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Autore: NiraMalfoy    21/12/2007    1 recensioni
DAL 4° CAPITOLO:
"- Sei tu la ragazza del bigliettino. - non capii se fosse una domanda o un’affermazione, ma in ogni caso non avrebbe avuto senso negare ancora.
- Sì. - alzai le spalle, sorridendo imbarazzata e nervosa.
- Non è stato molto difficile scoprirlo. - mi guardò, ma io continuavo a fissare l’asfalto sotto i miei piedi: - Non sai mentire. - concluse e, sbirciandolo con la coda dell’occhio, lo vidi sorridere.
- No. - rispondere a monosillabi era l’unica cosa che in quel momento riuscissi a fare, oltre a desiderare ardentemente di scomparire per sempre dalla faccia della terra.
- E allora? - mi chiese ostentando tranquillità.
- Allora cosa? - balbettai.
- Non hai niente da dirmi? - continuava a fissarmi con insistenza ed era una cosa che sicuramente non mi avrebbe aiutato a farmi tornare la voglia di parlare."
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ayako, Hisashi Mitsui, Ryota Miyagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi ero dimenticata di avvertirvi che cercherò di aggiornare una volta al giorno (massimo ogni due giorni) e vi avviso anche che dopo questo chap ce ne saranno soltanto più altri due.
Non c'è molto altro da dire, quindi non mi perdo in inutili chiacchiere a vi lascio alla lettura ^^.



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(PoV Yumi)

