapro gli occhi, trovandolo a fissarmi meravigliato.
Ti ho stupito mister so tutto io eh?
 
 
 
                                                               ***************************
 
 
 
Quando quella sciocca ragazzina ha chiesto di suonare con me la mia musica mi veniva da riderle in faccia. Come pretendeva di poterla suonare senza conoscerne note, pause e ritmo?
Sapendo di farmi due risate ho accettato. Ho chiuso gli occhi e ho cominciato a suonare, preparandomi mentalmente alla catastrofe di suoni strisciati che avrei sentito a breve. Peggio delle unghie sulla lavagna.
Invece con mio enorme stupore mi ha seguito magnificamente. Ho riaperto gli occhi di scatto per guardarla, e ho visto che anche lei suonava con gli occhi chiusi.
Era come se fosse un tutt’uno con quello strumento. Lo suonava con infinita delicatezza. Accarezzandolo quasi. Non ho potuto fare a meno di guardarla fino alla fine del brano, ed è così che mi ha ritrovato quando ha riaperto gli occhi, intento a fissarla.
-Allora? Che dici? Ho sbagliato qualche nota?-        mi domanda infine
-No. Sei stata perfetta.-        rispondo sincero
-Grazie!-        mi dice facendo un bellissimo sorriso soddisfatto
Devo dire che non immaginavo fosse così bella quando sorride. La sto ancora fissando come un ebete e lei se ne accorge facendomelo presente.
-Perché mi fissi così?-
-Ah, no nulla. Su ora ritorna qui così cominciamo questa benedetta lezione o non cominceremo mai a forza di rimandare!-     dico togliendole finalmente lo sguardo di dosso e rivolgendolo nuovamente verso il piano
Lei fa come chiesto, così inizio a spiegarle quante più cose riesco in quelle ore che passo lì.
È abbastanza sveglia per fortuna quindi non devo ripeterle nulla, impara veramente in fretta come mi aveva detto.
Con mio immenso piacere quella strega della madre non si è mai fatta vedere. L’ho appena conosciuta e già la odio. Che donna fredda accidenti!
Per quel poco che sono riuscito a decifrare dalle frasi di madre e figlia ho capito che questo pianoforte era del fratello di Kagome, ma che a quanto pare è venuto a mancare credo quindici anni fa. Da allora nessuno ha più toccato questo piano fino ad oggi. Se così fosse non capisco come quella donna riesca a trattare così male la figlia essendo rimasta l’unica che ha.
Molte volte ho notato un’espressione triste sul volto di Kagome. Chissà cosa è successo e perché lei reagisce così verso i suoi genitori. Sono sicuro che la mia prima impressione su di loro sia giusta…loro non amano questa ragazza.
Lei gli serve per concludere un contratto economico. Non capisco come Kagome riesca a non accorgersene e a non ribellarsi. Non lo capisco proprio.
Non sembra esattamente la stupida che credevo. Sembra quasi più che voglia fare la stupida in modo da evitare domande e problemi. Forse mi sbaglio…però…
-Allora per oggi abbiamo già finito?-     mi  chiede lei quando mi vede alzare
-Sì, per oggi sì. Domani verrò prima così possiamo studiare qualche ora in più. Dovresti studiare tutto il giorno a dir la verità o non ce la farai mai per Natale.-
-Vieni di mattina presto e resta fino a cena, così avremo più ore no?-     propone lei
-La fai semplice tu. Non è così facile arrivare qui sai?-       soprattutto senz’auto
-Sai guidare? Ce l’hai la patente?-      domanda andando verso un armadio dal quale tira fuori un cassetto
-Sì ma questo che cambia? Io non possiedo un’ auto ricordi?-
-Adesso sì!-        risponde lanciandomi un mazzo di chiavi che afferro al volo
-Che significa?-     chiedo osservandolo
-Che puoi prenderti la mia auto se non ti disturba il colore. Tanto io non credo la userò più. Te la regalo se la vuoi.-         mi dice ritornando verso il piano
-Mi prendi in giro?-
-Perché dovrei? E non prenderla come un’elemosina come ieri. Ritienilo un regalo.-
-Perché la vuoi dare a me scusa?-
-Perché a me è vietato usarla, quindi invece che lasciarla marcire in garage te la regalo visto che ti può essere utile. Domani chiamo qualcuno per effettuare il passaggio di proprietà se vuoi.-
-Grazie ma non posso accettarla.-        affermo posando le chiavi su un tavolino
-Perché no?-
-Perché non si può regalare un auto come quella a chi non si conosce e senza nulla in cambio lo capisci?-
-Che intendi con nulla in cambio? Che tu dovresti darmi qualcosa?-
-Beh, sì insomma diciamo di sì. Ma ti anticipo fin da ora che non la accetto al posto dei soldi per le lezioni anche se a conti fatti ci guadagnerei di più vendendola.-
-Se la metti così allora qualcosa te la chiedo, così saremo pari e potrai accettare il mio regalo.-      mi dice con un sorrisetto che non so come definire
Non vorrà forse chiedermi cose poco decenti??
-Sentiamo…cosa vorresti chiedermi?-        domando curioso
-Ti chiedo di non chiamarmi più né stupida né ragazzina in futuro.-
-Solo questo?-        chiedo quasi deluso
E io che credevo chissà che. Ma perché poi ne sarei deluso? Feh…mi sto rincitrullendo alla veneranda età di ventinove anni!
-E perché che avrei dovuto chiederti??-       chiede ingenuamente
-No niente…comunque…diciamo che posso anche accontentarti su questo, ma la tua auto non la voglio. Al massimo l’accetto in prestito per il tempo in cui dovrò farti lezione. Non amo essere venuto a prendere da quel lupo!-
-Ti riferisci a Koga? E perché?-
-Perché odio il puzzo di lupo tutto qui!-
-Ah…certo ora è davvero tutto chiaro!-       dice sarcastica
-Per te ci sono problemi?-
-No no figurati. Anzi volevo regalartela. Puoi prenderla e tenerla tutto il tempo che vuoi.-
-Senti, posso chiederti perché i tuoi non vogliono che esci da sola?-      domando allo stremo delle forze di volontà
Ho cercato di trattenermi dal farle questa domanda ma non ce la faccio proprio più.
-Perché hanno paura mi succeda qualcosa. Oltretutto a me piace correre un po’, quindi…-       si interrompe cercando di lasciar cadere il discorso
-Questo non spiega perché non puoi uscire da sola. Anche se non esci in macchina non puoi ugualmente andare dove vuoi vero?-       incalzo io sempre più interessato
-Già. Purtroppo sono molto apprensivi. Per questo agiscono così.-        mi dice poco convinta abbassando la testa
Ci sta girando intorno…e non ne capisco il motivo. Io credo invece che buona parte della scusa che usano per tenerla in pugno sia la morte del fratello. Lei però non vuole parlarne.
Che male c’è se dice di aver perso un fratello??
Meglio non insistere però, se non vuole parlarne avrà i suoi motivi.
-Ok io vado. Allora posso davvero prendere la tua auto? Sicura?-        chiedo prendendo le chiavi
-Certo che sì e mi raccomando trattala bene capito?-        mi avvisa guardandomi seria
-Tranquilla! Sarò un vero gentiluomo con lei.-        le dico scherzando
Accidenti mi ha detto di stare attento all’auto come uno di quegli uomini fissati con le macchine. Questa ragazza è davvero strana.
Dopo essermi fatto indicare il garage arrivo alla Bentley fucsia di Kagome. Oh beh il rosa non è proprio il mio colore ma essendo metallizzato è più guardabile. E poi non credo proprio di potermene lamentare dato che sto per guidare un’auto da 250 mila dollari! Fosse anche stata col faccione di Hello Kitty è pur sempre un’auto di lusso…gratis!
Certo il problema sarà dove tenerla dato che io non ho un garage e tenerla fuori credo sia imprudente. Chiederò a mio fratello di tenerla lui la notte nel suo garage privato.
Ritornato a casa mia penso stranamente alla madre di Kagome. Non so perché ma aveva un che di familiare…











