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Autore: rupertinasora    21/12/2007    4 recensioni
Questa storia, se fosse stata una canzone, sarebbe stata “Da figlio a padre” di Paolo Meneguzzi. Per Draco il padre ha sempre rappresentato una figura da prendere come esempio, anche se molto spesso non lo è stato ad ascoltare. Serio, gelido, distaccato, puntiglioso, affascinante: questo era suo padre. Ma lui gli ha voltato le spalle, anche per piccole cose, ma soprattutto per una cosa davvero grande e grave. E adesso gli chiede scusa…
Genere: Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO UNICO
“Da figlio a padre”

Io, Draco Lucius Malfoy, ti chiedo scusa, papà. Perché solo ora che ti ho perso mi sono reso conto quello che veramente sei per me. Un educatore alla vita. L’hai sempre detto che i libri non t’insegnavano nulla, l’importante era vivere fino in fondo la vita, non bisognava andare dietro ai sogni, perché non è facile realizzarli…


Da figlio a padre
Ti chiedo scusa
per quello che ti ho detto
per come ti ho risposto
E se ti ho fatto male…


Come sono dispiaciuto per tutte quelle volte che non ti sono stato a sentire e ti ho mandato a quel paese, convinto com’ero che mi toglievi la libertà. Ma stupidamente non capivo che la mia libertà finiva quando iniziava la tua. E ti ho denigrato così tante volte da aver perso il conto. Per non contare la mia sfuriata quando mi hai proibito di frequentare Hermione Jane Granger. Quella ragazza che prima odiavo. Sì, odiavo perché sapevo che sarebbe stata la mia fidanzata perfetta, con quei riccioli indomabili come il suo carattere, e quel profumo fresco misto a quello vecchio dei libri che amava leggere.

Ti chiedo ancora scusa
perchè facevo tardi
E mi aspettavi in piedi
perchè non sono venuto quell’ estate al mare
Se ho scelto la mia vita mostrandoti la schiena
Se a quello che volevi ho immaginato un’altra scena


Il mio modo di essere di allora, sfrontato e sconsiderato, ha fatto sì che ti abbia lasciato da solo nel momento in cui avevi più bisogno. Ho ascoltato gli altri che mi dicevano che stavi sbagliando e che io non dovevo sbagliare come e con te, e così, quando mi chiedesti di diventare Mangiamorte come te, non solo me ne sono andato lasciandoti solo un biglietto con su scritte queste parole che, tuttora, ricordo come se fosse stato ieri: “Non capisco, me ne vado”; ma addirittura, quando me lo chiedesti, ho immaginato la scena di te che mi dicevi di essere diventato neutrale, perché avevi capito che il Signore Oscuro stava sbagliando, ma anche perché non te la sentivi di passare al lato dei “buoni”.
E che dire di quando feci tardi quella sera solo per uscire con la Granger, anche se poi è finita con un nostro litigio, e intanto tu eri lì, sempre lì, sulla porta ad aspettarmi. Se dovessi tornare ora, mi aspetteresti come facevi allora?
Ed è sempre colpa di quella ragazzina per cui non venni al mare con tutta la famiglia, perché dovevamo andare a scovare documenti per incarcerarti, per incarcerare te e tutti i tuoi amici.

E me ne sono andato
Per inseguire un sogno
Con te che mi dicevi
“un sogno non è mai come vivere,
non è così facile
un sogno non è mai cm vivere,
non è così semplice”


E così me ne andai perché pensavo che stare con Hermione sarebbe stato più educativo che stare con te. Ma che bugia che continuavo a raccontare a me stesso, sicuramente la bugia più grande che abbia mai raccontato. Stare con lei, in mezzo ai suoi amici, non è stato la favola che mi raccontavo ogni sera per farmi forza. Stare con lei, nel suo letto, era solo un sogno che è finito nel momento in cui mi sono alzato e allontanato da quel suo letto. E proprio in quei giorni mi ricordavo le tue parole, secondo cui vivere la vita non era come vivere un sogno, non era così facile e a lieto fine. E come ho visto, tu l’hai vissuto sulla tua pelle, e io con te.
Quel sogno si è rivelato un incubo, che sto subendo ancora. E con le lacrime agli occhi non faccio altro che pensarti, e biasimarmi per la mia stupidità.

