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Autore: Margaret24    05/06/2013    5 recensioni
"Preside, io... sono davvero mortificato per quello che è successo ieri notte. Sono venuto qui a rassegnare le mie dimissioni. Ho commesso un errore imperdonabile e me ne assumerò la responsabilità"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Remus Lupin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Dopo essersi vestito, Remus annullò l'Incantesimo di Disillusione che aveva effettuato su se stesso e si sedette lentamente alle radici del Platano Picchiatore, i cui rami erano fermi. Abbandonò il viso fra le mani, e finalmente i ricordi lo investirono come un fiume in piena. Che cosa aveva combinato? Aveva aggredito dei ragazzini, tra cui il figlio del suo migliore amico, sotto forma di lupo. Il panico lo pervase, anche se ricordava come Sirius lo avesse allontanato da loro prima che potesse ferirli, ma non poteva esserne certo. E Peter? Lo avevano preso? Era fuggito? L'odio nei suoi confronti non si era spento. Per la prima volta in vita sua, Remus aveva desiderato essere un lupo per sbranare, ferire e uccidere quell'essere infame una volta per tutte. No, forse non come un lupo. Come un umano, un assassino... Un Mangiamorte. E Sirius? Era riuscito a discolparsi? Lo avevano portato ad Azkaban? I Dissennatori avevano eseguito il bacio? Di nuovo si sentì angosciato. Se le cose fossero andate così storte, la colpa sarebbe stata sua, soltanto sua. Come aveva fatto a scordare la pozione? Come aveva potuto commettere il madornale errore di uscire in una notte di Luna Piena?
Restò ancora qualche minuto lì, con la testa china, ricordi, pensieri e domande che gli tormentavano il cervello. Di colpo alzò la testa: Silente. Non osava neanche immaginare il suo volto antico che gli rivolgeva uno sguardo pieno di delusione e amarezza. Ma doveva, doveva sapere, prima che gli esplodesse la testa a forza di congetture e previsioni non esattamente rosee. Si alzò in piedi, cercò di raccogliere un po' di coraggio e indossò il Mantello dell'Invisibilità che Harry aveva lasciato lì, cominciando ad avviarsi verso il castello.

