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Autore: itsbrie    05/06/2013    1 recensioni
Dalla storia : " Era arrivata lì solo due giorni prima, eppure quelle quarant’otto ore le erano sembrate un’eternità.
Certo, la sua mente era affollata dai pensieri sul nuovo anno, il sesto, che avrebbero affrontato ad Hogwarts, ma in quel momento non volle mentire a sé stessa e mordendosi le labbra, si chiese quando lo avrebbe ammesso.
Quando si sarebbe detta con chiarezza che era perdutamente innamorata di Fred Weasley. [...] Ma Fred non l’avrebbe mai guardata come lei sperava, perché lei era e sarebbe sempre stata la migliore amica di suo fratello minore, non una ragazza di cui potersi innamorare.
Sapeva che il suo interesse non sarebbe mai stato ricambiato, ma in un angolo remoto della sua intimità, si illudeva con forza che Fred potesse vederla così come lei desiderava. "
Se Hermione Granger si fosse innamorata di Fred Weasley?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Fred - Hermione

Salve a tutti!
Dunque, questa è la prima parte di una FanFiction che sto scrivendo su Fred Weasley ed Hermione Granger, e in generale, la mia primissima FF su Harry Potter, per cui vi prego, siate clementi con me!
Premetto che non è completa, visto che è ancora in stesura, ma ho deciso di postarla per mettermi un pò alla prova.
Man mano che saranno pronti, posterò anche gli altri capitoli!
Spero che ci sia qualche anima pia che la legga!
Un abbraccio grande a tutti voi :)
ML.

- I personaggi descritti sono proprietà di J.K.Rowling, la mia è una fanfiction scritta dal mio personale punto di vista, quindi perdonatemi se i personaggi non agiscono come si aspetterebbe, ma in fondo è una fanfiction, giusto?!
- La storia è ambientata prima dell’inizio del VI anno a Hogwarts, Fred e George Weasley non hanno ancora aperto il negozio di scherzi, quindi sono ancora a scuola.
- Un altro punto su cui mi soffermo è una precisazione grammaticale : io scrivo “sé stesso/sé stessa” poichè all’università mi è stato comunicato che sarebbe preferibile scriverlo così :)


Buona lettura!

 

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If our love is tragedy why are you my remedy?
If our love's insanity why are you my clarity?

 

<< Dannazione >> sbottò Hermione, portandosi una mano sulla fronte << Come ho potuto dimenticare quel dannato libro? >> domandò sé stessa più che a Ron, che la guardava stranito.
<< Miseriaccia, non ne ho idea >> ironizzò il ragazzo ridendo << Devo assolutamente segnare questo giorno in rosso sul calendario, penso che sarà l’unico nella storia >>
La giovane strega lo fulminò con lo sguardo, sedendosi sul letto a braccia incrociate.
<< Non te la prenderà, puoi sempre uno dei miei libri >> aggiunse Ron.
<< Quali libri, scusa? >> ribattè acida Hermione.
<< Nessuno, infatti scherzavo >> preciso il diciassettenne con aria divertita, poi si avvicinò all’amica e le sorrise << Vedrai che sbucherà fuori da qualche parte, non puoi davvero aver dimenticato qualcosa >>
La ragazza rise e roteò gli occhi << Va bene, adesso vado ad aiutare tua madre per la cena, mi raccomando non fare danni in mia assenza >>
Ron alzò le spalle << Credo che me ne starò qui a dormire un po’ >>
<< Sei sempre il solito, Ronald! >> lo rimproverò Hermione << Perché invece non vai da Harry e Ginny? >>
<< E a fare cosa? >> chiese, storcendo il labbra.
<< Ma come cosa? A rovinare i loro momenti di intimità! >> rispose lei ridendo.
Il mago parve illuminarsi << Posso portare con me Grattastinchi? >>
Hermione fu sul punto di dire qualcosa, ma il suo amico era già andato alla ricerca del suo gatto.
Scoppiò a ridere e scese le scale di casa Black molto lentamente, guardandosi intorno.
