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Autore: lynn12    21/12/2007    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Kaori, dopo l'episodio di Kaibara e dopo aver ritrovato la memoria, non avesse fatto finta di niente?
Genere: Romantico, Drammatico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaori/Greta, Ryo Saeba/Hunter
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 10

Kaori chiuse il rubinetto dell’acqua calda, uscì dalla doccia e si avvolse in un morbido e grande asciugamano. Si fermò davanti allo specchio appannato e lo pulì, fermandosi poi a fissare la sua immagine riflessa. Non aveva dormito quasi per nulla quella notte e il suo viso ne portava ora i segni, che la doccia non era servita a cancellare del tutto. Aveva decisamente bisogno di un bel caffè forte, ma il pensiero di uscire e affrontare Ryo non la entusiasmava per niente…Chiuse gli occhi con un sospiro. Mi dispiace per quello che è successo due anni fa…Per quello che ho fatto. Li riaprì di scatto quando la scena della sera prima le si ripresentò davanti agli occhi. Accidenti a Ryo! Perché non se ne era rimasto a Tokyo invece di ripiombare nella sua vita e scombussolarla?

Passò in camera da letto ed estrasse dal suo borsone una comoda tuta grigia. Si legò i capelli e aprì le tende, che ancora erano chiuse per non far entrare la luce del sole. La giornata si preannunciava essere soleggiata, ma anche alquanto ventosa. Fece un respiro profondo e decise che era arrivato il momento di uscire da quella stanza. Socchiuse la porta e spinse fuori la testa. Il corridoio era immerso nel silenzio. Lanciò un’occhiata alla porta della camera di Ryo, di fronte alla sua, ed era chiusa. Con un po’ di fortuna, lui avrebbe potuto essere ancora nel mondo dei sogni…Cercando di essere il più silenziosa possibile – e la morbida moquette che copriva il corridoio l’aiutava non poco – raggiunse le scale e scese al piano di sotto. Anche tutta la casa era immersa nel silenzio. Raggiunse la grande cucina e trovò anch’essa vuota.

Doveva ammettere che di giorno era ancora più bella. In legno chiaro, con un’isola nel mezzo su cui si trovava il piano cottura, era calda e confortevole…L’ideale per una famiglia. Si accorse che c’era del caffè già pronto, perciò Ryo doveva già essersi svegliato. Tuttavia, non era ancora comparso…Che fosse uscito? In effetti, lui poteva, conosceva il codice per aprire le porte. Se n’era andato chissà dove lasciandola rinchiusa lì! Non tentò neanche di uscire anche lei, aveva già tentato di aprire la finestra della sua camera e non ci era riuscita…

Si versò una bella dose di caffè e si appoggiò al bancone. Pensandoci bene, poteva approfittare di quella tranquillità per lavorare un po’ in santa pace, Ryo le aveva messo in borsa anche il portatile…Con tutti gli avvenimenti degli ultimi giorni, non era riuscita ad andare avanti nemmeno un po’ con la traduzione del suo libro. Portò la tazza in salotto e andò a prendere il computer. Armata di caffè e brioches, si mise al lavoro.

Venti minuti dopo era andata avanti di sole cinque righe…Non c’era niente da fare, la sua mente si rifiutava di concentrarsi sul lavoro e andava in un’unica direzione. Ryo. Dov’era? Cosa stava facendo? E pensare che solo mezzora prima aveva paura di uscire dalla sua stanza e affrontarlo!

Aprì la cartella intitolata “Still you, always you”, il racconto incompiuto che parlava di loro due. Era meglio se teneva bene a mente il perché se n’era andata da Tokyo. Aveva passato anni a vederlo negare e calpestare i suoi sentimenti per lui, aveva perso il conto delle volte che aveva pianto per lui, le aveva spezzato il cuore… Questi erano i motivi per cui la sera prima non lo aveva baciato…Anche se lo aveva desiderato con tutta se stessa. Scosse la testa e si immerse nella lettura.

 

Era così concentrata che non si era accorta di lui. Ryo guardava Kaori leggere con attenzione qualcosa nel suo portatile dalla soglia del soggiorno. Era rientrato qualche minuto prima da un giro di controllo nei dintorni e l’aveva trovata là, seduta a gambe incrociate sul divano con il computer in grembo, vestita di una tuta grigia che la faceva sembrare una ragazzina.

Ryo si appoggiò allo stipite del grande arco che dall’atrio della casa portava in salotto e si chiese come si sarebbe comportata Kaori una volta accortasi di lui. Avrebbe fatto finta che quello che era successo la sera prima non fosse mai esistito come al solito? Beh, lui non glielo avrebbe permesso. Era ora che loro due chiarissero un po’ di cose. E, soprattutto, era ora che Kaori sapesse quello che provava per lei.

In quel momento il suo cellulare si mise a suonare nella sua tasca ed entrambi sobbalzarono. Lei si voltò verso di lui, evidentemente sorpresa di trovarlo lì. Senza guardarla, Ryo le voltò le spalle e rispose al cellulare.

-Sì?-

-Ciao, sono Miki- lo salutò la voce squillante della barista –Come vanno le cose lì?-

-Ciao, Miki. Mmh…Diciamo che sono più complicate del previsto…- le rispose

La donna dovette intuire dal suo tono di voce che non stava parlando solo di lavoro, perché non insistette oltre.

