WINTER IS FALLEN
"Chi sei tu, disse l'orgoglioso
lord, che così in basso io devo inchinarmi?"
Le
note delle piogge di Castamere, note che parevano
sanguinare nell'aria e preparare l'avvento nero della morte con i suoi suoni
terribili e funesti.
Sono
uno Stark. Avrebbe voluto dire Robb
se avesse compreso in tempo il significato della canzone, come invece aveva
fatto con terrore disumano sua madre Catelyn.
Gli
Stark sono una delle famiglie più nobili e antiche
dei Setti Regni e trovano le loro radici nella lealtà, nell'amore per la
famiglia e soprattutto nell'onore.
Robb Stark era giusto e onorevole, come suo padre, anche se il
mondo non gli permetteva di esserlo. E lo stava comprendendo proprio in
quel momento: massacrati a tradimento in
quelle nozze rosse, per mano di coloro che definiva amici e alleati.
I
suoi azzurri occhi color del ghiaccio sono costretti a vedere alcuni uomini
pugnalare più e più volte, decine di volte, sua moglie al ventre. Ogni
pugnalata sembra perforare anche lui, sventrandogli la carne e l'anima a pezzi,
consapevole che non stanno uccidendo solo la donna che ama ma anche suo figlio.
Il piccolo Eddard, una creatura innocente che non é
sopravvissuta molto in quel mondo crudele dove solo gli spregevoli doppio giochisti vanno avanti.
Robb
non sente nemmeno i dardi colpirlo alla spalla, al petto e poi alla gamba. Lo
shock lo paralizza, gli proibisce di comprendere un massacro tanto orribile,
tanto disonorevole. Il dolore fisico però é troppo e il re del Nord cade mentre
le sue urla vengono inghiottite dai tamburi, dai flauti che continuano a
intonare quel canto di morte.
Sente
le grida di quella carneficina, sente le grida dei suoi uomini morire per lui e
di sua madre che si é sempre dimenticata di sé stessa per pensare ai suoi
figli.
Sente
l'ululato del suo lupo Vento Grigio. Lui sa ciò che sta succedendo, il suo
ululato corrisponde alla perfezione con ciò che sente per le sorti del suo
padrone, del suo compagno, la metà umana di sè
stesso. Il lupo grida per avvertire del pericolo, vorrebbe sfondare la gabbia
dentro il quale é rinchiuso per andare a salvarlo.
"I miei artigli sono lunghi e affilati, mio
lord, lunghi e affilati quanto i tuoi."
Robb
riprende conoscenza, il canto di morte non ha smesso di intonare le sue
sanguinose note, la sala del castello é devastata da cadaveri di uomini del
Nord, e la festa si è trasformata in un campo di battaglia dove chiunque può
colpirti alle spalle.
Il
caos non é una voragine, il caos é una scala. Alcuni si aggrappano al reame,
agli Dei o all'amore. Loro si erano aggrappati a questo.. a virtù buone e
onorevoli, sempre e comunque. Ma il caos non concede grazia ai buoni, li spezza
durante la caduta e non lascia margine di salvezza. Quella scala si stava
tingendo del sangue degli Stark, assettata di quel
liquido rossastro, il più nobile di tutti.
Robb
riesce a gattonare verso la moglie, immersa a terra in un lago di sangue. La
sua mano tremante mostra totale incredulità quando tocca il ventre dilaniato di
Talisa, una sofferenza così atroce che gli sventra effimero
quell'animo nobile forgiato dal sangue, gelo e battaglie. Non riesce a
distaccare la mano da quella orrenda ferita, non riesce ad allontanarsi da lei
e dal loro bambino perduto.
Alle
orecchie gli arrivano le grida disperate della madre in cui lo implora di
scappare e di mettersi in salvo. Ma lui pare non averla neanche ascoltata.. É
troppo concentrato a immergersi in quegli occhi scuri dei quali si é subito
innamorato, ingiustamente spenti da colpe non sue; troppo shockato dal
combattere e uccidere coloro che lo hanno tradito, troppo incredulo nel
riconoscere che ha fallito.. Il mondo non premia i buoni e i giusti e lui era
stato ingenuo a credere nel contrario, a cercare non gloria e oro durante la
guerra ma solo la giustizia per la sua famiglia.. Altro non gli serviva.. Ma
con la sua caduta cadono anche coloro vicino a lui.. É questo il suo più grande
tormento che lo perseguiterà anche dopo la morte.