Era arrivata lì solo due giorni prima, eppure quelle quarant’otto ore le erano sembrate un’eternità.
Certo, la sua mente era affollata dai pensieri sul nuovo anno, il sesto, che avrebbero affrontato ad Hogwarts, ma in quel momento non volle mentire a sé stessa e mordendosi le labbra, si chiese quando lo avrebbe ammesso.
Quando si sarebbe detta con chiarezza che era perdutamente innamorata di Fred Weasley.
Da quando Ron si era legato a Lavanda alla fine del quinto anno, aveva capito che i sentimenti che provava verso il suo migliore amico erano solo il tentativo di mascherare la sua attrazione per Fred.
Perché ogni volta che guardava Ron, lei vedeva gli occhi di Fred, la sua bocca, il suo sorriso smagliante.
Ma soprattutto, ogni volta che sentiva pronunciare il nome del ragazzo, il cuore le mancava di un battito.
Si sentiva come se si fosse dimenticata come si fa a respirare, proprio come se stesse perdendo i sensi.
Quel suo sentimento era nato molto tempo prima, ma lei non se ne era mai veramente accorta, perché ogni volta che prendeva in considerazione l’ipotesi che potesse piacerle, la parte più ragionevole di lei, le diceva che era solo una stupida impressione.
Non si era lasciata impressionare da quella sensazione neanche quando, nell’estate terzo anno, un Fred vivace e impertinente le aveva regalato un mazzo di fiori come scusa per testare uno dei suoi nuovi scherzi.
Neanche quando, durante il quarto anno, lo aveva aiutato a fabbricare una perfetta polisucco per assumere le sembianze della McGranitt e farsi quattro risate ( e una punizione di quattro settimane).
Aveva sempre bloccato il suo sentimento – che inconsciamente, continuava a crescere dentro di lei, incontrollabile, incontenibile – fino a che, durante l’ennesima estate alla Tana, con gli occhi più maturi e l’animo più cosciente per quel tipo di cose, aveva realizzato di esserne innamorato.
Ed era un amore già cresciuto dentro di lei, esattamente come crescono i fiori.
Già, i fiori.
Era così assuefatta da quell’amore, che la rendeva cieca, incapace di reagire.
Respirò a fondo e scosse il capo.
Ma Fred non l’avrebbe mai guardata come lei sperava, perché lei era e sarebbe sempre stata la migliore amica di suo fratello minore, non una ragazza di cui potersi innamorare.
Sapeva che il suo interessa non sarebbe mai stato ricambiato, ma in un angolo remoto della sua intimità, si illudeva con forza che Fred potesse vederla così come lei desiderava.
Dopotutto, lei e Fred erano così diversi, anzi, erano totalmente gli opposti.
Lei così chiusa, introversa, lui così espansivo e solare.
Che cosa avrebbero potuto condividere? Giusto il fatto di stare sotto lo stesso tetto, tutto qua.
Tra loro non ci sarebbe mai stato nulla, e doveva guardare la realtà per come era.
Hermione Granger, profonda razionalista, l’unica in grado di mantenere la lucidità nei momenti più estremi, l’unica in grado di elaborare una soluzione per i problemi più gravi.
Era così, Hermione, troppo riflessiva e attenta per cadere nella trappola dell’amore, eppure era successo, era successo con l’ultima delle persone immaginabili.
Ma Fred era il suo segreto più profondo, la confessione che non riusciva a fare neppure a sé stessa.
L’amore le era entrato dentro, come il più riuscito degli incantesimi.
Perché di lui era riuscita ad amare i difetti, i modi di fare a volte così poco delicati – per lei, almeno- , la risata così esplosiva, la voglia di vivere e ridere.
Ma soprattutto, per Fred nutrivo  il desiderio di appartenergli – la parte più imbarazzante, ma vera - , e non se ne vergognava.
Sospirò, e dandosi una scossa – questa volta davvero – scese le scale verso la cucina.
<< Molly! >> esclamò << Molly ci sei? >>
Si guardò intorno, ma nessuno rispose.
