Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
Segui la storia  |       
Autore: Seiten Shiwa    04/06/2013    3 recensioni
- allora… Cos’è successo tra te e la Scarlett?! -
- Veramente…. - occhi azzurri che si spalancano per la sorpresa - io non… CHI?! -, ed un sorriso furbesco che compare non appena le spalle vengono voltate ai giornalisti.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le Follie di Una Notte Selvaggia'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Scusate il ritardo con cui posto: sono stata risucchiata dalla vita universitaria °__°
 
Però, c’è da dirlo: il tutto ha avuto buoni risultati! Ho finalmente passato Analisi1!! Bye Bye incubo di ogni ingegnere XD
 
Vi posto questo piccolo “regalo”, dopo che v’ho lasciato asciutte per giorni! (e non pensate male :P).
 
 
Dediche: Alle mie Girls Adorate… Loro sanno chi sono… vi amo tutte, indistintamente! Siete (dopo Guendah) il mio regalo più grande!
 
Premesse: Tenere fuori dalla portata di idioti, bimbeminchia, cardiopatici, diabetici, gente con problemi di coerenza, grammatica, invidia, gelosia e chi più ne ha, più ne metta ^__^
 
Disclaimer: Jared e Colin nella realtà non li conosco, ignoro cosa facciano dalla mattina alla sera. (Ma in un angolino, tengo sempre la speranza che bumbummeggino come animali da monta! Almeno questo, nel mio cervello, me lo concedo <3 )…
 
<3 Love U So Much <3
 
Fuck The Rest  nIn
 
Buona lettura!!
 
Vostra, Pornosamente-Romantica
Seiten Shiwa
 
 
 
 
Toronto
 
 
04 Occasions

 
 

 
Jared strabuzzò più di un paio di volte gli occhi: non era possibile.
 
Che ci faceva lui lì?!
 
Con tanto di rose rosse?!
 
- Scusa.. ma… - la rabbia fu accantonata, per far spazio allo stupore - che diavolo ci fai TU qui?!-.
 
Non c’era più nervoso nella sua voce.
Solo tanta sorpresa.
 
Una sorpresa inaspettata, che gli scaldò immensamente il cuore…
 
Tarkan, il cantante turco conosciuto a New York, era di fronte a lui, in tutta la sua bellezza orientale.
I suoi occhi verdi, sembravano star spogliando, e fare una radiografie, al corpo della divah-scapolo più ambito di Los Angeles.
 
In quegli istanti di silenzio, in cui l’europeo gli sorrideva, e l’americano lo fissava sbigottito, si frappose il bip prolungato dell’avviso di email ricevuta del BB.
 
- Ah…! Eeeheh…- si ritrovò a sorride Jared, fissando le rose che l’altro gli stava porgendo verso il petto, e rincuorandosi, osservando il telefono nel palmo della propria mano: funzionava ancora!
 
- Spero di non averti disturbato…- pronunciò l’altro, cercando di articolare al meglio la sua pronuncia inglese.
 
- Non proprio…- sembrò in imbarazzo l’altro, abbassando i suoi occhi azzurri, totalmente ipnotizzati dal profumo che le rose rosse emanavano, e che aveva colpito ogni suo senso.
 
Ero giusto al bagno e non volevo vedere nessuno, ma che disturbò sarà mai…?! Dannazione…
Solo che… Quelle rose…
 
Tarkan si compiacque di ciò: il suo omaggio non era stato vano.
 
- Per te.. prendile…!- disse, scuotendo leggermente il mazzo di fiori.
 
- Ah… beh.. sì.. certo..- Jared, infilò il BB di corsa in tasca, prendendo con entrambe le mani il mazzo di rose.
Continuò a fissarle per qualche istante: i suoi pensieri furono liberi di vagare, accarezzando quei petali rossissimi, e venendo a loro volta accarezzati da quel profumo delicato ed ammaliante che essi emanavano.
 
- Hai intenzione di farmi rimanere qui, sulla porta?! Oppure di farmi entrare?!- scherzò Tarkan.
 
- No, no! Prego, entra!-  l’uomo dagli occhi azzurri si affrettò a farsi da parte, per farlo entrare.
 
L’altro entrò, raggiungendo il centro della stanza, mentre Jared richiuse la porta.
 
Il cantante dei Mars, poi, si avviò verso l’unico vaso vuoto che era presente nella stanza, e che era posizionato sulla scrivania.
Vi pose le rose dentro, e si affrettò a colmarlo con dell’acqua, posandolo nella doccia: era troppo difficoltoso farlo dal lavandino.
 
Ritornò quindi dall’altro.
 
- Come mai?!- chiese stupito.
 
- Come mai cosa?!- chiese Tarkan, non capendo a cosa si riferisse.
 
- Come mai le rose?! Cioè.. perché?! Io credevo che.. - le parole erano abbastanza astiose in quel momento con lui -… tra noi.. capisci.. no?!-.
Cercò di non sembrare imbarazzato, e di fatti non lo era.
Era solo stupito, tutto qui.
 
E grazie a chissà quale divinità, l’altro comprese il suo stato d’animo.
- Ho pensato di omaggiarti, per aver vinto un premio con il tuo film, al TIFF… -.
 
- Oh.. ma…. ma grazie!!- sorrise Jared - Non credevo fossi un tipo per queste cose…-.
Un sorriso idiota si stampò sul suo viso.
 
- Ma se neppure mi conosci…! - gli fece un occhiolino birichino Tarkan.
Il cantante dei Mars si lasciò sfuggire un risolino: aveva ragione, non si conoscevano per niente, in fin dei conti.
- Ero anche io presente… l’altra sera alla premiere… mi è piaciuto molto… mi è piaciuto il tuo coraggio… Il modo in cui hai argomentato, documentato e raccontato la tua storia- spiegò, poi, il cantante orientale.
 
Il volto di Jared, per un attimo, sembrò colorirsi di una lieve sfumatura d’imbarazzo sulle guance.
 
Altro silenzio…
 
…Altro bip da parte del BB.
 
L’uomo dagli occhi azzurri represse la, già poca, voglia di visionare le email ricevute e che continuavano ad arrivargli.
- Posso offrirti qualcosa?!- chiese in tono gentile.
 
Tarkan scosse la testa, sedendosi su un angolo del letto matrimoniale della stanza, al lato opposto dove era stata lanciata la giacca di Jared quando era arrivato in stanza.
- No grazie, non posso…-.
 
- Ah! Come mai?!- chiese, più per correttezza, che per vera curiosità.
 
- Ramadam… non posso, fino al tramonto…- ed indicò la finestra.
 
- Ah…davvero…?!- fissò il minifrigo della stanza, riscuotendosi poi dai suoi pensieri - allora, credo ti farò compagnia! Non prendo nulla neppure io…-.
 
L’uomo dagli occhi verdi ridacchiò.
- Come se tu avessi bisogno di fare una dieta…!-.
 
- Ed invece, sarà proprio la prima cosa che dovrò iniziare a fare, da oggi in poi…- e più che un’ammissione, sembrò una vera dichiarazione di guerra.
 
