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Autore: _Safyra    04/06/2013    2 recensioni
Wanda si era salvata. Adesso era rinchiusa in un altro corpo. Felice. Amata dall'uomo che non aveva mai pensato potesse innamorarsi di lei.
Aveva ricominciato una nuova vita, la sua decima vita, ed era ora di iniziare a godersela. Ad imparare che in quel mondo non esistevano soltanto la compassione, il dolore e l'indulgenza, ma anche il piacere, il desiderio... l'amore di una famiglia, di un uomo.
Non sapeva che là fuori, oltre quelle caverne e quel deserto, c'era un mondo pronto ad accoglierla.
Wanda non sapeva nemmeno di essersi fatta un altro nemico... Ma non c'era fretta. Doveva scoprire molte altre cose oltre a quello.
Dalla storia:
Incrociai lo sguardo di Ian per un interminabile istante. Un istante interrotto da un colpo di scena.
Rimasi impietrita quando vidi esplodere il capannone che avevo di fronte.
Avevo cantato vittoria troppo presto [...]
Avevo promesso. Non lo avrei mai abbandonato.
«Wanda... non c'è più niente da fare, capisci? È andato ormai» singhiozzava Brandt dopo avermi preso il volto fra le mani.
«No» dissi «No. Ian non è morto»
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian, Jared, Melanie, Quasi tutti, Viandante
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Up In The Sky - the serie '
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2



Paura




«No... Ian, non pensarlo neanche.»

«Perché no, Wanda?»

«Perché hai già fatto abbastanza.»

Avvolta nel mio sacco a pelo, fissavo con sicurezza lo sguardo da cucciolo impaurito con cui Ian mi ricambiava. Voleva farmi impietosire, e ci sarebbe riuscito se non fosse stato per il fatto che io non avessi intenzione di ascoltarlo.

«Non sarebbe da gentiluomini.» insistette, ostentando finta innocenza.

«Ho ricevuto tanti regali» replicai.

Ian sospirò, sistemandosi un braccio sotto la testa a mo' di cuscino. Chissà come aveva fatto a dormire per tutta la notte in quella posizione?

«La festa, la torta... questo» aggiunsi, indicando con un cenno del capo la grotta in cui ci trovavamo. Avevamo deciso di passare la notte lì, in una rientranza scolpita dai venti e le intemperie che dirado colpivano quel deserto perennemente assolato.

Ian sembrava avere organizzato tutto, dai sacchi a pelo alla colazione per il giorno dopo.

«Sono contento che ti sia piaciuto» si avvicinò, sfiorandomi la punta del naso. «Ma non posso proprio obbedire.»

Sospirai. Era impuntato come non mai.

«Tra l'altro fra un po' partiremo in missione.» Ian continuò a spiegare ad alta voce i suoi piani, senza sapere che in quel modo non mi avrebbe di certo ammaliata.

Già. La missione. Solitamente era molto allettante l'idea di uscire dalle grotte per avere qualche rapporto con la società, ma quella volta proprio non volevo.

«Vorrei rimanere qui» ammisi, voltandomi a guardare il soffitto.

«E chi dice che non possiamo farlo?»

Ian annullò la distanza che divideva i nostri corpi, reggendosi il capo con una mano per potermi guardare in viso. Mi accarezzò la guancia, avvicinandosi ancora.

Potevo sentire il suo respiro sulla pelle.

Incrociai il suo sguardo, allungando involontariamente una mano verso i suoi capelli neri. Adoravo affondare le dita in quella chioma ribelle.

Socchiusi la bocca e lasciai che le sue labbra potessero modellarsi alle mie. Con un lento movimento Ian si spostò sopra di me, bilanciando il suo peso sui gomiti per non farmi male.

Sentii ogni singolo centimetri del mio corpo aderire perfettamente al suo, sebbene a dividerci ci fossero due spessi strati di sacco a pelo. Poi, senza volerlo davvero, invertii le posizioni, ritrovandomi sopra di lui.

Ian si scostò e rise, divertito da non so cosa.

«Non smetti mai di stupirmi, Wanda.»

Anch'io ero stupita da me stessa. Stavo provando così tante nuove emozioni, con Ian; così tante cose che mi era difficile autocontrollarmi.

«Continuo a pensare che sia per colpa di questo strano mondo.»

«Il più strano» mi corresse.

Rimanemmo in silenzio, a guardare l'uno il viso dell'altra. Tuttavia non passarono molti minuti prima che tornassimo a parlare.

«Si staranno chiedendo dove siamo finiti.» Ian sorrise, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Già» risposi «Ed è per questo che dovremmo muoverci.»

