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Autore: Kanginak    04/06/2013    1 recensioni
Jak è tornato nel passato per realizzare il suo destino, combattere le Teste di Metallo per divenire il fondatore di Heaven City e in onore del mitico Daxter ho voluto cominciare il racconto alla sua maniera... Commentate!
Genere: Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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IV - Come tutto ebbe inizio Quel ricordo si fermò in quell'istante, non vi dev'essere spazio per certi sentimentalismi in una battaglia, soprattutto per un comandande e capitano quale era Mar.
La distrazione aveva preso il sopravvento e la zampa di una delle Teste di Metallo urtò lo spallaccio di Mar voltandolo e facendolo brancolare per un istante, per poco tempo perse l'equilibrio smarrendosi nei continui attacchi delle 2 fazioni avverse, una nuova bestia a 4 zampe balzò sul Re il quale tentò di difendersi con l'asta della sua lancia.
Mar cadde a terra con il prorompente peso della bestia che ora stava sopra di lui la quale cercava in continuazione di addentarlo al collo con le sue metalliche zanne nascoste nella bocca e sotto il loro argentato cranio lucente, gli uomini erano troppo occupati nel salvaguardare la propria salute per poter preoccuparsi del loro comandante in difficoltà.
Il Re faceva resistenza, il mostro spingeva con le zampe posteriori nel tentativo di raggiungere la gola di Mar, ma l'urlo del Re era tanto potente, tanto selvaggio e liberatorio da far intravedere nei suoi occhi un'aura oscura, ritrovò la sua forza e spinse da un lato la bestia che lo attaccò facendola rimbalzare a terra, le Teste di Metallo però non amavano ritirarsi, nè riposare o dare alcun cenno di stanchezza, così, Mar non ebbe il tempo di riprendersi che la creatura si rialzò veloce correndo nuovamente all'attacco.
Il sovrano sospirò ripiegandosi leggermente all'indietro sulla schiena e alzando la testa al cielo in cenno di stanchezza e noia tornando poi in posizione come una molla, ma anch'esso, rispondendo alla sfida, decise di caricare la bestia con lancia alla mano e saltando entrambi l'uno contro l'altro, Mar conficcò la lama nel torace della bestia, la tirò a sè e voltandosi se ne liberò fendendo nell'aria e lanciando la Testa di Metallo nella direzione in cui era diretta da dove era venuto il re, il mostro, toccando terra, esplose nel consueto barlume di luci viola che segnavano la fine del suo viaggio su questo mondo.
Re Mar atterrò rotolando sulla sabbia e riprendendosi in fretta ritornò al combattimento, era abile con la spada e forse anche più abile con le mani nel combattimento corpo a corpo, ma il Re era conosciuto per altre doti, presto il nostro Signore si sarebbe mostrato per quello che è realmente, il suo passato da cavia per creare il soldato perfetto aveva dato i suoi frutti, l'Eco Oscuro sembrava essere l'unica sostanza di cui viveva, ma nel suo animo si nascondeva un potere di uguale forza, di eguale valore, forse anche maggiore.
Con l'aiuto dei Precursori, dentro di lui viveva florido e forte dell'Eco di Luce, l'Eco più raro e potente del mondo e ogni sua qualità e debolezza lo rendeva il prescelto che era destinato ad essere, un angelo di morte, una piaga che si sarebbe manifestata proprio sotti gli occhi impotenti dei Lurker, occhi desiderosi di ritornare ad ogni costo nei loro villaggi fra le montagne o nell'oscurità delle caverne dove nascevano, a lottare per cibarsi di insetti, a crescere nel fango e nella vergogna, ma furono loro a non accettare quella pietà mostratagli così cordialmente dal sovrano dei 2 mondi, il Re dei Re e ora ne avrebbero pagato le amare conseguenze, da parte degli uomini o dalle stesse Teste di Metallo che scatenarono.
Ogni creatura che Mar sconfiggeva faceva accrescere in lui una forza e una consapevolezza che in parte lo preoccupava, ma sapeva anche che senza il potere che si stava lentamente immagazzinando in lui, la battaglia avrebbe preso una diversa e svantaggiosa piega, più di quei mostri attaccava e più la sua coscenza ne risentiva, a tratti sembrava spaesato, sconcertato, come stesse abbandonando il suo corpo per lasciare spazio a qualcos'altro, qualcosa di terribile ed epocale.
