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Autore: Doda    21/12/2007    0 recensioni
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Non si tratta della classica lotta tra Luce e Buio... Si è mai chiesto nessuno perchè il "bene" fosse sempre luminoso e pieno di potere "benigno", mentre il "male" fosse sempre scuro e senza speranza agli occhi dei "paladini della giustizia"??? E se invece il così detto "bene luminoso" non facesse altro che abusare del suo potere, per trionfare sempre sul più debole e sui più... "cattivi"? Questa è la storia di Zvastic, Re dell'Oscurità, fratello di Ghardan Indiscusso Signore dell Luce. Chi vincerà l'eterna battaglia? Chi avrà la meglio sull'altro?... L'unico modo per scoprirlo è... Leggerlo...

Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Non può succedere... non ha senso... non ora... Perchè ora??? - Non riusciva a credere ai suoi occhi. Cadde la penna dal tavolo, e il silenzio era così intenso e profondo che al contatto con il pavimetto risuonò come un forte boato.
- Potete spiegarmi quando è iniziato tutto questo??? Sono passati talmente tanti anni, che non ricordo di essere nato senza questa situazione sulla schiena... -
Non aveva torto: nonostante fosse il sovrano del regno Oscuro ormai da qualche periodo, dalla sua nascita aveva vissuto una situazione spiacevole e piena di incomprensioni, nonostante fosse nato proprio da coloro che cercavano di cacciarli... il regno della Luce.
- Mio Signore, credo debba calmarsi. Nonostante tutto, siamo ancora vivi... ed è solo merito Vostro.- Un brivido percorse la schiena di Zvastic e con rabbia si voltò verso Arstoc, suo migliore amico, nonchè servitore di fiducia - Quante volte ti ho detto di non darmi del Voi??? Io sono solo Zvast, il solito pazzo che rincorreva i cervi le prato. Sempre io!!! - Ormai era chiara la disperazione che si era venuta a formare nel suo piccolo cuore. Avrebbe voluto che tutto tornasse ad essere come un tempo, anche se Luce ed Oscurità erano separate, nessuno voleva la guerra, nessuno avrebbe mai puntato il dito contro un altro essere umano.
Lasciarono il Sovrano solo nei suoi appartamenti... Un ceppo riscaldava la stanza, nel lontano camino. Non soffrivano il freddo... erano abituati a vivere nel buio, dove la temperatura non era mai stata calda o tiepitda. Cominciò a pensare a tutto quello che gli era successo dalla nascita a quel momento... era sempre stato diverso dagli altri, non aveva mai avuto la possibilità di confrontarsi con i suoi fratelli minori, perchè morirono prima di compiere l'anno. Invece Ghardan, fratello maggiore, era destinato a diventare sovrano della Luce, quindi gli era impossibile frequentare chiunque fosse inferiore a lui.
Dormiva di Giorno, di notte si divertiva ad inseguire i cervi nel prato, con il suo fidato amico Arstoc. Un giorno venne cacciato via dalla sua stessa gente, ed entrambi non poterono fare altro che dirigersi verso luoghi lontani... lontano da tutto quello che avevano di caro... lontano dalle loro famiglie. Sei diverso da noi... vattene lontano per non tornare... le parole gli risuonavano in testa come il vento soffia durante una notte di tempesta. Tra lacrime e singhiozzi, si addormentò sulla sua grande poltrona e cominciò a sognare giorni felici... lontani da ogni tipo di distruzione o guerra.
Un urlo spezzò il silenzio.
- Mio signore, ci attaccano! - Sono già... arrivati... qui...?... Siamo l'ultimo regno Oscuro rimasto... noi diamo rifugio a chi ha bisogno... Dobbiamo lottare! Corse a prendere le sue armi, che non erano altri che una spada nella quale erano racchiusi tutti i poteri dei Saggi Neri, che forgiarono la spada in una stellata notte di Luna piena, ed uno scudo, forgiato allo stesso modo.
Si diresse verso la torre più alta del castello per poter ammirare il nemico avanzare.
Durante il percorso inconrrò Adina, capo dei Maghi del regno ed Erynn capo guerriero. Le due donne si portarono alle sue spalle e senza fiatare lo seguirono lungo il suo percorso. Giunti ad un bivio, Erynn si portò sulla destra, per discendere nel campo di battaglia al fianco dei suoi uomini, mentre Adina e Zvastic continuarono il loro percorso verso la torre - Sei pronta, mia cara? - chiese lui, quasi intimorito - Sempre per voi, mio Signore. - rispose lei con tono fermo e deciso. -Difendete Voi stessa, e chi ci accomuna. Voglio rivedervi al termine della Battaglia.- e cambiò strada. Ebbene si, Adina era la futura sposa di Zvastic, nonchè madre dei loro futuri figli: due gemelli.
