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Autore: NiraMalfoy    20/12/2007    4 recensioni
DAL 4° CAPITOLO:
"- Sei tu la ragazza del bigliettino. - non capii se fosse una domanda o un’affermazione, ma in ogni caso non avrebbe avuto senso negare ancora.
- Sì. - alzai le spalle, sorridendo imbarazzata e nervosa.
- Non è stato molto difficile scoprirlo. - mi guardò, ma io continuavo a fissare l’asfalto sotto i miei piedi: - Non sai mentire. - concluse e, sbirciandolo con la coda dell’occhio, lo vidi sorridere.
- No. - rispondere a monosillabi era l’unica cosa che in quel momento riuscissi a fare, oltre a desiderare ardentemente di scomparire per sempre dalla faccia della terra.
- E allora? - mi chiese ostentando tranquillità.
- Allora cosa? - balbettai.
- Non hai niente da dirmi? - continuava a fissarmi con insistenza ed era una cosa che sicuramente non mi avrebbe aiutato a farmi tornare la voglia di parlare."
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ayako, Hisashi Mitsui, Ryota Miyagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti.
Vi presento una piccola fanfic su Slam Dunk che non sarà molto lunga (4 capitoli al massimo), ma che mi sono divertita davvero molto a scrivere e spero che la possiate apprezzare almeno un po'.
Nella fanfic è presente un personaggio originale di nome Yumi Kawanari, sono curiosa di sapere cosa pensere di lei!

Se dovesse piacervi particolarmente Haruko Akagi vi avviso che leggendo quanto segue potreste rimanere leggermente offesi ... quindi a voi la scelta se proseguire con la lettura o no ^^.

Buona lettura a tutti.






- Canestro al Cuore -




(PoV Yumi)
La campanella della pausa pranzo era appena suonata e mi ritrovavo a camminare proprio dietro al sempai Miyagi mentre, affianco a me, Haruko continuava a tirarmi gomitate e lanciarmi occhiatine maliziose.
- Coraggio Yumi, ti devi fare avanti. Questo è il momento buono … ormai ha definitivamente chiuso con Ayako.
- Cosa? E tu come lo sai?
Non potevo credere che Haruko fosse a conoscenza di una cosa del genere. Lei, che da circa un anno non si era accorta della corte sfrenata di Hanamichi Sakuragi, non poteva essersi accorta che ci fosse qualcosa tra Ayako e Hisashi. Era del tutto impossibile.
- Come, non lo sai? A scuola ne parlano tutti … Ryota e Ayako si sono lasciati e lei si è messa con Hisashi Mitsui. Perciò adesso Ryota è del tutto libero e sta aspettando solo te. Coraggio buttati! - Haruko mi diede uno spintone tale che non feci in tempo a ritrarmi e finii dritta contro la schiena di Miyagi, che prontamente si voltò e mi guardò con un’aria mista a stanchezza e rabbia. Non disse nulla.
- Ehm … scu-scusa sempai …
Ero sicura di aver assunto come minimo il colorito della capigliatura di Sakuragi, ma ormai ero lì e non potevo tirarmi indietro, nonostante sapessi già che non sarei riuscita a parlare senza balbettare.
- C-come va? Tutto … è tutto a posto sempai Miyagi?
Certo, che stupida. Come potrebbe essere tutto a posto dopo quello che è successo ieri pomeriggio? Stupida Yumi. Perché non tieni chiusa quella boccaccia ogni tanto?!
- Non fare finta di non sapere niente Kawanari. Ti stai divertendo a ridere alle mie spalle, non è vero? Scommetto anche che ti è piaciuto spettegolare tutto in giro … magari a quelle oche delle tue amiche. - non mi guardava in faccia, ma la sua espressione metteva paura in ogni caso.
Mi bloccai di scatto, trattenendo anche lui. Dimenticai completamente la mia timidezza e, ignara del fatto che tutto il corridoio ci stesse osservando, gli lanciai un’occhiata in cagnesco, ma cercai di non perdere le staffe davanti a tutta quella gente.
- Cosa vorresti dire? Lo sai bene che io non ho detto niente a nessuno: se sei in cerca di una persona con cui sfogare tutta la tua rabbia repressa, non venire a prendertela con me! - non volevo arrabbiarmi. Sapevo che altrimenti sarei scoppiata in lacrime.
