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Autore: shimichan    04/06/2013    3 recensioni
Raccolta di piccoli momenti non-sense dei due nakama.
[...]
#14. In fondo tra loro è sempre stato così: riescono a cogliere, dell’altro, perfino ciò che non diventa mai suono. Empatia la chiamano, ma sanno entrambi che non è quello il nome del sentimento che li tiene legati, anche se non hanno mai avuto il coraggio di ammetterlo.
#15. La purezza era per loro qualcosa di astratto, vi erano stati strappati troppo presto per provarne nostalgia.
#16. Ti ha accompagnato per tutta la vita, eppure non ti sei mai abituato alla gelida presa della Morte.
#17. Vent’anni prima, in un’isola sperduta del mare occidentale, una donna si fermò dietro una porta ad ascoltare la voce di una bambina che parlava ad un sassolino.
#18. “Ora hai trovato il suo erede…” aggiunge in un tono allegro, smorzato dal mozzicone che stringe tra i denti “…ma che mi dici di te?[...]"
#19. “Non sono sciocchezze!” lo zittisce, perentoria. “Mamma guardava papà nello stesso modo e da quando non c’è più non l’ho più vista rivolgere a nessuno uno sguardo simile!”
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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coincidences



“…potrebbero non esistere cose come le coincidenze a questo mondo…” (Silver Rayleigh)

 
 

“E anche oggi, non si è visto nessuno…”.
Sbuffa ed una nube di fumo le scivola tra le labbra, mentre passa uno straccio sul legno grezzo del bancone: è già lustro, ma le vecchie abitudini sono dure a morire. E così, come ogni sera, dopo aver voltato il cartello su ‘chiuso’, si ritrova a riassettare il locale, dove, pur non avendoci messo piede alcun cliente, riesce sempre a trovare una sedia fuori posto o una macchia non vista.
Un secco bussare alla porta, la distoglie dal proprio lavoro.
Shakky solleva lo sguardo, ma non ha bisogno di chiedere chi sia per mormorare: “Avanti”.
“Sbaglio o una volta c’era più movimento da queste parti?”.
“Tempi magri…”.
“O forse è il tuo caratteraccio a tenere lontani i clienti…”.
L’osservazione, nella voce raschiante con cui viene pronunciata, si perde nel vuoto, coperta dallo strascichio di uno sgabello.
“Sono due giorni che ti dai alla pazza gioia…non ti sembra di esagerare, alla tua età…”.
Con una sganasciate risata Rayleigh afferra il bicchiere che Shakky gli ha voltato davanti in attesa d’esser riempito. “Quello buono, non fare la tirchia…”.
Non lo vede, ma avverte comunque il sorrisetto che dispiega le sue labbra nel soffio con cui libera la bottiglia dalla polvere.
“Ecco” e ne versa un’esigua quantità, provocando una smorfia di disappunto nell’uomo, che trattiene inclinato il collo finché il liquore non raggiunge l’orlo. “Ecco!” replica, soddisfatto.
Avvicina dunque il bicchiere alla bocca, ma si ferma, osservandola mentre, poggiando il gomito sul palmo conserto, scrolla la cenere della sigaretta.
“Dico…non vorrai mica farmi bere da solo!”.
Shakky sorride davanti all’ilarità che traspare da quel viso paonazzo -troppi anni sono passati dall’ultima volta che lo ha visto bere per festeggiare e non per annegare i ricordi- e lo accontenta.
“A che brindiamo?”.
La risposta, scontata, viene accompagnata da un cenno del capo verso i nove avvisi di taglia che adornano la parete alle sue spalle. “A loro!”.
Il suono dei bicchieri fatti cozzare insieme riecheggia nel locale, coperto infine dal caldo augurio della donna. “Da come hanno iniziato, il loro avvenire è roseo. Ce la faranno!”.
“Allora hai sentito anche tu le ultime notizie?”.
“Si, Hachi è stato qui la notte scorsa…” sospira, accendendosi una sigaretta, mentre l’altra, consunta, fuma ancora nel posacenere “…che tipo, quel Rufy! Neanche il tempo di metter piede nel Nuovo Mondo che già combina guai!”.
“Proprio come Roger! Se li tira addosso…” ridacchia divertito.
Monkey D. Rufy.
Il pirata da 400.000.000 di berry.
Il pirata che ha sfidato il Governo Mondiale.
Il pirata che non ha un sogno, ma una certezza cui ha cominciato a credere anche lui.