Nel frattempo, Daxter aveva preso dimestichezza con il suo nuovo cucciolo, si dirigeva in ogni direzione a cavallo di quella creatura volante attaccando con sciabolate e artigliate delle zampe e del becco ogni Testa di Metallo gli capitasse a tiro, ma i suoi occhi coperti dai visori erano alla costante ricerca del nemico principale, i Lurker, gli inutili bestioni sembravano scomparsi, anzi, per quanto ne sapevano, gli unici avvistamenti di quegli energumeni senza cervello furono le 4 sentinelle sconfitte dalle mortali punture degli Scorpioni di Metallo.
I tamburi, senza neppure accorgersene, si erano zittiti, silenziosi, e non si avvertiva vibrazione se non quella dei pesanti passi della colossale creatura nascosta dall'ombra della sabbia che si stava avvicinando lenta verso l'esercito di Mar, esercito che sembrava aver trovato un po' d'orgoglio nel combattimento, il Re perse quasi un quarto dei suoi uomini, molte centinaia, migliaia, quasi più di 10.000 suoi adepti caduti nelle ultime 2 ore e ora erano tutti diretti verso una lunga e altissima duna dalla quale provenivano innumerevoli suoni di passi e ruggiti, sottili, lenti, veloci o potenti, quei suoni avrebbero convinto chiunque nel rinunciare alla propria missione qualunque essa fosse, ma i soldati di Mar erano stati cresciuti apposta per non provare timore, non grazie ad allenamenti, non a causa di costanti esercizi e prove, il loro coraggio nasceva dalle non positive esperienze passate, quando i loro villaggi venivano depredati innumerevoli volte, più di 5 volte ogni anno era la media degli attacchi dei Lurker, non usavano però ferire spesso contadini e artigiani per il semplice fatto che anche quei mostri ne avrebbero avuto bisogno in futuro.
I soldati tra i quali si nascondeva anche Mar stavano raggiungendo la cima dell'alta duna con passi pesanti che affondavano nella sabbia, più salivano in cima e più la consapevolezza di essere via via più stremati si faceva chiara, purtroppo sembrava il nemico avvertisse questa stanchezza e ne approfittò alla prima occasione si sarebbe presentata.
Giunti sulla cima dell'ammasso di polvere, gli uomini del re stavano per passare dall'altra parte quando un'enorme sciame di scorpioni spuntarono all'improvviso trapassando la duna da parte a parte e attaccando a piena velocità i guerrieri di Mar facendoli precipitare giù a terra rotolando e venendo nel frattempo attaccati più volte da quelle creature annodate attorno a loro come parassiti.
Mar fissava quella scena impotente, alzò lo sguardo e non potè far altro che osservare i suoi soldati rotolare vertiginosamente e sbattere gli uni contro gli altri, per sicurezza ora si aiutava a salire con l'ausillio della sua lancia, ma avvertendo il sibilo delgli scorpioni, Mar fù colto dallo sconcerto quando vide uno dei suoi uomini rotolargli in contro attaccato da una Testa di Metallo la quale, a meno di 2 metri di distanza si gettò contro il re per attaccarlo abbandonando la sua ultima vittima, Mar caricò un salto per evitare il corpo del soldato che scomparve subito dopo in un tripudio di luci argentate e affondando la lama nella schiena dello scorpione, atterrò conficcandola nella sabbia ritornando a risalire la collina sabbiosa.
Il sovrano però venne distratto dalle urla provenienti da Est, dall'alto della duna si potevano scorgere le luci delle freccie lanciate dall'esercito di arceri misteriosamente chissà verso cosa, quale ipotetica orda li stava aspettando oltre una o due, forse tre colline oppure, la misteriosa sagoma avvistata poco prima della battaglia si ergeva già lì troppo vicina per essere fermata in tempo.