- Noi due dobbiamo parlare. - mi prese per un braccio e mi trascinò fin sul tetto della scuola che, come al solito, era desolato: eccetto che per pochi gabbiani che becchetavano gli avanzi di qualche panino.
Mi avvicinai alla recinzione, premendoci contro la fronte ed osservando i ragazzi che si divertivano felici e spensierati nel cortile. Le vertigini si fecero presto sentire, ma non avevo il coraggio di voltarmi a guardare il sempai, così chiusi gli occhi e cercai di pensare ad altro. Di poter volare via da quel tetto, per esempio, o scappare da quella scuola, per non vedere più nessuno di loro. Per stare meglio.
- Kawanari, forse non avrei dovuto parlarne con te quel giorno, sul tetto … - lui era fermo, in piedi in mezzo allo spiazzo, con lo sguardo fisso sulla mia schiena.
Con la mano afferrai la recinzione e mi diedi la spinta per girarmi a guardarlo.
- Ma cosa stai dicendo? Io non ne ho fatto parola con nessuno. Sono rimasta stupita almeno quanto te, questa mattina e … e mi dispiace per quello che è successo, davvero …
Lui continuava a fissarmi: cercava di sembrare arrabbiato, ma in realtà sapevo che era solamente triste. Si avvicinò a me, molto vicino. I nostri volti erano separati da meno di un soffio di vento; appoggiò una mano contro la recinzione e penetrò i miei occhi con il suo sguardo.
- Sei la prima a darmi l’appoggio morale che mi serve. E credo anche che sarai l’ultima … - sospirò poi proseguì cambiando discorso: - Kawanari, senti un po’, che ci facevi sul tetto quel giorno? Sei stata tu a mandarmi quel bigliettino anonimo, non è vero?
I battiti del mio cuore accelerarono all’improvviso, non sapevo che cosa rispondere, né che cosa fare, ma fu la campanella a salvarmi da quella situazione imbarazzante.
- Ecco i-io … io devo andare adesso. Ci vediamo sempai. - lo salutai con la mano e corsi giù per le scale, il cuore in gola, il sudore sulla fronte e la voglia di sprofondare nel terreno.
Voltando l’angolo, ancora correndo, andai a sbattere proprio contro Haruko. Mi ripresi velocemente, porgendole la mano e tirandola su: - Scu-scusa Akagi, non ti avevo vista … - avevo ancora il fiatone.
- Che ti è successo? Ti sei confessata? Che ti ha detto? Vi siete baciati? - sembrava una mitraglietta, così le tirai una piccola spinta per farla stare zitta: - Non dire idiozie Haruko, sai bene che una cosa del genere non succederà mai. Piuttosto andiamo in classe, siamo già in ritardo per le lezioni.
Mi avviai verso la porta della nostra classe, mentre lei, dietro di me, continuava con le sue fastidiose domande; fu solo l’arrivo del professore a salvarmi da quell’interrogatorio infernale, ma solo per poco perché, dopo le lezioni, me la ritrovai nuovamente alle calcagna.
- Che fai? Ci vieni oggi a vedere gli allenamenti del club di basket?
- Non credo, non mi va di vedere Miyagi … - dissi stappando la lattina che avevo tra le mani e portandomela alla bocca.
- Ma potresti venire per vedere quel ficone di Rukawa! - esultò lei, come se quella che avesse appena detto fosse la cosa più scontata al mondo, con gli occhi sognanti.
A sentire le sue parole mi andò di traverso l’aranciata che stavo bevendo e mi fermai in mezzo al corridoio a tossire come una pazza.
- Tutto bene, Yumi-san? - mi chiese con aria preoccupata.
- Ehm … sì. - risposi, senza saper bene che cosa dire, ma subito mi vennero in mente le parole adatte: - Però sai, credo che non mi vada di sprecare il mio tempo facendo il tifo per quel cadavere di Rukawa!
Haruko mi osservò con aria stupita, incredula che ad una ragazza potesse non piacere Kaede, ed effettivamente ero una delle poche a cui non interessasse fare la corte a Rukawa, che, tra le altre cose, non aveva mai dimostrato interesse per una donna in tutta la sua vita.
- Ma davvero non ti piace quel ficone? - mi chiese con aria innocente.
Non la guardai: - Sinceramente no … e poi sei proprio sicura che non sia dell’altra sponda? - ovviamente, dicendo ciò, volevo solo scherzare, ma Haruko non lo capì e scappò via in lacrime.