Le luci della cucina erano spente, tutto era stato lasciato com’era dal pomeriggio.
Entrò nella stanza titubante, poi sentì qualcuno alle sue spalle << Chi è? >>
<< I boss della casa sono andati via, non temere siamo al sicuro, ma dobbiamo preparare la cena da soli >>
Appena udì quelle parole Hermione si sentì morire, portandosi una mano sulla bocca si voltò per riconoscere il volto che per troppe volte si era incantata a guardare.
<< Oh, F-Fred.. Dove sono andati? >> chiese balbettando.
Il diciottenne la superò e iniziò ad ispezionare le credenze << Non lo so, anzi, a dire il vero non hanno voluto dirlo, immagino non possiamo saperlo >>
Lei annuì << Ho capito >> poi, estrasse la sua bacchetta dalla tasca, l’agitò un attimo e lasciò che tutti gli ingredienti per la cena si riordinassero sul grande tavolo di legno scuro.
<< Prodigioso >> sussurrò Fred alle sue spalle << Sei l’unica che non ha bisogno dei nostri trucchetti >>
Lei arrossì << Già >>
<< Posso aiutarti? Prometto che non avvelenerò la tua cena, sarebbe troppo scontato, non trovi? >> Fred aveva lo sguardo di chi la sa lunga.
Ma non avrebbe mai pensato quello che a cui stava pensando la ragazza di fronte a lui.
Quest’ultima si voltò di scatto, sbigottita.
Non si ricordava quand’era stata l’ultima volta che era stata per tanto tempo da sola con Fred.
Il suo cuore iniziò a battere troppo veloce, le sue mani a tremare.
Era davvero possibile che le facesse questo effetto?
Stava rischiando di collassare, l’aria le mancava sul serio e non riusciva a riprendersi.
Calma, stai calma, ti prego – si ripeteva.
<< Hermione Granger >> la richiamò Fred << Mi hai sentito? >>
<< Certo >> disse lei, senza voltarsi.
<< Allora ho detto se posso aiutarti >> ripetè gentilmente Fred << Ginny sta avendo un po’ di gatti da pelare di là >>
Allora Hermione si ricordò della richiesta di Ron di avere Grattastinchi << Gatti?! >> sibilò preoccupata, non curandosi del fatto che lui la stesse guardando.
Fred rise placido << Tranquilla, mi riferivo ai miei fratelli e ad Harry >>
<< Ah >> borbottò << Va bene, allora, aiutami >>
Pronunciando queste parole, Hermione stava condannando sé stessa.
Se ne uscirò viva, devo ricordarmi di respirare – ripeteva mentalmente.
Fred, che dal canto suo era perfettamente consapevole di abusare troppo della situazione, non levava mai lo sguardo dalla ragazza, troppo convinto che ci fosse in lei una sorta di spinta magnetica.
Ogni volta che Hermione si trovava con loro, sentiva l’irrefrenabile desiderio di restare da solo con lei, ma di certo, non aveva mai pensato a lei a qualcosa di diverso da un’amica o una sorella minore.
Eppure c’era qualcosa in Hermione, nelle sue gambe, nel suo sorriso, nella sua scaltrezza, che la distingueva da tutti gli altri.
Era senz’altro una creatura affascinante.
<< Granger, se non ti conoscessi da così tanto tempo, penserei che ti vergogni a stare da sola con me >> affermò Fred incrociando le braccia al petto.
La riccia arricciò le labbra e con tutta la razionalità che riuscì a richiamare, rispose << Fred Weasley, se non ti conoscessi da così tanto tempo, penserei che stai solo cercando di farmi sentire a disagio >>
In quel momento Fred si sentì del tutto in dovere di intervenire, di fare qualcosa.
Dopotutto, non era la destrezza o il coraggio che gli mancavano, tantomeno con un ragazza.
Tantomeno con Hermione.
Per questo, con un slancio le si avvicinò, circondandola con il suo stesso corpo.
I loro visi erano a una spanna di distanza, così dannatamente vicini che Hermione enumerare con precisione scientifica tutte le sue lentiggini, distinguere le sfumature dei suoi occhi azzurri.