Ogni domanda venisse partorita dalla mente del nostro sovrano, aumentava il suo sconcerto e in un qualche modo, le sue aspettative verso la battaglia in atto, aspettative che sembravano andare scemando in alcuni rari momenti, questi pensieri non dovrebbero palesarsi in un condottiero, specialmente un uomo come Mar, non ne fanno parte e non lo descrivono, eppure erano lì, pressanti ed evidenti, i segni dell'incertezza si facevano chiaramente vedere sul suo viso, viso che fortunatamente per lui era nascosto quasi completamente.
Gli uomini arrancavano, ma erano abbastanza veloci quasi da superare Mar in alcuni frangenti, intanto la tempesta si era momentaneamente appesantita, a fatica si scorgeva la cima della collina e mentre risaliva passo dopo passo,
cresceva in lui la consapevolezza che la vera battaglia non era ancora neppure cominciata.
Daxter volteggiava a poche decine di metri dal suo vecchio compagno d'avventure; alla sinistra di Mar, sulla cima della prorompente duna, la piccola donnola arancione faceva strage di nemici, non fosse stato per il fatto che ogni essere vivente scompariva per sempre con la propria anima alla morte, le cataste di cadaveri sarebbero state innumerevoli, come innumerevoli erano i colpi che scagliava verso terra e verso il cielo contro altre creature volanti simili a quella che aveva domato e che ora controllava con egregia maestria.
"Prendi questo, e poi questo!" Faceva Daxter con tono eccitato e pieno di sè, gli anni passati sulla spalla del giovane re non lo avevano scalfito per niente nel suo animo rampante, sembrava quasi non fosse mai cresciuto dai tempi delle avventure nella futura Heaven City, di fatti non si conosce molto sulla stima vitale di un Precursor, nessuno ne ha mai visti nascere, nessuno ne ha mai visti morire.
Danzava contro il vento, la tempesta non comportava per lui un gran problema, volteggiava con la sua bestiola fra gli sbuffi di sabbia a tutta velocità ridacchiando per le sue vittorie fino a quando i nemici attorno a lui iniziarono ad allontanarsi, Daxter cercava un nuovo bersaglio, in fondo verso Nord, stava scappando una Testa di Metallo a quattro zampe, non ci pensò due volte a gettarsi su di essa con tutta la sua foga gridando:
"Sei mia, bestiaccia!"
Quando ad un tratto, senza alcun preavviso, sotto le zampe della Testa di Metallo che fuggiva via a tutta velocità, si formò un'increspatura, una spece di dosso largo più di 10 metri, la creatura l'attraversò e proprio alle sue spalle, dalla sabbia increspata, un'enorme creatura oscura e vermiforme sbucò terrificante proprio di fronte a Daxter lucento e ruggendo con tutta la sua foga producendo una forte folata calda che quasi fece perdere il controllo alla coraggiosa donnola arancione.
Un'enorme bocca rotonda, profonda decine di metri e tempestata di denti e zanne ingiallite e scintillanti pronte a circondare in un attimo il piccolo animaletto e la Testa di Metallo volante che cavalcava si stava protendendo verso di loro in un sol balzo senza fine.
Daxter non potè neppure guardarla negli occhi, erano minuscoli, scintillanti più delle sue fauci esterne e circondavano da un capo all'altro la bocca di questa terrificante creatura bluastra e rivestita di roccia e metallo che uscendo dalla sabbia produceva un ripetuto rombo basso e continuo, sembrava che quella creatura non avesse una conclusione, quasi facesse parte della stessa terra in cui viveva.
Daxter perse ben presto la capacità di decisione e fù colto alla srpovvista per non dire dallo sconcerto, le sue braccia crollarono, la bocca si spalancò e gli occhi tentavano di osservare quella gigantesca figura impossibile da contenere in un solo sguardo, la sua zampa non teneva più il brillante uovo craniale della creatura, non potè proprio reagire, perciò la Testa di Metallo alata tornò a riprendere il controllo di sè, dei sei arti e della sua volontà, tanto da voltarsi un un batter d'occhio per fuggire alla morsa dell'enorma mostro che si trovava a pochissimi metri da loro.
Le fauci si facevano più vicine, il fetore del suo caldissimo fiato puzzolente si percepiva fin troppo bene e Daxter, nel brusco movimento di curvatura dell'animale, perse l'equilibrio, scivolò, tentò invano di aggrapparsi all'ala uralndo e gridando aiuto, girò la testa e vide le tenebre all'interno dalla gola di quel mostro orribile farsi avanti, la sua espressione era preoccupata, terrorizzata e in un breve lasso di tempo sembrava stesse accettando l'idea di arrendersi a quello che pensava essere il suo destino.