Esasperata, la osservai allontanarsi e decisi di seguirla per scusarmi con lei, anche se sapevo che poi mi avrebbe costretta a seguirla in palestra.
Mi misi a correre, mentre i professori che mi vedevano mi ricordavano che era vietato correre nei corridoi. Senza ascoltarli, continuai il mio avanzare finchè, svoltando l’angolo, andai a sbattere contro qualcuno e l’urto mi fece ruzzolare in terra.
Mi alzai da terra dolorante, pronta a porgere le mie scuse al malcapitato, ma appena i miei occhi si posarono sull’alta figura di Hisashi Mitsui mi raggelai e non seppi che cosa dire. Lui, invece, mi osservò con un lieve sorriso sul volto: - Yumi? Che stavi combinando? - mi domandò spostando il borsone della palestra da una mano all’altra.
- Ehm … scusa. - risposi annaspando, ero ancora incredula per il tradimento che aveva avuto nei confronti di Ryota, mettendosi con Ayako subito dopo che i due si erano lasciati. In fin dei conti, però, Hisashi era sempre stato mio amico e non sapevo bene che cosa pensare di quella situazione: - Stavo cercando Haruko. Per caso l’hai vista passare?
Lui sembrò pensarci per qualche secondo ed infine annuì leggermente: - Sì, stava andando verso il cortile.
- Grazie! - dissi e già ero pronta a correre via per togliermi il più presto possibile da quella situazione, ma infine ci ripensai e rimasi ferma dov’ero: - Ah, senti Hisashi … - iniziai incespicando: - Non è che mi spiegheresti cos’è successo tra te e Ayako?
Lui mi osservò, rimanendo zitto per qualche secondo, ed infine imprecò rumorosamente, attirando su di sé l’attenzione di tutti: - Non ci posso credere! Lo sai anche tu? - sembrava davvero incredulo.
- Veramente … credo che lo sappia tutta la scuola, sai? - dissi mentre la sua espressione diventava ancora più sconcertata, ma nello stesso tempo la sua immancabile boria si palesò sul suo volto: - Caspita! Non credevo di essere così famoso! - e riuscì persino a scherzarci tranquillamente sopra.
- Non vorrei interferire con il tuo ego, Mitchi, ma credo proprio che Miyagi sempai voglia riempirti di botte. Prima l’ho incontrato e sembrava davvero infuriato. - notai che molti occhi si erano inevitabilmente puntati su di noi e sicuramente altrettante orecchie erano tese per riuscire a sentire meglio i nostri discorsi privati.
- Senti … - lui abbassò la voce ad un sussurro che sentii a malapena: - Non mi sembra questo il posto per parlarne. - osservò minacciosamente tutti gli studenti che ci stavano osservando, che distolsero immediatamente i loro sguardi: - Perché non vieni agli allenamenti?
- Forse. - risposi alzando le spalle, poi il pensiero di Haruko mi balenò nella mente: - Adesso devo andare, ci vediamo Hisashi. - dissi affrettandomi a correre via. Sentii il suo sguardo incuriosito posarsi su di me mentre mi allontanavo, ma cercai di non farci caso.
Percorsi i corridoi in tutta fretta e, scendendo le scale, per poco non ruzzolai per terra, ma infine riuscii a raggiungere incolume il pian terreno. Uscii dalla scuola e cercai con lo sguardo Haruko: la trovai adagiata contro un ciliegio vicino ai cancelli e mi avvicinai cercando le parole adatte da dire.
Quando fui a pochi passi lei sembrò accorgersi di me: fortunatamente non stava più piangendo e questo riuscì a facilitarmi l’ingrato compito di chiederle scusa per quell’inutile battuta.
- Ehi. - le dissi affiancandomi al tronco dell’albero: - Mi dispiace per poco fa. Davvero, stavo scherzando Haru-chin. Sono sicura che Rukawa sia del tutto etero. - sorrisi vagamente e lei sembrò ricambiare.
- Non fa niente. - mi rispose: - Ma hai una faccia strana. E’ successo qualcosa?