Ayako terminò il suo racconto nel momento esatto in cui entrò il signor Anzai in palestra e tutta la squadra si avviava verso di lui per il solito saluto.
Sembrò riprendersi dal suo sogno ad occhi aperti e mi sorrise apertamente: - Spero di non averti scioccato troppo. - disse alzandosi dalla panchina.
- N … no. - balbettai, fissandola incredula, prima che si avviasse verso il coatch unendosi all’inchino.
La partita iniziò subito dopo e per i primi cinque minuti sembrò andare tutto bene: anche se Mitsui e Miyagi erano finiti nella stessa squadra, sembrava che collaborassero come al solito. Anche le urla di Haruko e delle altre svariate fan di Rukawa erano perfettamente normali ed assordanti, purtroppo. Perfino il tifo delle truppe di Hanamichi, ovviamente a sfavore del rossino, rientrava nella solita normalità.
Dopotutto, forse mi ero sbagliata a giudicare i componenti ed i tifosi di quel club: sembravano tutti abbastanza maturi ed in grado di non badare ai pettegolezzi che quel giorno giravano attorno al team Shohoku.
L’amichevole terminò, infine, con una spettacolare azione di Hisashi e Ryota, che portò la loro squadra alla vittoria, ma i due non si scambiarono il solito sguardo compiaciuto, come avevano sempre fatto.
L’allenamento finì qualche minuto dopo. Stavo già per salutare tutti ed andarmene a casa, quando Haruko mi si affiancò e mi supplicò di aspettare con lei che Kaede uscisse dallo spogliatoio, per poterlo vedere un’ultima volta.
- Hai visto com’è stato immenso Rukawa? - mi chiese con aria sognante.
- Ehm, sì, davvero molto bravo. - ammisi. In fin dei conti era stato di ottimo aiuto alla sua squadra, come al solito.
- Aaah! Eccolo! - strillarono le varie fan di Kaede, compresa Haruko, quando lui uscì dallo spogliatoio ancora con i capelli bagnati: - Quant’è fico! - aggiunsero e tutte insieme si fiondarono verso di lui, che con la sua solita aria da menefreghista si avviò alla sua bicicletta e si allontanò indisturbato dalla scuola.
Osservai interdetta quella scena: tutti i giorni succedeva esattamente quella stessa identica cosa. In ogni caso, quando Rukawa svoltò l’angolo, Haruko mi raggiunse: - Beh, io vado a casa. - disse ancora sognante e, senza aspettare una risposta, si allontanò da me.
La guardai andare via, chiedendomi perché mai fossi amica di una ragazza del genere, ma senza riuscire a trovare una risposta sensata. Così anch’io feci per avviarmi verso casa, ma non appena uscii dai cancelli dello Shohoku una mano si posò saldamente sulla mia spalla e m'impedì di avanzare. Mi voltai e sbiancai completamente: - S … sempai Miyagi.
Lo osservai affascinata. Anche lui, come Kaede, aveva ancora i capelli leggermente bagnati che emanavano un dolce odore di bagnoschiuma. Stranamente il manico del borsone non era adagiato sulla sua fronte, ma sulla sua spalla. Mi sorrise vagamente, mentre io arrossivo, mantenendo comunque la sua espressione un po’ imbronciata: - Andiamo nella stessa direzione. - mi disse e ricominciò a camminare.
Rimasi imbambolata ancora per qualche secondo, infine mi decisi a seguirlo e lui parlò di nuovo: - Ti ho vista in palestra. - non mi guardò.
- Ehm … sì. Mi ci ha trascinato Haruko. - incominciai a giocherellare nervosamente con le mie mani, senza sapere bene che cosa dire.
- Capisco. - rispose lui tranquillamente, senza nessuna espressione precisa sul volto.
Infine calò un imbarazzante silenzio e mentre avanzavo al suo fianco avevo il timore che da un momento all’altro avrebbe ripreso il discorso interrotto quella mattina, così mi affrettai a dire qualcosa: - S … sei stato davvero bravo.
Lui mi guardò e non disse nulla.
- Oggi intendo. - aggiunsi goffamente: - Cioè in palestra … - mi stavo scavando la fossa con le mie stesse mani: - Durante la partita … - continuai contro la mia volontà. Così, per riuscire a stare zitta, mi morsi praticamente la lingua ed emisi un leggero gemito di dolore.
Lui sorrise divertito: - Sì, avevo capito. - disse, poi aggiunse: - Sei strana oggi. Sicura di sentirti bene? - di nuovo il suo sguardo saettò lontano dal mio.
- Sì. - risposi semplicemente e la mia mente si svuotò di nuovo, così camminammo ancora una volta in silenzio. Solitamente lui chiacchierava volentieri, ma ovviamente quel giorno non era del suo solito umore: - Tu come stai, sempai? - gli chiesi senza pensarci ed immediatamente mi pentii di aver parlato.
Ma la sua espressione non cambiò di molto ed il suo tono fu stranamente cordiale: - Meglio. - disse e poi mi lanciò uno sguardo veloce: - Scusa per oggi. - aggiunse in un soffio: - Non volevo trattarti così, tu non c’entri niente.
