CAPITOLO 10
Kaori
chiuse il rubinetto dell’acqua calda, uscì dalla doccia e si avvolse in un
morbido e grande asciugamano. Si fermò davanti allo specchio appannato e lo
pulì, fermandosi poi a fissare la sua immagine riflessa. Non aveva dormito quasi
per nulla quella notte e il suo viso ne portava ora i segni, che la doccia non
era servita a cancellare del tutto. Aveva decisamente bisogno di un bel caffè
forte, ma il pensiero di uscire e affrontare Ryo non la entusiasmava per
niente…Chiuse gli occhi con un sospiro. Mi dispiace per quello che è successo
due anni fa…Per quello che ho fatto. Li riaprì di scatto quando la scena
della sera prima le si ripresentò davanti agli occhi. Accidenti a Ryo! Perché
non se ne era rimasto a Tokyo invece di ripiombare nella sua vita e
scombussolarla?
Passò
in camera da letto ed estrasse dal suo borsone una comoda tuta grigia. Si legò i
capelli e aprì le tende, che ancora erano chiuse per non far entrare la luce del
sole. La giornata si preannunciava essere soleggiata, ma anche alquanto ventosa.
Fece un respiro profondo e decise che era arrivato il momento di uscire da
quella stanza. Socchiuse la porta e spinse fuori la testa. Il corridoio era
immerso nel silenzio. Lanciò un’occhiata alla porta della camera di Ryo, di
fronte alla sua, ed era chiusa. Con un po’ di fortuna, lui avrebbe potuto essere
ancora nel mondo dei sogni…Cercando di essere il più silenziosa possibile – e la
morbida moquette che copriva il corridoio l’aiutava non poco – raggiunse le
scale e scese al piano di sotto. Anche tutta la casa era immersa nel silenzio.
Raggiunse la grande cucina e trovò anch’essa vuota.
Doveva
ammettere che di giorno era ancora più bella. In legno chiaro, con un’isola nel
mezzo su cui si trovava il piano cottura, era calda e confortevole…L’ideale per
una famiglia. Si accorse che c’era del caffè già pronto, perciò Ryo doveva già
essersi svegliato. Tuttavia, non era ancora comparso…Che fosse uscito? In
effetti, lui poteva, conosceva il codice per aprire le porte. Se n’era
andato chissà dove lasciandola rinchiusa lì! Non tentò neanche di uscire anche
lei, aveva già tentato di aprire la finestra della sua camera e non ci era
riuscita…
Si
versò una bella dose di caffè e si appoggiò al bancone. Pensandoci bene, poteva
approfittare di quella tranquillità per lavorare un po’ in santa pace, Ryo le
aveva messo in borsa anche il portatile…Con tutti gli avvenimenti degli ultimi
giorni, non era riuscita ad andare avanti nemmeno un po’ con la traduzione del
suo libro. Portò la tazza in salotto e andò a prendere il computer. Armata di
caffè e brioches, si mise al lavoro.
Venti
minuti dopo era andata avanti di sole cinque righe…Non c’era niente da fare, la
sua mente si rifiutava di concentrarsi sul lavoro e andava in un’unica
direzione. Ryo. Dov’era? Cosa stava facendo? E pensare che solo mezzora prima
aveva paura di uscire dalla sua stanza e affrontarlo!
Aprì la
cartella intitolata “Still
you, always you”, il
racconto incompiuto che parlava di loro due. Era meglio se teneva bene a mente
il perché se n’era andata da Tokyo. Aveva passato anni a vederlo negare e
calpestare i suoi sentimenti per lui, aveva perso il conto delle volte che aveva
pianto per lui, le aveva spezzato il cuore… Questi erano i motivi per cui la
sera prima non lo aveva baciato…Anche se lo aveva desiderato con tutta se
stessa. Scosse la testa e si immerse nella lettura.
Era
così concentrata che non si era accorta di lui. Ryo guardava Kaori leggere con
attenzione qualcosa nel suo portatile dalla soglia del soggiorno. Era rientrato
qualche minuto prima da un giro di controllo nei dintorni e l’aveva trovata là,
seduta a gambe incrociate sul divano con il computer in grembo, vestita di una
tuta grigia che la faceva sembrare una ragazzina.
Ryo si
appoggiò allo stipite del grande arco che dall’atrio della casa portava in
salotto e si chiese come si sarebbe comportata Kaori una volta accortasi di lui.
Avrebbe fatto finta che quello che era successo la sera prima non fosse mai
esistito come al solito? Beh, lui non glielo avrebbe permesso. Era ora che loro
due chiarissero un po’ di cose. E, soprattutto, era ora che Kaori sapesse quello
che provava per lei.
In quel
momento il suo cellulare si mise a suonare nella sua tasca ed entrambi
sobbalzarono. Lei si voltò verso di lui, evidentemente sorpresa di trovarlo lì.
Senza guardarla, Ryo le voltò le spalle e rispose al cellulare.
-Sì?-
-Ciao,
sono Miki- lo salutò la voce squillante della barista –Come vanno le cose lì?-
-Ciao,
Miki. Mmh…Diciamo che sono più complicate del previsto…- le rispose
La
donna dovette intuire dal suo tono di voce che non stava parlando solo di
lavoro, perché non insistette oltre.