- Oh, niente di grave. - la rassicurai: - Ho solo incontrato Hisashi mentre venivo a cercarti. - dal mio volto scomparve irrimediabilmente il sorriso, ma cercai di nasconderlo ad Haruko. Ovviamente i miei sforzi furono del tutto inutili e lei ricominciò a bombardarmi con le sue domande senza senso: - Davvero? - sgranò gli occhi, e la sua espressione divenne tremendamente curiosa: - E cosa è successo? Gli hai detto che è un vile traditore, vero? E lui cosa ti ha risposto? E poi come …
- Basta Haruko, ti prego! - esclamai esasperata. Purtroppo sembrava essere tornata di buon umore: - Non è successo niente di niente! - conclusi allontanandomi da lei e sperando che non mi seguisse, ma lei sembrò non accorgersi che la mia voleva essere una fuga indiscreta, per cui si avviò dietro di me e continuò a blaterare: - Eh? Come hai potuto resistere al desiderio di dirgliene quattro? Secondo me avresti dovuto farlo, insomma, anche se è un tuo amico non è giusto che la passi liscia dopo quello che ha fatto! Non lo pensi anche tu? E poi dovresti andare a parlare anche con Ayako, dico davvero. Se tu le dicessi cosa pensi di lei, sicuramente ti sentiresti meglio, dopo. E se sei fortunata magari lei non se la prenderà con te, così non litigherete. E magari alla fine potresti anche provare a parlare con il tuo sempai Miyagi. Secondo me dovresti confessargli tutto il tuo amore per lui, sono sicura che lui ricambia tutti i tuoi sentimenti: proprio come Rukawa ricambia i miei, anche se non ha ancora trovato il coraggio di dirmelo, almeno così vi mettereste assieme e … - se avesse continuato ancora per un millesimo di secondo sarei esplosa lì, facendo saltare in aria sia lei, sia la scuola che tutti gli altri sfortunati, quanto innocenti studenti.
- Smettila! - strillai portandomi le mani alle tempie, cercando di darmi uno contegno. Lei mi fissò con aria stupita e finalmente rimase zitta: - E poi non sono innamorata del sempai, chiaro!? - aggiunsi mentendo spudoratamente, particolarmente ispirata dalla situazione venutasi a creare.
- C … come sarebbe a dire che non sei innamorata? Io credevo che ti piacesse … - balbettò incredula, sventolando al vento tutta la sua ingenua, quanto incredibile stupidità.
- Infatti mi piace! - sospirai del tutto rassegnata: - Ma questo non implica per forza che sia innamorata di lui. - sbuffai, trattenendo la mia voglia di scuoterla per farla rinsavire.
- Ah. - rispose.
Attesi per lunghi secondi e con parecchio timore il momento in cui avrebbe ricominciato con le sue futili domande, ma quel momento sembrò non arrivare: forse quell’affermazione l’aveva del tutto ammutolita. Sorrisi compiaciuta con me stessa: finalmente avevo trovato il modo di farla stare zitta!
Lei mi osservò sempre più stupita: - E adesso perché sorridi? - domandò curiosa.
- Niente! - arrossii cercando di nasconderle la mia felicità per la meravigliosa scoperta appena fatta, ma il sorriso morì sulle mie labbra appena scoprii che l’infame traditrice era riuscita a trascinarmi, senza che me ne accorgessi, fino al campo di basket. In fin dei conti, forse, non era così ingenua come credevo.
- Haruko! - esclamai risentita.
- Eddai Yumi-san … ormai sei qui, resta a farmi compagnia, ti prego. - i suoi occhi divennero languidi e supplichevoli.
Annuii rassegnata, appoggiandomi contro lo stipite della porta ed osservando all’interno della palestra i ragazzi che cominciavano ad arrivare. La capigliatura rosso fuoco di Sakuragi spiccò tra le altre, mentre ci veniva incontro fissando con occhi sognanti la sua adorata Haruko: - Ciao Yumi! - esclamò lanciandomi un’occhiata fugace: - Ciao Harukina cara, come stai oggi? - miagolò osservando la ragazza.
- Bene, Sakuragi. - rispose lei senza accorgersi del tono smielato di Hanamichi: - E tu?
- Ehm … ragazzi io vado a sedermi … - dissi ai due.
- Oh, benissimo Harukina mia, grazie!
- Sono contenta.
Constatando che a loro non importava nulla della mia presenza lì, mi affrettai ad allontanarmi ed mi diressi verso l’unica panchina libera da borsoni e cose varie: quella vicino ad Ayako. Mi lasciai scivolare sopra sospirando e cercando di ignorare la manager, ma lei sembrava non aver perso la sua solita carica, nonostante tutto, e subito si avvicinò a me.
