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Autore: Nanek    04/06/2013    6 recensioni
Questa è la storia d’amore di James e Charlie, una storia d’amore come tante, forse, ma unica e perfetta per loro due; una storia d’amore che è stata fermata dalla guerra, la guerra del Vietnam.
Ma in questa storia d’amore, c’è anche un altro personaggio: Billy White, soldato semplice, al primo anno di guerra, amico di James.
Ma perché ci deve essere un altro ragazzo in una storia d’amore? Beh, Billy sarà colui che li salverà entrambi.
Tratto dal primo capitolo:
"Caro James,
mi manchi, e sono ormai ripetitiva, te lo scrivo in ogni lettera che mi manchi, ma non credo mi stancherò mai di farlo; amore mio, aspetto la tua risposta ogni giorno, una risposta che non arriva mai, e che mi sta spaventando"
“Cara Charlie,
mi scuso per le mancate risposte, ma qui si fa la guerra, il tempo scarseggia, e i miei soldati hanno bisogno di me.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Capitolo 9

You Saved My Life, You Are My Hero

 

30 aprile 1975




Un boato lo svegliò di soprassalto.
Una bomba era appena esplosa.
E dopo mesi, per la prima volta, l’aveva sentita esplodere fin troppo vicino a lui.
Billy balzò in piedi, cercando di guardare fuori dalla finestra.
Il cielo grigio, le nuvole nere, le vedeva di nuovo.
Il fumo che invadeva il tutto, la guerra che si avvicinava pericolosamente a lui.
Il suo cuore cominciò a battere più forte.
Un altro colpo.
Spari.
Troppi spari.
Troppo vicini per restare calmi.
Cercò di allungarsi ancora di più, per poter vedere meglio quello che stava succedendo, ma senza successo: quella maledetta catena lo fermava, gli faceva del male, gli impediva ogni movimento.
Sentiva la guerra, la sentiva vicina, e non sapeva cosa fare.

-Ehy! Ehy! Ci sono anche io qui!! Ehy!- urlava, cercando di sovrastare la confusione di quel momento.

Ma nessuno sembrava sentirlo, nessuno sapeva che lui fosse lì, tranne James.
-James! James! Sono ancora qui!- continuava a urlare, ma un'altra bomba sovrastò la sua voce, spaventandolo ancora di più.
Le iridi verdi del giovane White tremavano come le sue gambe, come le sue mani: il panico lo stava assalendo minuto dopo minuto, lo soffocava quasi, non sapeva cosa pensare, e se pensava, il pessimismo regnava nella sua mente.
Sarebbe rimasto lì?
Chi lo avrebbe salvato?

-James ti prego!!- implorò di nuovo, il suo grido fu strozzato da un singhiozzo.

Si sedette per terra, le ginocchia sul petto, le lacrime della disperazione lo invasero senza pietà, senza lasciargli il tempo di ragionare, di pensare a una soluzione.
Era circondato da rumori, da bombe che esplodevano, da spari che rimbombavano dentro di lui.
Due braccia lo avvolsero.
Una voce sussurrava al suo orecchio.

-Non piangere, non piangere, soldato, ce ne andiamo da qui- lo rassicurava l’unica persona che sapeva della sua esistenza.

Billy alzò lo sguardo verso James.
Gli occhi bruciavano, le lacrime sembravano non cedere.
James liberò Billy dalla catena, e lo aiutò ad alzarsi.

-Avanti soldato, meno cose da femminucce e più cose da uomini con le palle.- ordinò il biondo, asciugando le guance del giovane White, che continuava a fissarlo.
Quasi incredulo.
-White porca puttana! Ti vuoi svegliare?- lo schiaffeggiò, notando la sue espressione ancora persa nel vuoto.
-Billy Elliott!- lo richiamò ancora, scuotendolo -dobbiamo andare!-.
-No- riuscì a sussurrare Billy –non verrò con te, tu sei un fottuto traditore.- sputò, lasciando la presa di James.

La risposta di quest’ultimo, fu una risata.
James rideva, di gusto, all’affermazione del giovane soldato.