<< Quando invece cosa starei facendo? >> mormorò sulle sue labbra.
Lei si sentì impazzire, non aveva  certo che la situazione precipitasse in questo modo.
Fissò Fred negli occhi e sperò di trovare la forza per reagire.
Ma il ragazzo ricambiò il suo sguardo, notando come fosse  vicino al fare qualcosa senza che lei se ne accorgesse davvero.
La diciassettenne deglutì << Esattamente questo >> proferì laconica  << Ora spostati, dobbiamo, anzi, devo, preparare la cena >>
Fred fece un passo indietro, alzando le mani in segno di resa << Mia cara Hermione, inizio a credere che tu pensi davvero troppo >> sentenziò, senza smettere di guardarla con intensità << Forse dovrei pensare uno scherzo fatto apposta per te >>
<< Che genere di scherzo faresti, pensandomi? >>
<< Ci devo pensare su, ragazza mia, ti farò sapere >>
Detto questo, Fred Weasley le fece un cenno con la testa e ritornò nell’altra stanza con i suoi fratelli.
Lei rimase lì, ferma, appoggiata al tavolo e incapace anche solo di elaborare un pensiero.
Stava diventando tutto insostenibile, sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro, se non si fosse trattenuta, sarebbe corsa da Fred e gli avrebbe urlato in faccia che era solo uno stupido, e che lei, ancora più stupida, era innamorata di lui.
Per fortuna, i suoi piedi si rifiutarono di muoversi e, per questo, non potè evitare che due lacrime le solcassero il volto stanco di tenere tutto dentro.
Quando realizzò che, in tutto quel susseguirsi di cose, non aveva ancora preparato la cena, sospirò rumorosamente e ritornò a lavoro.
Fu proprio mentre preparava il pollo che capì che avrebbe dovuto dirlo a qualcuno, perché altrimenti avrebbe continuato a soffrire inutilmente.
<< .. Ginny >> sussurrò appena.

<< Allora, Hermione, come va questa cena? E’ da un po’ che ti sento macchinare qua dietro >> la più giovane dei Weasley sembrava essere giunta lì per salvarle la vita.
<< Oh Ginny, avevo bisogno proprio di te >> fece Hermione, correndo di slancio verso la sua amica e abbracciandola.
La rossa aggrottò la fronte << Cosa c’è che non va? Non credo che sia per il cibo >> le chiese, senza indagare le probabili ragioni sul suo volto.
Hermione si morse il labbro inferiore e sospirò.
Si sedette e fece segno a Ginny di fare lo stesso, e iniziò a pregare con tutta sé stessa che lei potesse capire, che le potesse dare una parola di conforto.
<< Sembra grave >> osservò la quindicenne, guadagnandosi uno sguardo di Hermione.
<< Ginny, non so davvero come cominciare, e se proprio ti interessa non so neanche come proseguire, quindi andrò dritta al sodo >>  focalizzò il suo sguardo sui piatti già pronti per il pasto e si ripetè meccanicamente che non aveva nulla da temere, per questo disse tutto in un soffio << Io sono innamorata di Fred. E’ così, ecco >>
La giovane Weasley la guardò con un sorriso divertito e scosse il capo << E mi stai dicendo che ti stai struggendo per mio fratello? Hermione, ti faceva più intelligente! >>
La riccia rise e alzò le spalle, appoggiandosi contro lo schienale della sedia.
<< Ti prego, non metterci anche tu, mi basto da sola >> la implorò la castana roteando gli occhi.
<< Ma non capisco quale sia il problema, Herm >> riprese Ginny seriamente.
La diciassettenne chinò leggermente la testa, pensierosa.
Già, qual era il problema? Fred non impegnato, lei non lo era, e se anche si sentisse condizionata da Ron, non doveva dimenticare che lui aveva già la sua bella relazione, quindi, cos’è che la turbava avvero?
La risposta era semplice, immediata.
<< Beh, ho paura di non piacergli >> snocciolò velocemente.