- Ah. - non dire qualcosa di banale. Non dire qualcosa di banale, Yumi: - Non fa niente, sempai. - meno male che non dovevi dire qualcosa di banale, stupida!
- Senti Kawanari, non chiamarmi sempai, è fastidioso. - fu la sua risposta: - Mi fai sentire vecchio. Chiamami Ryota, come fanno tutti. - sospirò e alzò lo sguardo verso il cielo.
- Va bene. - dissi: - Però tu non chiamarmi per cognome. - aggiunsi.
Lui annuì e di nuovo, irrimediabilmente, camminammo senza parlare. Miyagi era completamente perso nei suoi pensieri, si vedeva dal suo sguardo, ed io ero interamente occupata a guardarlo di nascosto per poter formulare qualche frase sensata da dire. Quel silenzio, però, non era più imbarazzante quanto prima.
Infine lui ruppe quella quiete quasi casualmente: - Alla fine oggi non mi hai risposto. - disse e non riuscì a trattenere un leggero sorriso divertito.
- Cosa? - avvampai sperando che non intendesse ciò che pensavo. Speranza che fu inevitabilmente vana.
- Per quanto riguarda quel bigliettino, intendo. - si chiarì.
- Ah, sì, beh … - la mia mente cominciò a lavorare febbrilmente per trovare una scusa credibile, ma non avevo abbastanza tempo per pensare e così dissi la prima cosa che mi passò per la mente: - Era da parte di una mia amica, - risposi esitante: - Ma all’ultimo momento non se l’è sentita di affrontarti, così ha mandato me per avvisarti. - con uno sforzo sovrumano riuscii a non arrossire troppo: - Solo che poi abbiamo parlato di tutt’altro e mi sono dimenticata di dirtelo. - conclusi mentre il mio sguardo spaziava nervosamente ovunque, tranne che verso di lui.
- Davvero? - sembrava stupito, forse lo avevo convinto: - E chi sarebbe questa tua amica?
- Non posso dirtelo! - dissi in un soffio.
Mi fissò e, anche se non avrei dovuto, non riuscii a sostenere il suo sguardo ed abbassai il mio ad osservarmi le scarpe: - Le ho promesso di non parlartene. - aggiunsi cercando di sembrare convincente.
- Come vuoi. - lo vidi alzare le spalle, ma il sorrisetto divertito che aveva sulle labbra era rimasto lì. Mi chiesi come faceva a comportarsi in quel modo, quando quella stessa mattina sembrava una belva assetata di vendetta, ma poi mi venne in mente il racconto di Ayako e pensai che a pranzo, molto probabilmente, era arrabbiato soltanto perché si era venuto a sapere quello che era successo qualche giorno prima.
- Peccato. - disse poi: - Magari era carina.
Lo stupore si fece lentamente largo in me, mentre quella sua ultima frase mi rimbombava nelle orecchie contro la mia volontà. Poi realizzai quale fosse il vero significato delle sue parole e lo fissai iraconda: - Ma certo! - sbottai: - Così la useresti per dimenticare la ragazza che ami! - non era una domanda, ma un’affermazione, e ovviamente non mi riferito ad Ayako, ma lui non avrebbe potuto saperlo. Conscia di aver parlato troppo mi portai una mano alla bocca, spiazzata, e smisi di camminare, anche lui si fermò e si avvicinò a me.
Mi fissò stupito, forse anche un po’ risentito dalle mie parole: - Che dici!? Guarda che sono stato io a lasciare Ayako. - disse così e ricominciò a camminare.
Lo seguii senza sapere cosa fare, né cosa dire, ma ci pensò lui a continuare il discorso: - Non mi piace più, mi sono accorto che le piaceva Hisashi mentre stava con me e questo mi ha fatto finalmente capire che persona fosse. Non è cattiva, ma non potevo tollerare di stare con una persona a cui piacesse un altro e che non avesse il coraggio di dirmelo. - aggiunse imbronciato.
Avrei voluto ribattere che nemmeno a lui piaceva più Ayako mentre stavano assieme, ma m'imposi di stare zitta, osservando l’espressione del suo volto. Volevo rimediare in qualche modo al pasticcio che avevo combinato, ma non mi venne in mente nulla da dire, se non: - Scusa. Hai perfettamente ragione. Sono un’idiota.
Non mi rispose e presi quel suo silenzio come un assenso alla mia affermazione. Mi morsi il labbro, rassegnata, e mi imposi che prima di parlare con lui avrei dovuto pensare cento volte a quello che stavo per dire.
Camminammo ancora per pochi istanti prima di arrivare al bivio dove ci saremmo dovuti separare: - Io giro qua. - dissi fermandomi ed evitando di guardarlo: - Ciao. - non gli diedi il tempo di rispondere e mi avviai verso la stretta stradina che mi avrebbe condotta a casa, nella quale sicuramente mi sarei sigillata senza uscirne mai più per il resto dei miei giorni.
