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Autore: Vandire    04/06/2013    0 recensioni
Prologo d'apertura, una breve introduzione su come è stato creato l'universo nel quale si svolgerà l'intera storia. A parlare durante questa breve introduzione è un vecchio e saggio cronista, il quale riporta alla mente i tempi della creazione nel periodo della venuta della prima e più grande divinità.. Sino al tradimento da parte dei sui figli..
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E così ebbe inizio

 
Difficile dare una spiegazione di come tutto cominciò. Gli studiosi e le menti dei grandi illuminati, concordano tuttavia che in principio, l’universo non esistesse. Al suo posto, un’immensa massa informe di materia mutava e si contorceva, come percorsa da spasmi, cambiando stato fisico e forma. Molti lo definiscono …. Com’è che dicono? Stato ibrido. Non ho la minima idea di cosa significhi. Eppure qualcosa cambiò. In quest’eternità di nulla avvenne l’Avvento. Il Creatore, sia sempre lodato, giunse a noi.
Numerose sono le ipotesi formulate da filosofi e sapienti; alcuni credono si trattasse dell’unica vera divinità, altri di un viaggiatore in cerca di una dimora. Tutti convengono sul fatto che chiunque fosse, era dotato di poteri in grado di  trascendere i limiti dell’umano. Costui impresse ordine al caos. Diede forma al nostro mondo, modellandolo secondo la sua volontà. Creò il sole, la luna e le stelle del firmamento. Ed infine creò noi, i mortali, per servirlo.
I primi furono gli elfi, quegli altezzosi esseri che si pavoneggiano come primogeniti. Questi erano dotati di un innato talento per le arti arcane e intellettuali. Il Creatore osservò la sua prima opera e seppur ne rimase compiaciuto qualcosa mancava. Gli elfi difettavano della forza fisica necessaria per compiti manuali. E fu così che vennero creati i nani: bassi, robusti e saggi. Quasi negati per la magia eccellevano nei lavori pesanti oltre ad essere dei veri e propri maestri sia della costruzione edilizia che della lavorazione dei materiali. Tuttavia, anche questa creazione, seppur colmasse alcune lacune della prima ne aveva altre. I nani non possedevano l’acuta mente elfica, e tantomeno le fine arti dei primi. La maggior parte era burbera, testarda come un mulo e astiosa e seppur questi erano ottimi lavoratori il Creatore necessitava di una razza più malleabile. Avendo imparato dalle due precedenti esperienze creò infine gli umani, creature che detenevano i tratti di ambedue le precedenti razze pur non eccellendo in nessuna. Sotto il dominio di questa entità sorse un rigoglioso impero ove i mortali vivevano in pace, collaborando gli uni con gli altri, adorando e glorificando il Creatore. I più saggi e i più fedeli servi di questa entità  potevano ricevere una stilla della sua natura, abbandonando le spoglie mortali, unendosi alla sua cerchia di prediletti. Coloro che raggiungevano tale rango prendevano il nome di Thaymar e servivano il dio come emissari del suo volere. E’ impossibile dire quanti anni sia durato il regno del Creatore, dato che la cognizione del tempo prima non esisteva. I mortali, nascevano e morivano incuranti del momento della propria dipartita, perché una volta giunta avrebbero riposato in eterno al fianco del dio. Ma come tutte le cose nulla dura in eterno. Il seme dell’invidia si insinuò nel cuore di alcuni giovani Thaymar e nei secoli germogliò, crescendo come una pianta ben nutrita. Questi, desiderosi di ottenere più potere di quanto fosse stato loro concesso, tentarono di carpire i segreti del Creatore e lentamente, ma inesorabilmente si allontanarono dalla sua luce. Iniziarono a diventare sempre più indipendenti, nutrendo un odio senza fine nei confronti di colui che li aveva resi schiavi. Perché dovevano vivere sotto la sua ombra? Perché dovevano continuare ad adorare quell’essere? Perché dovevano servire anziché regnare?
E’ così che il male affondo gli artigli nel mondo per la prima volta. I Thaymar ribelli rinnegarono tale titolo prendendo per loro quello di Thaymut e si prepararono a spodestare il falso dio ed i suoi fedeli servitori.
Altri si unirono ai semidei: elfi, nani e uomini soggiogati da false promesse voltarono le spalle al dio. Viene da chiedersi, per quale ragione il Creatore non ha fermato tali rivoltosi? Alcuni credono che non volesse fare del male alle creature a cui lui stesso aveva dato vita, cercando con loro un punto di incontro, ma l’ipotesi più accreditata è che per quando si accorse del tradimento fosse ormai troppo tardi. Il tempo del più grande impero della storia era giunto al termine, distrutto da chi lo aveva costruito. La violenza dilagò in un giorno d’estate, la civiltà dilaniò se stessa e il Creatore in persona pianse, vedendo tanta bellezza dissipata. Il fratello combatté il fratello, il padre avversò il figlio e a nessuna madre fu risparmiata l’agonia di un lutto per omicidio. E mentre a terra i mortali lottavano in nome di una guerra che non era loro, nei cieli le divinità si dissanguavano l’un l’altra. Ogni parte credeva di combattere per la giusta causa, ma dinanzi alla brutalità della guerra le idee vengono a cedere. Lo scontro durò centinaia di anni ma non trovò mai fine. Entrambe le parti stremate si ritirarono. I Thaymut scomparvero nell’oscurità, mentre l’ultima manciata di Thaymar si dice vegli ancora su di noi. Il Creatore, l’essere dal quale tutto aveva avuto inizio abbandono il mondo per non fare più ritorno. I mortali, sprovvisti della divina guida, si divisero. Ognuno cercò la propria strada, ognuno divenne padrone del proprio destino.
 
-Sethran- Gran Cronista di Ylhis
  
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