La sua amica fece per dire qualcosa, ma gonfiò le guance d’aria, rilasciandole rumorosamente.
<< Ah, ecco >>
Ginny rimase in silenzio qualche secondo, poi elaborò una risposta << Senti, se tu non ci provi, rimarrai sempre allo stesso punto, continuando a farti sempre le stesse domande. Se invece ti facessi coraggio per un attimo, capiresti che non c’è nulla di male nel farti avanti >> la guardò incoraggiante << Stai parlando di Fred Weasley, non puoi davvero temere un suo giudizio, e poi, ti vuole troppo bene per ferirti >>.
Lo sguardo della giovane maga più promettente della sue età si accese di speranza << Lo credi davvero? >>
Ginny annuì con fermezza << Lo so con certezza, fidati di me >>
<< Secondo te cosa ne penserebbe Ron? >> domandò, mentre riprendeva a cucinare il pollo e le patate.
<< Beh, non lo so, ma non puoi lasciare che sia lui a condizionarti. Tra di voi c’è stato qualcosa, ma è anche vero lui sta con un’altra e tu hai realizzato di provare solo un grande affetto per lui, sareste pari >>
<< Ma ti sei dimenticata che a me piace suo fratello >> puntualizzò Hermione.
<< Ora basta, dai! Che importa di quello che pensa Ron! E se anche fosse geloso? Gli passerà, lo sai, non ci pensare più, fai solo ciò che ti rende felice >>
Ginny lo disse con una grinta che non lasciava spazio a repliche.
Hermione avrebbe rivelato i suoi sentimenti a Fred, e se anche lui non l’avesse ricambiata, almeno non aveva rimorsi da portarsi dietro.
A questa ipotesi non ci aveva mai pensato, ma ora, messa di fronte alla realtà, realizzò che non era importante ottenere e basta, ma anche mettersi in gioco. In tutto e per tutto.
Una volta che si aprono le danze, bisogna danzare.
E una volta che si è innamorati, bisogno amare con tutto l’amore possibile, con tutto sé stesso.
Perché non capita tutti i giorni di innamorarsi, non capita tutti i giorni di sentirsi così completi e vivi solo guardando una persona.
Hermione questo ancora non lo aveva ancora imparato, e se anche suonasse strano, non sapeva come comportarsi, perché nei libri tutto questo non c’è scritto.
E lei lo sapeva che niente è uguale, che ogni situazione si rigenera e cambia faccia.
Per questo, il nodo del suo amore le sembrava troppo difficile da sciogliere, poiché il volto della persona amata era un continuo inganno.
Inganno per spiazzo, inganno perché ti convince di un sentimento e poi lo rivolta, inganno perché ti incatena alla paura e non lascia molto scampo.
<< Sono sicura che te la caverai >> concluse Ginevra.
Hermione le sorrise << E Harry? Insomma, prima fai la morale e poi non mi parli di te? >>
L’altra arrossì improvvisamente << Lo sai come sono, sai com’è lui, ho bisogno del mio tempo, ma voglio riuscirci, insomma.. >>
Ginny si torturò le mani, prima di rivolgere alla sua amica uno sguardo di gratitudine, poiché consapevole del suo appoggio e dell’aiuto che le avrebbe sempre dato.
<< Oh, Ginny, Harry è così cotto di te che forse è troppo stupido per accorgersene >>
La rossa roteò gli occhi << Dovrebbe muoversi però! >>
Così, scoppiarono a ridere.

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L’anno ad Hogwarts era iniziato nei migliori dei modi, il nuovo professore di pozioni, Lumacorno, sembrava averla presa in simpatia, per questo l’aveva invitata ad una delle sue feste, alle quali sarebbe stato necessario portare un accompagnatore.
Il suo pensiero fu subito quello di invitare Fred, ma poi pensò che lui si sarebbe soltanto annoiato, circondato solo da secchioni capaci di preparare una perfetta fortuna liquida.
Sbuffò rumorosamente, mentre svolgeva i suoi compiti stancamente, trascinando la piuma con un movimento lento e poco preciso.