-Mi dispiace…Senti, posso parlare con Kaori? Ho provato a chiamarla a casa, ma non risponde e immagino che tu sia lì con lei…-

Ryo non fu sorpreso di sapere che le due amiche avessero mantenuto i contatti per tutto quel tempo. In fondo, Kaori aveva lasciato lui, non il resto del gruppo…

-Sì, te la passo-

Si voltò e tornò in salotto. Si avvicinò al divano e porse il cellulare a Kaori.

-Miki vorrebbe parlarti- le disse

-Oh…Grazie- lei appoggiò il portatile sul tavolino e prese il telefono

Un secondo dopo, era in piedi e diretta verso la cucina alla ricerca di un po’ di privacy.

Ryo si sedette sul divano, dove fino ad un secondo prima c’era lei, e il suo sguardo cadde sul portatile rimasto accesso e sulla schermata. Probabilmente Kaori stava lavorando ad un nuovo libro…Spinto dalla curiosità e sapendo che la telefonata sarebbe durata almeno una mezzora, si sporse e iniziò a leggere. Tuttavia, dopo poche righe, si rese conto che quello che stava leggendo era la sua vita…la loro vita.

 

-Quindi mi stai dicendo che sei rinchiusa in una villa in riva al mare con Saeba?- riassunse Miki

Kaori aveva appena finito di raccontarle quello che era successo negli ultimi giorni.

-Esatto- le confermò

-Una villa in riva al mare…che posto romantico!-

-Miki!-

-Beh, è la verità!-

Kaori sospirò. Inutile cercare del sostegno morale in Miki, lei era la prima a spingerla tra le braccia di Ryo…

-Forse non è il caso di raccontarti quello che è successo ieri sera…- borbottò

-Perché? Cos’è successo?- chiese l’amica grondando curiosità

-Ehm…Mi ha quasi baciato-

-Ti ha quasi baciato?!- breve pausa –E perché quasi?-

-Perché io sono fuggita, ecco perché!-

-E perché?- chiese ancora l’amica

-Perché non ho intenzione di ritrovarmi un’altra volta con il cuore spezzato, Miki-

-Kaori, è venuto fino a New York per te…No, dico, ha persino preso l’aereo!-

-L’ha fatto solo per amicizia, non per amore-

-E ieri sera allora? Per quale motivo secondo te stava per baciarti?-

-E che ne so? Magari sentiva la mancanza di una donna e io ero l’unica disponibile- rispose con amarezza Kaori

-Tesoro, non fare finta di non vedere quello che hai davanti. E non fare finta di non provare niente per lui-

-Ma io non provo più niente per Ryo-

Dio, le sue parole suonavano false persino alle sue orecchie.

-Certo, e gli asini volano!- replicò sarcastica Miki –Se tu non provassi più niente per lui non saresti così turbata dalla situazione in cui vi trovate…-

Come sempre la sua amica aveva fatto centro.

-E va bene, hai ragione…Ma io ho paura, Miki-

-Lo so che hai paura, tesoro, ma in amore più che in ogni altra cosa bisogna saperla affrontare-

 

Ryo non poteva credere a ciò che gli stava davanti agli occhi. Quello che stava leggendo era la sua vita con Kaori: il loro primo incontro, l’inizio della loro convivenza, i loro momenti più importanti…Fino ad arrivare alla discussione che avevano avuto la sera in cui lei se n’era andata. Quelle pagine raccontavano tutto quello e molto di più. Kaori aveva narrato la loro storia in prima persona, facendo trasparire con ogni parola i suoi sentimenti. Felicità, tristezza, rabbia, perdono, amore…Ryo ebbe l’impressione di leggere nell’anima di lei.

Lo colpì il fatto che il racconto non era finito. Era fermo a quella sera di due anni prima. E lui si chiedeva perché non l’avesse terminato…Sapeva che se la sua ex socia aveva messo nero su bianco la loro storia era per esorcizzare il dolore, la conosceva bene. E se non esisteva un “The End” c’era un qualche motivo.

Se Kaori lo aveva realmente dimenticato, la storia avrebbe dovuto avere una fine triste, loro due divisi per sempre. Nel caso contrario, se lei ancora credeva nel loro amore, ci sarebbe dovuto essere un lieto fine. Quel vuoto confermava i suoi sospetti, confermava quello che aveva letto la sera prima negli occhi di Kaori. Paura. Lei provava ancora qualcosa per lui, ma aveva paura di lasciarsi andare, paura di soffrire ancora. Perciò, l’unica cosa che poteva fare Ryo era rassicurarla sui suoi sentimenti per lei. Rassicurarla sul fatto che lui mai più l’avrebbe fatta soffrire.

 

Dopo aver salutato Miki, Kaori ritornò in salotto. Quando vide Ryo seduto di fronte al suo portatile si bloccò, mentre un dubbio le attraversava la mente. Aveva chiuso il file racconto incompiuto prima di andare in cucina? La risposta le si affacciò subito alla mente. No. Oh, cavolo…In poche falcate lo raggiunse e chiuse il portatile con uno scatto. Ryo alzò lo sguardo ad incontrare il suo e in quel momento lei seppe che lo aveva letto…

 

 

  
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