Tarkan scosse le spalle, incuriosendosi.
- Perché mai?! Sei perfetto così… con quel fisico là, che ti ritrovi… quante altre conquiste devi fare? Vuoi dominare il mondo degli ormoni maschili e femminili?!-.
 
Jared si mise a ridere.
 
- Ehi! Perché ridi?! Che ho detto?! Ho sbagliato qualche parola?!- chiese dubbioso l’altro.
 
- No, no, tranquillo, il tuo inglese va più che bene, è più che comprensibile, figurati!- continuò a sghignazzare.
 
- E allora perché ridi?!- quegli occhi verdi si accigliarono leggermente.
Le sopracciglia scure e folte si unirono verso il centro della fronte.
 
Jared, portandosi una mano alla bocca, cercando di coprire le risate per la sua battuta, studiò e scannerizzò quel viso.
 
Fu immediato l’associare quelle sopracciglia scure e nere, ad altre sopracciglia…
 
Più chiare… sempre ben folte…
 
Molto espressive…
 
… Colin…
 
Si sbrigò a scuotere la testa, e a togliere la mano da davanti la bocca.
- … La tua battuta..!- riprese fiato - mi è piaciuta…-.
 
- Mi sento contento allora… ti rendo allegro!- l’angolo destro delle labbra di Tarkan si sollevò, in un sorriso più che compiaciuto del proprio operato.
Le sopracciglia si ridistesero.
 
- Sì.. parecchio!- gli fece l’occhiolino Jared.
 
Inutile dire che quegli occhi azzurri, ogni volta che incontravano i suoi, verdi come smeraldi, lo scioglievano dentro, riuscendo perfino a togliergli quel sorriso soddisfatto che aveva stampato in faccia.
 
- Tornando al discorso… perché dieta?! Tu?!- Tarkan cercava di non apparire un idiota, nel fissarlo, come se, a tratti, in effetti, se lo sarebbemangiato.
 
- … Per una parte in un film…- spiegò Jared, avvicinandosi verso la finestra.
 
Nel tragitto, i pantaloni: quei stupendi jeans scurissimi, sprovvisti di cinta, ed abbottonati solo con la chiusura lampo, senza bottone, gli calarono, andando a piegarsi disordinatamente sugli anfibi che portava.
 
- Oh cazzo!- si guardò, rendendosi conto di essere rimasto solo in camicia bianca.
 
Tarkan, ritrovandosi il sedere di Jared ad altezza occhi, con i suoi bellissimi boxer aderenti neri, si ritrovò a ridergli dietro, per mascherare l’imbarazzo… e perché no, anche un gonfiore sospetto nei propri di boxer.
 
Il cantante dei Mars si sbrigò a tirarsi su i pantaloni e a riabbottonarseli: quella si che era stata una figura di merda… la sfiga, evidentemente, continuava a perseguitarlo!
 
- Io ti porto le rose… e tu mi mostri tutto questo ben di dio!? Di cos’altro dovrei omaggiarti, per renderti permanentemente mio?!- chiese Tarkan, cercando di smorzare la tensione, ma ricamando sulla figuraccia dell’altro.
 
- TARKAN!!- protestò Jared, girandosi, lanciandogli un’occhiata di protesta, mentre continuava ad armeggiare con la chiusura dei pantaloni - Fottuto Karma… s’è rotta!-.
 
L’uomo dagli occhi verdi iniziò a ridere a bocca aperta, abbandonando completamente la sua compostezza.
- Sei proprio buffo.. non c’è nulla da fare… un’adorabile buffa divah!-.
 
- Quando hai finito con i complimenti, grazie, fammi un fischio…!- Jared si diresse verso la valigia, in cerca di altri jeans.
 
Tirò fuori i primi che gli capitavano, e senza pensarci due volte, si sfilò gli anfibi e iniziò a fare il cambio pantaloni.
 
- Che bella visione!- annuì al suo sedere Tarkan, aggiungendo anche un bel fischio di ammirazione.
 
- Ho capito, vado a cambiarmi in bagno!- protestò Jared.
 
- Perché?! Credi che abbia scordato come sia il tuo corpo nudo, Honey?!- rincarò la dose l’altro, con un tono puramente giocoso.
 
- La smetti?! Io…- tentennò, ricordando i frangenti in cui aveva avuto l’onore, se così poteva definirlo, di aver conosciuto quell’uomo dagli occhi verdi - io non intendo avere nulla a che fare, relativamente a quel campo, con te! Mi pare di essere stato abbastanza chiaro, o no!?!-.
 
Tarkan alzò le mani in alto, in segno di resa.
Peccato che le sue parole, non erano dello stesso parere.
- Ehi, Ehi… Siamo un po’ permalosetti oggi?!- abbassò il sopracciglio sinistro, ed alzò quello destro - perché non ti dai una calmata?! Sei teso come una corda di violino… e smettila di fare il prezioso! In tua assenza, mi sono documentato su di te, Jared Leto - il tono diventò improvvisamente basso, ed infastidito, pronto a punzecchiare, come un ape indispettita.
 
Quel tono di voce non piacque per nulla alle orecchie di Jared, il quale, finendo in fretta di ri-allacciare i pantaloni nuovi, mostrò uno sguardo sulla difensiva.
 
- Ho letto di te molte cose, mio caro… e ora, ti prego, soprattutto dopo averti semplicemente assaggiato, non venirmi a fare il verginello immacolato… o quello che prova pudore… o quello che fa il prezioso…-.
 
- E cosa avresti letto di grazia?!- rispose a tono Jared - ah, ma sì.. lo so cosa gira sul mio conto… che io sono la prostituta della musica, vero?!-.
 
Tarkan non disse nulla.
Si fissarono solo negli occhi: sfidandosi.
 
- Beh… sappi che di quello che scrivono quei paparazzi o giornalisti da strapazzo non me ne fotte nulla.- alzò le spalle Jared, con disinvoltura - Tanto è vero che la mia vita è RISERVATA! A loro, quanto lo è per tutti quelli al di fuori della mia cerchia fidata di amici! Che sparino anche cazzate… Nessuno di loro sa quanto culo mi sono fatto per arrivare dove sono. Nessuno conosce i sacrifici, o le rinunce che ho dovuto affrontare… NESSUNO. E tu… - un dito indice inquisitore si puntò contro Tarkan, assoggettandolo a quell’arringa -Come quegli idioti giornalisti del cazzo, da strapazzo… ti permetti di darmi un tale appellativo?! Sai che c’è di nuovo?! Che non solo non me ne frega un cazzo, ormai, di quello che si dice su di me: perché quello che si dice su di me non è quello che sono realmente.. ma, mi va anche bene!-. Poi quel dito se lo rivolse verso di sé - Se per voi sono la puttana della musica, mi sta anche bene! Ma sappi, e questo lo dico a te, che se fossi stato davvero una puttana, beh… avrei avuto molto più successo di ora, la mia vita sarebbe stata più semplice, ed ora sarei anche più felice!!-.
Disse tutto d’un fiato.
 