- Ciao Yumi! Come mai qui? Era da tanto che non passavi a trovarci. - disse sfoderando un largo sorriso. Se solo avesse saputo della mia cotta per Miyagi non si sarebbe comportata in quel modo, pensai, ma sfortunatamente soltanto Haruko era a conoscenza dei miei sentimenti per il sempai, così cercai di mascherare il mio sconforto ricambiando il sorriso: - Oh, beh ... è stata l’Akagi a trascinarmi fin qui. - alzai le spalle senza osservarla.
- Ha fatto bene allora: oggi il coatch ha organizzato una partita d’allenamento. Sono sicura che ti piacerà. - si sedette accanto a me e mi osservò amichevolmente. In fondo non era cattiva, né una ragazza facile come dicevano le voci di corridoio che giravano quella mattina su di lei, e lo sapevo bene visto che la conoscevo da parecchio tempo.
Capii, quindi, che non avrebbe avuto senso essere arrabbiata con lei: si era messa con Mitsui perché evidentemente le piaceva già da un po’ e non era giusto incolparla perché lo aveva fatto subito dopo che Ryota aveva rotto con lei.
- Sì. - ammisi, ma poi una domanda uscì spontanea dalle mie labbra: - Ma sei sicura che non si azzufferanno? - i due soggetti della frase erano ovviamente sottintesi e lei sembrò cogliere al volo il significato della mia domanda. Divenne leggermente mano allegra e distolse lo sguardo dal mio: - Lo sanno tutti a scuola, vero? - il suo tono era triste e rassegnato, ma sembrò riprendersi quasi subito quando io annuii: - Comunque Hisashi mi ha assicurato che farà di tutto per evitare la rissa … spero soltanto che anche Ryota la pensi allo stesso modo. - constatò amaramente.
Aveva pienamente ragione, ma cercai in ogni caso di consolarla: - Anche se così non fosse, sono sicura che il capitano non lascerà che la cosa degeneri. - sorrisi vagamente. Mi sembrava una cosa tremendamente strana ed idiota tentare di consolare la ragazza che fino a quel momento mi aveva impedito di farmi notare agli occhi di Miyagi, ma non riuscii ad evitarlo.
- E’ vero. - disse lei senza sorridere e poi cambiò immediatamente discorso: - Hisashi mi ha detto che volevi sapere della nostra storia. - non c’era rimprovero nella sua voce, così annuii in silenzio, anche se con un po’ di timore.
- E mi ha anche chiesto di raccontartela durante l’allenamento. - aggiunse abbozzando un sorriso e sedendosi accanto a me: - Ti va ancora?
- Sì, ma … - a te va?
- Bene. - disse interrompendomi: - Allora, da dove cominciare? - s’interrogò pensierosa.

(PoV Ayako)
Era un pomeriggio come tanti altri e non mi immaginavo nemmeno lontanamente quello che sarebbe successo quel giorno poco dopo gli allenamenti, quando Ryota mi disse che voleva parlarmi. La sua espressione era stranamente seria, così intuii subito che c’era qualcosa che non andava, ma effettivamente anch’io avrei dovuto parlargli: non potevo più continuare la storia con lui, non dopo che avevo capito a chi appartenesse davvero il mio cuore.
Così mi avvicinai un po’ timorosa e un po’ insicura verso i cancelli della scuola e lo trovai appoggiato ad un muretto, con il borsone della palestra ai suoi piedi.
- Ciao. - dissi senza baciarlo. Era ormai da giorni che non ci scambiavamo più un vero bacio ed entrambi sembravamo più distanti del solito, quella sera.
- Ciao. - rispose inforcando gli occhiali da sole nonostante fosse il tramonto.
- Volevi parlarmi? - gli chiesi osservando le lenti scure. Non era giusto che lui si nascondesse dietro quelle ombre e mi lasciasse completamente esposta alla luce, ma lo accettai ugualmente: era il suo modo di proteggersi.
- Sì, certo. - mi rispose continuando a rimanere serio.
- Anch’io vorrei dirti una cosa importante a proposito di noi due. - esordii incapace di trattenermi, ma lui non sembrò poi molto sorpreso dalle mie parole.
Sospirò, come se avesse voluto prendere altro tempo prima di parlare: - Ti sei innamorata di Mitsui, non è vero? - andò dritto al punto, come aveva sempre fatto d’altronde.
Annuii continuando ad osservarlo: - E tu di chi ti sei innamorato, invece? - chiesi sfacciata, ma cercando di non provocarlo troppo, altrimenti si sarebbe arrabbiato e mi avrebbe piantato lì senza concludere nulla.