 
 
 
 
 
 
 
(*)L’Erhu  è uno strumento tradizionale cinese ( di cui io vado pazza *____* ) Potremmo definire l’erhu come un violino cinese. Dispone però di solo sue corde, che vengono suonate con un archetto. La cassa ha una forma esagonale ed ricoperta di pelle di serpente. Anticamente le corde erano fatte di seta oggi invece di acciaio.
 
(**) Il Koto è uno strumento tradizionale giapponese, ed è una specie di cetra. Ha tredici corde e viene suonato standovi seduti difronte , utilizzando tre plettri posizionati sulle dita della mano destra. La mano sinistra serve per dare una maggiore sonorità pizzicando o trattenendo le corde in modo da migliorarne la sonorità.
 
 
 
Ciao ^_^
Ecco a voi un nuovo capitolo ^_^
In questa storia cercherò di mettere le colonne sonore dell’anime, e TO LOVE’S END è una di quelle ^_^
La si trova in tutte le salse mamma mia! Alcune anche bruttarelle e suonate in maniera pessima.
Ovviamente sono tutte di Kaoru Wada ^_^ ma in questo caso diventeranno di proprietà di Inu ^_^
Chissà perché la mamma di Kagome sembra così familiare ad InuYasha. Oltretutto si chiama anche come la sua ex ^_^
E cosa nasconde Kagome??
Con queste domande vi saluto ^_^
Baci baci e a presto ^_^
Faby <3 <3 <3 <3 <
   
 
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