A fine di quel lungo sfogo era rimasto senz’aria nei polmoni.
Boccheggiò qualche secondo, a labbra dischiuse.
 
Tarkan, che aveva sgranato gli occhi, non pensando di arrivare a farlo innervosire così tanto, si sentì da una parte in colpa, dall’altra no. Era evidente: lo aveva appena fatto sfogare.
- Mi dispiace… il mio intento non era quello di offenderti.. volevo.. solo punzecchiarti..-.
Disse poi, con un fil di voce, senza abbassare mai lo sguardo.
Non voleva nascondersi a quegli occhi.
Non era un codardo.
Non lo sarebbe mai stato.
 
Jared sospirò, roteando gli occhi al cielo, ed alzando un po’ le spalle.
- Me ne fotto… io faccio quello che mi pare… io sono libero… che si dica di me quel che si vuole. Quel che si dice di me, non è quello che sono davvero.-.
 
-Ok, questo te lo devo confessar, ma non prendertelo a male… - pose le mani avanti il cantante turco - è strano.. come in qualche modo… il tuo sapore rispecchia appieno il tuo carattere… così forte e pungente… indipendente… diverso da tutti-.
 
Il cantante dei Mars lo fissò scettico.
E poi quel “da tutti”… quanti diavolo ne aveva assaggiati?!
Si orripilò lui stesso di quel pensiero.
E poi… lui non era stato il primo?!
Vuoi vedere che durante quei pochissimi giorni in cui non si erano visti, quel tizio si era “bevuto” mezza New York?!
Il solo pensiero lo fece quasi vomitare in loco.
 
- Guarda che doveva essere un complimento il mio…- sottolineò ovvio Tarkan. - E non prendermi per un pervertito! Non fraintendere le mie parole! Il mio “da tutti”, è inteso nel fatto che non c’è nessuno come te… o almeno, che io conosca- aggiunse, quasi indovinando il motivo di quello sguardo velato di schifo in quei paia di occhi blu che gli erano di fronte. - Non ho… beh, ecco… non ho offerto quel tipo di “servizietto” a nessun altro, ne prima ne dopo di te…- concluse in tono sempre più basso.
 
- Dì quello che ti pare…- si girò dall’altra parte l’uomo dagli occhi azzurri, coprendo la gaffe appena fatta, andando a prendere dell’acqua, posta sul comodino affianco al letto.
Doveva bere, aveva la bocca secca.
Tutte quelle parole… sputate così velocemente dalle sue labbra.
 
- Per farmi perdonare, questa sera offro io…- provò a cambiare discorso l’uomo seduto sul letto.
 
- Non ho la minima voglia di uscire… non la avevo prima, non ce l’ho ora, e non me la farai di certo venire tu- disse Jared, trangugiando il secondo bicchiere d’acqua.
 
- Invece no, tu stasera esci con me, ti offro la cena per farmi perdonare, e dopodiché puoi anche abbandonarmi lì, nel ristorante, ed andartene, appena arriva il conto… tanto devo pagare io!-.
 
- Perché devo fare la fatica di uscire con te?! Non mi va’. Non insistere. Ho detto che non voglio uscire.- ripeté serafico Jared.
 
- Ok… faccio ordinare qualcosa qui, allora. Dimmi cosa vuoi, lascio che accreditino tutto sul nominativo della mia stanza…- insistette Tarkan.
 
L’uomo in piedi posò la bottiglia dove era prima.
- Oh cazzo.. sei pure nel mio stesso albergo?!- esclamò, augurandosi non fosse vero.
 
- Oddio… felicità portami via, eh, Honey!?- sbuffò, spazientito il turco.
 
- Ah, se non ti va di sopportarmi, quella è la porta…- rispose con ovvietà spiazzante, da vera divah.
 
- Cacceresti così, via, un tuo fan?! Jared Leto?!- lo provocò nuovamente, con quegli occhi verdi dall’aria divertita.
 
- Uno, io non ho FANS! Io ho gli Echelon, e sono la mia famiglia. Due, non chiamarmi Honey. Tre, al massimo, per te, sono Mr. Leto, o Leto! -.
 
- No, hai un nome e io lo uso…- si alzò in piedi Tarkan, muovendo un passo verso di lui -… JARED!-.
 
- Oh Santo Tomo, che scassa palle che sei…- aprì le braccia Jared, sospirando verso il soffitto.
 
L’altro ridacchiò.
- Dai, honey, ti do dieci minuti di tempo… raccatta le tue cose, che io chiamo un taxi…!-.
Prese il suo cellulare dalla tasca. - Il tramonto è giunto… e la fame sta per arrivare anch’essa-.
 
In effetti, fuori, era possibile notare l’imbrunire del cielo: il sole era appena calato oltre la linea dell’orizzonte.
 
- Ma che cazzo..?! Ma avevi detto che cenavamo qui in stanza!!- protestò il cantante dei Mars - e poi è presto per cenare! Sono appena le cinque e mezza!!-.
 
- Basta fare la divah rabbiosa ed apatica, ora il tuo bel manzo turco ti porta fuori, a fare prima una passeggiata, visto che è presto, e poi a cena! Contento?! Fai poco il difficile, e fidati! Non te ne pentirai-. E chiamò il taxi.
 
- E per quale fottuto motivo dovrei accettare?! Non ti conosco, non ne ho voglia, e mi hai fatto incazzare!-. Mannaggia tutti i manzi del mondo.. fortuna sono Vegano!!!! - non esco con la gente che mi dà della puttana! Senza neppure conoscermi!!-.
 
- Obbligo morale nei miei confronti, Honey: ti ho salvato dalla scazzottata con Wood a New York, non ho approfittato di te la notte che hai dormito nella mia stanza, e conta che, davvero, ce ne è voluto di autocontrollo… e ti ho fatto lavare i vestiti sporchi del tuo stesso vomito, di quella sera, in lavanderia!!! Supplicando le inservienti di farmeli consegnare prima di pranzo, cioè prima dell’ora in cui avevo previsto che ti saresti svegliato!- asserì Tarkan, palesando il fatto che non voleva altre scuse.
 
Nel mentre, la chiamata verso l’agenzia dei Taxi era partita. Chiese di farsi venire a prendere tra mezz’ora fuori dall’hotel.
 
Jared sbuffò…
Sembrava non avere scelta.
- Ok.. ma che sia solo una cena! E giù le mani! Non ti azzardare, eh! Che… -.
 
… che altrimenti lo dico a mio fratello Shannon, che ti gonfia…
 
Avrebbe voluto aggiungerlo.
Come era sempre stato solito fare quando era più piccolino…
Ma le parole gli morirono così, senza veder mai la luce, esattamente come gli erano nate, in quel velocissimo pensiero.
 
Si morse le labbra, innervosendosi solo al pensiero di ricordare il periodo di merda che stava vivendo.
Tarkan, notando il suo cambio d’animo improvviso, come se la luce che accendeva i suoi occhi azzurri fosse celermente cambiata, rimase a scrutarlo di sottecchi, senza dir nulla: cercando solo di capire il perché di quel suo improvviso malumore.
 