Abbassai la cerniera del mio sacco a pelo ed uscii, lanciando un'occhiata ammonitrice ad Ian, che invece di imitarmi rimase ancora sdraiato per contemplarmi.

«Allora?»

«Allora cosa?»

«Vuoi una mano ad alzarti?», lo schernii, mettendomi a braccia conserte.

«In effetti sì.»

Alzai gli occhi al cielo e, avvicinandomi a lui, gli tesi una mano. Ian però mi prese alla sprovvista e invece di tirarsi su aiutandosi col mio braccio, aumentò la stretta fino a farmi perdere l'equilibrio.

«Ah!» urlai mentre gli cadevo a dosso come un sacco di patate. Grazie al cielo lui riuscì ad attutire il colpo facendomi comunque prendere una botta sul fondo schiena.

«Ops. Ti ho fatto male?» sussurrò dopo avermi bloccata fra le sue braccia.

Mi limitai a fulminarlo con lo sguardo.

Per un attimo riuscii ad intravedere il luccichio argenteo dei miei occhi riflesso nei suoi.

«Scusa...» disse. Sembrava dispiaciuto. Ma non volli cascare in un altro dei suoi tranelli; Ian era bravo a recitare.

«Dico davvero.» aggiunse, quasi mi avesse letto nel pensiero.

«Mmh» feci finta di riflettere, assaporandomi quei pochi istanti in cui lui dovette aspettare una mia risposta «Ti credo.»

Ian sorrise, distogliendo lo sguardo dai miei occhi alle mie labbra; si avvicinò lentamente al mio viso e mi posò una mano sulla guancia, baciandomi con dolcezza.

«Adesso possiamo andare.» decretò dopo che ci staccammo.

Risi e questa volta fu lui ad aiutare me ad alzarmi.

§


«Ian, Wanda... finalmente. Ci avete fatto spaventare.» ci venne incontro Melanie, i capelli avvolti in una perfetta crocchia che non faceva altro se non risaltare la preoccupazione che velava il suo viso.

«Mel... cosa sta succedendo? Dove sono tutti?» le domandai, afferrandole una mano. Quando rientrammo, le caverne erano più vuote e silenziose di quanto avessimo pensato; trovare Melanie fu quasi un sollievo.

Ian lasciò andare la presa sul mio fianco e attese.

«Ci siamo riuniti nella sala dei giochi.»

«Perché?»

Mel indugiò, quasi volesse trattenersi dal rispondere a quella domanda, poi abbassò lo sguardo. Osservò le nostre dita intrecciate.

«C'è una cosa che dovete sapere.»

Ian corrugò la fronte e lanciò un'occhiata prima a me e poi a Melanie.

«Di che si tratta?» le chiese, ansioso.

«Poco più di mezz'ora fa Jared ed Aaron sono ritornati dal giro di ispezione della zona... Hanno avvistato dei Cercatori.» replicò con aria ancora indecisa.

A quell'ultima parola, ebbi un tuffo al cuore.

«Cosa? N-non può essere... insomma...» balbettai, senza riuscire a capacitarmi del fatto che fossero ritornati alla carica.

Ian si riavvicinò a me. Sicuramente aveva avvertito la mia paura.

«Come fate a sapere che sono loro?» ribatté, lanciandomi un'altra occhiata.

Melanie sospirò.

«Jared non è stupido, Ian. Li sa riconoscere.»

M'immaginai delle anime vestite completamente di bianco che si avvicinavano a me. Per poco non impallidii.

Mi aggrappai ad Ian, stringendo forte la sua maglietta.

«Avete idea del perché siano di nuovo qui?» chiesi. La voce leggermente incrinata.

Mi schiarii la gola, sfoderando un finto sorriso per non turbare nessuno dei due.

Melanie ci fece un cenno. «Sì... Ma è meglio che ritorniamo dagli altri.»

La seguimmo fino alla stanza dei giochi, in cui tutti si erano radunati per parlare. Da un lato della grotta i bambini giocavano spensieratamente, da un altro invece gli adulti erano seduti attorno a Jared, Aaron e Jeb. Dagli sguardi cagneschi che si riservavano, sembrava avessero appena litigato.

«Wanda!» gridò Jamie dalle spalle di Jared. Quella volta si limitò a sorridermi e ad aspettare che fossi io ad andarlo ad abbracciare.

Ricambiai e mi avvicinai alla folla di gente che riempiva la stanza insieme ad Ian, che stringeva saldamente la mia mano.

«Dove eravate finiti?» intervenne Jared quando fummo abbastanza vicini.

«Eravamo al sicuro.» chiarì subito Ian, come per giustificarsi.

«Li ho informati sui Cercatori.» Melanie si mise fra di noi, accarezzando il petto di Jared, che rispose sfiorandole leggermente il braccio.

