Salve a tutti, questa... non saprei
come definirla.... forse one-shot... l'ho estrapolata dall'ultimo
capitolo della mia, ahimè, incompiuta ff "Harry
Potter e lo scontro finale". Ho semplicemente pensato che potesse
essere presa e letta a parte inserita al 3° anno quando ancora
Remus Lupin è insegnate ad Hogwarts. Aspetto qualche
commentino: negativi o positivi che siano aiutano a crescere se
costruttivi.
Quella
sera Harry invitò Remus ad entrare nella Sala Comune
rosso-oro.
Il
licantropo non se lo fece ripetere due volte ed
entrò dicendo
“Certo!
Quando mi ricapita un’occasione del
genere?”
Appena
entrato iniziò a guardarsi intorno dicendo
“E’ tutto come allora… Non è
cambiato nulla qui dentro… - andò a sedersi su un
divano – Quanti bei ricordi…” concluse
fissando il pavimento, sul viso il
sorriso malinconico evocato da sette anni di vita.
Harry
andò a sedersi vicino all’uomo e, portando le
gambe al petto, rimase ad osservarlo aspettando che i ricordi
terminassero di
scorrere. Poi chiese:
“Remus…potresti
parlarmi dei miei genitori? Tutti
non fate altro che ripetermi quanto ‘assomigli a James
Potter, ma gli occhi
sono di Lily’. Almeno per una volta vorrei sapere chi erano
davvero mamma e
papà”
“Persone
fantastiche Harry… Erano persone
fantastiche. Ricordo che quando presi l’Espresso per Hogwarts
la prima volta
pensai ‘sono un licantropo, ora se ne accorgeranno tutti
e non
voglio essere
preso in giro’
e allora cercai uno scompartimento vuoto. Il treno era già
partito quando James e Sirius aprirono la porta del vagone che occupavo
dicendo
che non ne avevano trovati altri liberi.
Ci
presentammo. Ricordo che erano allegri e
spensierati e che avrei dato qualunque cosa per essere come
loro e
non avere il peso di questa maledizione da portare addosso. Per avere
meno
contatti possibili con loro presi un libro e iniziai a leggere.
Allo
smistamento diventammo tutti grifondoro e fino
al Natale tra noi c’era a malapena il saluto. Poi per
‘puro caso’, dicevano
loro, scoprirono il mio segreto.
Avevo
una paura matta che si mettessero a sbandierare
ai quattro venti quale fosse la mia natura, ma non lo fecero.
Anzi,
mi furono molto più vicini di quanto potessi
pensare. Quando mi assentavo ad una lezione per riprendermi da una
trasformazione si fiondavano in infermeria per vedere se ‘ero
riuscito a
staccarmi un braccio o una gamba durante la trasformazione’,
se ‘respiravo
ancora’ o se ero
ancora in grado di
rimproverarli perché volevano marinare la lezione successiva
con la scusa di
farmi compagnia in infermeria. In questo caso rimanevano molto delusi.
Così
piano piano, senza nemmeno accorgecene, siamo diventati i Malandrini.
Sirius inventò i nostri soprannomi al secondo anno quando
con James e Peter
iniziarono a studiare per diventare animagus.
Lily,
invece, la conobbi la sera dello smistamento.
Fu chiamata prima di me e a tavola parlammo molto…
bhè… lei parlava molto.
Era
di origini babbane e fremeva dalla voglia di
conoscere il modo sconosciuto che le si parava davanti.
Per
tutta risposta io cercavo sempre di evitarla,
ma a lei questo non andava. Fu una vera persecuzione, a volte diventava
estenuante! Proprio non le andava giù che
rimanessi solo e senza amici.
Poi, quando vide che iniziai a fare amicizia con tuo padre,
iniziò ad allentare
la presa. Però sono sicuro che se non ci fosse stata lei a
sostenermi sarei
crollato prima di stringere amicizia con tuo padre.
Lily,
James, Sirius e, si, anche Peter… li ho
considerati la mia famiglia a Hogwarts, i miei amici.
Dopo
i sette anni di scuola rimanemmo costantemente
in contatto: ci vedevamo un giorno si e l’altro pure
nonostante i corsi per
Auror che frequentavamo ci portavano via molto del nostro tempo.
Poi
arrivò la notizia: James e Lily finalmente avevano deciso
di sposarsi.
Facemmo
festa per tre giorni di seguito… Lily era
furiosa!
Poi
dopo un annetto la seconda bella notizia: Lily
e James aspettavano un figlio…
Erano
al settimo cielo per la felicità, e come loro
tutti i Malandrini.
Decisero
di nominare Sirius come tuo padrino e ci
chiesero di aiutarli per la scelta del nome. Non oso ripetere i nomi
che sono
saltati fuori quella sera!
Poi,
decidesti finalmente di nascere… James non
riusciva a stare un attimo fermo, voleva giocare sempre con te anche
quando
dormivi e Lily che correva dietro a lui cercando di allontanarlo il
più
possibile da te per evitare che ti svegliasse. Poi si arrendeva e gli
permetteva di avvicinarsi a te, ma ogni vota non ti
svegliava… si metteva li e
stava ore a guardarti dormire fino a quando non ti svegliavi in modo
che fosse lui la prima persona che avresti visto, lui la prima
persona a giocare con te e a prenderti in braccio.
Poi…
poi…”
“Poi
Peter tradì il patto e Voldemort trovò i miei
genitori…” concluse Harry con gli occhi chiusi,
ancora pieni delle immagini che quelle parole gli avevano evocato.
Immagini di ricordi lontani, sbiaditi nel tempo e nella memoria.
“Remus,
grazie”
Il
silenzio e una carezza sul capo furono la risposta di Remus
che si alzò lasciando la Sala
Comune.