Scosse il capo e mise fine a quel pomeriggio di studio.
Era quasi certa che alla fine da Lumacorno avrebbe portato Cormac McLaggen, visto che le stava con il fiato sul collo, costringendo sé stessa ogni volta a rifiutare i suoi inviti e quindi, a dargliela vinta.
Non voleva dare una tale soddisfazione a quel tipaccio, ma non aveva scampo.
Di certo non avrebbe fatto la figura della sfigata che ci va da sola, ma l’opzione più allettante si era dimostrata soltanto quella.
Pensò al suo incontrò con Fred qualche giorno prima, in Sala Comune, quando il ragazzo le aveva confessato la sua eccitazione sul negozio, sulla bellissima sensazione che provava ogni volta che si rendeva conto di aver realizzato un sogno.
“I nostri scherzi, Hermione, quelli di una vita, finalmente potranno servire a qualcosa” – aveva detto, e lei gli aveva sorriso felice.
Aveva sentito la sua gioia invaderla tutta, e si era sentita bene.
C’era stata magia in quel momento, quando Fred – e dopo George – le aveva preso le mani dicendo che sarebbe stato un onore se li avesse aiutati ad elaborare uno scherzo “che possa piacere anche ai secchioni come lei”.
Hermione non aveva badato neanche a quelle parole, focalizzando la sua attenzione sugli occhi sognanti di Fred che le stava tenendo le mani.
Devo smetterla con queste sciocchezze! – ammonì sé stessa, realizzando di essersi messa a fantasticare di nuovo.
Ultimamente il tempo lo perdeva così, immaginandosi le situazioni, costruendo scenari perfetti, dialoghi da risposte incredibili e improbabile, sperando che potessero realizzarsi davvero.
Neanche lei si riconosceva in queste cose, eppure le accadevano e non riusciva a controllarsi.
Si ritrovò di fronte il ritratto della Signora Grassa in un batter d’occhio, recitò le parole velocemente ed entrò come un fulmine, attraversando la Sala Comune senza guardare in faccia nessuno non perché arrabbiata, ma semplicemente perché stanca.
Delusa da sé perché ancora non era riuscita a risolvere la questione della festa di Lumacorno, e perché anche quel giorno, non era riuscita a parlare con Fred dei suoi sentimenti.
Si sedette sul letto, perdendo lo sguardo nello specchio di fronte a lei.
Si osservò, chiedendo cosa gli altri vedessero in lei che Fred non vedeva.
Ma la domanda era: Fred mi ha mai guardata?
Insomma, Fred l’aveva mai guardata come si guarda una ragazza? E no, non come si guarda la migliore amico del fratello minore, ma come si guarda una ragazza come Angelina o Pansy o qualunque altra.
Perché, perfino Cormac aveva visto qualcosa in lei e lui no?
Sospirò, incrociando le gambe e chiudendo gli occhi.
In quel momento le parole di Ginny le risuonarono in testa come sorde campane : avrebbe dovuto parlargli, confessargli i suoi sentimenti, magari con cautela, ma avrebbe dovuto farlo.
Altrimenti, le giornate le sarebbero passate davanti senza che lei abbia provato a fare qualcosa.
Il giorno dopo, costi quel che costi, avrebbe chiesto a Fred di accompagnarla.
Prima l’avrebbe fatta risuonare come richiesta d’aiuto, ma poi, avrebbe tirato fuori la verità, avrebbe tirato fuori il suo coraggio da Grifondoro e avrebbe risolto la cosa da persona matura.
Sapeva di poter contare sulle sue forze, ce l’avrebbe fatta, ne era certa.
Aveva il sostegno della sua migliore amica , -nonché sorella del ragazzo di cui era follemente innamorata - comunque sarebbe andata, lei sarebbe stata felice.
<< Hermione! Sei qui! Meno male >> esclamò Ginny con il fiatone.
<< Che ti è successo? Sei sconvolta >>
La rossa agitò le mani << Ti devi sbrigare!! >>
Hermione aggrottò le sopracciglia << Che stai dicendo? >>
Ginny battè i piedi << Devi invitare Fred da Lumacorno, sbrigati, sbrigati! >> non perse tempo, si avventò sulla sua mia amica per trascinarla verso la sala comune.
