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Autore: sunsetsvojce    05/06/2013    4 recensioni
“Okay,okay,Bruce Lee,stai calma però. Io sono Zayn” disse,porgendomi la mano destra.
“Kim” balbettai,porgendo la mano tremante.
“Credo di doverti delle scuse” dissi con tono dispiaciuto.
“Non fa niente,anch’io avrei reagito così se uno sconosciuto mi fosse venuto vicino di notte in un luogo deserto” borbottò,poi si infilò la sigaretta in bocca e l’accese.
Tirai un sospiro di sollievo,non mi aveva preso per una pazza isterica o almeno credo. Poteva essere un bravo ragazzo,non dovevo farmi intimorire dal giubbotto di pelle e dalla sigaretta.
“Sai Kim,hai proprio un bel sedere” sghignazzò e le mie gote iniziarono ad infuocarsi.
“Come sarebbe a dire un bel sedere? Non vorrai dire mica che..”
“Sì,ero io. Scusa per l’approccio diretto,ma sembravi così sciolta in quel momento e quando ti sei allontanata ti ho seguito fino a qui” sbottò e improvvisamente mi salì la voglia di riempirlo di schiaffi,infatti stavo già per partire con la mano destra.
“Tu,brutto maniaco,lo sapevo che non dovevo fidar..” urlai,ma non mi fece finire la frase e continuò.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Muoviti Kim” tuonò mia sorella. “Facciamo tardi alla festa in spiaggia”. “S-sto a-arrivando” balbettai,mentre saltellavo su e giù per la stanza a mo’ di lemure zoppo,cercando di infilarmi la converse blu elettrico. Corsi in bagno e mi guardai allo specchio;lo spettacolo che vidi non fu più diverso dal solito:i lunghi capelli ricci color mogano,tinti alle punte in modo strano con riflessi di biondo vennero sistemati in un fermaglio rosa acceso;con quelle occhiaie e l’acne il trucco non sarebbe servito a molto,ma un buon fondotinta e un mascara della Rimmel possono fare miracoli. Tornai in camera e mi ammirai in tutto il mio splendore nello specchio appeso alla porta,ma non feci in tempo ad aggiustarmi che una Molly furiosa spalancò la porta e mi urlò contro di sbrigarmi. Afferrai la borsa rosa intonata al fermaglio e scivolai giù per le scale,anche se scivolai è una parola grossa,visto che scendo sempre piano per paura di fare uno dei miei ruzzoloni e rompermi il naso.

Io e la mia sorellona uscimmo a braccetto nella calda serata d’agosto dirette alla festa in spiaggia organizzata da nostro cugino Liam. Non fu difficile individuare la spiaggia visto che le luci e la musica si sentivano da lontano. C’erano un centinaio di persone tra le quali una cinquantina era ammucchiata in pista a ballare. Molly non se lo fece ripetere due volte e si lanciò in pista,io invece,mi avvicinai al bancone dove avevo intravisto Liam e con fare annoiato e la delicatezza di un elefante,mi sedei su uno sgabello. “Sempre più delicata,eh?” mi schernì Liam. “Quella odiosa di Molly mi ha lasciata di nuovo da sola,taci e offrimi un margarita” sbottai. “Certo zucchero,ma non esagerare che dopo mi tocca portarti di peso a casa” disse,mostrando uno dei suoi sorrisi beffardi. Gli tirai una gomitata nello stomaco e lo sentì bestemmiare in una lingua non ancora conosciuta. Poi tornò ad aprire bocca: “A proposito di casa,quella bionda laggiù mi sa tanto che ci sta”. “La conosco,sta attento con lei,rischi di prendere l’aids” dissi e la sua faccia assunse un’espressione disgustata,ma non si arrese e si allontanò con due drink in mano.

Ed eccomi qui,sola soletta ad una festa,ancora. Quell’estate era stata divertente,ma non indimenticabile come quelle dei film in cui si incontra il grande amore e roba varia. Era stata più del tipo:partite sotto il sole,mare cristallino e feste in spiaggia. Ma eravamo già al quindici agosto e mancava meno di un mese all’inizio della scuola,già, l’ultimo anno di liceo. Finito il mio bicchiere alcolico,decisi che era troppo presto per piangersi addosso e mi buttai tra un gruppo di ragazzi che ‘ballavano’ e cominciai a dimenarmi anch’io per una buona mezz’ora. Mi sembrava tutto normale quando sentii delle mani all’altezza del fondoschiena che mi palpavano allegramente. Poi una voce.. “Sei bellissima” dissero le mani,che sicuramente erano attaccate ad un corpo solo che in quel momento non avevo il coraggio di girarmi. Riuscii solo a continuare a ballare ignorando le mani e ad allontanarmi lentamente verso la fine della pista. Presi un sospiro di sollievo quando finalmente mi liberai di quei corpi sudati che si strusciavano l’un l’altro,ma rimasi con un vuoto alla base dello stomaco al pensiero di quelle mani che mi toccavano.
‘Basta, avevo bisogno di stare sola’ mi dissi;così mi allontanai verso il mare e mi sedei sulla sabbia fresca poco vicino agli scogli. Adesso sì che mi sentivo meglio. Seduta ad ascoltare il rumore delle onde sugli scogli ripensai alla mia esistenza. Kim Jacobs era una ragazza solare,a volte volgare nel modo di parlare,di certo non popolare,i cui ‘mi piace’ su facebook si contavano sulle dita di una mano. Non si poteva nemmeno definire una rubacuori:le storie d’amore precedenti erano state una o due e risalivano ai tempi in cui era ancora una quattordicenne,ma le andava bene così. Era una di quelle ragazze che credono nell’anima gemella,ma non smielate e dolci da far venire le carie;era solo speranzosa. Intanto,però, si concentrava sullo studio;la sua ambizione era diventare un medico,amava poter far del bene alla gente,si sentiva realizzata. Il mio monologo andava più che bene,finché qualcuno non la interruppe bruscamente.
  
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