Ma così come gli era venuto, quel lampo di tristezza e malinconia, misto a sofferenza e voglia di cancellare le pieghe con cui la sfiga aveva plasmato quegli ultimi mesi, se ne andò: scacciato da un presente, fin troppo presente, a cui era più giusto badare, sottraendo la pole position dell’attenzione alle tristi memorie del passato.
 
L’uomo dagli occhi verdi, riponendo il telefono nella tasca dei jeans, si avvicinò ancor di più a lui, con fare sensuale, come una tigre che punta la sua preda.
Ed era tutta tattica: voleva distrarlo. E voleva, doveva, riuscirci.
- Va bene… terrò a bada anche la mia bocca, allora…-. E gli diede un buffetto sul naso.
 
Il cantante dei Mars sgranò gli occhi, per poi guardarlo rabbioso.
 
Forse, per quell’uscita, pensò, sarebbe stato davvero opportuno indossare una cintura di castità quella sera…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Jared continuava a fissare il menù.
 
Il giro in taxi era stata una tortura: ma solo per lui.
 
Il cantante turco parlò tutto il tempo, cercando di trovare un discorso che lo coinvolgesse, cercando di capire qualcosa di più su di lui.
Ma l’uomo dagli occhi azzurri decise proprio di rendersi “difficile ed impossibile” ai suoi occhi, tanto da regalare risposte secche e prive di argomenti esplicativi…
 
Tarkan, che aveva fatto portare una bottiglia di acqua frizzante per la divah che aveva invitato(costretto) a cena, ed una di acqua liscia per sé stesso, aveva già deciso cosa prendere.
 
Per ora non stava dicendo nulla: si limitava a fissare di sottecchi l’uomo di fronte a lui.
 
- La smetti?!- sbottò sottovoce il cantante dei Mars.
 
- Di fare cosa, di grazia?!- chiese Tarkan.
 
Finalmente era Jared ad aprire bocca, per primo.
 
- Di fissarmi, come se volessi mangiarmi!- sbottò - è da quando ci siamo visti che mi stai fissando in quel modo! Smettila!-.
 
L’uomo dagli occhi verdi ridacchiò.
- È un po’ difficile, Honey… non fissarti! Sei così bello…-.
 
Jared sbuffò.
- Smettila…! Non sono solito esser comprato con i complimenti…-.
 
- E va bene, va bene…- chiuse per un attimo gli occhi Tarkan, massaggiandosi, con gli indici ed i medi, le tempie. - Allora, che ordini?!-.
 
- Mi sono scordato di dirti che non mangio carne… ed io QUI, vedo solo QUELLA!- protestò, chiudendo il menù con poca grazia.
 
- … Come io non mangio carne di maiale?! Sei musulmano? Indiano…?!- chiese il turco, incuriosito.
 
- Nessuna carne! Sono VEGANO!- lo disse riducendo i suoi occhi di cielo a fessura, come a sottolineare quel concetto fondamentale.
 
- Ah… capisco… va beh… allora, per te…… vediamo…  insalata?!- propose puntando il dito su una delle scritte del menù che teneva tra le mani.
 
- Tu ne vedi?!- chiese Jared, con le mani posate sul suo, di menù, chiuso.
 
- Sì… qui!- ed indicò sul proprio, entusiasta.
 
- c’è il POLLO!- fece notare, acidamente, il cantante dei Mars.
 
- ah scusa… ah… allora questa!- scorse un’altra scritta, e gliela indicò, Tarkan.
 
- ci sono le UOVA!- ribadì Jared.
 
- ok, ok…. e… questa?! Questa, dai! Questa va bene!- dall’alto del suo impegno, il turco mostrò il proprio menù all’uomo di fronte a lui, sicuro di aver trovato quella giusta.
 
- c’è il FORMAGGIO!- scosse la testa l’americano.
 
Tarkan alzò gli occhi al cielo: se Jared stava tentando di rendersi noioso e petulante ci stava quasi riuscendo. In ogni caso, decise di non demordere…
Non così presto almeno.
 
Nel mentre si palesò una cameriera.
- Signori, ordinate qualcosa?!-
 
Jared la guardò dal basso all’alto con sufficienza: la solita bionda slavata tettona… iniziava a detestarle!
 
- Oh sì! Io patate fritte, bistecca di carne alla griglia, ben cotta, mi raccomando!- a quelle parole, gli occhi di Jared si sgranarono per l’affronto, inorridendo - e a lui.. beh… a lui, una bellissima insalata mista! Ma mi raccomando, non metta nessun tipo di animale o derivato di animale dentro! O il mio honey potrebbe tirargliela dietro!- scherzò.
 
La ragazza, sorridendo e ringraziando, ritirò i menù e se ne andò.
 
- Ma sei impazzito?!?!?!? - chiese Jared, su tutte le furie.
 
- Beh?! Che ho detto?! Mi sono assicurato che sia un insalata di sole piante! … dovessi tu ingrassare… oh vegano!-.
 
- Uno, sono vegano per principio, non per non ingrassare! Due… mi hai chiamato in quel modo di fronte a quella!!!- la faccia del cantante dei Mars rasentava l’incazzatura.
 
Tarkan non lo calcolò, trovando più interessante il sistemarsi il tovagliolo sulle gambe.
 
- Sei odioso… odioso davvero!- concluse allora Jared.
 
- Mai come te, questa sera…!- due occhi verdi lo squadrarono.
 
- Ho i miei buoni motivi…! E poi, ti avevo detto che non volevo uscire. Hai insistito tu…-.
Gli occhi azzurri fissarono le proprie mani prendere bottiglia e bicchiere, e versare l’acqua dell’una dentro l’altro.
Il labbro inferiore e superiore si sporsero in avanti, mostrando uno dei suoi migliori bronci.
 
L’uomo di fronte a lui rimase imbambolato a fissarlo.
 
Jared bevve l’acqua, con un eleganza unica nel suo genere.
Ogni sua mossa, ogni suo respiro, ogni suo movimento, a qualsiasi occhio attento, avrebbe emanato grazia e compostezza.
Anche nel mettere il broncio, non aveva mai perso quell’aura di grazia e perfezione che lo caratterizzava.
 
È vero: c’era da ammettere, si ripeté Tarkan nel cervello, più e più volte, che quella sera era scontroso, ed isterico come una divah col ciclo.
Ma tutto ciò, seppure esteso all’ennesima potenza, non intaccava l’aura di precisione con cui ogni arto del suo corpo si muoveva: come se tutti i movimenti, dai più semplici e basilari, come respirare, ai più complicati, fossero studiati e riprodotti con cura minuziosa da un’artista ultra pignolo…
 
Il cantante dei Mars posò il bicchiere sul tavolo, cercando di produrre più rumore possibile: magari avrebbe risvegliato dal torpore quell’uomo di fronte a sé che lo stava fissando.
 