Mar intando si era fermato e fissava il lato della collina che stava scalando per tentare di appurare cosa fosse stato a produrre quel forte rombo sibilante a causa della sabbia alzata, attraverso gli occhiali protettivi riusciva a scorgere l'enorme sagoma che si avvicinava, ma ancora non conosceva l'entità della misteriosa cosa.
Daxter, stremato ed appeso all'ala stava sprofondando velocemente nella sconfitta, si sentiva affranto mentre scorgeva le linee del suo compagno sotto di lui mentre attorno stavano calando le tenebre, le fauci del mostro ormai lo circondavano quasi del tutto, il cuore batteva all'impazzata e il respiro era sempre più veloce e affannoso, la paura lo stava conquistando completamente.
Strinse gli occhi arrendendosi, tentò di pensare a tutt'altro oltre la morte che stava sopraggiungendo su di lui, pensava alle sue scorribande, alle battutacce dirette a brutti ceffi, ai combattimenti adrenalinici che visse e ai pericoli scampati grazie al suo vecchio amico Jak.
Il piccoletto peloso avrebbe dato qualcunque cosa, qualsiasi per tornare a quei tempi, i tempi della spensieratezza, della forza e del coraggio, delle anime fiere, i tempi delle vittorie sul male, i tempi dell'amore e dei lieti fine, tempi ormai lontani e ora finiti.
Ma ogni suo pensiero, tutto ciò che ora gli importava e l'unica cosa che voleva con tutto sè stesso, era rivedere per l'ultima volta Tess.
Non molti ricorderanno la sua storia, tutti i suoi pensieri andavano a lei, l'esplosiva ragazza che fece perdere il cuore proprio a Daxter, simpatica e bellissima, era tutto ciò che voleva da una ragazza come lei, che fosse una grande patita di armi da fuoco o che avrebbe lottato come una folle per ciò che voleva, era una minima parte di ciò che elettrizzava l'animo dell'animaletto quando si perdeva nei suoi grandi occhi marini.
Avrebbe dato volentieri la vita per lei e l'avrebbe data volentieri in questo preciso momento per riaverla fra le sue braccia, soprattutto da quando si sacrificò per Dax mutando grazie al potere dei Precursor in una di loro davanti agli occhi di tutti i suoi compagni d'avventure e agli occhi di Daxter, occhi attoniti e persi nella sorpresa quando gli apparve davanti come nuova guardiana del mondo, come una Precursor in tutto e per tutto.
Visse al suo fianco per un anno al castello di Spargus City, fedele e felice come non lo fù mai stato, il tempo passava in fretta e sembrava che nulla potesse interferire in quel frangente di vita, fino a quando non fù chiamato a scrivere la storia assieme al suo compagno, entrambi furono richiamati indietro nel tempo per risollevare il loro popolo e portarlo alla vittoria contro i loro attanagliatori e nemici.
Nessuno sà perchè ricordò proprio di quella sera, Dax pensava che quelli fossero gli ultimi attimi che avrebbe passato assieme alla sua compagna, fievoli e veloci attimi che quasi non ricordava, vagamente riusciva a ricordare le sue parole, tutto fù tanto fuggente, talmente brusco e alla fin fine inutile, da averlo segnato negativamente, rimuovendo quel ricordo, un ricordo che forse non VOLEVA ricordare.
Tutto ciò che sentiva nella sua testa era:
"Sono fiera di te." Diceva una voce seduta su uno scalino di un'enorme salone illuminato appena da poche torcie sotto cui giacevano delle oasi composte da roccie levigate e acqua piovana che scendeva dolcemente dalle pareti e dal soffitto, quasi silenziosamente, tutto era adornato da alcune piante tropicali in vasi di terracotta con decorazioni ramate, un solo lato della sala dava la possibilità di vedere all'esterno, su quel lato de salone si trovava un trono, un trono metallico, duro e per niente regale, un trono per chi poteva veramente esserne degno, esso si trovava sulla cima di una grande scalinata al centro di 2 immense colonne con delle decorazioni di rame simili ai vasi e alle decorazioni sulle pareti, l'intera vetrata mostrava un cielo blu notturno con pochissime stelle, più in basso l'oceano rifletteva le loro luci e più in basso ancora, Spargus City, la città dei dimenticati e degli esiliati di Heaven City.