-Meriteresti mille flessioni con me sopra per l’offesa appena fatta a un tuo superiore, White- annunciò.
-Tu non sei un mio superiore- continuava Billy.
-Ah davvero? Lo racconti al Tenente allora appena raggiungiamo la base, nel frattempo, porta rispetto White, io sono il tuo Caporale-
-James tu non sei uno di noi, sei un traditore!- abbassò lo sguardo, e solo in quel momento, notò che la divisa di James era nuovamente cambiata: una divisa americana.
-E un traditore non merita neanche di indossarla questa!- gli puntò l’indice sul petto, riprendendo a fissarlo, nuovamente stupido dal suo Caporale: come poteva avere il coraggio di indossare quella divisa? La divisa che aveva tradito per tutto quel tempo, come poteva permettersi una cosa simile?
-E secondo te, mio caro White, un traditore farebbe esplodere cinque bombe nella base Vietnamita?- James inarcò il sopracciglio.

Billy rimase impietrito.
-Cosa credi White? Che io tradirei davvero l’America? Hai una bassa considerazione di me allora; mai sentito parlare di infiltrazione? Mai sentito parlare di spie, White?- lo interrogava James, sotto lo sguardo incredulo di Billy.
-Io.. io.. perché non me l’hai detto?!- sbraitò il giovane, non sapendo che rispondere.
-E da quando siamo così in confidenza? Da quando ti fai gli affari miei? – sorrise James.

Billy non sapeva cosa dire.
Le sue preghiere, alla fine erano state accolte in qualche modo: James, James era un eroe, era l’Eroe americano, non un traditore, James stava aiutando l’America, sua unica patria.
Come preso da uno strano impulso, abbracciò il Caporale.
-Io lo sapevo che non ci avresti traditi- gli diceva all’orecchio, mentre James gli accarezzava la schiena.
-Soldato, lei mi sta diventando sempre più femminuccia, avanti! Comportati da uomo- lo istigò, sorridendo.
Billy si staccò da quell’abbraccio, portò una mano alla tempia –Agli ordini Caporale Phillips- urlò, con il sorriso sulle labbra.


 
Tornare alla base non era un’impresa facile.

Bombe che esplodevano troppo velocemente, spari che non cessavano neanche per un secondo: James aiutava Billy a camminare, non troppo in forze per reggersi da solo, lo spingeva, lo incitava a muoversi, il pericolo era sempre troppo vicino.
Il Vietnam era troppo pericoloso: era troppo potente da poter battere.
-Avanti Billy, guarda! Siamo arrivati- annunciò James, notando la bandiera americana della loro base.
Billy sorrise.
Fu una questione di pochi secondi, e il tutto cambiò.

Billy e James avanzavano.
Sicuri che gli altri li stessero aspettando.
James aveva già provveduto a contattare la base, aveva già provveduto ad informare del loro rientro, in quanto le cinque bombe da lui posizionate, erano esplose con discreto successo.
Videro Paul, accompagnato da Robert, medico della base, pronti ad accompagnarli all’interno.
Billy sorrise a quella vista.
James li salutò alzando la mano.
Ma il viso di Paul era strano.
Non sorrideva, Paul.
Paul aveva gli occhi spalancati, preoccupati, e Billy lo aveva notato.
Vedeva le sue mani sbandierarsi all’aria, ma non come saluto, le agitava troppo velocemente per essere un semplice saluto.
Vide mimare le sue labbra.
Mimavano qualcosa, che non lo rendevano felice, l’espressione del suo viso era troppo tesa per essere qualcosa di bello.
Fu questione di un attimo, e Billy capì il significato di quello che Paul stava urlando, ma che non riusciva a sentire, a causa dei boati.

“Dietro di voi”

Quelle erano le parole che Paul stava urlando.
Le mani di Paul stavano a indicare loro di voltarsi e guardare alle loro spalle.
James non l’aveva capito, ma Billy sì.
Il giovane White si voltò.
Dietro di loro, un soldato.
Una divisa diversa da quella americana.
Una divisa nemica.
Un soldato vietnamita.
Un soldato armato.
Un soldato che puntava l’arma alla schiena di James.
-No!!!- urlò il giovane Billy, spingendo il Caporale Phillips, facendolo cadere a terra, nel momento in cui quel soldato si era deciso a sparare.
Fu questione di un attimo.
Le pallottole entrarono dentro Billy White, sotto gli occhi spaventati del Caporale, di Paul, del medico della base.
Billy cadde a terra, il sangue che cominciava a uscire dal suo corpo.
-No Billy!!!!- urlò James, incredulo a quella situazione.
Altri soldati semplici americani si fecero avanti, per difendere James, e per ferire a morte quel soldato vietnamita, che aveva appena colpito Billy.
James trovò la forza di reagire, trovò la forza di sollevare il corpo di Billy, ancora cosciente, ancora con lui, ancora in grado di salvarsi.

