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Autore: lucky89    04/06/2013    1 recensioni
Questa storia parla dei sentimenti che Hanabi prova nei confronti di Kiba, scoperti da sua sorella Hinata.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Hanabi Hyuuga, Hinata Hyuuga, Kiba Inuzuka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Cena a casa Hyuga.

Erano le 20 di sera quel Sabato, la luna già brillava alta nel cielo notturno,  circondata da un’infinità di luccicanti stelle. Konoha, più silenziosa del solito per quel  giorno, era illuminata dalle luci nelle case dei cittadini intenti a cenare.  Una di queste case, particolarmente grande essendo di una clan molto noto e influente, era quella della casata principale degli Hyuga. Qui Hinata e sua sorella Hanabi, rimaste da sole a badare alla casa mentre i genitori erano usciti, ricevettero un’inaspettata visita da parte del più giovane del clan Inuzuka, Kiba si era presentato alla loro porta, aperta da Hanabi.
 
“Buonasera!” disse Kiba con tono altisonante e allegro.
“…che ci fai qui?” fu la risposta quasi seccata di Hanabi vedendo il ragazzo davanti all’ingresso. Era costretta a tenere lo sguardo verso l’alto, data la differenza d’altezza tra i due.
Il giovane Inuzuka cercò di ignorare la freddezza della ragazzina e rispose “Ehm… ecco, mia madre mi ha sbattuto fuori per aver fatto tardi dagli allenamenti… e ora sono senza un posto in cui stare e soprattutto sto morendo di fame…” dicendo ciò alzò lo sguardo da Hanabi verso Hinata, intenta a cercare qualcosa tra i mobili della cucina. “Sono passato anche da Shino prima, ma mi ha detto che cenare con gli Aburame non sarebbe stato conveniente per me…”
Hinata guardò verso la porta e facendo un leggero sorriso disse “se vuoi puoi restare qui a cena”.
A questa risposta Kiba lanciò un sorriso raggiante in direzione della sua compagna di squadra. ”Grazie! Non so che farei senza di te!” Hanabi se ne andò in camera sua, con un’aria infastidita.

Kiba si tolse le scarpe ed entrò in casa mettendosi un paio di pantofole, lasciate all’ingresso appositamente per gli ospiti.
“Allora, come va? Oggi non c’eri al campo di addestramento, stai male?” chiese Kiba avvicinandosi a Hinata.
“Sto bene, ho solo una leggera influenza e dovevo anche restare qui a badare ad Hanabi” rispose lei mettendosi ai fornelli.
“Che cosa cucini di buono??” chiese ancora Kiba euforicamente vedendola.
 
Intanto Hanabi si era seduta a terra, in camera sua, appoggiata alla porta. Singhiozzava silenziosamente per non farsi sentire, sapendo che la larga casa aveva un eco facile, aveva le lacrime agli occhi e un leggero rossore sulle guance, che copriva appoggiando la faccia sul suo peluche a forma di coniglio.
“Grazie! Non so come farei senza di te!” ripeté le parole di Kiba, con tono irritato. “Stupido idiota dal sorriso facile! Come credi che mi senta ogni volta che sorridi!?” continuò sussurrando.

Hanabi si era innamorata di Kiba da qualche anno ormai, da quando sua sorella l’aveva presentato alla famiglia insieme al tizio degli insetti di cui lei a mala pena ricordava il nome. All’inizio lo riteneva uno stupido, non che ora non lo facesse, ma col passare del tempo la seria e responsabile Hanabi stava lentamente perdendo la testa per l’Inuzuka, per i suoi modi di fare ottimisti e il suo atteggiamento istintivo e sicuro di sé. Ogni qual volta le capitava di vederlo sorridere si sentiva come se il suo cuore fosse sotto attacco nemico. Ma lei era Hanabi, una Hyuga, non poteva permettersi di mostrare emozioni del genere, non accettava di essere così debole di fronte ad una sola persona. Per questo continuava a nascondere ciò che provava, a comportarsi freddamente con lui, nonostante nel profondo sperasse continuamente che lui si accorgesse dei suoi sentimenti per lui e la ricambiasse.
“Perché mi fai questo..? Ti odio…” si ripeteva la giovane in lacrime, alzandosi e mettendo il coniglio sul letto. Andò in bagno e si guardò allo specchio. “Mi fai sentire così debole e impotente…” sussurrò osservandosi per poi sciacquarsi il viso e prepararsi a tornare dagli altri due, ricominciando a fare la sua solita espressione seria.

“Fra quanto potremo cenare?” chiese Hanabi ritornando da Kiba e Hinata.
Kiba la guardò felice e con adorazione, contento di non averlo dovuto chiedere lui, visto il timore di essere scortese. Vedendolo così lei si sentì mancare un battito e si voltò tutta rossa in volto, senza accorgersi però di essere vista dalla sorella, che la guardò per qualche secondo, inizialmente incuriosita da cosa avesse Hanabi, e poi realizzando cosa stava succedendo.  “Manca poco, potete anche sedervi..” disse la più grande indicando a Kiba il tavolo nel salone da pranzo.