A Spargus non si conosceva pietà, nè paura o dolore, se qualcuno non era abbastanza forte da poter sopravvivere o per lo meno da servire a qualcosa, veniva abbandonato nel deserto alla mercè di Teste di Metallo, banditi e delle terribili tempeste di sabbia che lì imperversavano in continuazione.
Le mura della città erano alte e sicure e il mare che si trovava a Nord, fungeva da perfetta difesa per i cittadini, non che avessero bisogno di essere difesi; ogni abitante di Spargus conosceva il pericolo e sapeva bene come difendersi, dal più possente degli uomini alla sarta fino agli anziani mercanti di spezie e cibo.
Quella notte però aveva un qualcosa di magico, almeno per l'irriverente Daxter che vigilava dall'alto della stanza del trono di Mar, prima di allora, non si sarebbe mai avvicinato ad una vetrata simile, era un tipo semplice e non gradiva provare quel piccolo brivido di pericolo e controllo che poteva dare l'osservare fuori dalla finestra di un grandioso palazzo reale, ma non quella notte, quel giorno Daxter era silenzioso e quieto, come se nulla potesse effettivamente accadere, tanto meno qualcosa di brutto o preoccupante, eppure il suo silenzio celava qualcosa, forse un presentimento, era pensieroso e non lo era allo stesso tempo, tanto confuso e rilassato da non aver sentito la sua consorte Tess parlargli un minuto prima.
"Eh? Hai detto qualcosa?" Chiese Daxter alla piccola Precursor senza distogliere lo sguardo dall'esterno.
Tess era seduta con i piedi nell'acqua, l'immensa chioma bionda sciolta e la sinuosa coda color rame le giungeva al fianco, ella sospirò e alzandosi in piedi si diresse verso il suo compagno accarezzandogli il pelo arancione finendo col poggiarsi sulla sua spalla inclinando la testa per capire cosa stesse fissando Daxter, lo guardò e comprendendo che la sua espressione era persa nel nulla commentò semplicemente:
"è una serata stupenda non è vero?"
L'espressione di Daxter non mutò, ma in compenso il suo animo sembrava leggermente più presente dei suoi occhi, così tentò di rispondere:
"Già, stupenda."
Lo sguardo di Tess allora cadde, precipitò lentamente in una fioca tristezza mentre sospirava nuovamente.
"Dax, piccolo, so quello che pensi e a me non importa, tu sei sempre stato il mio eroe." Disse la femminile donnola squotendo le spalle di Daxter e tentando di entrare nel suo campo visivo, ma nulla sembrava poterlo risollevare, anzi, ora l'equilibrio tra irrequietezza e tranquillità che lo reggeva fino ad ora, pendeva verso il lato più negativo, le sue vecchie paure ritronarono dopo un sacco di tempo da quando le seppellì giunto alla fine delle sue pericolose avventure, le sue vecchie insicurezze tornarono a tormentarlo e ad aggirarsi nella sua testa e avvelenare la sua mente.
Lo sguardo di Daxter si chiuse e il suo viso cercò di nascondersi agli occhi della compagnia di vita, ma Tess allora tentò nuovamente di adularlo come aveva sempre fatto facendo con decisione:
"Nessuno avrebbe mai fatto ciò che hai fatto tu."
L'espressione di Tess era decisa, ma la docile Precursor non ricevette ancora nessuna risposta, perciò allungo una zampa sotto il mento del compagno con la stessa decisione di farsi sentire e direzionando il suo sguardo verso di lei, si espresse ancora:
"Sei il ragazzo più fantastico del mondo Daxter, e ti amo per quello che sei."
I loro sguardi ora si magnetizzarono, entrambi sorrisero, poggiarono le loro fronti l'una contro l'altra e serrando dolcemente gli occhi si abbracciarono.