Lo portò dentro alla base, e mentre correva, Billy continuava a parlargli.

-S-siamo pari ora, James- sussurrava il giovane White, sorridendo appena.
-Silenzio soldato! Ti affatichi per nulla! Sottospecie di idiota! Come ti è saltato in mente una cosa simile?!- rispondeva James, in bilico tra rabbia e lacrime.
-Lei è sempre così gentile Caporale- sorrise appena, un sospiro -Grazie per avermi salvato quella volta James..- continuava il ragazzo dagli occhi verdi.
-Sei mio amico Billy, lo rifarei altre cento volte, basta parlare- cercava di zittirlo.
-P-promettimi una cosa James…- Billy alzò la mano, la portò verso la maglia del Caporale, verso il suo cuore.
-Tutto quello che vuoi, ma me lo dici dopo okay? Resisti Billy resisti!- gli occhi ghiaccio di James cominciavano a diventare rossi.
-G-giurami che non la abbandoni più..- una lacrima sul viso del giovane –giurami che starai sempre con Charlie, giurami che lascerai la guerra, giuramelo James- lo implorava, sentendosi le forze mancare sempre di più.
-Te lo giuro Billy, lo giuro. Torneremo insieme, in America, organizzeremo feste e ci vedremo sempre, non partiremo più. Saremo amici per sempre Billy, ti prego, non lasciarmi, ti prego Billy resisti.- implorava a sua volta il biondo, bagnando il viso di Billy con le sue lacrime.
-Ti voglio bene James, tu sei il mio..- sorrise –il mio eroe, l’eroe americano di questa guerra- tossì appena –ma prima di tutto, sei l’eroe di Charlie e di Ashley..- le iridi verdi fissarono in alto –Non ti scorderò mai James..- e gli occhi del giovane si chiusero.
-Billy? Billy? Soldato svegliati! Billy White svegliati!!- pianse più forte James.
Posò il corpo sulla barella, lasciò la mano di Billy –Svegliati soldato!! Svegliati!!- urlò ancora, per poi vedere la porta chiudersi davanti a lui.

 
Passarono solo dieci minuti, i dieci minuti più lunghi di tutta la sua vita, prima che il medico uscisse.
James si alzò in piedi, gli andò vicino, lo vide abbassare gli occhi.
-Ha perso molto.. molto sangue- sospirò –non ce l’ha fatta Caporale, mi dispiace- annunciò.
-Posso vederlo?- riuscì a chiedere James, Robert annuì appena.

 
Vederlo disteso, su quella barella, gli fece tremare le gambe.
Si avvicinò al ragazzo, coperto dalla testa ai piedi da un lenzuolo bianco.
Trovò la forza di scoprirlo, solo per vedere un’ultima volta il suo viso.
Sembrava che stesse dormendo.
La stessa espressione da bambino, lo stesso Billy di sempre, che dormiva, che viveva nei suoi sogni.
James si lasciò andare alle lacrime.
Avrebbe voluto dirgli tante cose, a quel giovane, avrebbe voluto dirgliele, ma in quel momento, era sopraffatto dal dolore, e le uniche cose che uscivano dalla sua bocca, erano i singhiozzi.
Accarezzò la guancia di Billy, ancora calda, e la sua mano, al contatto, tremò ancora di più.
Fece un passo indietro, e uscì da quella stanza.
Ad accoglierlo, furono gli occhi del Tenente Bell.
Si asciugò le lacrime, e lo salutò, portando la mano all’altezza della tempia.
-Ottimo lavoro Phillips- si congratulò il Tenente –ma.. purtroppo, non è servito a niente-
James annuì.
-Domani si torna a casa, l’America è stata sconfitta- concluse Bell, allontanandosi.
James si incamminò fuori, troppo fragile per poter stare dentro a quella base, dove in una stanza, giaceva il corpo del suo Billy White.
James uscì, e cercò rifugio sopra un albero, come faceva sempre, il suo unico modo di isolarsi, e stare da solo con i suoi pensieri.
Dall’alto guardava quello che lo circondava.
Il cielo stava riprendendo il suo colore originale, nell’aria, solo il fruscio del vento, non più spari, non più bombe, non più urla soffocate, solo il bisbigliare dell’aria.
Nella sua mente, passavano immagini di quelle poche ore.