Riesce
ad alzarsi, barcollando. Quel corpo bello e fiero é trafitto dai dardi, dal
quale sgorga il sangue. I corvi là fuori sono pronti a partecipare a quel
banchetto reale. Quasi Robb li sente gracchiare,
avidi della sua carne reale. Il suo orgoglio dice che non l'avranno ma l'animo
é spezzato.
Appena
si alza, la musica di morte cessa di suonare. Il lupo non ulula più nella
notte. A quella consapevolezza Robb sente una
voragine spalancarsi nel petto, peggiore delle ferite fisiche riportate. Ha
perso anche lui.
Il
Giovane Lupo, così lo chiamavano i soldati.
"Ecco
il re del Nord che si innalza"
Walder Frey lo beffa mandando avanti quella squallida cerimonia.
Se crede di ferirlo col suo sarcasmo maligno ha fatto un buco nell'acqua questa
volta.. Non si può ferire qualcosa che é stato già spezzato.. Robb Stark non tenta nemmeno di
ucciderli anche se lo vorrebbe con tutto il cuore, forse non ne sarebbe nemmeno
in grado a cause delle innumerevoli ferite, ma il suo animo é troppo devastato.
Il
solo pensiero di impugnare una spada lo sfianca, il senso di sconfitta fa
breccia nelle sue vene come mai prima d'ora perchè si
rende conto che è tutto perduto. La sua potente forza d'animo si sgretola come
ghiaccio sottile e il dolore sgorga. Il tradimento é così impossibile da
sopportare da paralizzarlo, negarlo ancora a se stesso.
Sua
madre prega ancora il loro aguzzino di prendere lei e di lasciare andare Robb. Il suo primo figlio, l'ultimo figlio che le era
rimasto.
Un'aria
di compassione pervade gli occhi di Robb per un
attimo.. Sua madre avrebbe dato volentieri la propria vita per i figli, lo
aveva sempre dimostrato. Ma lui non l'avrebbe mai permesso, amava sua madre. Si
era sempre sentito più simile a lei nonostante avesse sempre tentato di emulare
il padre come lord.
La
guarda negli occhi un'ultima volta, chiamandola. Il volto di Catelyn é il ritratto della disperazione, un disegno che
l'aveva dipinta troppe volte.
Robb
avrebbe voluto dire di no, che non avrebbe mai venduto la madre per la sua vita
ma il tempo gli fu nemico. Roose Bolton,
un suo alleato e colui che molto spesso gli aveva dato dei consigli, gli si
parò davanti in un soffio di vento.
Robb
quasi vede il manto nero della morte protendersi verso di lui e scavalcare la
sua stessa ombra. Ma non ne ha paura. Suo padre non ne aveva avuta.
"I
Lannister ti mandano i loro saluti." così
dicendo Bolton conficca una lama nel suo cuore e gira
dentro la ferita mortale.
L'inverno
sta arrivando, questo é il motto degli Stark. Robb non avrebbe mai pensato di sentire il gelo avvolgergli
il cuore, pungerlo in ogni sua fibra e arrivare da lui per stritolargli
crudelmente l'animo. L'inverno doveva arrivare per i suoi nemici, non per lui.
Ma il mondo non si nutre d’onore né di lealtà. Si nutre di morte ingiusta e
sangue nobile.
Per
un momento, prima di cadere dell'oblio, Robb vede
davanti ai suoi occhi le mura di Grande Inverno. Non bruciate ma intatte e alte
proprio come se le ricorda.
Sente
le risate dei suoi fratelli quando giocavano alle armi da bambini, il fragore
delle spade di legno e le risate per i tiri mancati di Bran. Non gli
era mai mancata casa sua come in quel momento in cui tutto cadeva. Avrebbe
tanto voluto ritornarci prima della fine, farci crescere suo figlio. Ma le
illusioni di speranza presto si spengono.
Così
il re del Nord cade, senza la possibilità di rialzarsi mai più.
Lentamente,
come se quel corpo fosse ancora forte e non pronto ad arrendersi. I suoi occhi
ormai spenti si legano in quelli ricolmi di lacrime di Catelyn.
Il
tonfo della caduta rimbomba nella sala come se fosse caduto un gigante.
Nello
stesso momento Arya Stark
si dibatte contro il Mastino per andare dentro il castello e salvare la propria
famiglia, anche se dovrà andare incontro alla morte.