«Noi non sapevamo niente. Non abbiamo né sentito, né visto nulla.»

Ian continuò a guardare Jared anche quando si voltò verso la rimanente parte del gruppo per ritornare a discutere. Erano tutti molto tesi.

«Tutto bene?» Jeb ci venne incontro a braccia conserte, l'espressione insolitamente ansiosa.

Annuimmo entrambi.

«Cosa pensate li abbiano portati qui?»

«Io non ho voluto azzardare ipotesi. Ma Jared... ne ha una, credo.» rispose Jeb, voltandosi nella sua direzione.

Mi limitai ad assentire e a sorridergli debolmente per rassicurarlo, poi mi unii in silenzio ai pochi ragazzi che sedevano addossati al muro di pietra. Jamie mi raggiunse subito, prendendo posto fra le mie gambe per ascoltare l'animata conversazione che Jared, Aaron, Jeb e Kyle stavano facendo. Discutevano a proposito della motivazione che aveva indotto i Cercatori a venire nel deserto, la stessa che stavo cercando di capire da quando mi avevano avvertita.

Ian si unì a loro, senza prendere le parti di nessuno, poi Jared proruppe ad alta voce, affinché tutti potessero sentire ciò che aveva da dire.

«Signori miei, pensateci. Wanda è da più di un anno che è scomparsa nel deserto e da quel che ci aveva fatto capire la sua Cercatrice, gli altri l'avevano davvero data per morta. L'unica cosa che adesso potrebbero volere è Lacey.» concluse, indicando con un cenno del capo la ragazza. Lacey abbassò lo sguardo mentre mille paia di occhi la guardavano pensierosi.

No. La causa non poteva di certo essere solo lei. Non se la Cercatrice era stata sempre malvista dal resto dei suoi colleghi. Chi l'avrebbe mai voluta indietro, antipatica com'era?

«Le tue motivazione sono molto scaltre, Jared.» intervenne Jeb.

«Ma sono sensate.» replicò l'altro, cercando un qualche sostegno nell'espressione combattuta di Melanie «Lei è l'ultima arrivata. L'ultima che hanno perso e che potrebbero volere.»

«O siamo noi.» lo incalzò Ian, facendo spallucce.

L'attenzione del pubblico si spostò da Jared a lui. Jamie sospirò fra le mie braccia, stringendomi una mano.

«Potremmo essere noi il loro prossimo obbiettivo. Con tutte le sparizioni che ci sono state e che sono giunte alle nostre stesse orecchie quando siamo andati in missione, le probabilità che siano qui per noi sono molto alte, non credi?»

Jared rimase in ascolto per tutto il tempo, senza però dargli una risposta immediata. Fu Jeb a parlare per primo.

«Forse. Avete entrambi ragione. Ma... anche se fosse... cosa volete fare adesso? Scappare? Andare ad ucciderli uno ad uno? Aspettare?»

«Prima o poi le scorte si esauriranno e noi dovremo andare in missione.» disse Jared, passando in rassegna i volti di tutte le persone che aveva davanti. «Quindi no, non aspetteremo. Non appena le scorte si saranno quasi finite, usciremo. Siamo obbligati.»

Ian fece un cenno in segno di assenso. Melanie, vicino a Jared, guardò negli occhi il suo compagno ed imitò Ian.

«Fino ad allora, ci organizzeremo in modo tale da tenere sotto controllo ogni loro spostamento» intervenne Jeb «Ma adesso pensiamo a lavorare! Su, pelandroni!»

Riuscito nell'impresa di dissolvere tutta la preoccupazione che aveva occupato i volti dei presenti, Jeb sorrise e alzò teatralmente una mano per far sì che i ragazzi si alzassero e si rimettessero a lavorare. La folla obbedì con non poco entusiasmo.

Anch'io accennai ad un sorriso.

«È sempre il solito» sghignazzò Jamie mentre si alzava e mi allungava una mano per aiutarmi.

«Già»

Nel momento stesso in cui io mi tirai su, Melanie e Ian si avvicinarono a noi, l'una con un'espressione contratta in viso, l'altro con un sorriso altrettanto forzato. Si vedeva chiaramente che stavano cercando di mascherare la loro apprensione per Jamie.

«Ehi» mi salutò Mel.

«Ehi» replicai mentre Ian mi avvolgeva i fianchi «Dov'è Jared?»

«Non lo so...» rispose, guardandosi intorno.

«Io vado a parlare con Jeb» annunciò Ian prima di darmi un bacio fra i capelli «Ci vediamo dopo, okay?»

«Okay.» Gli sorrisi e lo lasciai andare, seguendolo con lo sguardo fra la gente che stava abbandonando la stanza dei giochi.