Ma niente da fare… ormai quegli occhi verdi erano intenzionati a fargli una TAC.
 
- La smetti?!- soffiò, senza più alcuna acidità. Si stava rassegnando pian piano a quello sguardo che aveva costantemente addosso.
 
Tarkan scosse la testa, risvegliandosi, guardandosi per un attimo in giro, per poi di nuovo abbassare lo sguardo sul tavolo.
Le sue mani presero a giocare fra loro, intrecciando nervosamente le dita: improvvisamente gli era montato il nervoso. L’uomo di fronte a lui lo affascinava, ma al contempo lo metteva in soggezione.
 
- Scusami.. è che…- alzò gli occhi verdi su di lui - sei… sei davvero così bello e… non mi stancherei mai di guardarti… cioè- si umettò le labbra con la lingua.
Fece spallucce - Guardarti mi fa stare bene… non so spiegarti come… credo di capire gli Echelon, in qualche modo… sei… sei così bello… ma non di quella bellezza stucchevole. Che dopo un po’ ti stanchi di guardare. No… sei.. sei proprio bello, perché non si può che non guardare che te… e ti sembrerò uno stupido, uno sciocco, un cretino, o tutto quello che vuoi ma… io… ho bisogno di guardarti… i miei occhi hanno bisogno di.... - abbozzò un sorriso imbarazzatissimo, grattandosi il sopra del labbro superiore -… di te… della luce che emani… del carisma che risiede in te… e ti rende tutto quello che sei…-.
 
Jared rimase di sasso, con la mano ormai priva di forza ad avvolgere con dita insensibili il bicchiere mezzo pieno d’acqua.
 
- Puttana della musica?! Vero o no, chi se ne frega: hai ragione tu… l’unica cosa che posso fare, seppure monotona, seppure te l’avranno detta in tanti… seppure scontata… è dirti che… sei bellissimo… sei bello… così bello, che dirti che sei brutto dovrebbe essere considerato illegale…-
 
Tarkan, dopo la sua confessione, aveva finito per distogliere gli occhi un attimo, con la scusa del vibrare del sul telefono sul tavolino.
Era solo un messaggio, nulla di che… Ma grazie a chissà quale divinità, lo stava aiutando a non andare oltre tutto quello che aveva già svelato di pensare segretamente.
 
- Grazie…- fu il flebile sussurro, accompagnato da un sorriso, che fluì dalle labbra del cantante dei Mars, prima di riportare il bicchiere alle labbra.
 
E così il bel manzo turco ci era riuscito: aveva finito per metterlo in imbarazzo…
 
… Sarò proprio io, che sono nato con il pianeta dei manzi, non importa di che origine, contrapposto al mio?!
 
Finì di bere l’altra metà d’acqua rimasta, mentre la cameriera iniziò a portare una delle ordinazioni: patate fritte con diverse salse a scelta.
 
Si udì un nuovo bip del BB.
 
Come il telefono di Tarkan, anche lui era posato sul tavolo ma con lo schermo rivolto verso la superficie di esso.
 
Poteva essere un messaggio o un email.
 
Jared, però, non aveva voglia di saperlo.
 
Tutto ad un tratto, ai suoi occhi, la serata era cambiata.
Tutto era cambiato.
 
Il suo punto di vista era cambiato.
 
Sorrise tra sé e sé: è proprio vero, a volte, una gentilezza da qualcuno che ci tiene, può cambiare tutte le carte in tavola, e renderti la giornata migliore di quanto non fosse stata fino a quel momento…
 
Tarkan notò quell’ulteriore cambiamento d’umore in lui, ma non lo punzecchiò, e non glielo rinfacciò: in alcun modo.
Quel risultato gli bastava ed avanzava. Ed avrebbe fatto di tutto, affinché fosse durato il più allungo possibile…
 
 
 
 
 
 
 
Il resto della serata trascorse tra battutite, punzecchiate, neanche fossero due amici di vecchia data…
Finito di bere il caffè, Jared si scusò un secondo ed andò in bagno.
 
Tarkan lo seguì con lo sguardo, finché la sua figura non si confuse tra i tavoli ed altra gente che si alzava.
 
I suoi bellissimi occhi verdi si abbassarono sul tavolo.
 
Dio, destino, Karma, o chi per lui ne fa le veci: il BB era rimasto sul tavolo, affianco al suo telefono.
 
Si sa, la curiosità è assolutamente e straordinariamente donna…
E Tarkan, da buon gustaio, non ha mai detto no.
 
Assicurandosi che Jared non fosse già di ritorno, rivoltò lo schermo del BB verso l’alto.
 
Sbloccò la tastiera.
 
Lui e la tecnologia erano stati molto amici, fin dall’inizio dei tempi…
 
Per questo si ritrovò a spulciare con nessuna difficoltà tra i messaggi di Jared.
 
Aveva tre messaggi in arrivo e tre email…
 
Un altro bip del BB segnò l’arrivo di un quarto messaggio.
 
Tre messaggi erano di un certo Shananimal ed uno di un certo Mofo..
 
Non li lesse, preferendo curiosare su di chi fossero le email.
 
Girovagando tra i vari menù, uscendo di qua, entrando di là, finalmente aprì la posta elettronica.
 
Una email era firmata da un certo Jean e recava come oggetto “scuse”.
Ed era appena stata ricevuta, assieme all’ultimo messaggio di E.F.. Recavano lo stesso orario.
 
Le altre due email non avevano oggetto, ma il mittente era…
 
- Io credo che possiamo anche andarcene…-.
 
La mano di Jared, appena tornato, gli coprì la visione del display dello smartphone su cui stava curiosando, proibendogli di leggere il mittente degli ultimi due messaggi di posta elettronica contrassegnati come “non letti”.
 
Tarkan, sorpreso in fragrante, alzò lo sguardo dopo pochi attimi di shock, incontrando un sorriso felino, furbesco, condito da due occhi azzurri, che minacciavano morte.
 
Il BB svanì dalle sue mani, venendo recluso nella tasca della giacca dell’uomo in piedi.
 
- Pagato il conto?!-, chiese Jared, rimanendo in piedi, bevendo l’ultimo sorso d’acqua.
 
Il cantante turco, aspettandosi una reazione spropositata, rimase basito nel non averla.
- No… vado subito…- convenne, alzandosi, lasciando un ultimo sguardo all’americano, prima di allontanarsi verso la cassa.
Il cantante dei Mars scosse la testa, chiudendo per un attimo gli occhi, con un angolo della bocca alzato in una sorta di sorriso rassegnato: lo aveva fatto apposta.
 
Lasciare il BB lì era stata una provocazione.
Sapeva che l’altro uomo non si sarebbe fatto molti scrupoli, ed avrebbe sbirciato…
Così come fece quella notte a NY, finendo per segnarsi il suo numero di telefono, l’albergo dove avrebbe alloggiato a Toronto ed altre cose così.
 
- Fatto… possiamo andare…-.
Tarkan, arrivato alle sue spalle, stava sistemando la ricevuta nel portafoglio.
 