-Mi
dispiace…Senti, posso parlare con Kaori? Ho provato a chiamarla a casa, ma non
risponde e immagino che tu sia lì con lei…-
Ryo non
fu sorpreso di sapere che le due amiche avessero mantenuto i contatti per tutto
quel tempo. In fondo, Kaori aveva lasciato lui, non il resto del
gruppo…
-Sì, te
la passo-
Si
voltò e tornò in salotto. Si avvicinò al divano e porse il cellulare a Kaori.
-Miki
vorrebbe parlarti- le disse
-Oh…Grazie-
lei appoggiò il portatile sul tavolino e prese il telefono
Un
secondo dopo, era in piedi e diretta verso la cucina alla ricerca di un po’ di
privacy.
Ryo si
sedette sul divano, dove fino ad un secondo prima c’era lei, e il suo sguardo
cadde sul portatile rimasto accesso e sulla schermata. Probabilmente Kaori stava
lavorando ad un nuovo libro…Spinto dalla curiosità e sapendo che la telefonata
sarebbe durata almeno una mezzora, si sporse e iniziò a leggere. Tuttavia, dopo
poche righe, si rese conto che quello che stava leggendo era la sua vita…la
loro vita.
-Quindi
mi stai dicendo che sei rinchiusa in una villa in riva al mare con Saeba?-
riassunse Miki
Kaori
aveva appena finito di raccontarle quello che era successo negli ultimi giorni.
-Esatto-
le confermò
-Una
villa in riva al mare…che posto romantico!-
-Miki!-
-Beh, è
la verità!-
Kaori
sospirò. Inutile cercare del sostegno morale in Miki, lei era la prima a
spingerla tra le braccia di Ryo…
-Forse
non è il caso di raccontarti quello che è successo ieri sera…- borbottò
-Perché?
Cos’è successo?- chiese l’amica grondando curiosità
-Ehm…Mi
ha quasi baciato-
-Ti ha
quasi baciato?!- breve pausa –E perché quasi?-
-Perché
io sono fuggita, ecco perché!-
-E
perché?- chiese ancora l’amica
-Perché
non ho intenzione di ritrovarmi un’altra volta con il cuore spezzato, Miki-
-Kaori,
è venuto fino a New York per te…No, dico, ha persino preso l’aereo!-
-L’ha
fatto solo per amicizia, non per amore-
-E ieri
sera allora? Per quale motivo secondo te stava per baciarti?-
-E che
ne so? Magari sentiva la mancanza di una donna e io ero l’unica disponibile-
rispose con amarezza Kaori
-Tesoro,
non fare finta di non vedere quello che hai davanti. E non fare finta di non
provare niente per lui-
-Ma io
non provo più niente per Ryo-
Dio, le
sue parole suonavano false persino alle sue orecchie.
-Certo,
e gli asini volano!- replicò sarcastica Miki –Se tu non provassi più niente per
lui non saresti così turbata dalla situazione in cui vi trovate…-
Come
sempre la sua amica aveva fatto centro.
-E va
bene, hai ragione…Ma io ho paura, Miki-
-Lo so
che hai paura, tesoro, ma in amore più che in ogni altra cosa bisogna saperla
affrontare-
Ryo non
poteva credere a ciò che gli stava davanti agli occhi. Quello che stava leggendo
era la sua vita con Kaori: il loro primo incontro, l’inizio della loro
convivenza, i loro momenti più importanti…Fino ad arrivare alla discussione che
avevano avuto la sera in cui lei se n’era andata. Quelle pagine raccontavano
tutto quello e molto di più. Kaori aveva narrato la loro storia in prima
persona, facendo trasparire con ogni parola i suoi sentimenti. Felicità,
tristezza, rabbia, perdono, amore…Ryo ebbe l’impressione di leggere nell’anima
di lei.
Lo
colpì il fatto che il racconto non era finito. Era fermo a quella sera di due
anni prima. E lui si chiedeva perché non l’avesse terminato…Sapeva che se la sua
ex socia aveva messo nero su bianco la loro storia era per esorcizzare il
dolore, la conosceva bene. E se non esisteva un “The End” c’era un qualche
motivo.
Se
Kaori lo aveva realmente dimenticato, la storia avrebbe dovuto avere una fine
triste, loro due divisi per sempre. Nel caso contrario, se lei ancora credeva
nel loro amore, ci sarebbe dovuto essere un lieto fine. Quel vuoto confermava i
suoi sospetti, confermava quello che aveva letto la sera prima negli occhi di
Kaori. Paura. Lei provava ancora qualcosa per lui, ma aveva paura di lasciarsi
andare, paura di soffrire ancora. Perciò, l’unica cosa che poteva fare Ryo era
rassicurarla sui suoi sentimenti per lei. Rassicurarla sul fatto che lui mai più
l’avrebbe fatta soffrire.
Dopo
aver salutato Miki, Kaori ritornò in salotto. Quando vide Ryo seduto di fronte
al suo portatile si bloccò, mentre un dubbio le attraversava la mente. Aveva
chiuso il file racconto incompiuto prima di andare in cucina? La risposta le si
affacciò subito alla mente. No. Oh, cavolo…In poche falcate lo raggiunse
e chiuse il portatile con uno scatto. Ryo alzò lo sguardo ad incontrare il suo e
in quel momento lei seppe che lo aveva letto…