Lei arrivò alla torre, da lassù aveva la possibilità di governare meglio il suo squadrone rimanendo concentrata sulla battaglia, senza essere importunata da urla o sangue. Lui arrivò al fianco di Erynn, che subito lo guardò stupita - Mio Signore, ma alla torre... - lui la interruppe - Basta Adina, per dirigere la lotta. - La donna annuì e guardando in alto, potè vedere la maestosità della maga, che nonostante la gravidanza, portava con grinta e dignità il suo compito a termine.
Gli scudi difensivi non serviranno a nulla in uno scontro diretto... pece... ci occorre della pece! Guardò Belrist, suo secondo, che con uno sguardo intese il problema e cercò di tranquillizzarla, mostrandole con un gesto del braccio le frecce posate a terra, gli arcieri e i grandi barili stracolmi di pece. Subito si calmò, e tornò ad ammirare il campo di battaglia.
Ormai erano vicini. Una freccia interruppe il silenzio, e a quel punto non vi era più la pace.
Erynn guidava le guardie a cavallo e gli arcieri, Adina si preoccupava di curare i feriti a distanza, per quanto le riuscisse e di lanciare freccie infuocate incantate a lunga distanza, per cercare di colpire i Maghi Lucenti.
Fu una lunga lotta e il sangue non smetteva di sgorgare a fiumi dai corpi esanimi dei poveri combattenti uccisi.
Adina era inquieta, poteva sentire l'odore del sangue, non riusciva a tenere la concentrazione sui suoi compiti e per un attimo cessò di operare. Subito Belrist le corse in aiuto, e porgendole una mano sul ventre, intuì che il problema erano i due bambini, in ansia per le sorti del padre. Con un incantesimo di poco effetto, provò a tranquillizzarli, ma i due subito respinsero quello che per loro era un attacco, -Ricorda chi è loro padre, e chi la madre... questi bambini non saranno mai sottomessi da un secondo... io stessa dovrò stare attenta alle loro mosse... eheh... - Adina sorrise e si rialzò - FORZA, UN ULTIMO SFORZO! - Era come se il suo potere e quello dei due piccoli si fosse unito, e con un ultimo attacco potente e decisivo, riuscì a scacciare momentaneamente la Luce dalle terre Scure per poi cadere in un sonno profondo, senza rialzarsi.
Zvastic non capiva, ma poteva sentire che qualcosa non andava. Si assicurò delle condizioni di Erynn, che nonostante qualche ferita era comunque viva. Corse dalla sua amata e senza indugiare la prese tra le braccia e la portò nelle sue stanze.
- Ancora una volta, ci avete salvati, Amore.- Adina sorrise e toccandosi il ventre rispose - Vi, abbiamo salvati. Non sono stata un attimo sola, e ringraziate Belrist, che nonostante i suoi sforzi, non è riuscito a far capire a questi due monelli, quanto la loro madre potesse essere forte... - Zvast le baciò il ventre e accostando l'orecchio al pancione, per poter sentire i due piccoli... scoppiò a piangere, pensando alla terrorizzante idea che avrebbe potuto perdere loro e la madre per sempre. Non combatterà più... non posso rischiare di perderla... - Dimenticate il dono della telepatia mio Caro... se non combattessi, e voi moriste in battaglia, mi sentirei una vedova incapace di badare a se stessa e ai suoi figli. Non mi prenderò cura di voi, se è questo che chiedete, ma dovrò comunque prendermi cura di Noi. - Il ragazzo sospirò... e nonostante tutto, continuò a piangere, tenendola a se come la più preziosa delle bambole di una damigella. -Promettetemi, che per qualsiasi cosa... qualsiasi cosa succeda... non vi sottometterete mai al volere di mio fratello... Non dovete farlo con il cuore. Ma con il corpo si. Se dovessi morire, si prenderebbe cura di voi ne sono certo. Siete troppo importante per lui e per i suoi scopi, non vi farebbe mai del male... - Lei fece esattamente quello che lui le chiese... Annuì con il corpo... Ma non con il cuore...
  
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