- Grazie per la cena..- si girò su se stesso Jared, per non dargli le spalle, ma senza neppure guardarlo in faccia, finendo di infilarsi la giacca, afferrando la sciarpa sul tavolo ed indossandola.
 
Uscirono dal locale ringraziando la commessa che li aveva serviti e il tizio in cassa…
 
 
 
 
 
 
Fuori di lì, Tarkan iniziò a camminare, apparentemente senza meta.
Jared gli era a fianco, seguendolo.
 
Passarono alcuni isolati, finché finalmente si ritrovarono nel porto.
 
I giochi di luci, il sottofondo delle onde contro un veliero ormeggiato lì, fecero alzare due paia di occhi di cielo dalla strada, per posarlo sulla meraviglia di colori ed atmosfera nel quale era immerso.
 
L’altro uomo, lasciatosi Jared più indietro, a meravigliarsi di tutto ciò che lo circondava, si andò a sedere su una panchina di pietra, rivolta verso il mare.
 
Quando l’americano si risvegliò da tutta quella meraviglia, si diresse verso il ficcanaso di quella sera, rimanendo però in piedi.
Le mani erano dentro le tasche della giacca.
Col mento giocava con la stoffa morbida della sciarpa, strofinandola da esso fino alle labbra, in un movimento vizioso ma piacevole.
 
Si guardarono, senza dirsi nulla.
 
Poco dopo, Jared tornò a guardare il porto, dandogli le spalle…
 
Si ricordò di una passeggiata serale a Dublino, di tanti anni fa… forse una di quelle serate così romantiche, così perfette, che fai fatica a rimuovere…
Perché, per quanto ti possa far male un ricordo, se ti ha portato felicità, è davvero una cattiveria cancellarlo.
Probabilmente era anche una delle prime volte che uscivano insieme, ammettendo ufficialmente tra loro di stare insieme…
 
I pugni di Jared si strinsero, nelle tasche della giacca, come ad afferrare quel ricordo.
Perché quella non era Dublino… e l’uomo che era con lui non era l’uomo che amava.
 
Si girò nuovamente a guardare Tarkan, totalmente immerso nella scrittura di un messaggio al telefono.
 
Era bellissimo, davvero: fisico mozzafiato, occhi grandi, espressivi, verdi come lo smeraldo baltico.
 
Davvero un bellissimo filetto di manzo…
 
Peccato non fosse il suo manzo... irlandese..
 
Irlanda…
 
Quando gli mancava?! Tanto…
 
Ma chi… lo stato… o il manzo di cui ne era originario?!
 
Calciò un sasso, come se avesse potuto metaforicamente dare un calcio a quei mesi di merda che non smettevano ancora di torturarlo psicologicamente.
 
Quella sera, e ci aveva pensato più di una volta, poteva essere l’occasione giusta, l’occasione per lasciarsi alle spalle tutto, andare avanti.
 
Ma dentro di sé sentiva che non era ancora giunta l’ultima parola.
Non era ancora finito niente, anche se così sembrava.
 
E seppure, la sua speranza, se così poteva chiamarla, era solo una sensazione, al momento, confidava in essa, più di ogni altra cosa.
 
Il suo sesto senso era raro che sbagliasse…
 
 
 
 
Tarkan si alzò da dove era, e lo raggiunse con passi lenti, rimanendogli però distante.
 
Jared si girò di poco, e puntò i suoi occhi di cielo in quegli smeraldi orientali.
 
L’altro aprì mani e braccia, in segno di resa.
- Beh?!-.
 
Il cantante dei Mars alzò entrambe le sopracciglia, con sufficienza.
- Beh!?- rispose a tono.
 
- Ti ho spulciato nel telefono…. E mi meraviglio che ancora tu non mi abbia ucciso, crocefisso, accoltellato o gettato sotto una macchina che passava per strada!- ammise Tarkan.
 
- Quando qualcuno tocca il mio BB… di solito viene torturato, non muore in modo indolore!- esclamò l’uomo barbuto, facendo un occhiolino.
 
Il cantante turco di ritrovò ad abbassare le braccia e le spalle.
- Infatti… mi pareva troppo strano…- sorrise, poi - spero almeno quell’insalata ti sia stata gradita…- cambiando discorso.
 
Jared annuì, senza dire più nulla, per poi voltarsi verso il porto.
Le luci che si riflettevano in modo bizzarro sull’acqua avevano un potere iptonico.
 
 
Tarkan si azzardò a fare qualche altro passo in avanti, fino a ritrovarsi al suo fianco, per poterlo guardare meglio.
 
Nell’aria c’era l’odore del mare, della brezza serale e… di lui.
 
Assottigliò gli occhi verdi, ispirando meglio col naso: erano fianco a fianco, ora, e poteva sentire distintamente l’odore di fresco che emanavano i suoi vestiti, e non di meno la sua pelle.
 
Lo stesso odore che l’aveva portato ad avvicinarsi a lui, qualche sera fa a New York.
 
- Non sniffarmi, non sono una droga… e tu  non sei un cane!- puntualizzò l’oggetto delle sue fantasie.
 
Tarkan si ritrovò a ridacchiare.
- Scusa, scusa… è che… diamine… la tua pelle…. Io… cioè… che cavolo di bagnoschiuma o dopobarba usi?! Emani un profumo di feromoni, che farebbe ingravidare da sole le mucche, e farebbe ingrifare i tori! E non sai dello stesso Hugo Boss che ho comprato, a forza di guardare la tua pubblicità…-.
 
- Ma come sei gentile…! Ci mancava poco che mi dicessi che puzzo come un animale!- rise Jared, senza prendersela a male.
 
L’uomo di fronte a lui notò il cambiamento: non era più sul difensivo-isterico, ora era più rilassato e propenso al dialogo. Dentro si sé sorrise compiaciuto.
 
- … E comunque non uso chissà quale marca… roba naturale che acquisto da una bottega artigianale italiana… tutta roba cruelty free…- aggiunse poi, portandosi le mani dietro la testa, slegando i capelli.
 
Inclinò di poco indietro il collo, e agitò la testa, lasciando che i capelli riprendessero una piega naturale, non più costretta dalla legatura dell’elastico.
 
Tarkan si senti mancare: quell’uomo, tutta barba e capelli leggermente corti, stava diventando un pericolo per i suoi ormoni, in via di implosione.
 
Jared, ravvivandosi i capelli con una mano, tornò a girarsi verso di lui.
- Tu sei più mucca o più toro?!- chiese, con un sorrisino bastardo sulle labbra.
 
- E-eh?!- balbettò l’uomo dagli occhi verdi, ormai sgranati, non capendoci più nulla.
 
- Ti sei autoingravidato come le mucche di cui parlavi…. Oppure ti sei ingrifato come un toro?- chiese, ridacchiando bastardamente.
 
Il cantante turco si riprese dopo due secondi, giusto il tempo per i suoi ormoni di farsi da parte, lasciar viaggiare le informazioni dall’orecchio al cervello, e lasciargliele elaborare.
- Guarda… sono ingrifato, e mi hai anche messo incinto… contento?!- rispose, strofinandosi una mano sull’addome.
 