<< Ma perché?? Ginny stai calma! >> protestò la riccia.
<< Devi farlo o qualche altra ragazza lo farà al posto tuo e non sto scherzando >> proferì seria la Weasley, guardando attentamente la sua amica << Capito? >>
Gli occhi di Hermione si dilatarono << Sul serio? >>
<< Si, e lo so per certo! Ora va! >>

Fred stava seduto sulla poltrona a discutere con Harry, George e Ron sulla imminente partita di Quidditch contro i Corvonero.
Prese un grande respiro, poi senza pensarci disse << Fred, scusami, posso chiederti una cosa? >>
Il diciannovenne si voltò e focalizzò i suoi occhi su Hermione << Certo, Granger, anche due, se vuoi >>
Lei non fece caso alla battuta e gli fece cenno di alzarsi.
Fred stranamente non esitò e si avvicinò alla diciottenne << Dimmi tutto >> poi la guardò meglio << Non è che ti serve qualche scherzo? >>
La ragazza storse il naso e ridacchiò << Ancora non sono arrivata a quel punto! Certo che no >>
Il rosso roteò gli occhi << Allora non è importante >> disse, ma scherzava.
Eppure Hermione si sentì così ferita da quelle parole che si morse le labbra fino a sentire il sangue.
Calma, si ripeteva, stai calma.
<< Oh, piccola, non ero serio, puoi chiedermi tutto quello che vuoi >> aggiunse il ragazzo, notando che gli occhi si erano improvvisamente spenti.
<< Però giura che non mi prenderai in giro, Fred, sarei capace di non parlarti per tutta la vita, e lo sai >> precisò l’ultima frase guardandolo fisso negli occhi.
Aveva raccolto tutto il coraggio di cui disponeva per spalleggiare quella situazione e, ad essere sincera, doveva farsi i complimenti per come stava andando.
Il diciannovenne seguiva i movimenti di Hermione come se ogni gesto fosse una sorpresa.
<< Te lo prometto >> disse serio.
Lei annuì e, alzando le spalle, disse << Sai, cioè.. Forse avrai sentito parlare della festa di Lumacorno, si beh.. >>
<< Ah, quella dove lui invita le sue stelline? >>
<< Esatto >> farfugliò Hermione << Beh, noi possiamo portare qualcuno ed io, davvero.. Se non fosse che.. Insomma.. Fred, ci vieni con me? Mi aiuti a ridere un po’ di tutta quella gente che parlerà delle sue pergamene sulle pozioni! >>
Fred piegò le labbra in un sorriso e alzò gli occhi al cielo.
Non sapeva perché lei lo glielo avesse chiesto, ma qualcosa dentro di lui gli diceva di accettare.
Non ci sarebbe stato nulla di male ad accompagnarla e farsi due risate insieme, mangiare a sbafo, fare qualche scherzo e.. Poi, ancora, passare del tempo insieme a Hermione.
Così, le fece cenno di sì con la testa << Va bene, andremo a questa tortura insieme >>
Gli occhi della giovane maga più promettente della sua età brillarono di gioia, indescrivibile << Oh, Fred, grazie mille! Mi stai salvando la vita! >> esclamò, gettandogli le braccia al collo.
Non si era resa nemmeno conto del gesto che aveva fatto, le era uscito spontaneo, l’aveva fatto perché sentiva di doverlo fare, come se fosse naturale conseguenza della sua felicità.
<< Perfetto, Granger, siamo d’accordo >> proferì il Weasley << Mi vestirò elegante solo per te >>
Lei sorrise, contenta << Oh, sono sicura che starai benissimo >>
<< Mi aspetto lo stesso anche da parte tua, chiario? >> ribattè Fred.
Hermione non seppe interpretare il perché di quella richiesta, ma acconsentì con un cenno della testa.
Oh si che sarebbe stata elegante, e lo avrebbe fatto solo per lui.

   
 
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