- Perché non me ne hai parlato subito? - ovviamente evitò con cura di rispondere alla mia domanda, ma ero completamente certa che il suo amore non fosse più rivolto a me da settimane, ormai.
- Non sapevo come dirtelo, avevo paura che ti arrabbiassi … e poi anche tu avresti potuto parlarmene prima. - non mi sarei fatta mettere i piedi in testa da lui, nessuno l’aveva mai fatto e Ryota sicuramente non sarebbe stato il primo.
Lui sorrise, ma non era per niente divertito: - Arrabbiarmi? - domandò con una leggera ironia che percepii al volo: - Non sono più il ragazzino di un tempo, sono cresciuto Aya, non lo vedi?
Annuii ancora. Era vero, era cambiato tantissimo nel giro di pochi mesi ma: - Certe abitudini non cambiano mai, Ryo. - risposi: - Pensavo avresti cercato la rissa con Hisashi, se te l’avessi detto.
Sorrise ancora: - Non lo farò, ma in ogni caso avrebbe saputo difendersi, non trovi?
- Non scherzare. Non mi sembra il caso. - strinsi i pugni lungo i fianchi. Quel suo comportamento mi dava suoi nervi: - Scusa. - rispose senza espressione.
Lo guardai, ma il suo volto si spostò verso l’orizzonte: - Sei arrabbiato Ryo? - chiesi timorosa della sua risposta.
- No, e tu?
- Nemmeno. - scossi leggermente il capo mentre lui tornava ad osservarmi. Si distaccò dal muretto e si mise il borsone sulla spalla: - Bene. E’ andata meglio di quanto sperassi. - ammise lasciandosi andare finalmente in un vero sorriso, ma con un filo di malinconia.
Ricambiai, provando esattamente i suoi stessi sentimenti: - Già. - dissi: - Ma si può sapere di chi ti sei innamorato? - era tornata una lieve serenità tra noi ed anche la voglia di divertirsi un po’: - Non sarai gelosa, vero? - mi lanciò un ultimo sguardo prima di allontanarsi definitivamente da me.
Lo osservai sparire alla mia vista ed infine una mano calda e si posò sulla mia spalla, stringendola appena. Mi voltai ad osservare Hisashi, che mi osservava preoccupato: - Allora? Com’è andata? - mi chiese, troppo curioso e preoccupato per riuscire a trattenere quella domanda ancora per un secondo.
Sorrisi felice: - Bene! - risposi entusiasta: - Ma forse è meglio se per un po’ non lo provochi, lo sai com’è fatto! - aggiunsi speranzosa.
- E lui sa come sono fatto io. - disse ricambiando il mio sorriso, poi il suo braccio forte circondò la mia vita e mi attirò quasi bruscamente contro il suo petto, facendomi avvampare e desiderare ardentemente di potergli dare quel bacio che tanto a lungo avevamo desiderato entrambi.
Le sue labbra sottili saettarono leggermente verso l’alto, palesando così il suo orgoglio nell’essere riuscito ad avermi finalmente per sé, anche se effettivamente lui non aveva fatto nulla per ottenere tutto ciò.
Il suo volto si avvicinò lentamente al mio, desideroso di trovare al più presto un contatto duraturo con me, che non tardò ad arrivare. Le nostre labbra frementi si sfiorarono dapprima in un bacio decisamente casto, per uno con la fama di Hisashi, ed infine la sua lingua premette irrequieta contro le mie labbra dischiuse, andando così ad accarezzare la mia.
Le mie mani si muovevano inconsapevolmente contro la sua schiena, accarezzando i suoi muscoli tesi e contratti per poi risalire lungo il suo collo ed accarezzargli i capelli. Era una sensazione che non avevo mai provato, che nemmeno Ryota era stato in grado di darmi, e in quel momento pensai che non avrei mai voluto smettere di baciarlo.





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Che coraggiosi siete stati ad arrivare fino a qui,
ma visto che siete stati così temerari da riuscire in quest'ardua impresa
scommetto che non vi costerà nulla lasciarmi un vostro piccolo parere riguardo
a questa ficcy, vero? *-* Per me è davvero molto importante poter sapere cosa pensate
dei miei scritti, per cui confido in voi e vi ringrazio tutti ^^.

Al prossimo capitolo, ciao!






  
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