- Che poi…- iniziò a parlare fra sé e sé Jared - Mucche… Tori… Sempre i MANZI in mezzo… perché!? Perché proprio a me?!-.
 
- Qui ne vedo solo uno di Manzo, tesoro!- si batté una mano sul petto Tarkan, convinto.
 
L’uomo dagli occhi azzurri iniziò a ridere a crepapelle. Rise così tanto, per i film mentali che si stava facendo, sul perché fosse perseguitato dai manzi, di qualsiasi provenienza, che dovette sedersi sulla panchina.
 
Tarkan lo seguì, rimanendo però in piedi.
 
- Si può sapere che cazzo ti ridi?!- si mise le mani sui fianchi - non sono abbastanza manzo per te?!-.
 
L’altro agitò una mano di fronte a sé.
- No… non è per questo… sono io… che sono perseguitato dai Manzi!!!!-.
 
Il cantante turco alzò un sopracciglio ed inclinò un po’ la testa a destra, sporgendosi in avanti.
- Cioè?!-.
 
Jared smise improvvisamente di ridere.
- Possibile… tu ti sia informato su di me.. e non abbia letto la cosa più famosa su di me, dopo che sono un cantante ed un attore?! Oltre ad esser stato testimonial di Hugo Boss?!- chiese, ora serio.
 
- La mia vita non è basata sul farmi i fatti degli altri!- rispose Tarkan.
 
- … strano… dato che ti piace tenere il mio BB tra le mani…- provocarono un paio di occhi azzurri.
 
- Forse perché non posso tenere altro di te tra le mani?!- fu la veloce risposta del manzo turco.
 
- Scaltro il ragazzo…!- asserì Jared, con un fischio, non aspettandosi una battuta del genere… o forse sì!?
 
- Comunque… cos’è che dovrei sapere?! Oltre che sei attore e hai una band?! Spacci droga?! Hai un giro di prostituzione!?- chiese rendendosi più che mai curioso Tarkan.
 
Jared ridacchiò: inutile nasconderlo, ficcanaso è il soprannome giusto per lui!
 
- La parola FarrelLeto non ti dice nulla?- chiese, scandendola bene.
 
Il cantante turco scosse la testa.
- Cos’è?! Un tuo progetto?!-.
 
La risposta, data con quell’innocenza totale, provocò un risolino al cantante dei Mars, rendendolo una vera Divah.
Si passò una mano tra i capelli, massaggiandosi la base del collo.
- Dai sforzati! Non ti viene in mente nulla?!-.
 
- Che si chiami FarrelLeto?! Ma che ne so.. è una catena di supermercati?!?!?!?! Un movimento vegano?!- andò per tentativi Tarkan.
 
Jared prese a ridere, facendo un mega facepalm.
- Ok, ok, mi arrendo! Non lo sai! E di questo passo non ci arriverai mai!-.
Quando si tolse la mano dal viso, si ritrovò due occhioni verdi puntati nei suoi: Tarkan si era seduto al suo fianco.
 
- Mi dici, allora, cos’è ‘sta roba?!?!?!?!?- sempre più curioso.
 
Jared annuì.
- è una sorta di “movimento letterario e non” cresciuto fra gli Echelon e non… per lo più sono fanfiction scritte, ma ne sono stati fatti anche fotomontaggi… alcuni, ti dirò, molto carini e ben fatti, quasi da rasentare la realtà! Ahahahah!-.
 
- sì, ok… ma cosa riguarda?!- chiese Tarkan, ancor più curioso: lui doveva sapere, o sarebbe morto di curiosità!
 
- FarrelLeto è l’unione di Farrell e Leto…. Ci arrivi ora?!-.
 
- Leto… Jared Leto.. quindi tu!- lo indicò l’uomo dagli occhi verdi, e Jared gli annuì - ma… Farrell… cos’è?!-.
 
Il cantante dei Mars sgranò gli occhi.
- Mai visto Alexander The Great?! Parnassus? Crazy Heart?! Ondine?! Fright Night?!-.
 
Tarkan si morse un labbro, tirandosi indietro, poggiando la schiena allo schienale in pietra della panchina su cui erano.
- Ehm… io.. non amo molto il cinema… potresti nominarmi tutti i film che vuoi! Non è il mio campo…-.
 
Jared, ebbe allora un’illuminazione.
- ok, ok! Ieri sei stato alla mia Premiere, giusto?!-.
L’altro annuì.
- fuori dal costrutto dove l’abbiamo proiettato, c’erano i vari manifesti sui film presentati!-.
L’altro annuì nuovamente più convinto, cercando di ricordare.
- c’era il manifesto di Total Recall!!!-.
 
- Arnold Schwarzenegger?!?!?!- esclamò  Tarkan.
 
- Ma noooooooooooo!!!- sbraitò Jared - il remake fatto da COLIN FARRELL!! CAZZO!!!-. Aveva ormai perso le speranze.
 
Il cantante turco, rifacendo mente locale, si ricordò del manifesto di Total Recall che troneggiava nella via dove si celebrò il TIFF.
Finalmente fece due più due.
 
Sgranò gli occhi.
 
- Quel… quel… FARRELL?!?!?!?- lo guardò come fosse spiritato.
Poi si ricordò improvvisamente di altri dettagli.
- Quindi… quel… quel Cole… quello che hai nominato per tutta la notte mentre dormivi un sonno disturbato da incubi… L’amore della tua vita è…. è… COLIN FARRELL?!?!?!?!?!??!?!!?-.
Due occhi verdi lo fissarono impietriti.
 
Jared timidamente, scansò gli occhi da lui, riportandoli sul porto di fronte a loro, annuendo.
- Ovviamente ciò che scrivono gli Echelon è solo di loro fantasia… Non abbiamo mai pensato di fare coming out. Non è mai stato nei nostri pensieri. Nessuno dei due ha mai voluto tagliare le gambe alla carriera dell’altro… più la sua che la mia, a dirla tutta… Quindi nulla, di ciò che loro scrivono, si basa su fonti veritiere… è tutto frutto della loro fantasia… ma c’è da dire che, alcuni di loro, ci prendono in pieno a volte… altri scrivono schifoserie assurde!-.
 
Tarkan ci mise qualche attimo a riprendersi dallo shock.
- Ma lui è… ETERO! Cazzo, non conoscerò tutta la sua filmografia… Ma la sua nomina di Bad Boy di Hollywood la conoscono pure le mucche e i tori del mio paese!-.
 
Il cantante dei Mars si voltò verso di lui.
- Lo è stato, è vero… Ne ha combinate tantissime… ma… è pulito. Si è ripulito. Per sé stesso, per la sua famiglia, per i suoi figli….-.
 
- … Per te?!- chiese, in un sussurro, l’uomo al suo fianco.
Aveva paura a domandarglielo.
 