Ma lui mi afferrò il braccio e mi costrinse a voltarmi: - Aspetta un attimo. - mi disse, tirandomi ancora più vicina a lui. Avvampai e la gola mi si seccò all’istante, impedendomi di parlare. Pensai che sarebbe stato meglio così, almeno avrei evitato altre imbarazzanti figuracce.
- Stavo pensando, - iniziò lui: - E’ strano che la tua amica abbia le tue stesse iniziali.
Diventai ancora più rossa: - Già … - balbettai in un sussurro: - Bizzarro vero? Ma è solo una coincidenza. - mi esibii in un sorriso molto imbarazzato. Mi ero completamente dimenticata di quella stupida iniziativa di Haruko: mi aveva praticamente obbligata a lasciare le mie iniziali su quel dannato biglietto, anch’esso una sua idea ovviamente. Mi chiesi per quale assurda ragione avessi dato retta a quel suo consiglio, ma ormai era decisamente troppo tardi per i ripensamenti. Lui mi lanciò un’occhiata strana ed intuii immediatamente a cosa stesse pensando, così cercai in qualche modo di rimediare: - Guarda che non sono stata io. - blaterai senza riuscire a guardarlo: - Dico sul serio! Non mi sarebbe mai venuto in mente di scriverti certe cose e poi … insomma, non avrei mai potuto lasciare il biglietto nell’armadietto del club: non ho le chiavi per entrare lì dentro! - soltanto quando terminai la frase mi resi conto di aver parlato troppo.
- Quante cose che sai. - disse in un tono che non mi piacque affatto.
- Beh … sì, la mia amica me ne ha parlato molto. - non volevo dire ancora altre cose, ma ero troppo nervosa per riuscire a smettere di parlare: - Era davvero preoccupata e agitata quel giorno e mi ha raccontato tutti i particolari.
Sicuramente non aveva creduto neanche per un istante alla scusa che gli avevo rifilato lì per lì, ma era davvero l’unica cosa che mi era venuta in mente.
- Allora dovete essere davvero molto amiche. - constatò lui, inarcando un sopracciglio.
Osservandolo con quell’espressione un brivido involontario percorse la mia schiena, raggiungendo il collo e salendo su per la nuca: - Eh già. - risposi scacciando con un enorme sforzo di volontà il mio desiderio di saltargli addosso: - Hai indovinato.
Sostenni il suo sguardo e osservai la sua espressione diventare pensosa: - Strano, non ti ho mai visto insieme a qualche ragazza che avesse le tue stesse iniziali …
Mi immaginai correre via da quella strada desolata, scappare da quella situazione imbarazzante e indesiderata, ma purtroppo lui mi stava ancora tenendo per il braccio e, anche se avessi voluto andarmene, i miei piedi erano come incollati all’asfalto: - Sì, beh … lei è molto timida … non esce mai dalla sua classe! - ridacchiai nervosamente.
- E allora come ha fatto a lasciare il biglietto nello spogliatoio? - pareva divertirsi molto a farmi quelle domande e a mettermi in difficoltà, ma dovevo assolutamente trovare una scappatoia: mi ero già sbilanciata troppo.
- Non lo so! - esordii con tono concitato.
- Davvero? Ma se mi hai appena detto che ti ha raccontato tutti i particolari!?
- Beh, questo non me lo ha raccontato! - risposi arrabbiata. Non sapevo più come giustificarmi e avevo deciso che quella conversazione sarebbe finita in quel momento.
Mi scostai bruscamente e lui lasciò andare il mio braccio, osservandomi senza dire nulla: - Ora devo andare. Ho un sacco di compiti per domani, scusa. - non gli diedi il tempo di ribattere e corsi via. Il cuore mi batteva a mille nel petto ed ormai era chiarissimo che lui avesse capito tutto.



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Vi ringrazio tutti per le innumerevoli letture che ci sono state
nel primo chap, e spero che questo non sia da meno.
E sappiate che se volete recensiere siete sempre i
benvenuti ^^.

Ma passiamo ai ringraziamenti:

Roby: intanto grazie mille
per la tua recensione, sono contenta che la fic ti piaccia e spero che anche questo capitolo sia di tuo gradimento ^^
Bella07: hai un nick che non mi è nuovo ...
sbaglio o mi hai recensito anche "Basketman Star" *_*? Comunque sono stra contenta che anche quest'altra mia fanfic ti piaccia, spero che continuerai a seguirla ^^.
Ellina: grazie per il tuo inesauribile masochismo nel leggere tutto ciò che la mia mente malata partorisce, ma la prossima volta evita di scrivere Mitsui in quel modo altrimenti storpi la pagina e ti cancellano la recensione u.u, e non voglio che la cancellino, anche perchè pensavo non avresti recensito, visto che hai già letto la storia in anteprima. Ma va beh, meglio così!


Grazie anche a tutti i lettori che sono rimasti anonimi, vi adoro lo stesso *_*.

Al prossimo chap. Ciau


  
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