ti chiedo scusa,
adesso ti capisco,
perchè forse al tuo posto
avrei fatto lo stesso…


E più ci penso, più sono sicuro che, per amore di mio figlio, adesso che riesco a mettermi nei tuoi panni, cosa che prima d’ora non ero mai riuscito a fare, io avrei fatto lo stesso. Avrei commesso i tuoi stessi sbagli, avrei detto le tue stesse cose. Solo ora capisco quello che significava per te urlarmi contro, picchiarmi quand’ero piccolo. E ora capisco che quell’odio che provavo per te quando mi rivolgevi queste poco delicate accuse era inutile, perché lo facevi perché mi amavi.

Ti chiedo ancora scusa
perchè da figlio a padre
è facile sbagliare
perchè non ti ho mai detto che per me sei grande?


Ora mi sono reso conto di aver sbagliato tutto con te. Anzicché stare ad ascoltarti e prendere le tue parole come oro colato, ho voluto seguire una strada all’apparenza più semplice, quando invece si è rivelata più dura e tortuosa di quella che mi volevi far intraprendere, piena di sorrisi falsi e frasi ipocrite, insostenibili apparenze di amicizia. E poi ho sempre pensato che sei una persona grande. Non te l’ho mai detto? Beh, Beh, colgo l’occasione per dirtelo ora. Sei sempre stato un uomo terribilmente fantastico, incutevi timore e riverenza, sempre. Ma nonostante tutto, per me eri il mio modello, quello che non sono riuscito a raggiungere.


Hai sempre dato tutto
Non hai mai chiesto niente
E ciò che mi hai insegnato adesso so che era importante.
Ricordi quelle sere noi tre insieme lì a parlare
E tu che m dicevi:
“un sogno non è mai come vivere,
non è così facile
un sogno non è mai cm vivere,
non è così semplice”


E quando eravamo riuniti io, te e la mamma davanti al camino d’inverno, o accanto al tavolo in ferro battuto del giardino di Malfoy Manor, eri sempre lì a ribadire quello che andava bene e cosa no. Ammetto che questo mi creava non pochi fastidi, ma riuscivo a far finta di niente, perché, quando volevi, facevi tutto quello che ti chiedeva, o meglio ordinava, questo tuo figlio viziato. Come quando ti comandai di far decapitare quello stupido uccellaccio durante il mio terzo anno ad Hogwarts che mi aveva graffiato un po’ il braccio. Oppure quando volli entrare nella squadra di Quidditch dei Serpeverde, e ti intimai di comprare tutte quelle Nimbus 2001.
Perché allora mi davi tutto quello che volevo, senza che io ti dessi niente in cambio? Non capivi che ero ancora piccolo e non sapevo che fare o come comportarmi. E ora che lo voglio fare, voglio comportarmi come te, in tutto e per tutto, e tutto impossibile. Quel sogno che inseguivo con tutte le mie forze, quel sogno che si chiamava Hermione Granger, è finito e mi ha lasciato con l’amaro in bocca. Ma cosa ricordo? Sì, lo dicevi tu, quando mi urlavi contro, anche davanti alla mamma che ti appoggiava in silenzio. Ero giovane e inesperto. Perdonami per non averti creduto quando parlavamo di quel mio sogno.

perdonami
si, perdonami
si, perdonami
se vuoi, perdonami…
“un sogno non è mai come vivere,
non è così facile
un sogno non è mai cm vivere,
non è così semplice”
t chiedo scusa….

   
 
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