Jared alzò gli occhi al cielo, fissando le stelle.
- Chi può dirlo…!? Lui mi disse di sì… molte volte… tempo indietro, me lo ripeté… ma… io non credo…- tentennò. - Io…. io non ci credo più…- si morse un angolo del labbro inferiore.
 
- Potrei dedurre, dai tuoi occhi tristi, che è finita la vostra storia… ma dal sorriso che accompagna, seppure amaro, le tue labbra, non sembrerebbe lo stesso per l’amore che provi…- asserì Tarkan, senza nessun minimo intento di infierire o altro. Era solo una pura constatazione.
 
Il cantante dei Mars si girò lentamente verso di lui.
Gli occhi erano lucidi. Ma non avrebbe pianto.
- Tu dici?!-.
 
- Tu lo ami?!- chiese il manzo turco.
 
- Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!- protestò Jared - non vale!-.
 
Tarkan allungò una mano, e sfiorò con il dorso di due dita, una guancia dell’uomo di fronte a sé.
- Ti ha ferito così tanto… da far trattenere lacrime di dolore, a questi spicchi di cielo, bellissimi?!-.
 
Il leader dei Mars sorrise amaramente, mordendosi entrambe le labbra, socchiudendo gli occhi, ed indietreggiando a quel tocco.
 
L’altro capì che era meglio non invadere più di tanto il suo territorio per ora.
 
- … Lui e mio fratello, hanno avuto la bellissima idea di farsi una bocca a vicenda… ad un party a cui eravamo stati invitati tutti e tre… e…-.
 
- E te l’hanno nascosto?!-.
 
Jared scosse la testa.
- Sarebbe stato meglio, se non lo avessi MAI saputo… il fatto… è che… - tentennò, mentre il ricordo di quella sera si fece vivo in lui, preannunciandosi con una fitta all’addome - io li ho visti… beccati in fragrante… poi ho aspettato… aspettato che confessassero… ma.. ma non successe, così… corroso dalla gelosia e del dolore, l’ho lasciato, senza dargli un vero motivo... E ho atteso ancora… Un mese… un mese, finché mio fratello mi ha confessato tutto, ed ha chiamato Colin a chiedermi scusa… Colin non sospettava che io sapessi… Così, dopo avermi raggiunto da Dublino a Malibu, ha vuotato il sacco… e… la versione sua, combaciava con quella di mio fratello… che combaciava esattamente con quel poco che avevo visto, e da cui scappai quella lontana sera dal party maledetto…-, terminò con un fil di voce il suo racconto.
 
Tarkan, colpito da quella storia, si gettò su di lui, abbracciandoselo stretto.
- Mi dispiace…- sussurrò.
 
Jared non disse nulla.
Sorrise amaramente, senza muoversi o liberarsi da quell’abbraccio.
 
- Nessuno meriterebbe un dolore del genere…- sussurrò il turco.
 
- Evidentemente, io, sì, se mi è successo…- asserì l’americano.
 
- Non lo dire neppure per scherzo! Certo… Del proprio compagno non ci si può fidare a volte, e si sa… Cioè, voglio dire: la carne è debole per tutti… Sarebbe potuto capitare anche a te, capisci?! Di trovare un uomo, o una donna, o quello che ti pare, che ti prendesse fisicamente, e di fartici una sacrosanta scopata…
Lo sai bene: noi artisti di un certo ambiente non stiamo a guardare molto “la fedeltà” in un rapporto. Per noi c’è il sesso e l’amore. E sono due cose completamente differenti. E tu non sei così chiuso di mentalità, da non poter accettare una delle cose più ovvie del nostro mondo…
Tu sei Jared Leto: sei quanto di più lontano ci sia dai canoni normali morali.
Tu non sei alternativo. Tu sei l’essenza dell’alternativo, dell’eccentricità.
Tu sei il coraggio di osare. Tu sei la libertà di espressione. Tu, e credo di parlare anche a nome dei tuoi Echelon, sei l’essenza della libertà interiore.
Sei la spinta che ti porta a conoscere parti di te stesso che rinnegavi, o che prima semplicemente ignoravi, o, ancora, non conoscevi proprio.
Sbaglio o Artifact è proprio questo?! Hai raccontato le tue scelte, la tua storia, il tuo amore per la musica, e la dura e cruda realtà su te stesso ed i contratti che hai dovuto firmare con la EMI.
E nel fare causa alla EMI, ma tornandoci sotto contratto, anche solo per This Is War, hai dimostrato due cose: la prima, che si potrebbe vedere come una sconfitta, cioè il fatto che hai fatto causa alla suddetta casa discografica, ma poi hai rifirmato per lei. Questo vorrebbe dire che allora è stato tanto fumo per nulla?! La seconda, è che, pur rimanendo imbrigliato in “giochi di potere” più grandi di te, sei voluto rimanere fedele alle tue idee… a te stesso.
Sai di far parte di un sistema, di cui non ti puoi liberare, forse non in modo immediato ed indolore, ma non ne vuoi essere totalmente uno schiavo. Non ne vuoi essere uno strumento. Vuoi rimanere un individuo.
E questo, certo, non è il massimo che si può desiderare, ma è il meglio di ciò che si può avere, in questi mondi che viviamo, dati i tempi che corrono.
Ma….beh, Certo… La cosa che risalata dalla tua situazione sentimentale è che… Un fratello che ti fa una cosa del genere: è quello che ti continua a rodere dentro! Spero tu l’abbia picchiato a sangue e mandato all’ospedale, Jared! Non sono per la violenza, ma, cazzo! Certe cose ti fanno davvero smettere di ragionare! Una cosa, credo che sia stata se Farrell si fosse scopato uno sconosciuto… una cosa, è essersi scopato tuo fratello… -.
 
Il cantante dei Mars abbozzò un sorriso mesto
- Su Artifact e la EMI hai ragione…-.
Poi aggiunse ridacchiando
- E comunque… Io amo troppo entrambi per fargli del male…-, sospirò - li amo davvero troppo nonostante tutto…- aggiunse in un sussurro appena udibile…
 
Tarkan mollò la presa intorno al suo busto e con le mani prese il volto di Jared, costringendolo a fissarlo negli occhi.
-Eccolo il tuo problema…-.
 
Due occhi azzurri lo guardarono leggermente spalancati, ed in aspettativa.
Si sentiva così incapace di reagire e resistere.
Chiunque avrebbe potuto fargli di tutto in quel momento.
 
Anche se la prima cosa che veniva in mente era strapazzarlo di coccole.
 
- Tu, li ami così tanto… che non è il perdono loro che devi trovare e che stai cercando… Tu non perdoni te stesso, per averli già perdonati…-.
 
Una piccola semplice verità…
 
Che mandò in lacrime quegli occhi di cielo…
 
E frantumò i muri di orgoglio rimasti in piedi, e non ancora infranti, che avevano per mesi arginato mari di lacrime, imprigionati nelle proprie segrete, ormai lasciati liberi di fluire…
 
 
 
 
 
 
 
Continua… Creative Commons License
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto / Vai alla pagina dell'autore: Seiten Shiwa