 
Remus era fermo in piedi davanti al gargoyle di pietra. Continuava a rigirare nervosamente tra le mani la pergamena con le sue dimissioni. Il cuore gli batteva molto forte. Fece un respiro profondo e disse: "Gobbiglie!"
Il gargoyle si spostò, e Lupin salì sulla scala a chiocciola che lo portò di fronte alla porta dell'ufficio del preside. Alzò un pugno, ma non fece in tempo a bussare, perché una voce familiare proveniente dall'interno disse: "Avanti!"
Remus entrò. La stanza non era cambiata dall'ultima volta che vi era entrato all'inizio dell'anno. Stesse mura, stessi soprammobili, stessi ritratti che russavano dalle pareti. E, sorprendentemente, stesso sorriso amabile sul viso di Albus Silente.
"Remus!" lo salutò il preside. "Vieni pure, siediti"
Remus avanzò verso di lui e si sedette lentamente alla scrivania. I muscoli ancora gli dolevano. I sensi di colpa lo fecero sentire ancora un ragazzino come vent'anni prima.
"Allora..." esordì Silente allegro. "Sembra che ci siano alcuni aggiornamenti da fare, non credi anche tu, Remus?"
Quest'ultimo annuì sconcertato, ma il peso che portava nel petto era un po' diminuito. La situazione non era così disastrosa come pensava, se il preside era così affabile. Gli doveva molte spiegazioni, ma era anche ansioso di sapere cosa era successo la notte precedente. Senza indugiare oltre, disse:
"Preside, io... sono davvero mortificato per quello che è successo ieri notte. Sono venuto qui a rassegnare le mie dimissioni. Ho commesso un errore imperdonabile e me ne assumerò la responsabilità"
"Rassegnare le tue dimissioni, Remus?" chiese Silente un po' interdetto. "Non ne vedo il motivo. Ieri notte Sirius ti ha attaccato, impedendoti di ferire qualcuno. Stanno tutti bene, non hanno neanche un graffio. Inoltre ho parlato con Caramell: sono riuscito a convincerlo che tu volevi solo difendere i tuoi studenti, perciò quanto accaduto non avrà ripercussioni sulla tua fedina penale"
"La ringrazio infinitamente, Preside" rispose Remus. "Ma se non ci fosse stato Sirius...". Scosse leggermente il capo, come a voler liberare la testa dalle macabre immagini che gli balenarono davanti agli occhi, mentre un brivido gli corse lungo la schiena. Poi un altro pensiero gli sopraggiunse alla mente.
"Lei lo sa. Sa che Sirius è un Animagus"
Silente annuì, senza smettere di sorridere.
"Sirius mi ha raccontato tutto. Di come sono diventati Animagi, di come ti hanno aiutato a superare le tue difficoltà, di come Minus sia diventato il Custode Segreto dei Potter e... di come abbia cercato di uccidere Minus senza riuscirci. Per la seconda volta"
Remus sentì di nuovo il bisogno di prendersi la testa tra le mani, ma si trattenne, mantenendo uno sguardo perso verso la scrivania.
"È colpa mia” sussurrò. “Tutta colpa mia...”
Per cosa, Remus? Per essere stato attaccato da un Lupo Mannaro quando eri bambino? Per aver avuto dei veri amici che ti aiutassero? È forse colpa tua se Harry ha deciso di risparmiare la vita a Minus?”
Remus scosse il capo, guardando stavolta la bella Fenice che lo osservava quasi compassionevole dal suo trespolo.
“Se avessi preso quella maledetta pozione... Se non fossi subito uscito dal castello...”
“Tutti commettiamo degli sbagli...” disse Silente.
“E tutti ne paghiamo le conseguenze” completò Remus.
Silente scosse leggermente il capo.
“E comunque, se tu non fossi uscito subito dal castello a difendere il tuo amico, Sirius a quest'ora non sarebbe libero” disse.
Remus rivolse rapidamente lo sguardo al preside, esterrefatto.
Libero?” ripeté. “Sirius è libero?”
Silente annuì e gli spiegò come Harry ed Hermione avevano fatto uso della Giratempo e avevano salvato Sirius. Quando ebbe finito, sul volto di Remus si era aperto un ghigno malandrino.
“Quel Black...” disse. All'improvviso ebbe voglia di ridere.
“Ovviamente preferirei che queste informazioni restassero riservate” precisò Silente.
“Certo, Preside” disse Remus serio.
“Devo aggiungere” continuò Silente, “che hai fatto uno splendido lavoro con quel ragazzo: è riuscito a produrre un Patronus perfetto e molto potente, se è stato in grado di scacciare tutti quei Dissennatori”
“James...” sussurrò Remus, sentendo all'improvviso una fitta in fondo allo stomaco. Ramoso... Ramoso che correva insieme a lui, che giocava con lui, che gli dava leggere spinte quando esagerava... A lui, non solo al lupo. Quando i Malandrini erano uniti, Remus si sentiva un po' più se stesso.
“Per cui, tornando alle tue dimissioni” riprese Silente, interrompendo il flusso dei suoi pensieri, “sei sicuro di volertene andare, Remus? Dopotutto gli studenti ti adorano, credo che tu sia uno dei migliori insegnanti di Difesa Contro le Arti Oscure che abbia mai varcato le porte di Hogwarts”
Remus si sentì avvampare, ma il suo sguardo era fermo come la sua decisione.
“La ringrazio, Preside. Ma temo che il mio tempo qui sia terminato. Ho fatto tanti errori nella mia vita, troppi. E rimanere sarebbe l'ennesimo. Inoltre...” il suo volto si indurì appena. “Ho tradito la sua fiducia, più di una volta. Non merito la sua stima”
Ripetere quelle parole a Silente in persona fu come ricevere una stilettata.
“Oh, Remus” disse Silente con espressione addolorata. “Tutti noi mostriamo le nostre debolezze prima o poi. E poi ricorda che non hai mentito a me, hai mentito a te stesso. Hai cercato di convincere te stesso ripetendoti che Sirius non poteva essere fuggito da Azkaban in forma di Animagus, che doveva aver penetrato le mura di Hogwarts con qualche Magia Oscura... Se c'è qualcuno che deve perdonarti, quello sei proprio tu”
“Non credo che ci riuscirò...” disse Remus lentamente. Non sarebbe mai riuscito a perdonarselo. Era molto meglio scappare, scappare come aveva sempre fatto negli ultimi dodici anni. Gli era sempre riuscito bene da quando Alice e Frank erano costretti a stare rinchiusi in un reparto del San Mungo, da quando James e Lily se n'erano andati per sempre. Fuggire via lontano, vivendo della speranza, vana, che i problemi non lo inseguissero, che i fantasmi del passato rimanessero dove li aveva lasciati. Una pretesa stupida, lo sapeva, ma non poteva farne a meno. E Harry? Harry sarebbe stato benissimo, cento volte meglio, senza il rischio che il suo insegnante lo sbranasse ogni mese...
Silente annuì un'altra volta, rassegnato, come se gli avesse letto nella mente.

 

 
Angolo autrice:
Ciao gente! Eccomi di ritorno con una nuova storia. Questa è ambientata alla fine di “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”, la mattina dopo la notte in cui Minus si è rivelato ed è scappato, Lupin si è trasformato e Sirius è stato salvato. Hagrid dice a Harry che Lupin “ha dato le dimissioni stamattina presto” e che “dice che non deve succedere un'altra volta”. Lupin non riesce a perdonare le sue colpe, e io mi sono sempre chiesta come diavolo avesse fatto a dimenticare la pozione e il fatto che avrebbe dovuto trasformarsi quella notte nonostante il buon compassionevole e misericordioso Piton gliel'avesse ricordato (avrà proprio sbagliato giorno sul calendario lunare?).
Vi è piaciuto il parallelismo tra Harry e Teddy alla fine? Volevo sottolineare il fatto che Lupin tira sempre fuori lo stesso argomento, cioè che la gente starebbe meglio senza di lui :(
Lupin è un tipo che a volte si fa prendere dal panico, anche se lo nasconde, ma quando si tratta di proteggere le persone a lui care non esita a farsi avanti. È un personaggio complesso, per questo lo adoro anche con i suoi difetti :)
Spero che la storia vi sia piaciuta! Non esitate a recensire, mi raccomando! ;) Grazie di cuore ^^

 


 

  
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