Un
improvviso tuffo al cuore la paralizza, vuole urlare ma non esistono grida
capaci di testimoniare la sua rabbia e sofferenza. Un braccio la ferma ma lei
scalpita di più proprio perché sente che quell'impresa é disperata quanto
impossibile. Ma perché le hanno portato via anche loro? Riesce a liberarsi ma
una botta in testa la ferma in maniera definitiva. Il dolore nel cuore fa
ancora più male.
Tutti
gli altri fratelli sembrano collegati da quella caduta, come uno schiaffo
d'acido che suggella il loro sacro legame di sangue.
Jon
ferma all'improvviso il cavallo sopra il quale stava cavalcando a tutta
velocità. I suoi occhi non scrutano gli orizzonti della barriera ma a sud. Dove
stanno uccidendo suo fratello, il suo migliore amico, il suo rivale nei giochi,
il suo eterno compagno che nessun guardiano della notte avrebbe mai potuto
sostituire. Il cuore ha un sobbalzo spaventoso.
Bran
sente la fastidiosa sensazione di quando si appropria dei corpi altrui, da muta
forma qual’é, ma questa volta é diverso. Prova, avverte la sofferenza
indicibile del fratello e della madre. Sente il gelo ghermirgli le ossa per via
di quel potere maledetto e pensa che sia impossibile... deve essere impossibile... ma quella sensazione è troppo vera. La lama ha oltrepassato anche il suo di cuore.
Sansa
sta ultimando la sua acconciatura da lady. Una volta le piaceva, si divertiva.
Ora non più, gli occhi sono stati aperti. Improvvisamente un ago le punge il
dito. Non era mai successo. Sansa é perfetta in queste cose. Dalla ferita esce
un rivolo di sangue. Pulito subito via da una silenziosa lacrima.
Il
piccolo Rickon si blocca nel vedere un corvo volare
sopra di lui. Ali nere, oscuri presagi. Gli viene in mente quando é giunto il
corvo portante la notizia della morte del padre. Senza sapere perché gli occhi
si riempiono di lacrime, un singhiozzo spezza il nome che la sua vocina da
bambino tenta di pronunciare.
L'urlo
di Catelyn poi sommerge ogni cosa. La sofferenza é
terribile e troppo forte. L'immagine di agonia resterà per sempre appiccicata
al suo volto.
Robb...
Il suo prezioso figlio.. Colui che forse ha amato più di tutti gli altri perché
sotto quella corazza d'uomo fatto aveva sempre avuto bisogno del suo sostegno.
Con la sua famiglia lui si sentiva semplicemente Robb,
non l'inflessibile re del Nord. E Catelyn della
famiglia é quella che gli era sempre rimasta accanto. Fino alla fine.
Altro
sangue poi scorre nella sala. I cadaveri sembrano delineati e formare uno
schema d'arte che testimonia l'atrocità commessa. La scala del caos ha bevuto a
sazietà. Ma le lacrime non cessano di scendere.. E nessuno le ascolta.
Dopo
le urla, il silenzio regna sovrano.
Sì ora le piogge piangono nella sua
sala, senza una sola anima a udire quel pianto.
I
menestrelli scriveranno canti su questo massacro, le nozze rosse. Chi ha cuore
ne proverà orrore, tutti ascolteranno e nessuno dimenticherà. Persino i morti
sentiranno, di come l'inverno é caduto insieme al suo signore.
Lo
stemma degli Stark brucia, le rocce della loro casata
si sgretolano… ma il loro nome rimarrà per sempre,
così come la loro storia e come sono vissuti. Con onore e lealtà.
Because
the north remembers.
END.
Dedicata
a Lelahel con la quale ho pianto per questa puntata.
Dedicato agli Stark, che rimarranno sempre nel mio
cuore.
R.I.P Robb Stark
R.I.P Catelyn Stark
R.I.P Talisa Stark
R.I.P Little Ned Stark
R.I.P Vento Grigio
E
ora ritorno a disperarmi. Spero che questa piccola OS vi sia piaciuta e che vi
aiuti a comprendere gli attimi che ha passato Robb
prima di morire. Ho voluto fare un piccolo omaggio al legame che lo lega ai
suoi fratelli, mi sembrava doveroso e spero di non aver fatto dei disastri.
Ogni
commento è ben accetto, spero di sentire le vostre considerazioni su questa
puntata tragica, a meno che non siate tutti morti insieme alla sottoscritta XD
Le
parole in corsive le ho ricavate dalla canzone di Castamere.
E
come sempre… L’inverno sta arrivando. E spero arrivi
per i Lannister, per i Frey,
per Bolton, per tutti loro.
Grazie
a tutti anche solo per aver letto. Buona giornata ^^