"Grazie Tess, sei la migliore." Rispose aprendosi Daxter, l'abbraccio allora si fece più stretto così come le palpebre chiuse, i respiri erano trattenuti e rilasciandosi tornarono a guardarsi per pochi secondi prima che Tess alzasse le zampe per giocare con le guance di Daxter commentando a denti stretti:
"Il mio morbido pupazzo arancione!"
Lei sorrise alle buffe facce che prendevano forma su di lui, alchè lo guardò dritto negli occhi scorgendo in essi una scintilla che non vedeva più da tempo, il sorriso su di lei si spense piano e dolcemente come una fiaccola, si avvicinò al suo orecchio e sussurrò magicamente:
"Voliamo insieme."
Con un flash Daxter tornò in sè nella battaglia spaventandosi all'improvviso a causa del volatile metallico che bruscamente sbattè le ali facendogli perdere la presa e facendolo così balzare giù verso il vuoto che si estendeva per molti metri più in basso.
Sfuggì così alla morsa della bestia mostruosa alle sue spalle la quale con un nuovo rombo e con goffaggine, cadde conficcandosi nuovamente nella sabbia scomparendo e portando con sè il mezzo che Daxter cavalcò per tutta l'ultima ora, la Testa di Metallo alata scomparve nelle fauci del mostro.
La belva sparì e la cresta di sabbia che produsse sopra di sè si allontò verso Est portando con sè quell'orribile mostro vermiforme e il suono delle sue gigantesche e spessissime scaglie metalliche.
Precipitava vertiginosamente Daxter, la piccola donnola cadeva e cadeva inesorabilmente verso la morte certa finchè un nuovo mostro alato di cui il cielo si stava pian piano riempiendo, lo attaccò recuperandolo prima che finisse a terra, d'un tratto Daxter stava di nuovo volando, ma ora fermo nella morsa degli artigli di un'altra testa di metallo volante.
"Aiuto!" Gridava il Precursor.
"Fatemi scendere!"
Mar nel frattempo aveva assistito alla scena e continuando a scalare la collina sabbiosa, non perse tempo e incominciò a correre più veloce, scansava i soldati, li spingeva con forza e brutalità, sprecava le energie più di quanto non avesse fatto fin'ora in combattimento, gli scorpioni erano tornati a fare nuove vittime e il comandante si stava dirigendo verso la creatura che portava con sè il suo compagno.
I colpi che vibrava la sua lancia erano veloci e letali, non dava alcun cenno di voler rallentare, la sua lama pendeva prima a destra, poi a sinistra come se stesse continuando a sferrare potenti ganci con la stessa mano in cui impugnava la sua arma.
Con un solo colpo riusciva a fendere uno, a volte 2 scorpioni fino a colpire un paio di alate creature che si fiondarono su di lui veloci, ma indifese.
Anche la Testa di Metallo che imprigionava Daxter era diretta verso Mar e quando i nemici cessarono di farsi avanti, la velocità dei 2 aumentò sempre più, la distanza si accorciava sempre più in fretta fino a quando entrambi non poterono vedersi chiaramente, allora Mar saltò e con un colpo netto lacerò il mostro liberando il suo amico.
La creatura esplose così in una scia di fiamme e scintille, Daxter cadde sulla cima della duna e Mar al suo fianco atterrò con una capriola restando così in ginocchio alle spalle dell'amico che pian piano si stava riprendendo dal trauma appena subito.
Respiravano entrambi affannosamente, Dax si concesse di liberarsi dei visori per riprendere a vedere bene o per lo meno meglio e così fece Mar rendendo così più semplice la ricerca dei propri sguardi che si incrociarono soddisfatti e ripagati in minima parte.
Daxter era scampato alla morte e ancora una volta grazie al suo fidato e vecchio compagno.
"G-grazie Ja... Mar." Si corresse Daxter ancora senza fiato, sospirando in fretta e furia e con le pupille strette dirette nel vuoto, il re si stava ancora riprendendo mentre si alzava in piedi e rispondeva:
"Niente che non faresti anche tu."
I suoi occhi erano diretti verso l'alto mentre formulava questa frase, alzò un bracciò e armeggiò per un attimo con la sua arma, Dax allora abbassò la testa ridacchiando affannato e replicò:
"Hehe certo, se avessi un'arma."