«Tu non devi andare a scuola?» Fui distratta da Melanie, che si rivolse al fratello.

«Ti prego, Mel...» la implorò Jamie, giungendo le mani per simulare una vera e propria preghiera.

«Se non ti muovi ti farò venire a prendere da Sharon.»

«Jamie?» lo chiamò Lucina, dall'altra parte della stanza. Teneva Freedom in braccio.

«Su, fai il bravo.» dissi, spingendo Jamie verso di lei. Il bambino mise il broncio ma non disobbedì agli ordini miei e di sua sorella, che lo osservò compiaciuta mentre si univa a Lucina e Freedom.

Melanie sospirò, facendo scomparire quel finto sorriso dalle labbra, proprio come me. Sembrava essersi levata un peso.

«Sono al sicuro» la rassicurai «I bambini intendo. Non usciranno mai da questo posto finché i Cercatori non se ne saranno andati.»

«Vorrei che per Jamie la vita fosse diversa. Potrebbe viaggiare per il mondo... farsi tanti altri amici... Vorrei che fosse lui a scegliere per se stesso, un domani che io non potrò più trattarlo come se fosse un ragazzino di quattordici anni.»

Mel prese a camminare per la stanza, verso il corridoio. La seguii.

«Ti capisco. Ma non possiamo avere tutto dalla vita. È già un miracolo se abbiamo scoperto questo posto... se abbiamo incontrato delle persone come Doc... Ian...»

Melanie ridacchiò, divertita dal mio ovvio pretesto di citare il mio compagno. Be', anche lui faceva parte del gruppo.

«Insomma... sarebbe ancora più brutto non poter vivere in questo modo. Al sicuro.»

«Lo so» proruppe la mia amica, alzando gli occhi al cielo.

«Ti manca vivere come una volta, vero?»

«Già...»

Rimanemmo in silenzio per alcuni minuti, continuando a passeggiare per i corridoi senza una vera e propria meta. Mi veniva da ridere al pensiero che fino a poche ore prima avessi trascorso una mattina completamente tranquilla con Ian. Sembrava talmente lontana che credevo fosse più un sogno che una realtà.

«Penso che andrò ad aiutare gli altri ad arare i campi. Ah, com'è andata ieri sera?» fece Melanie, cambiando argomento.

Arrossii automaticamente, quasi me l'avesse ordinato. Odiavo quell'assurda timidezza.

«Ian è stato fantastico.» mi limitai a dire.

«Come sempre, d'altronde.»

«Mi sa proprio di sì.» risposi, abbassando lo sguardo sulle punte dei miei piedi.

Melanie ridacchiò, ma non si fece beffe del mio palese imbarazzo, anzi.

«Okay, io vado. A dopo.»

«A dopo.» la salutai, proseguendo verso la mia grotta.

Solitamente a quell'ora del giorno non c'era molta gente che passava di lì. E forse fu proprio per quel motivo che non mi scapparono i singhiozzi di qualcuno nascosto nei dintorni.

Accigliata, avanzai lentamente verso quel suono smorzato, svoltando l'angolo. Trovai Lacey che, accucciata ad un angolo della grotta, se ne stava rannicchiata con le ginocchia al petto e il viso nascosto dai capelli color paglia. Le spalle si muovevano a scatti regolari, scosse da quei silenziosi singhiozzi.

Mi avvicinai, inginocchiandomi per poi sfiorarle una spalla.

Lacey alzò subito gli occhi su di me. Erano gonfi di lacrime.

«Ehi, va tutto bene»

«Lasciami, ti prego» m'implorò con voce rotta, prima di nascondere il viso nella sua folta chioma.

Sospirai e mi sedetti accanto a lei.

Già, quello mattina non poteva che essere frutto della mia immaginazione.



Spazio pseudo autore:



Hola! Sono stata data per dispersa, eh? Ma non è così! :P In quest'ultimo periodo sono piuttosto presa dallo studio e il tempo per scrivere si è drasticamente dimezzato D:

Ma non temete, fra meno di una settimana avrò mooolte più ore a disposizione per dedicarmi alla scrittura ;)

Prima di tutto, ringrazio le ragazze che hanno recensito questi primi due capitoli, in particolare quelle che mi hanno lasciato un commentino anche nel mio ultimo aggiornamento :)

Be', che dire... Questo capitolo è abbastanza corto, ma è meglio così. Ben presto arriverà l'incipit che farà partire automaticamente la storia e non vi annoierò più con questi capitolacci xD

Lascio a voi il piacere di commentare l'aggiornamento e di dirmi cosa ne pensate ;)

Inoltre ringrazio i lettori che hanno messo la ff nelle seguite/preferite/ricordate ^.^

Un abbraccio!

Sha

   
 
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