“Stai proprio invecchiando…”.
Il commento di Shakky lo ridesta, ma non riesce a sciogliere la ruga che gli scava la fronte corrugata, mentre osserva il proprio riflesso ambrato nel bicchiere.
Sentimento sottovalutato, la nostalgia: si crede svanisca per sempre con l’affievolirsi del proprio dolore, poi un giorno s’incontra un ragazzo dal sorriso sgangherato ed un cappello di paglia calcato in testa e ci si accorge che, per anni, è sempre stato lì con voi, come un discreto compagno di viaggio.
“Forse…” sogghigna amaro, svuotando d’un fiato il bicchiere. “…ma voglio vivere abbastanza a lungo per conoscere la fine della storia…”.
Gli occhi di Ray la scrutano seri e luminosi, forti della stessa speranza che li bagnava un tempo e che ora ne umidisce gli angoli, costringendolo a premerci due dita sopra per recuperare un po’ di contegno. Shakky gliela visto fare migliaia di volte in passato, ma, a differenza di allora, non gli volta le spalle fingendo di sistemare le bottiglie solo per nascondere la propria impotenza davanti ad un dolore che non ha cure, continua a fissarlo, finché le ciglia nere non si abbassano ed una scia di fumo sfila densa tra le labbra, disperdendosi nel silenzio di un nome non pronunciato.
Perché, anche se nessuna voce l’ha consumato, il nome di Roger alleggia sempre nel locale, come quando il suo vice lo chiamava a pieni polmoni per invitarlo a far compagnia alla bottiglia.
La sua espressione impassibile si distende a quel ricordo: finalmente Ray sentirà alleggerirsi il peso di quell’eco lontano, certo ormai che tutto ciò che Roger ha rappresentato non è andato perduto.
“Ora hai trovato il suo erede…” aggiunge in un tono allegro, smorzato dal mozzicone che stringe tra i denti “…ma che mi dici di te? Esisterà un nuovo Re Oscuro?”.
Ray sgrana gli occhi, sorpreso dal repentino cambio di discorso ed atmosfera, inarcando le sopracciglia a tal punto che la sua fronte s’increspa, solcata da piccole rughe.
Ma il suo, è uno stupore passeggero: s’infrange sulla taglia appesa accanto a quella di Rufy.
E, mentre l’osserva, mille pensieri s’insinuano nella sua mente, mescolandosi ai ricordi: sono gli stessi su cui, è sicuro, anche Shakky sta riflettendo, solo che lei non si fa problemi ad esternarli.
“Spadaccino, una taglia destinata a lievitare, vice del futuro Re dei pirati, e, a quanto so, gran bevitore…si è perfino regalato una nuova cicatrice sull’occhio!”.
Tante, troppe, sfumature lo accomunano a Roronoa Zoro, lo ha capito subito, durante l’attacco di due anni fa, quando ha visto illuminarsi nei suoi occhi una rabbia dolorosa per non essere stato all’altezza di soccorrere i propri compagni, la stessa rabbia che alberga ancora oggi nei suoi: è vivo ed non è mai riuscito a perdonarselo.
Eppure il tono divertito di Shakky lo lascia del tutto indifferente.
“Non è solo una questione di nome…” sibila risentito, sporgendosi in avanti, quasi invitandola a porgergli maggior attenzione. E rispetto. Perché, anche se molti lo ignorano e a guardarlo non si direbbe, Rayleigh possiede un lato narcisista che lo rende particolarmente permaloso
Shakky, invece, lo sa, come sa che ciò a cui si riferisce -ed il sorriso malandrino che gli allarga la bocca glielo conferma- non è certo l’aspetto morale, l’orgoglio, la fiducia…
No, Ray ha in mente qualcosa di molto più subdolo, frivolo, superficiale.
Donne.
Quante erano state vittima del suo fascino scapestrato? Non ha mai osato chiederglielo e lui non ha mai avuto la faccia tosta di farne menzione, ma questo ha poca importanza. In fondo ha sempre saputo di essere non la sola, ma l’unica.
L’unica da cui tornare irriconoscibile, dopo l’ennesima scorribanda, l’unica a conoscere le sue debolezze, l’unica a cui mostrare lacrime di bambino.
E questo, per lei, ha sempre prevalso su qualsiasi promessa di fedeltà.
“Ad occhio e croce, non mi sembra tipo da correre dietro alle gonnelle…”.
“Forse. Ma ho sentito che è stata una ragazza a riaccompagnarlo qui!” ribatte prontamente, quasi a volerne prendere le difese, e a Shakky tanto basta per intuire che, nonostante le ritrosie, Ray lo consideri davvero il suo erede.
“Solo perché, a detta dei suoi compagni, sarebbe in grado di perdersi anche a bordo della nave…”.
A quel punto lo vede tentare, livido, di risponderle a tono, per poi, dopo alcuni boccheggianti secondi, arrendersi. “Già, quel ragazzo dovrà migliorare il suo senso dell’orientamento…”.
Le iridi nere si assottigliano a quell’affermazione: adora pungolarlo e l’occasione è troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire.
“A quanto pare dev’essere una caratteristica di voi vice…” sogghigna “… se non ricordo male, quando sei ubriaco non riesci neanche a ritrovare la strada di casa! Roger era sempre costretto a rimandare la partenza per venirti a cercare!”.
Sorride appena, Ray, conscio che l’imbarazzo e l’irritazione sono sentimenti più adatti ai giovani che ad un uomo della sua età, per poi posare le sue labbra ancora curvate sull’orlo del bicchiere. Mentre avverte un piacevole pizzicore alla gola, si perde a studiare i lineamenti del suo volto, sembrano corrucciati attraverso il vetro, ma non esclude che lo siano davvero. Sa che quando riflette, Shakky si porta una mano all’angolo della bocca –di solito quella che stringe il filtro- e prende a mordicchiarsi le unghie, stando ben attenta a non farsi vedere, ritenendolo un vizio infantile.
Proprio come ora.
Aggrotta le sopracciglia e serra le palpebre, riducendo gli occhi a due fessure, davanti al poster, alla ricerca qualche dettaglio sfuggitole, un’insignificante somiglianza fisica con un ragazzo che ha conosciuto molti anni fa e che siede dall’altra parte del banco. Ma, evidentemente, non ve ne sono, perché sospira, scuotendo il caschetto, e raccoglie i giornali vecchi di giorni in un angolo.
“Però sono sempre tornato”.
L’improvvisa ripresa di una conversazione che sembrava caduta, la coglie di sorpresa, ma non le ci vuole molto per carpire il reale significato celato dietro a quelle poche e semplici parole.
È vero: la strada per il suo locale, Ray, non l’ha mai perduta.
 