Passò un dito della zampa sotto il naso per liberarlo mentre Mar allungava una mano per aiutare il piccolo amico a rialzarsi e gli porse subito dopo una piccola estremità della sua lancia estratta meccanicamente, un piccolo dono da parte di Keira nel caso Mar non avesse più avuto bisogno direttamente della presenza di Daxter.
Si trattava di una vera e propria arma, una lama di circa 50 centimetri interamente ricoperta di oro e rame, sulla parte interna dell'arma, impossibile da vedere quando collegata al resto della lancia del re, vi era il nome di Daxter scolpito con precisione con caratteri Precursor unici e irripetibili per ogni nome.
I tempi dell'aiutante e della spalla per fortuna erano finiti, l'unico cambiamento che si poteva definire positivo sembrava essere questo per la piccola donnola arancione, niente più ruoli di seconda categoria, ora si trovava in prima fila con quello che si poteva definire suo fratello e ora avrebbero combattuto assieme, fianco a fianco per la prima e forse ultima volta.
Si erano ripresi dall'ultimo attacco, si trovavano entrambi in piedi, l'uno di fronte all'altro e con lo sguardo diritto fra loro, un piccolo e impercettibile sorriso d'intesa, un piccolo cenno di ripetto da parte di entrambi abbassando la testa ed erano pronti per tornare alla loro missione.
Nel frattempo gli uomini stavano giungendo anch'essi in cima la grande duna, si fermarono in molti proprio dietro il loro sovrano, pian piano, in poco tempo i soldati si allargarono formando una fila che attraversava da una parte all'altra tutta la longilinea duna di sabbia.
Erano l'uno al fianco dell'altro, gli uomini seppure stanchi non erano affatto abbattuti, sapevano e sentivano che la vera battaglia doveva ancora iniziare ed era più che imminente.
L'ostacolo era passato, l'esercito ora aveva la via libera, gli uomini avrebbero tutti potuto riscendere molto più in fretta adesso che avevano la possibilità di attaccare e colpire chiunque o qualunque cosa li avrebbe aspettati lì dall'altra parte, ma tutti aspettavano un segnale da parte del loro re.
Erano rimasti all'incirca 10.000 uomini, 10.000 anime fiere e desiderose di mettersi alla prova qualunque cosa li avrebbe aspettati, qualsiasi prezzo non era troppo alto per loro, la furia e l'adrenalina della battaglia li aveva avvolti completamente, non sembrava affatto si preoccupassero di perdere la vita o comunque di fallire in qualche modo, per loro sembrava esistesse solo e soltanto la vittoria, vittoria nelle sue forme più gloriose e mitiche, il premio più grande e la ricompensa adeguata per il loro lungo patimento.
In molti però sono caduti, caduti in modo ingiusto e meschino, in modi immeritevoli e più in generale, non sarebbero dovuti morire affatto e anche se in moltissimi verranno ricordati, molti altri verranno presto dimenticati come la polvere che divennero alla loro morte. Nessuno avrebbe potuto mai far nulla per i caduti ora se non commemorare il loro sacrificio in modi che ora non sembrava interessar loro più del desiderio di vendetta che stava pian piano nascendo nei loro cuori e seppur trattandosi di un sentimento oscuro e tenebroso per non dir sbagliato, il morale era comunque ancora molto alto, non c'era alcun bisogno per Mar di incitare quel che restava del suo esercito.
"Non è andata male fin'ora, che altro potrebbe succedere di peggio?" Disse sfacciato e sicuro di sè Daxter rivolgendosi all'amico e sovrano.
Intanto, su nel cielo si ricominciavano a scorgere le infinite frecce scagliate chissà dove sopra di loro, era una preoccupante distrazione, Daxter e il re stavano ora osservando i loro compagni d'armi con fierezza e spensieratezza, il piccoletto arancione quasi sorrideva per la sicurezza, entrambi allora si voltarono verso Est proprio quando il sole tornò a splendere radioso alle loro spalle e uno scintillio davanti a loro li accecò leggermente facendogli alzare una mano per proteggersi dalla luce.
Era finalmente il momento della verità, era giunto il momento di scoprire perchè la battaglia era rallentata così bruscamente interrompendo prima l'attacco Lurker e ora l'attacco delle Teste di Metallo, era finalmente giunta l'ora di sapere contro chi DAVVERO stessero combattendo, contro quale nemico erano opposti.