Rivedeva ogni singola azione, ogni singolo istante, strinse i pugni.

 

***

Sentiva le bombe esplodere.
Le cinque bombe che aveva posizionato, come richiesto dal Tenente.
Le sentiva esplodere, una ad una.
Sentiva dei passi, i suoi passi, mentre correvano verso una voce, una voce rinchiusa in una cella, la voce di Billy, che lo chiamava, insistentemente, che chiedeva aiuto, perché voleva essere aiutato da lui.

Lo vedeva raggomitolato, vicino al letto, chiuso in se stesso, mentre piangeva.
Le braccia di James che lo avvolgevano, la sua voce che lo rassicurava, le sue mani che lo liberavano dalla catena.
Vedeva i suoi occhi verdi, si sentiva quasi fulminato dall’intensità di quello sguardo, lo stesso sguardo che gli rivolgeva ogni giorno, da quando gli aveva lasciato credere che fosse un traditore.

Poi il loro chiarimento, i loro sorrisi, la fiducia mai persa tra soldato e Caporale, la loro amicizia, che portò Billy ad abbracciarlo, e quasi sentiva il calore del suo corpo sul petto, la stretta di Billy che lo teneva vicino a sé, una stretta che non avrebbe mai dimenticato.
E poi, tutto era cambiato, tutto era andato nel verso sbagliato.
Stavano arrivando, stavano per essere al sicuro, alla base, dove  avrebbero aiutato Billy, lo avrebbero messo al sicuro, per quegli ultimi istanti di guerra.
Ma quel soldato vietnamita, era dietro di loro.
E lui, James, non se n’era reso conto: non l’aveva visto mentre li spiava, non lo aveva visto mentre li seguiva, non l’aveva visto puntargli l’arma contro.

Ma Billy sì.
E Billy, si era sacrificato.
Lo aveva spinto per terra, lo aveva salvato, aveva messo la vita di James come priorità, e si prese quei colpi al posto suo.

Vederlo cadere a terra, era stato qualcosa di scioccante.
La corsa verso la salvezza, la corsa fatta da James per portare Billy al sicuro, nelle mani di Robert: era un ottimo medico, e lui era sicuro che l’avrebbe salvato.
Billy che diventava sempre più debole, sempre più pallido.
Billy che gli chiedeva un giuramento, prima di lasciarlo.

***

 
Gli occhi di James erano rossi, lacrime rigavano il suo viso.
Piangeva in silenzio, il Caporale Phillips, su quell’albero.
La guerra del Vietnam era finita.
L’America aveva perso.
Il giorno dopo saprebbero tutti tornati a casa, dalle proprie famiglie.
E Billy.. era morto quel giorno stesso.

Il Caporale Phillips piangeva, per ogni soldato morto in quegli anni.

James Phillips invece, piangeva per un amico che non avrebbe mai scordato.

Un amico che aveva dato la vita per lui, un amico che non meritava di morire il giorno della fine di quella guerra.

L’Eroe dell’America, l’Eroe di quella guerra, non meritava di morire quel giorno.




 

Note di Nanek
Eccomi!! Come promesso, ecco il penultimo capitolo insomma..
Sono stata veloce vero? Mi faccio i complimenti da sola..
Aaaaahhh avete visto? James non è un traditore!! Era in missione segreta lui u.u non avrebbe mai tradito l’America u.u
E ora la guerra è finita.. e si torna a casa..
e..
sì insomma..
non riesco neanche a scriverlo…
Billy non c’è più =(
So che alcune di voi diranno “ecco, storia bella e lui deve morire”, e mi scuso se sono sprofondata nella banalità.. però.. Billy doveva essere l’Eroe, certo anche James è un eroe, ma Billy.. Billy è un Superhero, e questo suo sacrificio, mi è costato molto, sono affezionata al mio giovane White, ma credo che.. sì, insomma.. che sia giusto così.
Ormai dico cose senza senso, ma la tristezza di questo capitolo è tale che non riesco a formulare qualcosa di decente.
Non ho altro da dire, tranne un : a breve metterò il capitolo finale, e spero che vi piaccia; poi dico Grazie alla Tomma, per la sua recensione alquanto originale, e spero di non averla fatta piangere/arrabbiare con questo capitolo.. spero tu possa perdonarmi! <3
Ma Grazie anche a tutte voi che leggete <3
A presto
Nanek
 

  
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