Kiba si fiondò verso il tavolo e si sedette in attesa di poter finalmente mettere qualcosa sotto i denti. Hanabi rimase ferma a calmarsi per qualche secondo, e poi riprendendo la sua espressione seria si andò a sedere anche lei, il più lontano possibile da Kiba, cosa che il ragazzo notò.
“Senti Hanabi, ma non è che ti sto antipatico?” chiese guardandola.
In tutta risposta lei abbassò lo sguardo verso il tavolo, arrossendo appena. Fortunatamente la distanza rese questo particolare invisibile.
“Ehi?” fece ancora Kiba con aria dubbiosa.
“N-no. Non mi stai antipatico.” si decise a rispondere, continuando a guardare in basso.
Sentendola Kiba sprizzò un altro sorriso felice verso di lei. Questo sorriso non fu particolarmente apprezzato dalla ragazza, che si sentì come se una freccia le avesse colpito il petto, riempiendola di un calore incredibile. Arrossì di nuovo, un po’ di più.
“Meno male, avevo paura di aver fatto qualcosa di male!” continuò l’Inuzuka.
Lo stai facendo anche ora, maledetto!!!”  pensò Hanabi guardando altrove. “Non ti preoccupare, non hai fatto nulla…” fu invece la sua risposta.

Hinata arrivò finalmente coi piatti fumanti, contenenti il brodo di pollo, per poi sedersi anche lei, di fronte a Kiba, che si sfregò le mani impaziente di mangiare.
“Buon appetito!!” esultò per poi avventarsi sulla cena.
“Buon appetito” rispose Hinata iniziando anche lei a mangiare, mentre Hanabi iniziò senza rispondere.
Si notavano chiaramente le differenze tra i modi posati delle due Hyuga e lo strafogarsi di Kiba, cosa che ad Hanabi a dire il vero non dispiaceva granché.  La cena era abbastanza silenziosa comunque, Hinata non sapeva che fare data la situazione.
“Dov’è Akamaru?” chiese Hinata nel tentativo di iniziare una conversazione.
“E’ rimasto a casa!” rispose Kiba ingoiando un boccone. “Quel traditore è rimasto lì a mangiare! Sono stato sbattuto fuori solo io!”
La situazione era nuovamente tornata come prima, un silenzio quasi imbarazzante. Hinata decise quindi di alzarsi e di allontanarsi dalla tavola, lasciando soli i due, pensando di fare un favore alla sorellina, che  dentro di sé vedendola alzarsi la implorò in tutti i modi possibili di non lasciarla sola con lui.

“Vado a lavare i piatti..” disse Hinata tornando in cucina.
“Ma… noi stiamo ancora mangiando, che piatti devi lavare?” tentò di chiedere Kiba, non ricevendo però risposta, Hinata era già sparita dalla stanza.
Kiba finì di mangiare e si alzò da tavola rendendosi conto che era già tardi, e che era meglio togliere il disturbo.
“Penso sia meglio se vado ora” disse avvicinandosi alla porta della cucina per andare a salutare Hinata.
Fu allora che Hanabi propose a Kiba qualcosa senza pensarci.
“S-se non hai un posto dove stare potresti restare qui stanotte…” quando si accorse di cosa aveva appena detto era troppo tardi, ormai aveva pronunciato quelle parole.
Kiba si girò verso di lei quasi sbalordito dalle parole della più giovane.
“Ehm.. mi fa piacere la tua ospitalità, ma ho già chiesto troppo stasera.Grazie davvero per l’offerta, è stato strano sentirla da parte tua, ma anche per questo molto… piacevole.” le sorrise dolcemente, era un sorriso diverso dai suoi soliti sorrisi. Era meno allegro e più calmo, sincero, le scaldava il cuore.
Hanabi avvampò. Si girò istantaneamente verso la parete, rossa in viso. Le tremavano anche le gambe.
“N-non è  che mi importasse più di tanto!  L’ho chiesto solo per gentilezza! Non serve che stai qui, v-vattene pure a casa tua!” disse con la voce tremolante e terribilmente in imbarazzo.

Kiba sentendola però, credette di averla offesa, così decise che era assolutamente meglio levare le tende, andò in cucina e salutò Hinata, mentre Hanabi corse in camera sua e si riappoggiò alla porta, chiusa a chiave.
“Grazie per la cena Hinata, era ottima!” si complimentò Kiba.
“Grazie a te.. mi fa piacere. Potremmo anche cenare così più spesso..”  Hinata continuò convinta della sua opera caritatevole nei confronti della sorellina più piccola.
“A me va bene, in fondo la tua cucina è deliziosa” sorrise Kiba uscendo dalla cucina e mettendosi le sue scarpe. “Credi che tua sorella sia capace di sorridere?”
Hinata guardò il compagno di squadra incuriosita dalla domanda.
“Sono sicura di sì, ha i suoi motivi se si comporta così.. perché ti interessa?” rispose lei con aria tranquilla, abituata a passare il tempo con Kiba e Shino, con loro ormai non si imbarazzava più.
“Niente.. ci vediamo!” disse lui aprendo la porta. Dopodiché, sorridendo un ultima volta, uscì da casa Hyuga, e si avviò in cerca di un posto dove stare, deciso a non tornare a casa in ogni caso.
“Ciao..” disse lei, rivolta ad un ormai uscito Kiba.
   
 
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