Il rintocco dell’orologio, che segna le due, gli accompagna lungo le scale.
Shakky lo precede, illuminando le pareti con la sola luce del mozzicone: non serve altro, la casa la conoscono bene entrambi.
Salta il secondo gradino perché scricchiola fastidiosamente e si promette di aggiustarlo, come la prima volta in cui lei l’aveva ospitato e la Oro sonnecchiava, attraccata alla baia.
Non gli sembra passato un giorno da allora: lo sguardo si perde ancora sulla sinuosità della sua schiena e delle sue gambe con la stessa identica intensità, perfino il suo cuore sembra riprendersi dagli effetti del tempo e battere più forte: è sempre stata l’unica a farlo sentire così. Se n’era accorto nelle notti trascorse lontano da lei, quando cercava il suo viso in quello di altre donne, senza trovarlo mai.
Quando raggiunge l’ultimo scalino, la luce, in fondo al corridoio, è già accesa, lo aspetta in quella camera che non è mai cambiata, come lei: c’è sempre un libro sopra il comodino a far compagnia al pacchetto di sigarette aperto e gli occhiali, che, vanitosa, cerca continuamente di nascondere, spuntano dal cassetto.
Shakky è già a letto, stesa su un fianco, attende che si Ray si corichi per spegnere la lampada e lui non la fa attendere oltre.
Ha sempre dormito sulla schiena per essere il primo a salutare il sole, ma questa notte, solo questa notte, si gira di lato, abbracciando il cuscino per guardarla.
Domani sarà lei ad accoglierlo prima dell’alba.
 
 

Apre gli occhi, rendendosi conto di essersi addormentata sopra un libro, in cucina, con gli occhiali nascosti tra le dita, ma prima di sollevare la testa e farsi baciare dal giorno, scorge, dall’altro capo del tavolo, Zoro.
Dorme ancora, con le braccia conserte sul ripiano ed il viso rivolto verso di lei, dando così le spalle alle finestra.
Sorride appena. Era rimasta sveglia a lungo, preoccupata di doverlo andare a cercare in città, ed invece, inspiegabilmente, la strada del ritorno era riuscita a trovarla da solo.









spazio autrice

Beh, che dire...inanzittutto, un CIAO a tutti mi sembra d'obbligo dopo più di un mese d'assenza (?)!
Ahimè, non sono andata in vacanza (magari...) però ho visto con piacere che, per gli appassionati, qualcuno ha iniziato a scrivere sulla coppia...bene bene!!XD
Tornando a noi, questa era indecisa se postarla o meno così...nelle mie intenzioni iniziali doveva esserci anche un discorso in cui Shakky ammetteva di rivedersi un pò in Robin, ma poi la cosa mi è sembrata un pochino artificiosa e così...eccola, una one shot Shakky x Ray con l'ombra della ZoroxRobin!! -.-
spero di non farvi attendere un altro secolo (in teoria, da oggi ho più tempo) e di regalarvi qualcosina di meglio...
Alla prox!!!!
Bye Bye
 
 

 
 
  
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