La coltre di fumo si placò, la sabbia scivolò sempre più in basso fino a posarsi quasi tutta, per un attimo ci fù silenzio, un silenzio di tomba, solo il vento faceva ancora rumore, ma anche lui si zittì presto e mettendo bene a fuoco, i loro occhi li videro.
Lì, ai piedi della duna ecco che si ergeva una radura di scure sagome in movimento, ci volle un po' di tempo per accertarsene ed in seguito convincersene, ma dovettero farlo, erano loro ed erano in migliaia, migliaia e migliaia a terra, decine e centinaia su nel cielo, ovunque si stendeva una gigantesca orda di Teste di Metallo, un'enorme chiazza scura tempestata di minuscole stelle li circondava.
Grugnivano e ruggivano le creature là in mezzo, agguzzando la vista, Mar potè vedere chiaramente che i mostri stavano facendo scempio delle armate Lurker, i pochi rimasti tentavano di scalare l'alta duna, ma senza successo, quando le bestia a quattro zampe fallivano, ci pensavano gli scorpioni e se uno tentava di sfuggire dal fianco, delle ali piombavano su di loro portandoli in alto su nel cielo facendo sparire in fretta i bestioni o lasciandoli precipitare in mezzo l'orda affamata di Eco.
Come avevano fatto a moltiplicarsi così in fretta non è dato saperlo, ma alle spalle della gigantesca orda ecco che si ergeva un'ombra, alta un centinaio di metri, si avvertiva la terra tremare e la sabbia sfaldarsi ad ogni suo passo, sembrava le creature venissero da laggiù, perciò l'unica cosa da fare, la sola possibilità che avevano era decidersi e dirigersi dritti di fronte a loro.
Daxter non sembrava più tanto sicuro di ciò che voleva fare, una semplice donnola armata di coltello non avrebbe mai potuto nulla contro un'orda di creature assetate di Eco e pronte a balzare in ogni direzione da un momento all'altro con velocità e ferocia immani.
"Sei pronto Dax?" Fece Mar seriamente fissando dritto negli occhi il compagno.
"Ehm..." Rispose indeciso e sconcertato Daxter.
"Che c'è? Ci vuoi già ripensare?" Canzonò il comandante con tono sarcastico e scuotendo le spalle concluse:
"La mia spalla è sempre qui se vuoi."
Daxter si infastidì e in preda ad un'improvvisa rabbia e ferocia ribattè:
"Neanche per sogno! Ho bisogno di sgranchirmi le gambe finalmente."
Intanto dall'esercito, un paio di soldati, senza permesso uscirono dalla prima riga, si fecero avanti, misero un ginocchio a terra, conficcarono la loro lancia nella sabbia e portando un pugno al petto dissero con rispetto euforico nascosto da un tono militare:
"Miei signori, chiediamo rispettosamente di poter seguire e servire Daxter il Guardiano Precursor in battaglia."
"Quali sono i vostri nomi?" Fece Mar.
"Il mio nome è Brant mio signore." Rispose quello di destra abbassando la testa.
"E il mio Vinter." Continuò quello di sinistra imitando il primo soldato.
Daxter rimase ad osservarli e con tono di disprezzo ordinò soltanto:
"Mh, d'accordo, ma voi sapete come dovete chiamarmi, non è vero?"
"Si Fulmine Arancione!"
Mar ridacchio sotto il panno rossastro che gli copriva il volto, si voltò e acconsentendo ordinò al suo esercito:
"Attaccate!"
Allora gli uomini attaccarono a crorrere giù dalla collina come se pensassero di essere invulnerabili in preda all'euforia e le urla tutte attorno, i 2 soldati ingaggiati per proteggere Daxter intanto rimanevano fedeli e fermi assieme a lui, il quale disse con tono deciso:
"Forza, andiamo!"
"Ti copriremo le spalle mio signore!" Disse Brant che dal tono sembrava il più anziano.
"Va bene, ma non calpestatemi la coda." Commentò stizzito il Precursor che, un attimo prima di partire alla carica, con l'arma alla mano sussurrò tra sè e sè:
"E ora lasciateli a me."
  
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